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Autore: alix katlice    30/03/2015    1 recensioni
Il 31 è vivo, vivo con quelle sedioline di legno su cui gli studenti appollaiati discutono vivacemente, vivo con quel sentimento di comune rabbia e fervore che lega tutti loro, vivo anche se è solo un centro sociale sporco e senza speranze.
Al 31 si intrecciano le vite e le storie di ragazzi, amici, compagni. C'è Andrea che è un leader nato e crede in un ideale e c'è Manuele che non crede in nulla. C'è Ilaria che è una facile e dall'amore non vuole nulla e c'é Vale che fuma tanto e ha fede in tutto. Ci sono Daniele e Nadin, Elia, Leonardo, Maddalena, la piccola Francesca...
Ci sono ragazzi e sentimenti, batoste e vittorie.
C'è una storia da raccontare.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Doverosa Premessa: Questa storia ha preso forte ispirazione da Les Miserables, libro e film del 2012. Diciamo che non è una fan fiction solo perché non ho ancora finito il libro e non mi sento pronta a maneggiare caratteri come Jean Valjean, Enjolras, Grantaire... ecco forse perché chi è fan, o semplicemente chi ha letto/visto Les Mis, potrà trovare alcuni richiami ai personaggi di Hugo. Apparte che il mio Apollo (passatemi la presunzione di chiamarlo mio!) è molto più esperto in ambito sessuale di Enjolras. Okay, vi lascio alla storia che è meglio, spero vi piaccia e ci si legge alla fine <3









Al 31
I - Di nulla e fede

 




"You can't love someone unless you love yourself first," bullshit.
I have never loved myself. But you, oh god, I loved you so much I forgot how hating myself felt like.

 

 



 

« Puoi anche alzare il culo e andartene se devi continuare a insultare un qualcosa in cui non credi. »
« E perché mai? Mi sto divertento, a sentire i vostri discorsi del cazzo. »
« Discorsi del ca-... ma ti stai sentendo? »
« E voi? Vi siete visti? A parlare di rivoluzione, innovamenti, attivismo politico... siete solo dei poveri coglioni illusi di poter cambiare la vostra cara Italia. »
« Vattene. »
« Col cavolo. Sto solo dicendo la mia opinione, ovvero che siete degli idioti a credere in ideali così astratti e visionari. È roba surreale, e al massimo potreste morire per la vostra adorata Patria. Morire ad una manifestazione con una pallottola nel petto o in prigione, ammazzati di botte come i cani. »
« Facciamo qualcosa, noi. Crediamo in qualcosa. Tu non credi in nulla. »
« Ci sarà un motivo, no? »

Finisce l'incontro e Manuele osserva i suoi amici che se ne vanno -la sua unica famiglia. La sala Blu adesso è vuota e spenta, priva di teste pensanti, parole vibranti, sguardi accesi e discorsi dai contorni indefiniti e forti, di aria calda e umida tipica di quell' ambiente affollato e vivo.
L'unico rimasto è Andrea (Andrea marmoreo e dai ricci biondi, Andrea dallo sguardo azzurro come il ghiaccio e serio, Andrea dal viso d'angelo e dagli occhi di fuoco, dalle parole sferzanti e dal sorriso feroce, Andrea dall'animo di leader). Manuele gli si avvicina, si guarda con fare distratto attorno, e appena possiede la completa certezza del fatto che sono davvero rimasti soli passa una mano fra i ricci di Andrea e lo avvicina a sé, velocemente, con un unico movimento che fa cozzare i loro corpi. Sa benissimo che sta stringendo troppo, che gli sta facendo del male, ma lo sguardo imperscrutabile di Andrea lo fa sentire meno in colpa.
Lui non si ribella, non si allontana. Rimane a fissarlo con quei suoi occhi chiarissimi e Manuele vorrebbe baciarlo, morderlo, strappargli i vestiti di dosso, farlo suo. Si limita a fargli reclinare la testa all'indietro con un movimento che di delicato non ha nulla e ad avvicinare le labbra al suo orecchio, a mormorare, sussurrare con rabbia:
« L'unica cosa in cui credo sei tu, e lo sai benissimo. »
 

*


Il 31 è vivo, vivo con quelle sedioline di legno su cui gli studenti appollaiati discutono vivacemente, vivo con quel sentimento di comune rabbia e fervore che lega tutti loro, vivo anche se è solo un centro sociale sporco e senza speranze.
Al 31 c'è Ilaria, Ilaria che è bella di quella bellezza studiata e canonica che fa voltare tutti coloro che la incontrano, con i suoi capelli scuri, lunghi e setosi, con gli occhi da cerbiatta, le labbra sottili e il nasino alla francese. Una delle più attive, promuove il volantinaggio, il corso di fotografia, il cineforum e la Cucina (che è aperta sia a pranzo che a cena). C'è Ilaria che è simpatica ed è la sua migliore amica, Ilaria che è una facile e nell'amore non ha mai trovato nulla.
Al 31 c'è Valerio, che di anni ne ha pochi ed è un ragazzino viziato e incoerente. Fuma tanto, bestemmia ancor di più, crede ciecamente in tutto quello che Ilaria dice ed è ancor più schierato politicamente della sopracitata. C'è Valerio che di mattina non è mai a scuola e di pomeriggio mai a casa, che aiuta Ilaria con il cineforum ed è in pratica una specie di folletto di Babbo Natale (e a quel pensiero la mente annebbiata dall'alcool di Manuele gli fa immaginare Ilaria con una barba bianca e un vestito rosso succinto, e scoppia a ridere come un cretino) ma a Manuele piace, perché Vale è un bambino che gioca alla politica (così diverso da tutti loro?) ma lo sa fare bene e ha fede.
Al 31 ci sono Daniele e Nadin, che discutono sempre di libri e gesticolano, si guardano, si sfiorano. Manuele sorride sempre nel guardarli perché si diverte a canzonarli, a fare battute sconce, a gridare ogni tanto che dovrebbero prendersi una cazzo di camera perché la tensione sessuale è palpabile, e loro probabilmente non lo sopportano per tutte queste cose che lui di solito fa: ma Daniele e Nadin trasmettono tranquillità, routine, pace, e a Manuele piacciono per questo. Ci sono Daniele e Nadin che lavorano in Cucina la sera e il primo si occupa della contabilità del 31, della raccolta fondi, della parte organizzativa, mentre la seconda disegna, crea, e si preoccupa dei progetti di beneficenza.
Al 31 ci sono Elia, Maddalena e Leonardo che parlano un sacco e hanno nell'animo quasi tanto fuoco quanto ne ha lui. Elia è alto e con i capelli lunghi ed è il migliore amico di lui, assieme a Leonardo, ed è bravo a fare i graffiti quasi quanto Nadin. Maddalena ha il naso troppo grosso e gli occhi troppo piccoli, ma a Leo piace lo stesso. Leo è il ragazzo di Maddalena ed aiuta Daniele e Nadin in Cucina, quando gli va.
Al 31 ci sono Ilaria, Vale, Daniele, Nadin, Elia, Maddalena, Leo... che sono tutti diversi, diversi tra loro, diversi da tutti, ma che hanno un qualcosa che li accomuna.
Credono.
Sono maledettamente giovani e credono di poter cambiare il mondo con le loro idee e i loro soli sforzi, credono di poterlo rendere un posto migliore, di poter combattere l'ingiustizia, di poter sconfiggere il male. Credono di poter rendere l'Italia un posto migliore perché alla fine loro amano tutto della loro Patria, anche quando se ne lamentano incessantemente.
Credono in ideali che per Manuele sono sciocchi, visionari, surreali. Manuele non riesce a comprendere come i suoi amici possano essere così stupidi e ingenui e coglioni da credere in qualcosa di così astratto. Lui fa prima, lui non crede in nulla. Lui non è così disperato da attaccarsi ad un ideale e da metterci l'anima, così sconsiderato da essere preso a calci e a pugni dalla vita per esso.
E a tutti loro, i suoi amici, va bene così. Lo accettano nel branco perché Manuele fa ridere ed è un poveraccio perennemente con dell'alcool nelle vene.
Al 31, alla fine (alla fine perché è la cosa più importante e quella da ricordare meglio) c'è Andrea.
Andrea con la sua voce, quella cazzo di voce, che riempe le orecchie di Manuele e di tutti coloro che lo circondano, che lo ascoltano. Andrea che parla. Di idee, di rivoluzione, di manifestazioni, di attivismo politico, di grandi romanzi e piccoli uomini. Andrea che coinvolge, fa riscoprire, fa analizzare, convince, ammalia, costringe. Andrea che rimescola le carte in tavola con le sue parole e solleva gli animi. È un Dio, per Manuele, mentre parla con lo sguardo feroce e arrabbiato, preso, vivo. Andrea crede nella sua Patria, ed è l'unica cosa che gli interessa. Andrea è il rappresentante d'Istituto, colui che è in prima fila alle manifestazioni, il leader. Andrea è un leader nato e se dovesse morire per la sua adorata Italia, per i suoi stramaledettissimi ideali, lo farebbe.
Manuele lo guarda sempre mentre gesticola con fervore. Pensa a quanto sia un idiota ogni dannata volta, mentre finisce la sua bottiglia di birra. Vorrebbe in continuazione dire a quegli stupidi che lo stanno ascoltando di allontanarsi, di non cadere nella tela del ragno, di andarsene prima che sia troppo tardi, prima che si ritrovino incastrati.
Come lui.
Lo osserva fino a che l'incontro non è finito, ogni sera, con un groppo in gola e lo stomaco in subbuglio.
 

*


« Se non bevessi così tanto i tuoi interventi potrebbero anche risultare interessanti, sai, Manuele? Così non si capisce se tu stia delirando o se stia cercando di dire qualcosa con un senso. »
« Se non ti conoscessi penserei che tu ti stia preoccupando della mia salute! »
« Fortuna che mi conosci, allora. Non devo preoccuparmi di essere frainteso. »


L'appartamento di Andrea è un monolocale disordinato e caotico che si distingue per l'odore: profuma di fresco, di pulito, di nuovo.
L'unica cosa che non ha quell'odore è il letto, con le lenzuola bianche e impregnate dell'odore del sudore e del sesso, lenzuola su cui in questo momento Manuele è sdraiato, le stringe fra le dita dalle nocche scure.
Andrea sorride e si rilassa solo quando è nudo. È una cosa che Manuele ha capito per sua esperienza personale e attraverso i racconti sussurrati dalle decine di amanti che quell'angelo biondo ha avuto. Andrea non si lascia distrarre da certe cose come l'amore, ma il sesso... per il sesso è un' altra cosa. Il sesso è l'unico peccato che macchia la sua pelle, l'unica distrazione che si concede, l'unico svago da un'esistenza altresì battagliera e devota alla causa. Il sesso è arma e sfogo.
Bacia il suo petto, slaccia i pantaloni, morde il collo e poi torna alla bocca. Manuele è sorpreso quando, facendo cenno di togliersi i jeans, Andrea lo ferma e gli si siede accanto, lasciandogli solo il ricordo vivido del suo corpo sopra di lui.
« Niente sesso finché non diminuisci l'alcool. »





 
 

Note dell'autrice:
Eccoci qui con quest'inizio! Spero davvero di riuscire a portare avanti questo progetto perché è quello che al momento mi ha più preso delle mie varie idee, perciò... may the odds be ever in my favour, amici.
Dunque, cosa dire? è una storia corale e i protagonisti appaiono tutti in questo capitolo. Già il prossimo capitolo sarà incentrato non più su Manuele e Andrea ma su altri, e così via e così via. Diciamo che ho cominciato con loro perché sono quelli che hanno fatto partire tutto. Poi, ogni capitolo sarà di lunghezza diversa, già il prossimo potrebbe essere solo di cento parole xD I banner cambieranno a seconda dei protagonisti del capitolo. Non ho davvero molto altro da dire, spero solo che l'idea piaccia. Ditemi voi!
Baci, e alla prossima
Alice
  
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