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Autore: TheXWriter    30/03/2015    1 recensioni
In un momento imprecisato della storia di The Originals, Caroline arriva a New Orleans per chiedere un aiuto all'ibrido millenario, ha importunato un nemico troppo potente per lei ed ha paura delle conseguenze, ma non rivela tutta la storia a Klaus, il quale non sarà felice di scoprire determinate cose.
Caroline si dovrà destreggiare tra due uomini, che di umano hanno ben poco, ed avremo a che fare con nuovi personaggi, primo tra tutti: Morgan.
Genere: Drammatico, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo, Violenza
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1. Runaway



Caroline guardò la magione come un comune mortale avrebbe guardato un serpente molto velenoso e magari anche un po' incazzato.
Essere lì, dopo tutto quel tempo, era per lei una grande sconfitta. Di nuovo, si era ritrovata ad aver bisogno degli Originali, e di uno in particolare.
Dio mio, dopotutto quello che aveva passato era ancora la ragazzina umana e incapace di cavarsela da sola?
No, non lo era e non lo doveva pensare!
Ma aveva combinato un casino e, per quanto il suo ego ne soffrisse, era troppo per risolverlo da sola.
"Ti posso aiutare?"
Voltandosi, Caroline vide un avvenente, più che avvenente, vampiro dalla pelle scura e con un sorriso che avrebbe illuminato una notte senza luna.
Caroline tardò a rispondere - l'età del vampiro, molto più vecchio di lei, la faceva guardare bene dal rivelare troppo - e lui ne approfittò per metterla in guardia.
"Ragazza, quella casa non è esattamente un posto sicuro per una dolce bionda come te. In realtà, non lo è per nessuno”.
Non erano molto cambiate le cose, quindi.
Casa Mikaelson continuava a rappresentare uno spauracchio per esseri soprannaturali, quale fosse la sua ubicazione.
“E’ esattamente ciò che cercavo” mormorò più a se stessa che al vampiro di fronte a lei, il quale sentì lo stesso.
“Se è la morte che cerchi, ci sono milioni di modi molto più piacevoli per andarsene”.
A Caroline venne da sorridere. Non perché l’argomento fosse di una qualche ilarità, il ragazzo l’aveva presa per una suicida con manie di masochismo.
Eppure, forse proprio quel sorriso così rilassato e affettuoso, nonostante il peso dell’argomento affrontato, rendeva tutto più leggero.
“Non cerco la morte. O meglio, dipende che si intende per morte: cerco il padrone di casa, Klaus Mikaelson”.
Era possibile per un vampiro, di colore per giunta, sbiancare in volto?
Beh, al tipo era decisamente successo ed aveva anche perso quel bel sorriso.
“Hai proprio ragione, dipende da cosa si intende! E perché, se posso sapere?”
Caroline abbassò lo sguardo, non sapendo bene come continuare, se continuare.
Il vampiro sembrò capire l’antifona, facendo un passo indietro.
“Senti, ragazza: non mi interessa impicciarmi nelle tue questioni private, ma ti posso assicurare che qualsiasi sia il tuo problema, non è niente a confronto con quello che ti aspetta là dentro”.
“Ho già avuto a che fare coi Mikaelson!” rispose lei sulla difensiva, non volendo essere presa per un’oca sprovveduta.
“E perché non c’hai avuto più a che fare?”
“Sai che fai troppe domande per essere uno a cui non interessa impicciarsi nelle mie questioni private?”
Il bel vampiro scuro sorrise, regalandole nuovamente un gran bello spettacolo da ammirare. Non che il resto fosse da buttare, nossignore: il corpo era muscoloso, proporzionato e dall’aspetto agile, non c’era che dire, quel ragazzo era tutto un bel bocconcino.
Caroline si sorprese a fissarlo e un lieve rossore le colorò le guance. 
Era dura non ricadere nelle vecchie abitudini, eh? Proprio così si era messa nei guai.
Arrossendo per un paio di begl’occhi e per un fisico mozzafiato.
“Permettimi di invitarti a cena”
“I miei guai peggiori sono cominciati accettando un appuntamento” rispose lei semplicemente, il che fece ridere lui.
“Mi chiamo Marcel, tanto per cominciare” disse porgendole la mano, che Caroline strinse volentieri. Non si potevano non sentire delle vibrazioni positive arrivare da Marcel, aveva un sorriso talmente amichevole, un modo di fare così alla mano…
Caroline decise proprio per questo di non fidarsi: un vampiro così affabile e disinteressato o mentiva spudoratamente o era sfiorato dalla mano del Signore.
“Sandy” rispose Caroline.
“Come la bionda di Grease, eh?”
“Anche se mi sento più simile a Regina”
“Regina?”
“Mean Girls, mai visto?”
“Me lo sono perso, evidentemente!”
Marcel fece una risata che mostrò un po’ troppa accondiscendenza per i suoi gusti, ma Caroline decise di passarci sopra. 
“Accetta il mio invito a cena, Sandy. Ti mostrerò la città e vedrò se sarà possibile aiutarti senza interpellare Klaus. Se proprio non vorrai farmi compagnia, basterà parlare!”
Perché no? In fondo l’idea di contattare Klaus era stata una mossa disperata, dettata dall’impossibilità di parlare a qualcun altro dei suoi problemi.
Se i suoi amici avessero saputo di tutta la questione di Morgan, si sarebbero precipitati ad aiutarla, ma a quale prezzo? Non erano abbastanza forti per batterlo, non erano abbastanza forti nemmeno per arrivare a parlargli. Se lui avesse capito le loro intenzioni li avrebbe fatti mordere dai licantropi centenari che gli dimoravano in casa e a quel punto, qualsiasi Originale sarebbe stato troppo lontano.
Ma erano mesi che scappava, ed una serata, una cena rilassante in cui avrebbe potuto essere chiunque -chissà che vita avrebbe potuto inventare per Sandy- era talmente allettante da impedirle di rifiutare.
“E va bene, Marcel. E’ la prima volta che vengo a New Orleans, mi servirà una buona guida”.
“E un posto dove stare immagino” la guardò con un sopracciglio alzato che la fece ridere, era talmente adorabile che Caroline tendeva a dimenticare fosse un vampiro evidentemente potente. D’Altronde chiunque si potesse permettere di commentare la figura di Klaus davanti casa sua, nella sua città, non doveva essere proprio uno sprovveduto.
“Penso di riuscire a trovare una camera d’albergo!”
Marcel non insistette e da vero gentiluomo, le consigliò il miglior albergo in centro, offrendole la camera che lui aveva di sua proprietà all’interno.
“Non posso permettermi una suite, ma grazie comunque!”
“Ti prego, ho molte conoscenze, questa città è stata sotto il mio comando per molto tempo: non mi devi nulla per una camera d’albergo che nemmeno adopero”
“Non mi sento a mio agio ad approfittarne così”
“Non devi. Se ti può rassicurare, avrei fatto la stessa offerta a qualsiasi vampiro che si fosse presentato solo ed alla ricerca di un posto in cui stare”
“Questo dimostra solo che ti accontenti facilmente!”
Marcel rise, di nuovo. Dio! Aveva la risata facile!
 
Ad ogni modo, Caroline non fece passare molto prima di accettare la sua offerta.
Marcel le aveva mostrato l’albergo e poi l’aveva lasciata con la receptionist, la quale le aveva indicato la camera e fatto portare su i pochi bagagli che aveva con lei.
Con Marcel, si sarebbe rivista per le nove. L’avrebbe portata al Muriel’s Jackson Square, a detta sua il miglior ristorante del French Quarter.
Caroline si era curata di cercarlo su internet con il computer che aveva portato con sè in valigia, ed il posto non era proprio adatto a Converse e Jeans.
Non aveva nemmeno un abito elegante, a parte quello che l’ultima sera con Morgan si era macchiato di sangue, e che non era riuscita ancora a gettare via.
Signore, come era arrivata a quel punto?
La conoscenza di Morgan, la compulsione, il tempo passato assieme e poi l’atto finale di quella lugubre commedia che era diventata la sua vita.
Sembrava tutto così lontano, come avesse letto il giorno prima un libro e la trama le fosse rimasta addosso come una patina fastidiosa eppure irresistibile, al contempo i fatti accaduti parevano così vicini da sentirsi ancora gli occhi di Morgan puntati addosso, i suoi occhi seducenti e neri come il carbone che la guardavano desiderosi, il sorriso di lui che altro non era il riflesso di quello di Caroline.
Come, come era diventata quella ragazza? E come era tornata ad essere quella che stava ora scappando tra le braccia dell’ibrido millenario per chiedergli aiuto, ancora una volta!?
Caroline scosse la testa.
Non doveva ricadere nella malinconia, così l’ultima volta stava per arrendersi, lasciando che Morgan la trovasse!
Afferrò la borsa, la quale conteneva il portafogli con sì pochi soldi, ma avrebbe trovato qualcosa per quella sera, c’era sempre riuscita anche senza spendere i migliaia di dollari che le grandi marche richiedevano!
Ed il cellulare. L’uso di quel aggeggio si era ridotto quasi del tutto allo zero.
Lo rigirò tra le mani pensando che non aveva una madre da chiamare, pensando che non poteva chiamare Elena o Bonnie, e Dio solo sa quanto l’avrebbe aiutata parlare con loro, perché le avrebbe soltanto rese un bersaglio per arrivare a lei. Un bersaglio troppo facile, dato chi era il cacciatore!
Decise così di lasciarlo in camera. Non le sarebbe mancato.
 
Davanti le vetrine più In di New Orleans, mentre tutti uscivano dai negozi con buste su buste di acquisti freschi di carta di credito, Caroline si sentiva come Di Caprio alla notte degli Oscar.
Che destino infame!
Era entrata in un negozio tanto perché guardare da fuori sembrava una tortura davvero eccessiva, e sì che lei era stata spesso torturata e in vari modi!
Era stata attirata da un top crema, con la vita svasata e la parta superiore traforata con un motivo floreale in macramè. Era delizioso. Decise di provarlo, ma fu solo peggio, perché le stava un incanto, il macramè aderiva perfettamente e mentre esso creava un perfetto contrasto con la sua pelle diafana, quella stesse pelle di accordava perfettamente con la parte di top color crema.
Un paio di pantaloni di pelle e sarebbe stata uno schianto!
Uscì dal camerino per guardarsi meglio nello specchio più grande, e mentre la commessa si complimentava per convincerla a comprare -povera illusa, a malapena poteva pagarsi un borsellino là dentro!- un’altra voce, con un leggero accento strascicato, la salutò sorprendendola alle spalle.
“Barbie-Vampire!"
Caroline si voltò di scatto, ritrovandosi Rebekah di fronte, la quale la guardava con occhio diffidente mentre la squadrava dalla testa ai piedi.
“Barbie-Original!”
“Sai, non mi è mai piaciuto essere chiamata Barbie!”
“Perché, pensi che io esulti di gioia?”
“Che ci fai qui, Caroline? Mio-“ “Per favore! Non dirgli niente! Non sono ancora pronta a vederlo, ma ti giuro: lo farò presto! Ho… ho solo bisogno di tempo”
Rebekah non sembrò convinta, mentre la guardava storto diede un’occhiata alle scarpe di Caroline.
“Ragazza, quel top e quelle scarpe, sei seria?”
Caroline sorrise. Forse aveva un po’ di tempo!
------- Spazio Autrice! So Girlz, questa è una delle mie prime esperienze come scrittrice di fan fic perché perlopiù ho sempre scritto cose originali e solo qualche fanfic, proprio raramente quindi vi prego di non essere troppo dure ma sappiate che apprezzo l'onestà quindi se c'è qualcosa che non vi piace, che non vi quadra, che vi da fastidio o che non vi è chiaro, prego chiedete, commentate, recensite e vi sarà dato!
  
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