Moo moo.

 

Ridi mentre fai il verso di una mucca.  Hai deciso che prenderai una bistecca enorme, una di quelle al sangue. Quelle bistecche che ancora sanno di vita mentre ci affondi i denti. Sappiamo entrambi che godi da morire quando senti la carne pulsare sulla lingua. E’ per questo che adori baciare Ian. Puoi distinguerne ogni vena, ogni capillare, ogni spasmo muscolare con la tua lingua sulla sua. E’ un po’ come una magia.

E’ felice stasera. 

Non lo vedevi così da quanto?  Settimane, forse mesi. Non era così sinceramente felice dal tuo coming out… e tu da quel momento hai fatto della sua felicità la tua unica ambizione. Godi più quando sorride che quando fate l’amore. 

Camicia.

Ti serve una camicia. Ha detto che te la presta, no? Ma tu non sei mai stato un tipo da camicia… “E’ roba da checche quella” . Poi arriva Ian. E stravolge tutto. E nulla ha più importanza. 

“Ti ho preso questa blu”

E’ come i tuoi occhi, blu come la tua anima che vaga in un oceano sconfinato bellissimo e profondo allo stesso tempo. Da quanto tempo non ti guardi allo specchio, Mickey? Da quanto non ti ascolti? Da quanto tempo hai paura di parlarti? L’ultima volta che l’hai fatto guardandoti dritto negli occhi lui non c’era. Se n’era andato. L’avevi mandato via, al suo posto una foto. Era solo dolore. Avevi dovuto rompere quel maledetto vetro perchè non era lui che ti stava osservando e forse non lo avrebbe più fatto ed era troppo doloroso anche per te, anche per Mickey Milkovich. 

Stasera vuoi essere bello. Ian se lo merita. Pettini il ciuffo, camicia nei pantaloni, uno spruzzo di colonia e sei pronto. Però sai che c’è? Che stasera non lo fai solo per Ian, lo fai per te. Hai scelto di essere felice e hai capito di meritarlo. Stasera stai vincendo quella scommessa fatta con il mondo qualche anno fa. Mickey Milkovich si ama finalmente. 

1 a 0 palla al centro.

Ti stai mordendo l’angolo sinistro del labbro inferiore, lo fai sempre quando sei nervoso. Aspetti Ian e dio solo sa quanto sarà bello stasera. Eccolo. Splende di luce propria, non ci sono malattie mentali o pillole che tengano. Brilla, per te.

Non riesci a credere di essere così fortunato, non parli. Lo fissi. E allora lui, che ha capito tutto risponde al sorriso, ti si avvicina. Ti mette una mano sul cavallo dei pantaloni, stringe. Sussurra al tuo orecchio “Che c’è vuoi un altro pugno?”

 

Tough guy. Il tuo.

 

Sei in estasi, è tornato. E’ lì in piedi, davanti a te e non vuole altri che te. Ancora. Perché non gli basti mai, non gli sei mai bastato. Ti lecca il collo, dall’incavo della spalla fin su, dritto al lobo. Lo morde e lo bacia come se non esistesse nient’altro al mondo all’infuori di voi due lì e ora. Ed è vero. Siete nella vostra bolla splendente, lì sulla porta della cameretta senza più timori. La casa è vuota ma ci siete voi a riempirla con i vostri respiri, lì e adesso. Sei talmente eccitato che stai per venire, allora cambi strategia. Lo sbatti al muro, con violenza. Gli levi la maglietta e inizi a giocare con i suoi capezzoli, poi scendi giù e gli baci il ventre, sapete entrambi cosa vuoi. 

 

Via la cinta.

Via i pantaloni.

Via le mutande.

 

E’ lì dritto di fronte a te, e’ impaziente e lo sei anche tu. Ti prende la testa tra le mani e ti indica la direzione, forte, ardente di desiderio. 

E’ iniziato il gioco, il vostro. E’ una corsa contro il tempo. E’ come un vortice, un uragano che spazza via tutto tranne voi. Siete sempre lì, in piedi contro il mondo a nuotare in un vortice di lussuria e sentimento. In un equilibrio che vi spaventa per quanto perfetto. Non esiste più niente eppure è tutto lì, i suoni, gli odori, i colori. E tutto chiuso nelle vostre mani, si trasmette attraverso le vostre bocche.  E’ il vostro codice MORS dell’amore. Tutto è veloce, il respiro, i battiti, i movimenti della tua bocca su di lui e delle sue mani tra i tuoi capelli, sulle tue spalle.  E’ più caldo adesso. Lo senti. 

Senti la sua carne viva, le sue vene, i suoi spasmi, senti Ian. E’ tutto ancora più veloce, voi nel vortice, voi soli. 

Sta venendo, lo senti. Lo sai. 

Pugni chiusi tra i tuoi capelli.

Gemiti.

La tua bocca che adesso sa di lui.

E' come quella volta al campo da baseball, mentre fuori scoppia il getto degli irrigatori.