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Autore: Papillon_    30/03/2015    4 recensioni
Fate finta che Chris e Darren non si siano conosciuti in glee. Fate finta che, per qualche fortuito caso del destino, Darren sia scelto per interpretare Hedwig a Broadway, e che a Chris venga voglia di andare a vederlo.
E se Chris andasse per un patto a vedere Darren ogni sera? E se, senza poterci fare niente, prendesse una cotta per lui?
Un percorso alternativo, gli stessi ragazzi che abbiamo imparato ad amare.
[Crisscolfer!AU]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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*Toc toc*! Ehy, lo so che ormai siete stufi di vedermi ma...uhm, ci sono mille e mille idee che continuano a venirmi in testa, e naturalmente per me è un piacere venire a condivederle qui con voi. Quindi, beh. Se avte voglia sopportatemi ancora un po' >.< Dunque, quella che leggerete è una Crisscolfer!AU nata da una noiosissima mattina di lezione, in cui ho pensato che sarebbe stato figo immaginare...beh, quello che andrete a leggere fra poco. All'inizio è nata per gioco, poi come al solito mi ci sono affezionata e devo dire che mi sono divertita tantissimo a scriverla. E' in assoluto la prima AU riguardante Chris e Darren che scrivo (sono personaggi reali e quindi è difficile immaginare che ci possano essere storie per loro, ma ehy, immaginare non costa niente, e io potrei averci provato).
Vorrei ringraziare dal profondo del cuore Anto, perchè crede in questa storia più di quanto lo faccia io e non ha mai mollato, continuando a chiedermela. E poi Mary che mi ha suggerito il titolo. Grazie dolcezze, davvero <3
Friendly reminder che sì, uhm - so che Chris e Darren hanno rispettivamente un ragazzo e una ragazza. Ma visto che questa è la mia storia faccio fare loro quello che voglio io. 
...no dai, sto scherzando. Però ehy, se non siete Crisscolfer shipper-- se non siete Crisscolfer shipper, che diamine ci fate qui? *saluta con la manina*
Adesso vi lascio, vi ho già importunato abbastanza. Buona lettura, spero davvero possa piacervi! ;)






Make me laugh, just for one night.

 

Quello poteva essere un giorno come un altro, per Chris. Stava aspettando una chiamata da parte di Will - non era il suo ragazzo, era più un amico con cui esci per capire se può nascere qualcosa - per decidere cosa fare nel week-end, quando improvvisamente si imbattè in una strana locandina, su internet.

Chris passava la maggior parte del suo tempo libero al computer - era il suo compagno di vita, Chris non poteva proprio farne a meno. Lui era, tra le altre cose, uno scrittore - e gli scrittori sono conosciuti per la loro fantasia, per la voglia di sognare in grande, di provare tutto. Beh, Chris era un po' quello. Era anche un ragazzo come tanti che veniva da Clovis, un villaggio piccolo e sperduto in mezzo al nulla - ma dentro, dentro era di più, e lo sapeva. Era qualcuno che aveva dato speranza e sogni, e che sperava di poter continuare a darne.

In ogni caso, la locandina parlava di uno spettacolo che a breve ci sarebbe stato a Broadway, Hedwig; in copertina si intravedeva il volto di un ragazzo: il suo nome era Darren Criss, e da quel poco che Chris riusciva a vedere poteva giurare di aver visto pochissime altre volte in vita sua degli occhi così - ambra e miele mischiati insieme a un verde prato vicino a alla pupilla. Chris non seppe capire razionalmente perché non riuscì a staccarsi da quella foto - i minuti passarono e lui rimase lì a fissare quell'immagine, imprimendosi sulla retina le linee del volto di quel ragazzo, la forma delle labbra, del mento e delle guance che si perdevano in un guizzo verso il collo - e Chris si trovò a deglutire per via della gola secca, perché non aveva mai visto qualcuno di più - bello. Genuinamente bello, di quella bellezza semplice ma particolare che rapisce non solo gli occhi ma qualcos'altro. Il telefono squillò, alla fine, ma Chris non rispose, concentrato com'era ad osservare quella locandina. Cercò le date degli spettacoli: la prima sarebbe stata nel giro di una settimana. Con un leggero sorriso sulle labbra, Chris si convinse ad andare alla ricerca del biglietto - e qualcosa si contorse nel suo stomaco quando riuscì a trovare un posto in una delle prime file. Chissà, forse in qualche modo avrebbe avuto modo di conoscere quel Darren Criss.

 

***

 

Quando Chris si sedette a pochi metri dal palco, le dita delle mani che tremavano leggermente e mille luci che illuminavano la sua pelle, non aveva idea che da quella sera la sua vita sarebbe cambiata. Afferrò tra le mani il volantino che illustrava il programma della serata, l'orario dell'inizio e della fine dello spettacolo, i protagonisti e i nomi di tutti i collaboratori – e naturalmente, Chris si fermò a osservare la piccola foto che avevano messo di Darren. C'era scritto che aveva ventisette anni, una passione grande per la musica in tutte le sue forme, e che quello non era il primo ruolo che otteneva a Broadway.

Chris si sentì particolarmente privilegiato ad avere l'opportunità di vederlo recitare.

Quando le luci si abbassarono il suo cuore smise di battere – e cominciò a farlo forse un po' troppo forte ogni volte che Hedwig, cioè Darren, appariva sul palco.

Era molto di più di un semplice attore, e Chris lo capiva perché comunque era attore anche lui. Si muoveva in un modo che traspariva sicurezza ed emozione, come se non avesse paura di niente, anzi, come se volesse sfidare il mondo – era fiero, e radioso, ed inarrestabile, aveva una voce stupenda e un portamento bizzarro, proprio come richiedeva il suo personaggio.

Darren riuscì a far ridere chiunque in quell'enorme teatro, e riuscì anche a far sciogliere il cuore di Chris più e più volte – quando cantava pezzi piuttosto emozionali, o quando lasciava intravedere un pezzo di sé stesso sotto tutti quegli strati di trucco.

Dopo la fine dell'ultimo numero, ogni spettatore si alzò in piedi per concedergli un lungo applauso – e anche se non lo conosceva, non lo poteva conoscere, Chris si sentì stranamente orgoglioso di lui.

E per qualche bizzarra ragione, prima che spegnessero le luci del teatro per permettere agli attori di raggiungere i loro camerini, Chris ebbe la sensazione che Darren lo stesse guardando. Perso almeno un milione di battiti di cuore, soprattutto quando colse un dolce sorriso sulle sue labbra.

Lo vide scomparire, alla fine, il cuore che sembrava vuoto e pieno allo stesso tempo. E sapeva che poteva sembrare una follia, sapeva che le persone a ventiquattro anni non prendono imbarazzanti cotte per attori di Broadway che interpretano uno dei musical più controversi della storia – ma improvvisamente a Chris venne voglia di rivedere quegli occhi, e quella magia, quel corpo, e decise che doveva tornare, perché Darren Criss non era una persona che potevi lasciare andare in quel modo.

Non potevi fartela scivolare addosso – te la dovevi imprimere sulla pelle.

 

***

 

Così Chris tornò la sera dopo. E quella dopo ancora, e anche quella successiva. Will cominciava a fare domande e ad essere insistente, ma Chris non aveva ancora trovato il coraggio di parlargli di quel ragazzo – di parlargli in generale della sua cotta, perché la vedeva come qualcosa di innocente. Darren era immacolato, lontano da lui su quel palco, e Chris era uno dei tanti che c'erano in platea, che ogni sera gli applaudiva sempre più forte e che sentiva il proprio cuore quasi scoppiare.

La sera del quarto giorno, però, qualcosa cambiò. Prima di recarsi in teatro, Chris fece quella che ogni persona sana di mente classificherebbe come follia: si fermò a un banchetto di fiori e ne comprò un mazzo per Darren. Non aveva la più pallida idea di che gusti avesse, ma considerando il fatto che sembrava essere una persona così aperta ed esuberante optò per un mazzo di girasoli, ornato da qualche ciuffo di colore viola. Aveva letto su qualche blog che quello era il suo colore preferito – okay, aveva fatto qualche ricerca, e allora? - e voleva essere sicuro che il mazzo di fiori gli sarebbe piaciuto.

Quella sera a fine spettacolo ci fu il solito gioco di sguardi, ma questa volta quando le luci si spensero Chris si alzò dalla poltrona e si diresse nei corridoi che portavano dietro al palco. Naturalmente incontrò qualche addetto alla sicurezza, ma usò il suo nome per passare, sentendosi più meschino che mai – non aveva mai usato la sua fama come attore per arrivare da qualche parte o incontrare qualcuno, ma ne aveva bisogno. Non aveva idea del perché, ma sentiva il bisogno di conoscere quel ragazzo.

Bussò piano alla porta del suo camerino, e prese un bel respiro quando sentì la sua voce pronunciare un dolce “Avanti” - aprì la porta lentamente, sporgendosi solo con la testa, e notando che Darren si stava sistemando il trucco allo specchio. Non si voltò subito, così Chris colse l'occasione per osservarlo meglio – si era tolto la parrucca quindi era rimasto semplicemente con i suoi capelli ricci, qualche ciuffo che gli ricadeva sulla fronte di qua e di là – anche le sue mani in qualche modo lo rapirono, grandi e callose e veloci, mentre si muovevano sul suo viso. Fu solo dopo qualche minuto che Darren si voltò verso di lui, un pezzetto di cotone in mano e gli occhi enormi, come quelli di una persona sempre attenta.

“Ehy.”, disse. Solo ehy, come se lo conoscesse da sempre. “Scusami, mi stavo struccando- entra pure.”

Chris avrebbe tanto voluto rimproverarlo perché ehy, avrebbe potuto essere chiunque, eppure Darren in qualche modo si era fidato e lo aveva lasciato entrare ed ora era lì che lo guardava mentre si tamponava il naso col cotone.

“Ciao.”, sussurrò Chris, sentendo le proprie guance imporporarsi. “Uhm, io- ti ho portato questi, spero ti piacciano.”, mormorò, porgendogli i fiori. Darren si illuminò, allungando una mano per poterli prendere.

“Oh mio dio, scherzi? Adoro i girasoli, ti ringrazio moltissimo.”, disse velocemente, prima di poggiarli sul ripiano vicino allo specchio. “Come lo sapevi?”

“Intuizione, credo.”, borbottò Chris, giocherellando con le proprie dita. “Volevo...volevo solo dirti che sei davvero bravo, che il tuo spettacolo è forse uno dei migliori a cui abbia mai assistito, e che vengo praticamente tutte le sere.”

Chris vide Darren mordersi distrattamente il labbro inferiore. “Lo so, ti vedo.”, sussurrò con gentilezza, un piccolo sorriso che gli increspava le labbra. “Mi fa piacere che pensi questo dello spettacolo.”, mormorò, inclinando il capo per studiarlo meglio. Chris si ritrovò a deglutire.

“Posso sapere come ti chiami?”, sussurrò poi dopo, incrociando le braccia al petto. Chris tentò di sorridere.

“Mi chiamo Chris.”, borbottò, muovendosi a disagio. “Chris Colfer.”

Fu solo allora che Darren spalancò gli occhi, portandosi entrambe le mani sulle labbra. “Che- stai scherzando? Oh mio dio- sei proprio- ma come ho fatto a non- cazzo. O solo- cazzo. Chris Colfer nel mio camerino. Chris Colfer nel mio fottuto camerino.”

Chris scoppiò a ridere, sentendo le guance imporporarsi e abbracciando il proprio corpo più stretto. “Non mi avevi riconosciuto?”

“Dio, no! Sei mille volte più...più, qui. Ma sì, sei decisamente tu. E wow.”, sussurrò Darren, facendo scorrere il suo sguardo su tutto il suo corpo. “M-mi dispiace, ho fatto una delle mie solite figure di merda.”

“Non ti scusare.”, disse piano Chris, avvicinandosi a lui. “Può succedere.”

“Adoro glee.”, mormorò a quel punto Darren. “Ho provato a fare qualche provino per entrarci ma non mi hanno mai preso, e beh- penso dovesse andare così, ma lo amo. E tu- cazzo, tu hai vinto un Golden Globe e sei venuto a vedermi e mi hai appena detto che sono bravo.”

“Lo sei.”, soffiò Chris. Gli occhi di Darren furono attraversati da un leggero bagliore.

“E' una sottospecie di sogno, questo.”, balbettò Darren, passandosi una mano tra i capelli. “Sai- ho sempre pensato di poter interpretare il ragazzo di Kurt.”

Chris a quel punto scoppiò a ridere. “Oh, capisco.”

“No, dico sul serio.”, borbottò Darren. “Sarebbe stata una storia d'amore epica.”

“Con noi a formare la coppia, senza dubbio.”

Si guardarono a lungo in silenzio, a quel punto, respirando in sincrono e con le labbra leggermente sporcate da un sorriso.

“Allora.”, sussurrò a un certo punto Darren. “Vieni a vedermi ogni sera.”

“Ogni sera.”, ripetè Chris, mordicchiandosi il labbro inferiore.

“Uhm, quindi devo dedurre che ti piacciono molto le canzoni.”, mormorò l'altro, facendo qualche passo verso di lui. Chris non si mosse, il cuore che si era fermato nel petto.

“Le canzoni sono bellissime.”, sussurrò Chris, gli occhi che vagavano su tutto il volto di Darren.

“Certo, certo.”, ridacchiò Darren. “E magari anche per le luci.”

“Le luci, senza dubbio.”

“E i glitter.”

“Non sottovalutare il potere dei glitter.”

“Non potrei mai.”, soffiò Darren, avvicinandosi a lui ulteriormente. Erano praticamente l'uno di fronte all'altro, i petti che quasi si sfioravano – e da lì, Chris sentiva chiaramente il profumo di Darren, un miscuglio di menta e caramello.

“Posso essere sfacciato?”, chiese Darren a un certo punto, leccandosi brevemente le labbra. Chris annuì leggermente.

“Se ti chiedo perché torni ogni sera, mi risponderai sinceramente?”

Chris a quel punto alzò un angolino della bocca, distogliendo lo sguardo. “Non è detto che torni ogni sera, signor Criss.”, sussurrò, avvicinando il suo volto a quello di Darren. “Manca ancora molto, alla fine.”

“Oh, certo, certo.”, borbottò Darren, annuendo. “E se facessimo un patto?”

“Che patto?”

Darren sbattè le palpebre con lentezza. “Tu torna qui ogni sera, io ti prometto che troverò ogni sera un modo diverso per farti ridere. Così non ti stancherai mai di venire a vedermi.”

Il cuore di Chris perse un battito. “Ogni sera?”

“Ogni sera.”, ripetè lentamente Darren. “Ci stai?”

Chris ridacchiò dolcemente. “Ci sto.”, sussurrò poco dopo. Rimasero fermi per diverso tempo, nessuno che sembrava avere l'intenzione di staccarsi, e i loro occhi che scivolavano continuamente sulle labbra dell'altro – almeno finchè Chris non fece un passo indietro, il labbro inferiore intrappolato tra i denti.

“Allora ci vediamo domani sera, signor Criss.”

“Sarò impaziente di rivederti.”, gli disse lui di rimando, senza mai smettere di guardarlo. Chris fece per voltarsi e aprire la porta, ma Darren lo chiamò di nuovo, un sorriso enigmatico sulle labbra.

“Grazie per i fiori.”, soffiò appena, e fu come una freccia piantata in pieno petto.

 

***

 

Chris mantenne la sua promessa, e tornò ogni sera in quel teatro per vedere Darren esibirsi.

Darren mantenne la sua promessa, e ogni sera trovò un modo diverso per far ridere Chris, nonostante ormai sapesse quasi tutte le battute a memoria, insieme alle canzoni. Qualche volta Darren si limitava a modificare le battute e dire qualcosa che faceva letteralmente venire giù il teatro – altre volte era semplicemente un'espressione del viso, il modo in cui si poneva, si spostava i capelli o sistemava il trucco in scena. A volte, inaspettatamente, faceva finta di cadere. Non che quello dovesse implicare una risata – ma un momento prima Chris lo stava guardando e andava tutto bene, un momento dopo Darren era caduto per terra e si prendeva in giro da solo, e no, non si poteva evitare di ridere.

Ogni sera dopo lo spettacolo, Chris andava a trovarlo in camerino portandogli sempre lo stesso mazzo di fiori – girasoli coperti di carta viola – e Darren tutte le sere li prendeva tra le mani e li annusava a lungo, come se effettivamente immergersi in loro volesse dire immergersi in Chris.

I pochi minuti passati insieme si trasformarono in ore, finchè una sera addirittura il direttore dello spettacolo venne a recuperare Darren e Chris dicendo loro che il teatro doveva chiudere, e loro si trovarono nelle strade di Broadway con la brezza tipica di primavera, Chris con il suo ciuffo impeccabile ornato verso l'alto, Darren con i ricci sparpagliati ovunque e il trucco leggermente sbavato. Sembrava un sogno. Con quegli occhi enormi e contornati di matita nera sbiadita, Darren sembrava infinito – ma non senso letterale del termine, e quindi che non doveva finire mai. Sembrava immenso, senza fine, come se avesse scoperto il modo di vivere e sorridere per sempre.

Chris si perdeva nel suo sorriso sbilenco pieno di cose non dette, e a fine serata si lasciava abbracciare da quelle braccia forti con la promessa che si sarebbero rivisti quella dopo, e quella dopo ancora, per una nuova risata, una nuova passeggiata, e nuovi pezzi di vita.

 

***

 

Una sera, Chris non riuscì a venire.

Darren si esibì come sempre, gli occhi puntati costantemente su quel posto vuoto che rimase vuoto fino agli applausi finali. Sapeva di non dover essere deluso, potevano succedere mille cose per cui Chris non era venuto a vederlo, eppure c'era quella strana sensazione nel petto che non riusciva a lasciarlo andare mentre si guardava allo specchio per togliersi il trucco.

E poi, a un certo punto, Chris arrivò. Entrò nel suo camerino con il fiato corto e i capelli leggermente bagnati – forse fuori stava piovendo, ma quello Darren non lo poteva sapere. I suoi occhi erano enormi e lucidi, le labbra tremavano insieme alle braccia, e Darren voleva solo cedere al suo impulso di avvolgere quel giovane ragazzo tra le braccia.

“Mi dispiace.”, sussurrò piano Chris, passandosi una mano tra i capelli. “L-lo so che avevamo fatto un patto, che ti avevo promesso non sarei mai mancato, m-ma è successa una cosa e non sono riuscito proprio a-”, un sussulto, e a quel punto Chris si strinse nelle braccia, come se tutto quello che stesse dicendo fosse troppo da contenere.

“Chris.”, disse piano Darren, avvicinandosi a lui. “Non sono arrabbiato.”

“Ma sei deluso.”, soffiò piano Chris, asciugandosi distrattamente una lacrima. “Sei deluso e lo vedo, e ti capisco benissimo, perché avevamo fatto un patto e io non ho nemmeno avuto la decenza di avvisarti e- m-mi dispiace, okay? Ti giuro che mi dispiace-”

“Ehy, shhh.”, sussurrò Darren a quel punto, annullando la distanza che c'era fra loro due e alzando una mano per posarla sulla linea del collo di Chris. Appoggiò un pollice sul suo zigomo, pressando pelle contro pelle, e vedendo il modo in cui Chris reagiva – le sue pupille diventarono immediatamente più scure, il labbro inferiore tremò – Darren pensò di poter annullarsi completamente per quel ragazzo. Un ragazzo che era piombato così nella sua vita, che lo stava facendo sentire così pieno e vuoto allo stesso tempo, che non gli lasciava scelta. “Va tutto benissimo, Chris.”

Chris si leccò velocemente le labbra, distogliendo poi lo sguardo. “C'era questo ragazzo con cui uscivo-”

“Il tuo?”, chiese Darren immediatamente, le palpebre che si assottigliavano. Chris deglutì.

“Non eravamo insieme.”, soffiò appena Chris. “Stavamo cercando di capire se poteva nascere qualcosa. Lui, beh- mi ha chiesto perché praticamente sparisco ogni sera, e io gli ho detto di te. Di noi. Anche se non esiste nessun noi, e so di sembrare patetico-”

“Lascia decidere al tempo cosa non potrà o potrà esistere, Chris.”, mormorò Darren, muovendo la punta del pollice vicino alle labbra di Chris, accarezzando via il residuo di una lacrima.

Chris a quel punto lo guardò dritto negli occhi. “Gli ho detto che non voglio più che usciamo insieme.”, soffiò appena. Darren sorrise leggermente, un sorriso libero che sapeva di vittoria.

“Mi dispiace.”

“In realtà, non ti dispiace nemmeno un po'.”

Ops, mi hai scoperto, direi.”, borbottò Darren con voce di miele, mordendosi deliberatamente il labbro inferiore. “A parte tutto, Chris. Con una persona non cerchi di capire se può nascere qualcosa. Nasce e basta, fidati di me.”

Chris a quel punto sorrise, pensando che Darren avesse ragione, e che quelle parole le avrebbe tenute con sé per tutta la vita.

“Mi sei mancato comunque.”, disse dolcemente Darren a quel punto. “Stavo quasi cadendo dal palco durante una camminata piuttosto sexy, stasera.”

A quel punto Chris scoppiò a ridere, sentendosi stupido per aver riso in mezzo alle lacrime – ma Darren sembrò non farci caso, e continuò a guardarlo intensamente.

“Ecco qui.”, mormorò poi. “Ti ho fatto ridere anche stasera.”

Chris sbattè le palpebre un numero indefinito di volte, perché quelle cose erano difficili da assimilare, e lui – lui si stava innamorando di quel ragazzo tutto vita ed emozioni, quel ragazzo così libero e disinibito che probabilmente avrebbe cambiato il mondo, e faceva paura. Immensamente paura.

 

***

 

Una sera come le altre, Chris andò nel camerino di Darren con il suo solito mazzo di fiori – quando entrò lo trovò di fronte allo specchio intento a struccarsi, ma c'era chiaramente qualcosa che non andava. Darren muoveva la salvietta con troppa foga vicino agli occhi, e Chris aveva paura potesse farsi male.

“Darren?”, soffiò leggermente, appoggiando i fiori a una sedia che trovò lì vicino. “Va tutto bene?”

“Va tutto benissimo.”, disse immediatamente l'altro, continuando a strofinare la propria pelle con quel piccolo panno. “Ci sono solo questi- questi dannati brillantini che mi sono andati negli occhi e-”

“Ehy, ehy, piano. Così peggiori solo le cose.”, sussurrò Chris, avvicinandosi a Darren e allungando una mano per fermare i suoi movimenti. “Lascia fare a me, okay?”

Darren a quel punto si morse le labbra, ma dopo qualche istante annuì, permettendo a Chris di prendere tra le mani il panno che stava usando. Cominciò a lavorare per pulirgli delicatamente gli occhi, passando la stoffa vicino alle palpebre per trascinare via tutti i brillantini e il trucco.

“Hai gli occhi davvero sensibili.”, soffiò Chris a un certo punto, vedendo con quanta facilità Darren stesse lacrimando. Lui sorrise.

“Pensa che a volte comincio a lacrimare anche solo per qualche flash.”, borbottò poi, passandosi lentamente una mano tra i capelli. Chris notò che c'era qualcosa di diverso in Darren quella sera, qualcosa che lo spegneva, e così decise di andare oltre.

“Dare, posso provare a struccarti io?”

Darren lo guardò con gli occhioni color miele spalancati – e alla fine annuì. Si sedette sulla poltrona che c'era vicino allo specchio, e Chris decise con audacia di sedersi sulle sue ginocchia, in modo da avere il suo viso molto vicino. Si sorrisero timidamente, poi Darren chiuse gli occhi e Chris cominciò a strofinare la salvietta ovunque arrivasse, portando via tutto il trucco che gli avevano messo. C'era qualcosa di estremamente intimo in quei gesti – il fatto che Darren si fidasse a tal punto di lui da chiudere gli occhi e permettergli di fare qualsiasi cosa. Chris era dolce e delicato, come se improvvisamente avesse il potere di ferire Darren e lui fosse diventato fragile e vulnerabile – ma non lo era, Darren era tutt'altro che fragile, ed era uno dei motivi per cui Chris si stava innamorando di lui.

“Cosa c'è?”, chiese Chris a un certo punto, notando il piccolo cipiglio che era nato sul volto di Darren. Lui non aprì gli occhi, ma sospirò forte.

“Ho letto una recensione negativa, prima che tu arrivassi.”, sussurrò. C'era davvero tanto dolore nella sua voce, e Chris si sentì estremamente male per lui. “Mi definiscono pallida imitazione degli attori passati, un attore volgare, con una voce che non è per niente adatta a questo ruolo.”, spiegò. Finalmente riaprì gli occhi, e Chris notò che erano velati di lacrime, ma pensò che fosse una conseguenza del trucco e dei brillantini di prima. O forse era qualcosa di più, ma non credeva che Darren potesse ammetterlo.

“Hai ricevuto tantissime recensioni positive, Dare. Una recensione negativa non cambia niente.”

“Eppure è tutto quello su cui riesco a concentrarmi.”, borbottò lui frustrato. “Tutti non aspettano altro che un passo falso, Chris. Appena lo farò avranno vinto, e io sarò una nullità. Forse non sono abbastanza, forse mi sto solo illudendo-”

“Darren.”, soffiò Chris, appoggiando il palmo di una mano sulla sua guancia. Sentiva la consistenza ruvida della sua pelle, per via della barba appena accennata. “Tu sei invincibile, e nessuno là fuori è abbastanza forte da fermarti. Non lasciare che qualche stupido blog ti butti giù. Vali molto più di loro, vali molto più di tutto.”

Darren a quel punto prese un respiro profondo, e chiuse le braccia attorno ai fianchi di Chris, facendolo scivolare più contro di sé. “Tu credi che possa farcela?”, chiese in un soffio.

“Non ho mai creduto in qualcuno così tanto come sto facendo in te, Dare.”, sussurrò Chris, sorridendo appena. “Non cedere, okay? Continua ad essere il ragazzo spontaneo che ho sempre visto. Solo così vincerai questa battaglia.”

Darren a quel punto ridacchiò, le sue dita che tracciavano disegni pigri sulla pelle di Chris attraverso la maglietta, come se fosse un gesto a cui entrambi erano abituati da sempre. Chris cercò di concentrarsi e continuò a struccare Darren in completo silenzio, almeno finchè non si sentì in dovere di dirgli una cosa.

“E comunque.”, sussurrò piano. “Per quello che vale, io credo che tu abbia una delle voci più belle che abbia mai sentito.”

Il bagliore che vide negli occhi di Darren immediatamente dopo fu la conferma che cercare di non amare quel ragazzo era praticamente impossibile, com'era impossibile era credere che non fosse abbastanza per quel mondo. La verità era che quel mondo non era abbastanza per lui.

 

***

 

La notte prima dell'ultima sera di spettacolo, Darren lo portò in un locale che Chris non conosceva. Gli aveva portato i fiori come sempre, gli aveva fatto i complimenti come sempre e come sempre lo aveva struccato, e poi, con un pizzico di coraggio in più gli aveva chiesto di uscire. Darren aveva detto di sì immediatamente, solo che voleva avere la possibilità di scegliere il posto.

C'era davvero poca gente perché era tardi, e si trattava di un locale all'aperto con tavolini su un giardino ampio con al centro un pianoforte. Darren era semplicemente bellissimo quella notte – indossava un paio di jeans aderenti e una camicia bianca sbottonata fino a metà petto, e Chris riteneva quasi impossibile non cedere a lui, ma in qualche modo qualcosa nella sua testa gli gridava che doveva aspettare il momento giusto, e adesso non lo era. Adesso era il tempo di perdersi nelle sue dita calde mentre ordinavano del vino, adesso era tempo di ascoltare la musica parlando di successo e di vita e di tutto quello che veniva loro in mente – e poi a un certo punto Darren si alzò e gli porse la mano, e poi lo portò a ballare in mezzo al prato.

“Non hai paura di quello che potrebbe dire la gente?”, chiese Chris in un sussurro, chiudendo le braccia attorno al suo collo. Darren alzò un sopracciglio.

“La gente può farsi tutte le idee che vuole e dire quello che vuole, io sto bene qui.”, mormorò, appoggiando le dita sui suoi fianchi. Chris sorrise.

“Non abbiamo mai affrontato l'argomento.”, soffiò Chris a un certo punto, leccandosi brevemente le labbra.

“Che argomento? Il mio colore preferito?”

“Divertente.”, borbottò Chris ridacchiando. “Dare, lo sai di che parlo.”

Darren a quel punto annuì, puntando i propri occhi lontano, in un punto imprecisato del prato immenso. “Sono uscito un paio di volte con delle donne.”

Chris deglutì. “Oh.”

“Non ho detto che mi piacciono.”, borbottò poi Darren, avvicinando il volto al suo. “Ho detto solo che ci sono uscito insieme.”

Chris a quel punto avvicinò le proprie labbra a quelle di Darren, continuando a respirare lentamente e con un sorriso enigmatico che diceva tutto come niente. “E allora cosa ti piace, se posso chiedere?”

“Mi piace tutto ciò che è bello, Chris.”, disse piano Darren, piegando la testa di poco. Gli guardò gli occhi per una frazione di secondo, poi le labbra, poi di nuovo gli occhi. Si piegò leggermente, lasciandogli un bacio in un punto imprecisato della mandibola – aveva le labbra calde, morbide come il velluto. “E tu sei bello, Chris. Davvero bello.”

A quel punto Chris ridacchiò. Fece salire lentamente la propria mano fino a raggiungere il collo di Darren e immergere le dita tra i suoi capelli, poi appoggiò la testa sulla sua spalla, lasciandosi trascinare lontano da tutto, dove solo il corpo di Darren e quella dolce melodia contavano.

 

“E' stata una bella serata.”, sussurrò Darren, alzando un angolino della bocca verso l'alto. Chris si morse distrattamente le labbra, gettando un'occhiata verso il proprio appartamento, tanto per dare l'idea che gli interessasse davvero essere arrivato nel posto giusto. Darren aveva insistito tanto per accompagnarlo a casa e Chris aveva accettato.

C'era quel momento in po' tutti gli appuntamenti; il momento in cui due persone si guardano ma non sanno bene come salutarsi perché sanno perfettamente che hanno qualcosa di più di una semplice amicizia, ma non possono essere sicuri che l'altro lo consideri abbastanza.

Darren si sporse verso di lui e Chris chiuse gli occhi, ma non fu deluso di sentire le labbra di Darren sulla guancia. Chiuse gli occhi e si beò del tocco – semplice, innocente, che sapeva di promesse – e poi il ricciolo lo lasciò andare con un enorme sorriso e la promessa che si sarebbero rivisti la sera successiva.

La loro ultima sera.

Quello stava spezzando il cuore di Chris già un po'.

 

***

 

Fu difficile non piangere la sera di chiusura. Darren stesso si emozionò alla fine, quando lo ringraziarono per lo straordinario lavoro che aveva fatto. Venne lasciato al centro del palco e parlò per qualche minuto di quanto fosse felice di essere lì – ringrazio la sua famiglia che aveva reso i suoi sogni possibili, i suoi amici, ma non fu quello ciò che alla fine fece piangere Chris.

Darren si avvicinò al punto del palco dove lui era solito sedersi, e allungò una mano verso di lui, le dita aperte e tese.

“E volevo ringraziare anche te, Chris.”, le parole erano praticamente urlate ad un microfono, ma era come se fossero sussurrate al suo cuore. “Tu che mi hai ispirato e convinto a non cedere mai. Grazie di aver accettato il mio patto. Averti fatto ridere ogni sera è stato l'onore più grande della mia vita, e- beh, spero che d'ora in poi non avrò bisogno di uno spettacolo per vederti.”

 

***

 

Non aspettò l'accenno di un movimento, quella sera, quando andò a trovarlo nel camerino. Semplicemente, Chris aprì la porta e vide Darren come al solito intento a struccarsi, vide che si voltava per sorridergli, vide i suoi occhi lucidi e la bellezza del suo sorriso. Vide tutto, e decise che non poteva farsi scivolare dalle dita più niente.

“Chris.”, soffiò Darren. “Ehy-”

Qualunque cosa Darren stesse per dire, Chris la interruppe con un bacio. Avvolse le sue guance con entrambe le mani e avvicinò i loro corpi insieme facendoli scontrare dolcemente – e Darren sospirò nella sua bocca e si arrese al tocco, i muscoli tesi per via della serata che si rilassavano. Mossero le labbra con foga le une contro le altre, e al minimo cenno di Darren Chris fece scivolare la lingua all'interno della sua bocca, lambendo quella dell'altro e leccando parte del suo palato – Darren sapeva di sogni, di caramello e maschio.

Si separarono con riluttanza, Darren che appoggiò le mani sui suoi fianchi e sorrise leggermente, le labbra ormai rosse e umide. “Ciao.”, borbottò, appoggiando la fronte a quella di Chris.

“Ciao.”, sussurrò lui di rimando. “Gran bel finale.”

“Già. Spero che la mia sorpresa ti sia piaciuta.”

Chris lo baciò piano, un bacio sfiorato senza quasi consistenza. “Non devi permetterti di prendere il mio cuore e sbriciolarlo in quel modo. Non si fa.”

Darren ridacchiò. “Me ne ricorderò.”, disse in tono mellifluo, prima di appoggiare le labbra sul mento di Chris. “Ho apprezzato molto il bacio. A cosa lo devo?”, sussurrò, mentre con la lingua leccava parte della pelle del collo di Chris.

“Uhm- oh- d-diciamo che era qualcosa che volevo fare da tempo.”, borbottò Chris, sentendosi costretto a chiudere gli occhi.

“Oh, capisco.”, mormorò piano Darren, prima di risalire e dargli un bacio sul naso. “Finalmente lo hai fatto.”

Chris si morse le labbra, poi alzò piano una mano per trascinare via un ricciolo ribelle dalla fronte di Darren. “Già. Finalmente.”

Darren gli sorrise. “Allora, il nostro patto termina qui, temo.”, borbottò, tenendo le labbra estremamente vicine a quelle di Chris.

“Oh, il patto.”, borbottò lui, alzando gli occhi al cielo. Darren lo guardò con attenzione.

“E' solo che...”, Chris si morse le labbra, a quel punto. “Il patto era solo una scusa, Darren. Avrei finto di ridere la maggior parte delle volte, se necessario, solo per vederti ancora e ancora e ancora la notte successiva.”, ammise. “La verità è che sarei venuto a vederti ogni sera comunque. E non per lo spettacolo, per le luci o per i glitter. Io volevo vedere te. Non riesco a smettere di pensare a te.

Darren sbattè piano le palpebre. “E' una fortuna, questa.”, mormorò. “Perchè anch'io non riesco a smettere di pensare a te.”

Il bacio che si scambiarono dopo fu lento e indugiante, quasi timido; Darren indietreggiò e fece sedere Chris su di sé proprio come la sera in cui gli aveva tolto il trucco, le mani che vagavano sulla sua schiena e gli sfioravano le natiche di tanto in tanto, in una tacita promessa di quello che sarebbe successo molto presto.

Quando il bacio finì Chris ridacchiò e poggiò la propria fronte sulla spalla di Darren – si lasciò invadere dal suo profumo, e lasciò che Darren lo accarezzasse con lentezza, come se volesse proteggerlo.

“Dunque.”, borbottò il riccio a quel punto. “E adesso?”

“Adesso viviamo, credo.”, rispose Chris, lasciandogli un bacio sul collo. “Qualsiasi cosa ci sia là fuori.”

Darren sorrise vagamente. “Mi piace.”, confermò, ruotando il capo per avere Chris di fronte. “Soprattutto perché ci sei tu adesso. Affronteremo tutto insieme.”

Chris gli sorrise di rimando, e alzò una mano per lasciare a Darren una carezza leggera. “Insieme.”, ripetè, come un promemoria.

 

 

 

   
 
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