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Autore: Arrow of the Mockingjay    29/03/2015    0 recensioni
Effie è appena stata liberata da Capitol City come anche gli altri vincitori, Johanna, Annie, Peeta, Enobaria.
Haymitch la sta aspettando.
||Hayffie》Haymitch POV
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Effie Trinket, Haymitch Abernathy
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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WE ARE A TEAM


C'è trambusto nell'ala dell'ospedale del Distretto 13. La squadra incaricata di salvare i vincitori a Capitol City è appena tornata.
Una barella mi passa di fianco e quasi non riconosco la donna che ci è stesa sopra, Johanna Mason, la ragazza del Distretto 7 che per di non sottomettersi a Capitol ha visto morire tutte le persone a cui teneva ma nonostante ciò è rimasta una donna combattiva e caparbia, con la faccia tosta che spesso odiavo e invidiavo, ora è ridotta a un ammasso di pelle e ossa e sembra piccolissima su quell'enorme barella bianca.
Se Johanna é ridotta così lei sarà messa ancora peggio.
Ho visto Peeta, ho provato seguire la sua barella ma i medici mi hanno allontanato malamente da lui, ho visto Annie e Enobaria ma lei non la ho ancora vista.
Comincio a credere che sia morta, o che per Plutarch non comportasse un membro necessario per la rivolta ma solo un rischio in più e possibile da evitare, da lui potrei anche aspettarmelo.
Mi ritrovo a pensare che fino a qualche tempo fa in questa situazione mi ci sarei buttato attaccato al collo di una bottiglia, anzi non mi ci sarei proprio buttato, dannazione!
Vedo entrare dei soldati e ho quasi perso la speranza quando la vedo, o meglio, vedo l'ombra di una donna coperta da pochi brandelli di stoffa che doveva essere rosa una volta ma che ora è incrostata di sangue e sporcizia come del resto, tutto il suo corpo immobile tra le braccia di quel soldato.
Corro facendomi lardo tra la folla a gomitate, credo di aver fatto cadere un infermiera, ma non mi importa.
Arrivo davanti al soldato che mi guarda come si guarda un cucciolo bastonato scuotendo leggermente la testa.
No.
No. Lei non è morta.
La strappo dalle braccia di quell'uomo che non la conosce. Nessuno la conosce come me. So cose che lei non crede che io sappia perché me le raccontava quando ero ubriaco, si sfogava credendo che io la mattina seguente non ricordassi nulla.
La stringo a me, come facevo ogni volta che uno dei nostri tributi moriva, solo che ora mi sembra più piccola. Più fragile, tanto fragile che se la stringessi troppo potrebbe sbiciolarmisi tra le braccia.
È fredda, i resti dei vestiti che indossava la sera in cui l'hanno portata via sono talmente logori da non impedirmi di vedere la sporgenze delle costole e delle ossa del bacino appena sotto la pelle.
-Effie- dico accostando la mia fronte alla sua. -Effie, ti prego. É tutto finito. Siamo tutti insieme. Siamo una squadra, proprio come volevi tu. Ma devi esserci anche tu nella squadra.-
Una lacrima solitaria scava un passaggio sulla sporcizia che incrosta il suo viso. -Haymitch...- sussurra. E con la poca forza che ha stringe la stoffa della mia camicia, come se questa potesse essere la sua ancora. Ha un occhio viola, non per il trucco questa volta ma per le botte. Ha il corpo coperto di tagli rimarginati è non, molti dei quali infetti e posso solo immaginare il dolore che prova. Espira e la sua testa cade all'indietro priva di sensi.
-Qualcuno venga qua!- urlo, ma praticamente nessuno mi dà retta, sono tutti impegnati a medicare i soldati, controllare la salute è fare tutti gli esami possibili ai vincitori recuperati, a nessuno interessa di una capitolina, una capitolina a cui però è stato riservato lo stesso trattamento di tutti gli altri prigionieri, la mia capitolina e Dio solo sa che genere di abusi e torture ha dovuto subire. -Rischia di morire! Qualcuno la aiuti!- urlo con tutto il fiato che ho in corpo. Un uomo vestito di bianco mi si avvicina trafelato e fa per prendere Effie ma io mi scanso, lui mi guarda contrariato e chiama un'infermiera che arriva con una barella e mi fa cenno di poggiarci Effie sopra. La corico delicatamente. Il tempo di fare mezzo passo indietro e la barella é già a metà stanza con il medico che urla indicazioni agli aiutanti. Quando girano l'angolo rimango a guardarmi le mani e la camicia grigia sporca di sangue, del sangue di Effie, del sangue che non avrebbe mai dovuto perdere perché io la avevo tenuta all'oscuro di tutto per proteggerla. Lei non sapeva niente.
All'improvviso un pensiero mi trafigge. È colpa mia, dovevo metterla al corrente in modo che così sarebbe potuta venire al 13 con me e Katniss. Invece non le ho detto niente e la hanno torturata per estorcerle informazioni che non aveva.
Sono io che ho tradito la squadra, io. Le lacrime cominciano a scendere sulle mie guance, era molto tempo che non piangevo più. Asciugo le lacrime con la manica perché è sicuro che tra poco arriverà Katniss. Non voglio che mi veda piangere, per Effie soprattutto. Per Effie che forse non si risveglierà più.
No, lei si risveglierà. Siamo riusciti a ricomporre la squadra e lei non può lasciarla, come non può neanche Peeta.
Perché noi siamo una squadra.

*********** Ecco qua. Fine.
Era un po' che volevo scriverla... e questo è ciò che è venuto fuori.
Spero che Haymitch non sia troppo OOC.. 😉
Alla prossima
Giugiola

   
 
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