Storie originali > Fantasy
Ricorda la storia  |       
Autore: Dian87    30/03/2015    1 recensioni
Alla veglia del giorno della battaglia finale, un assassinio sconvolge gli equilibri e qualcuno dovrà fare chiarezza nel proprio cuore.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Infiltratori, siete pronti ad agire?»
La notte era ancora giovane ed il campo si stendeva sulla pianura, delineato da numerosi focolari.
Il gruppo era nei pressi di uno dei fuochi più vicini all'esterno, per accumulare l'ultimo calore possibile. Le fiamme guizzavano dai ciocchi, illuminando le cinque figure vestite di un'armatura di cuoio liscia, con un cappuccio sul viso che lasciava intravedere soltanto gli occhi, mentre un individuo, vestito di una semplice tunica che gli arrivava al polpaccio e dei pantaloni scuri, incrociava le braccia al termine del discorso che aveva appena fatto loro.
«Sì, signore.» rispose uno dei cinque.
«Il vostro obiettivo è la tenda del comandante, si trova nella zona centrale.» riepilogò l'uomo in tunica. «Dovrete uccidere soltanto lui e farne scempio, poi tornerete qui.»
I cinque si alzarono e batterono il pugno destro sul petto all'unisono. Nel più completo silenzio s'inoltrarono nelle tenebre, lanciando di tanto in tanto un'occhiata al cielo nuvoloso che sarebbe servito a proteggerli nelle tenebre.

---

«C'è troppa calma...»
«Oh, Bleuenn... cosa vuoi che capiti stasera?»
«Vediamo... siamo alla vigilia della battaglia che potrebbe sancire la nostra indipendenza, cosa potrebbe andare per il verso giusto?»
Le armature metalliche sferragliavano al ritmo dei passi dei due. Uno era un uomo molto alto e robusto, il cui capo era protetto da un elmo di metallo, l'altra era una figura più bassa ed esile, per quanto anche questa doveva sopportare il peso di una cotta di maglia e di un camaglio sopra ai vestiti di cuoio. Quest’ultima aveva al fianco sia una spada che un pugnale, mentre alla bandoliera si trovavano cinque pugnali da lancio e lui un ingombrante spadone a due mani.
«Per me ti stai preoccupando troppo...» Commentò l'omone, facendo muovere appena l'elmo con una scossa del capo.
«Odio queste vigilie...» bofonchiò la donna.

---

I cinque si avvicinarono all'accampamento avversario, acquattandosi non appena udirono un rumore sferragliante. L'individuo che stava in avanscoperta alzò un braccio con la mano aperta per segnalare di fermarsi e attese che la ronda di due persone si allontanasse prima di fare un altro cenno, per richiamare a sé gli altri.
I cinque iniziarono a correre verso l'accampamento, muovendosi il più silenziosamente possibile.
Il piede di uno di loro, però, calpestò un ramo secco e lo spezzò, causando un rumore sordo.

---

«Hai sentito?» chiese la donna, voltandosi di scatto.
«Cosa? I lupi?» rise l'altro. «Stai avendo le allucinazioni.»
«Quelle ce le avrai tu...» sibilò la donna, ma il suo sguardo non riuscì ad individuare nessuna minaccia.

---

Il gruppo d'infiltratori raggiunse la tenda più vicina e si nascose nella sua ombra.
Uno dei cinque tese la mano verso l'incauto che aveva spezzato il legno e agitò la mano aperta nella sua direzione, poi scosse il capo e si girò verso il centro dell'accampamento. Indicò due dei compagni e poi una direzione, quindi gli altri due e un'altra diversa, infine se stesso e la direzione centrale.
I cinque batterono la mano chiusa sul cuore e impugnarono il loro katar, poi ripresero la loro corsa

---

«Ecco Ael e Ivon.» commentò l'uomo, alzando la mano in direzione di un'altra ronda. «Cos'hai intenzione di fare per il resto della serata?»
Bleuenn inarcò un sopracciglio e scosse la testa.
«Dormire.» fu la sua risposta. «E dovresti farlo anche tu, Kavan. Se domani sarai fiacco per esser stato a puttane, non ti salverò.»
Kavan scoppiò in una risata e le diede una pesante pacca sulla schiena che la fece sbilanciare di qualche passo.

---

Una delle coppie si avvicinò ad un fuoco da campo, avendo cura di restare nell'ombra.
«Che freddo, questa sera.» commentò uno dei soldati, vestiti solo della tunica bianca e nera del campo e di un mantello con gli stessi colori che occupavano una metà ciascuno.
Uno dei due indicò l'uomo e si passò il dito libero dal katar sulla gola, ma l'altro scosse la testa.
«Spero che congelino anche quei figli di puttana.» rispose un altro. «Non vedo l'ora di tornare a casa.»
I due si allontanarono silenziosamente, facendo il giro e alzando i piedi per non calpestare i tiranti delle tende. Quello dei due che aveva risposto alla silenziosa domanda si fermò un attimo a controllare la tenda: era formata da dei semplici pali incrociati in alto con una traversa e poi fissata al suolo con dei paletti più piccoli e intravedeva sul fondo una tela e una massa di pellicce che si alzava e si abbassava.
“Dunque è così che dormono i barbari...” pensò l'individuo, prima di riprendere il cammino.

---

Bleuenn e Kavan si separarono poco dopo e l'uomo si diresse verso le zone più remote del campo, dove si trovavano le prostitute. Bleuenn, invece, si diresse verso il centro del campo e osservò le tende con un lieve sorriso in volto.
“Ormai siamo alla fine...” pensò.
Conosceva a memoria la disposizione del campo, tante erano le volte che aveva aiutato a montarlo: al centro si trovava la tenda del comando, dove riposava il futuro re Glen assieme ai suoi consiglieri; nel lato ovest si trovavano i barbari della Foresta delle Rune, con le loro tende da caccia, nel caso di un assalto notturno sarebbero stati i primi ad entrare nella battaglia; ad est c'erano i maghi del Circolo d'Avorio, l'accademia di Ellon, e più ad oriente le tende delle prostitute; a sud, dove si trovava lei in quel momento, c'erano le genti di Barad Riasa, che poco erano abituate a quel freddo; a nord, infine, c'era la sua gente, il popolo delle città-stato di Briarwall.
Si avvicinò ad un fuoco da campo cui erano seduti attorno tre uomini e si scaldò le mani.
«Tutto a posto?» le chiese uno dei soldati.
«Solo qualche rumore, tenetevi sempre il pugnale a portata di mano.» Ribatté Bleuenn, scuotendo il capo.
«Dai, ancora domani e poi si torna a casa.» Commentò un altro degli uomini, con un lieve sorriso in volto.
La donna annuì e salutò con un cenno della mano i tre e riprese il proprio cammino.

---

L'individuo si appiattì contro una tenda, stringendo in mano il katar. Strinse le due barre ed il katar si aprì, rivelando una lama interna alla prima che si divise in due. Controllò che il meccanismo funzionasse bene e poi spostò lo sguardo in avanti.
Davanti a lui si trovava un piccolo spiazzo con delle tende quadrate e un tavolaccio di legno in mezzo.
Osservò i dintorni e gli parve d'intravedere presso un'altra tenda due dei suoi uomini e alzò la mano, poi si avviò verso la tenda che aveva davanti uno stendardo verde con una barra trasversale bianca e tre stelle. Altre quattro persone gli si avvicinarono e si scambiarono un'occhiata d'intesa, prima di entrare tutti assieme.
All'interno della tenda si trovavano un manichino sul quale era appesa l'armatura di piastre metalliche e l'elmo completamente chiuso, un tavolo di legno ingombro di fogli ed una sedia di legno e stoffa e il loro bersaglio, poco distante da tutto il resto del mobilio. Su una brandina da campo riposava un uomo, il cui petto si alzava ed abbassava regolarmente.
Come avvoltoi, i cinque lo circondarono e l'uomo socchiuse gli occhi, ma ebbe il tempo di fare solo un ultimo grido.

---

Un grido fendette l'aria, anche se durò molto poco.
«Cos...?»
Bleuenn iniziò a correre nella direzione dell'urlo e notò che anche un'altra persona, vestita di una semplice tunica, stava uscendo dalla tenda con la spada che ondeggiava al fianco.
«Proveniva dalla tenda di Glen.» disse l'uomo, impugnando la spada.
«All'armi, siamo sotto attacco!» gridò Bleuenn, affacciandosi alla tenda più vicina, poi riprese a correre.
Quando i due raggiunsero la piazzola di comando, fecero appena in tempo a vedere un individuo sparire tra le tende.
«Bleuenn, inseguilo, io controllo Glen.»
«Fa' attenzione, Mael.»
La donna non si fermò, pur essendo rallentata dall'armatura. Saltò vari tiranti, schivando le persone che si stavano svegliando per il trambusto e gridando ordini a destra e a manca, sperando che qualcuno li recepisse. Raggiunse in breve tempo il limitare dell'accampamento e prese in mano un pugnale da lancio, fermandosi giusto il tempo di prendere la mira e lanciarlo.
Il pugnale colpì il fuggitivo in mezzo alla schiena e, dopo qualche passo, l’uomo stramazzò al suolo.
La donna si avvicinò ed estrasse la spada, con il fiato corto per la corsa, poi gliela piantò in gola, dopo averlo girato con un piede.
«Portatelo al campo.» Ordinò agli uomini che si stavano avvicinando, voltandosi per tornare indietro. «Glen vedrà cosa farne.»
Seguì un attimo di silenzio, alcuni degli uomini si scambiarono degli sguardi leggermente incerti. Poi, uno di loro parlò.
«Il comandante Glen è morto...» Le si gelò il sangue nelle vene.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Dian87