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Autore: JeyCholties    29/03/2015    3 recensioni
[Bellarke; What if - 1 season ]
« Togliti i pantaloni, principessa » le ordinò Bellamy.
La ragazza impallidì.
« Cosa? Non dirai sul serio... Bellamy! » borbottò, arrossendo ed evitando il suo sguardo.
« Non scherzo, ho delle responsabilità... Se non te li togli da sola lo faccio io » il tono di Bellamy era divertito.
Clarke fece un passo indietro.
« Bellamy, non è divertente » era tesa e non sapeva come uscire da quella situazione.
Te l'avevo detto che te ne saresti pentita , sussurrò una vocina nella sua testa.
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Clark fece per ribattere quando una testa fece capolino nella tenda.
« Ehi Bellamy! Hai tu il mio coltel... » la voce di Murphy si spense quando i suoi occhi si fermarono sulle gambe nude di Clarke.
« Murphy... » cominciò Bellamy.
« Oh... Io non volevo interrompere niente fra la principessa e il principe! » ridacchiò Murphy prima di sparire.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, John Murphy, Octavia Blake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La tana del lupo.

 

Pioveva a dirotto.

Clarke non aveva mai visto così tanta acqua in vita sua.

 

Il terreno era diventato fangoso e grosse pozzanghere erano sparse qua e là.

Le impronte dei suoi compagni che solitamente erano impresse ovunque nella radura, erano state lavate via, riempite d'acqua, assorbite dalla terra.

Clarke osservò rivoli d'acqua scorrere fra un mucchio di legna, accatastata lì vicino, sembravano vene.

Si riscosse da quei pensieri, aveva passato troppo tempo in infermeria.

 

Anzi, aveva passato tutto il giorno in infermeria, senza nemmeno toccare cibo.

Ed era solo colpa di Jasper, se lui non si fosse lanciato sotto la pioggia saltando nelle pozzanghere come un bambino, gli altri non lo avrebbero seguito imitandolo, e lei non si sarebbe trovata con piccole ferite e tanta febbre da curare.

 

Il suo stomacò brontolò e Clarke si portò una mano alla pancia.

Non doveva fare altro che attraversare la radura infangata, procurarsi un po' di frutta e un po' di carne rimasto nella dispensa per poi rifugiarsi nella sua tenda a riposare.

 

La ragazza sospirò e alzò lo sguardo ai grossi nuvoloni neri, carichi di pioggia.

Poi si fece coraggio e partì con passo spedito verso la tenda delle dispense.

Le grosse gocce di acqua le si infiltravano dentro i vestiti, le si appendevano alle ciglia per dondolare, le macchiavano la pelle, si divertivano a farle venire brividi sulle braccia.

 

Aveva quasi attraversato metà radura quando un rombo terribile risuonò sopra di lei.

Clarke si fermò spaventata.

Alzò lo sguardo verso il cielo, avrebbe giurato di aver visto un lampo...

Uno strano formicolio alla schiena la pervase, e lei aumentò il passo fino a trasformarlo in una corsa tremolante.

Era la prima volta che sentiva un tuono.

 

Sotto le sue scarpe il terreno era scivoloso e più volte Clarke rischiò di perdere l'equilibrio.

La ragazza fece un respiro profondo, ancora pochi passi e sarebbe stata sotto la tettoia della dispensa...

 

Il suo piede scivolò su una foglia bagnata e fu l'inizio della fine.

A Clarke sfuggì uno strillo sorpreso e subito si ritrovò a terra, le dita affondate nel fango.

« Merda! » esclamò, grata solamente di non avere un pubblico piegato in due dalle risate per la sua figuraccia.

Si rialzò con fatica e raggiunse la terra asciutta sotto la tettoia.

I suoi pantaloni erano un disastro: bagnati e sporchi di fango.

 

Clarke imprecò a bassa voce, diceva di rado delle parolacce, ma quella situazione ne richiedeva parecchie.

Sopratutto quando si ricordò che non aveva più cambi, e che tutti i suoi vestiti erano ad asciugare nella sua tenda.

Poteva andare a chiederne un paio ad Octavia.

Ma no, la ragazza era andata a caccia con Bellamy...

Bellamy...

La tenda lì vicino era la sua, il ragazzo sarebbe tornato tardi con quel tempaccio nel frattempo lei avrebbe potuto lavare e asciugare i pantaloni.

 

È una pessima idea, suggerì una vocina della sua coscienza.

 

Non lo saprà mai, ribatté un'altra vocina.

 

Te ne pentirai, replicò la prima vocina.


« Non lo saprà mai » sussurrò Clarke, convincendosi e dirigendosi verso la tenda.

 

Ci si intrufolò dentro e venne accolta da una piacevole atmosfera.

Bellamy aveva lasciato il fuoco acceso e la tenda era calda e accogliente, il fuoco proiettava ombre scoppiettanti e c'era una luce soffusa molto rilassante.

Il rumore della pioggia era il sottofondo ideale.

Clarke si guardò intorno, il letto era sfatto e c'erano vestiti ovunque buttati a casaccio.

Riconobbe la maglia preferita di Bellamy, quella blu scuro con un piccolo scollo a 'V', gettata su una sedia rotta.

In un angolo c'erano parecchie pistole scariche e piccole lance con la punta ancora da affilare, su un tavolo improvvisato c'erano tutte le mappe che lei aveva disegnato per lui.

 

Clarke si avvicinò e sfiorò i pezzi di metallo su cui, con tanta fatica, aveva inciso i fondamentali punti: il loro campo, il fiume, Mount Weather e i probabili nascondigli dei terrestri.

Poi si riscosse dai suoi pensieri e prese una bacinella lì vicino e la riempì di acqua.

Si tolse i pantaloni, un po' a disagio, nonostante non ci fosse nessuno lì, e poi li immerse nella bacinella cominciando a sfregarli per togliere il fango.

 

Quando finì li stese su un ferro, accanto al fuoco, in modo da asciugarli il più in fretta possibile.

Poi si guardò intorno, cercando qualcosa da fare, qualcosa con cui impegnare le mani nel frattempo.

 

Si avvicinò al letto e lo sistemò, girando con cura la coperta sottile e strapazzando un po' il cuscino.

Bellamy avrebbe sicuramente dato il merito a quell'ordine a una delle sue ragazze notturne.

Tranquillizzata da quella constatazione, Clarke continuò a sistemare le cose: raccolse tutti i vestiti e li piegò con cura, ravvivò il fuoco e sistemò la legna.

 

Ogni tanto si voltava e tastava i pantaloni pregando che si asciugassero al più presto, perché si sentiva come un'intrusa in quella tenda.

Aveva scoperto che Bellamy profumava di muschio e mughetto, una combinazione che l'aveva lasciata senza fiato. Non si aspettava minimamente di trovare quei piccoli fiorellini essiccati e sparsi ovunque nella tenda.

 

Si sedette sul letto per poi balzare subito in piedi.

Aveva sentito qualcosa.

Delle voci.

E si stavano avvicinando!

Clarke si lanciò verso i pantaloni cercando di infilarseli il più in fretta possibile, nonostante fossero ancora bagnati.

 

Quando Bellamy entrò nella sua tenda, rimase parecchio sorpreso dalla bizzarra situazione che gli si presentò davanti: Clarke, la sua adorabile e irritante principessa, era in mutande.

A dire in vero aveva una gamba infilata in un paio di pantaloni, ma era comunque in mutande.

E intorno a lei non regnava il solito caos a cui Bellamy era abituato, anzi i suoi vestiti erano messi tutti apposto piegati.

Il letto era stato fatto con cura e del fuoco non erano rimasti solo carboni accesi.

 

« Non sapevo che la principessa mi fosse stata assegnata come casalinga » la canzonò Bellamy, sinceramente colpito e lusingato da tutte quelle attenzioni.

 

« Taci, Blake! Sono qui solo perché prima sono cad... » cominciò Clarke, assumendo il suo tono scorbutico, come spesso le capitava in presenza di Bellamy.

 

« Aspetta! Ti stai vestendo o svestendo? » la interruppe Bellamy, senza nascondere alcuna malizia.

 

Clarke arrossì un poco.

« Mi sto rivestendo, idiota! Prima sono caduta e … » farfugliò armeggiando con i pantaloni.

 

Bellamy scoppiò a ridere.

« Sei caduta, davvero?! Sul fango? » ridacchiò, avvicinandosi al fuoco.

 

Clarke lo squadrò, imbronciata.

« Non c'è niente da ridere, Bellamy... Ho lavato qui i miei pantaloni e ora me ne vado... » disse, evitando il suo sguardo e odiandosi per quella figuraccia.

 

« Che peccato » disse Bellamy, sfilandosi la maglia e rimanendo a petto nudo.

Solo in quel momento, Clarke, si accorse che anche il ragazzo era bagnato fradicio.

I suoi capelli neri grondavano di gocce e alcune scivolarono dal collo al petto.

 

Clarke distolse lo sguardo, temendo che il ragazzo avesse notato la sua occhiata.

In effetti Bellamy l'aveva notata e sul suo viso era apparso il suo solito sorriso sghembo.

« I tuoi pantaloni sembrano ancora umidi » fece notare, mentre prendeva un piccolo asciugamano per frizionarsi i capelli bagnati.

 

« Sono asciuttissimi, ti chiedo scusa per l'intrusione, ora me ne vado » borbottò Clarke, dirigendosi verso l'uscita.

Ma Bellamy fu più veloce, le afferrò il braccio e fece scivolare una mano sui pantaloni.

Clarke lo fissava, con occhi sgranati.

 

« Sono ancora bagnati, principessa » disse Bellamy, senza lasciare andare la presa.

« Non ti preoccupare, ora me ne torno nella mia tenda e li asciugo lì... »

« Potresti cadere di nuovo » disse Bellamy, beffardo.

« Correrò il rischio » Clarke si liberò dalla sua presa.

« Potresti prenderti un raffreddore o peggio un'influenza e poi chi farà l'infermiera al posto tuo? » la fermò Bellamy.

« Bellamy, lasciami passare! » esclamò Clarke esasperata.

 

« Togliti i pantaloni, principessa » le ordinò Bellamy.

La ragazza impallidì.

« Cosa? Non dirai sul serio... Bellamy! » borbottò, arrossendo ed evitando il suo sguardo.

« Non scherzo, ho delle responsabilità... Se non te li togli da sola lo faccio io » il tono di Bellamy era divertito.

Clarke fece un passo indietro.

« Bellamy, non è divertente » era tesa e non sapeva come uscire da quella situazione.

Te l'avevo detto che te ne saresti pentita, sussurrò una vocina nella sua testa.

 

« Oh sì, invece... La prossima volta ci penserai due volte prima di entrare nella tana del lupo » sussurrò Bellamy, prima di afferrarla e spingerla sul letto.

Clarke lo fissò a bocca aperta prima di esplodere in una risata.

 

Bellamy si era chinato verso di lei, e le stava solleticando i fianchi facendola ridere.

Clarke si contorse cercando di fuggire, ma Bellamy la teneva stretta con un braccio, mentre con l'altra mano le sfilava i pantaloni.

 

Clarke cercò di ribellarsi, scalciando e divincolandosi, ma non riusciva a fare nient'altro che ridere.

Bellamy gettò i pantaloni per terra, vicino al fuoco e smise di solleticare Clarke.

 

La ragazza si raddrizzò, con il fiatone e gli occhi lucidi per le risate.

« Tu sei pazzo » sorrise, era da tanto che non si sentiva in quel modo.

Era da tanto che non rideva in quel modo.

 

Bellamy era seduto sull'orlo del letto e la guardava.

Le fiamme del fuoco proiettavano strane ombre sul suo viso.

Quando si avvicinò, Clarke smise di sorridere.

Lo guardava con occhi sgranati, incapace di fare altro.

Bellamy si avvicinò ancora di più, la ragazza riusciva a sentire il suo respiro caldo sulla pelle.

 

Se ti bacia colpiscilo in testa, sussurrò una vocina.

 

Ma che scherzi?! Devi assolutamente baciarlo per prima!, s'intromise un'altra vocina.

 

Anzi, non colpirlo in testa... Ma nelle parti basse, così stanotte si limiterà a dormire e non vedrà nessuna ragazza, riprese la prima vocina, maligna.

 

Bellamy era a un soffio dalle sue labbra, eppure non la baciava.

Teneva lo sguardo fisso nel suo.

Sembrava un momento cristallizzato nel tempo, Clarke sarebbe potuta rimanere così per sempre, ma a quanto pare il suo stomaco no, perché brontolò rumorosamente.

 

Quando Bellamy lo sentì esplose in una risata e si allontanò spezzando la tensione creatasi.

Clarke arrossì, portandosi una mano sulla pancia.

« Scusa non ho mangiato niente oggi... » farfugliò, imbarazzata.

 

Bellamy si alzò, ridendo più forte.

« Principessa, tu mi farai dannare un giorno » disse, fra una risata e l'altra.

Anche a Clarke sfuggì un sorriso e si sedette cercando di recuperare le sue facoltà mentali.

 

Bellamy frugò in uno zaino.

« Tieni, mangia... Non vorrai rischiare di svenirmi addosso » ridacchiò, lanciandole un involucro con delle noci e delle strisce di carne affumicata.

 

« Grazie » sussurrò Clarke, cacciandosi in bocca una manciata di noci.

Era nella tenda di Bellamy, in mutande, a mangiare sul suo letto.

Se fosse entrato qualcuno in quel momento si sarebbe sicuramente fatto un'idea sbagliata.

 

Un'idea sbagliata? Ma se lo stavi per baciare!, esclamò una vocina nella sua testa.

 

Clarke scacciò quei fastidiosi pensieri e cercò di concentrarsi.

« Come mai siete tornati così presto? Fuori sta diluviando... » tentò di fare conversazione, mentre il ragazzo si infilava una maglia.

 

« All'inizio ci siamo rifugiati sotto una piccola rientranza rocciosa, poi sembrava aver smesso un poco così siamo ripartiti, ma a metà del percorso è tornato a piovere... » spiegò Bellamy, mentre gettava la maglia sporca nella stessa bacinella in cui Clarke aveva prima lavato i pantaloni.

 

« Oh... » fu l'unica cosa che riuscì a dire la ragazza.

« E poi... » Bellamy si voltò verso di lei « sono contento di essere rientrato prima » sul suo viso comparve il suo solito sorriso sghembo, e Clarke scosse la testa più imbarazzata di qualche minuto fa.

 

« Sì, beh... Non farci l'abitudine e non esserne così lusingato! » esclamò Clarke.

« Perché no? Sei entrata nella mia tenda per spogliarti... Mi considero molto fortunato... » sorrise Bellamy.

Clark fece per ribattere quando una testa fece capolino nella tenda.

« Ehi Bellamy! Hai tu il mio coltel... » la voce di Murphy si spense quando i suoi occhi si fermarono sulle gambe nude di Clarke.

« Murphy... » cominciò Bellamy.

« Oh... Io non volevo interrompere niente fra la principessa e il principe! » ridacchiò Murphy prima di sparire.

 

Clarke era rimasta immobile, la bocca aperta.

Poi lentamente, con le guance rosse di vergogna, si affondò le dita nei capelli.

« Ora lo dirà a tutto il campo » sussurrò con voce flebile.

« Tranquilla principessa, non lo dirà a nessuno... » sussurrò Bellamy, dirigendosi verso l'uscita della tenda.

 

Nel frattempo Murphy che si era incamminato nuovamente verso la sua tenda, pronto a condividere la sua scoperta con gli altri, incrociò Octavia che andava nella direzione opposta alla sua.

Probabilmente da suo fratello.

 

« Ehi Octavia...! Ti conviene non entrare nella tenda del principe, lui e la principessa hanno da fare » commentò beffardo.

Octavia si fermò, scostandosi una ciocca bagnata dal viso, e disse: « Cosa? Che intendi? »

 

« Vai a vedere tu stessa » disse Murphy, facendo un cenno eloquente.

Octavia lo superò e si diresse verso la tenda del fratello, non fece in tempo a entrarci che sbatté contro lo stesso Bellamy.

« Ehi Bell! Ho incontrato Murphy ha detto qualcosa su di te e la principessa... » disse Octavia.

 

« Se quell'imbecille lo dice all'intero campo lo pesto » borbottò Bellamy, superandola e correndo dietro la figura sfocata di Murphy.

Quando lo raggiunse il ragazzo non era ancora entrato nella navicella.

Bellamy lo afferrò per il colletto.

« Murphy se dici una parola di quello che hai visto ti appendo ad un albero e ti lascio lì una settimana » lo minacciò Bellamy.

« Ehi calma, Bell... Va bene, non dico nulla... Ma come mai non vuoi che si sappia? » chiese Murphy, facendo una smorfia.

 

Bellamy scrollò le spalle.

« Clarke non vuole che si sappia e non si saprà » disse voltandosi e tornando verso la tenda, in cui Octavia era entrata per parlare con Clarke.

 

Trovò le due ragazze piegate in due dalle risate.

« Ehi che succede qua? » chiese curioso.

« E quindi... Ha passato una settimana a cercare di fare i gargarismi con l'acqua per imparare... Perché non era capace » disse Octavia tra una risata e l'altra.

Clarke rise più forte, asciugandosi le lacrime.

 

Bellamy impallidì.

Stavano parlando di lui.

« O, non è giusto... Esci di qui » cercò di restare serio, ma non gli riusciva bene.

Octavia si alzò ridendo e prima di uscire dalla tenda, si voltò verso i due e disse: «Divertitevi anche per me »

 

Bellamy alzò lo sguardo al cielo e la spinse fuori.

Clarke si alzò, ridacchiando.

« Ora me ne vado anche io... Credo mi abbiano vista abbastanza persone » prese i pantaloni e se li infilò.

 

Bellamy la guardò, evidentemente deluso.

« Allora sarà per la prossima volta... » sussurrò, facendo una smorfia.

« Non ci sarà una prossima volta » rise Clarke, dirigendosi verso l'uscita.

« Comunque per me puoi tornare quando vuoi qui... Rigorosamente senza pantaloni » sorrise malizioso Bellamy.

Clark gli mollò una spinta scherzosa e uscì con le guance in fiamme.

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Salve criminali! 
è la prima storia che pubblico in questo fandom, e spero che vi sia piaciuta!
Saluto mio fratello il quale adora Murphy e mi ha convinta a inserirlo in questa storia.
Spero che nessun personaggio sia stato troppo OOC e perdonate eventuali errori.

Bacini, 
-JC, 

ps. non sarà l'ultima storia che pubblicherò sui miei amati Bellarke. <3 

  
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