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Autore: LightSnow    30/03/2015    3 recensioni
Kayme e Law. Lui, il dottore migliore della zona, lei, un clown doctor. Lui i bambini li fa piangere e morire di paura, lei li fa ridere con le sue buffe smorfie e la sua simpatia. Due persone, due caratteri estremi: l' una talmente ingenua da sembrare sciocca, l'altro talmente distaccato da sembrare senza emozioni. Spensieratezza e aridità. E se qualcosa si muovesse in loro? Si dice che anche la più fredda crudeltà si pieghi alla dolcezza e alla gentilezza. O sarà l'allegria di Kayme ad inaridirsi fino a diventare rigida e fredda?
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kayme, Trafalgar Law
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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Doctor Sonrisa cap 2 Capitolo 2

< Quali sono le tue intenzioni ? >
< Come ? > Chiese confusa .
< Ti mostri sciocca e ingenua agli altri... >
< E' il mio lavoro. >
< ...ma le persone ingenue e sciocche non possono fare discorsi così logici. Non m'interessa sapere perchè lo fai. Voglio sapere che intenzioni hai. >
Trafalgar Law doveva mantenere il controllo nell'ospedale. Ovvio, non poteva tenere sotto controllo ogni cosa ,evento e persona. Sarebbe stato uno sforzo disumano, dispendioso e inutile anche per lui. Ma doveva per forza sapere come giravano le cose, quali erano i meccanismi all'interno dell'edificio e fuori. Prima lui aveva la situazione in pugno :conosceva colleghi, il direttore, i loro caratteri, i macchinari, le loro funzionalità, i suoi strumenti da lavoro. Sapeva come muoversi, aveva una visione di 360° di quel mondo, e ciò gli consentiva di manipolare le situazioni a suo vantaggio, e di continuare il suo "progetto". Sapere è potere.
Ma poi era arrivata lei, a sconvolgergli i piani.
Dapprima non si sarebbe curato di una ragazzina che faceva la scema con dei bambini per guadagnarsi qualche soldo, ma quel discorso sulla fiducia, che se non c'è nascono ignoranza, paura e di conseguenza odio...coincidevano terribilmente con il suo passato.
Se solo avesse conosciuto prima una persona così.
Forse, in passato, se le persone avessero dato la precedenza a lui prima della sua malattia, dandogli fiducia e non giudicandolo in base a quelle macchie bianche, se avessero tentato di conoscerlo invece di convincersi che fosse un mostro, una bestia da eliminare a sangue freddo, se avessero anche solo provato a informarsi, a comprendere che la malattia non era contagiosa, invece di vivere nell'ignoranza e nella paura, forse oggi Law non sarebbe così.
Se almeno Corazòn, l'unica persona che gli aveva donato una speranza nei suoi giorni contati, non fosse morta, ora non starebbe pianificando quell'orrore...

< Se lo vuoi proprio sapere... > Kayme si fece coraggio, affrontò quello sguardo argenteo e pronto. Prese un bel respiro e...
< Vogliofareinmodocheibambininondisprezzinoglialtri ! >
 Aveva detto tutto d'un fiato, come quando si chiede a una bimba perchè ha combinato un disastro.
Law la guardò perplesso, pensando sinceramente di darle un lecca-lecca per calmarsi.
< Il fatto è che..cioè...quindi....nel senso...ah, dannazione! Non so fare discorsi filosofici! Il punto è che non voglio che dei bambini, che ancora vedono il mondo come un posto ignoto, da esplorere, si convincano fin da subito che ciò che la gente dice loro sia oro colato; perchè dopo manterranno questa convinzione per tutta la vita. Sai, io vengo dal quartiere nero... nel quale abitano le persone di colore... > Lo sguardo di Kayme si assottigliò, le sue ciglia si socchiusero costringendo gli occhi a mostrare unicamente le grandi pupille nel fulcro dei suoi occhi, avvolte dalle iridi mogano.  Il suo sorriso, da vitale e dinamico, si afflievolì, diventando dolceamaro. Law intuì fosse di colore, o meglio, una mulatta, dalle sue carnose labbra.
< Il mio popolo è sempre stato discriminato, maltrattato, umiliato... e tutto questo perchè la gente ci considerava criminali, senza mai conoscere come eravamo veramente. Così, come ho detto prima, grazie alla paura e all' ignoranza nasce l' odio. Ma io... > E a quel punto guardò temeraria Trafalgar dritto negli occhi, senza esitazione alcuna, stropicciò le sopracciglia < Io cambierò tutto questo! Insegnando la tolleranza ai bambini potrò far si che le cose cambino! >
< Illusa. >
Restò interdetta.
< Sei un' illusa se pensi di poter cambiare il mondo nel giro di una generazione di bambini. Se poi sei convinta di riuscire da sola in un progetto del genere le possibilità di riuscita sono praticamente nulle. Non cambierai il mondo da sola. >
Fece una breve pausa, affinchè la ragazza comprendesse quanto assurdo fosse il progetto che aveva in mente.
Si aspettava di vederla scoppiare a piangere e cadere nel panico.
E invece sorrise, rise  e rise di gusto.
< Sarai il 76esimo che me lo dice! Ma io non cedo! Più non credete in me, più sarà divertente la faccia che farete quando vedrete che ce la farò! E nel tuo caso, dato che sei sempre così serio, non ho idea che smorfia da pesce lesso farai, ahah ! >
Law c' era rimasto malissimo. Lui che faceva tutti questi discorsi adulti e complessi, e poi arrivava lei che con una battuta gli smontava tutto.
Il ragazzo sentiva aria di sfida. Voleva fare la spavalda stravolgendo il suo mondo di meccanica tranquillità? Ci avrebbe pensato lui a farla tornare al suo posto.Così decise di divertirsi un po' con le emozioni del clown doctor.
< Tu avrai pure il tuo sogno...ma non hai i mezzi per realizzarlo. >
Si alzò dal tavolo, le diede le spalle come per andarsene, la guardò con il profilo del volto e sussurrò : < Ma io sì. >


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< Non puoi ordinarmi di fare una cosa del genere >
< Certo che posso farlo e tu lo farai eccome caro Trafalgar, se vuoi rimanere in questo ospedale. >
La dottoressa Kureka, la direttrice dell'ospedale, stava tenendo un colloquio con Law.
< Trafalgar, negli ultimi mesi la tua fama da "chirurgo della morte " è cresciuta vertigginosamente. Alcuni pazienti hanno talmente paura di te che per curarsi si trasferiscono nelle nazioni vicine. Tsk, che pisciasotto, il rischio è il bello della vita. >
La donna scolò in tempo record una bottiglia di rhum sulla scrivania. Appassita nell' aspetto ma non nell' animo, aveva il carattere e la grinta necessari per tenere le redini dell' ospedale e farsi rispettare dai medici. Anche Law sapeva bene che era in gamba, e per queso le mostrava una sorta rispetto. Inoltre era l'unica capace di tenergli testa e di permettersi di avere il Chirurgo della Morte al suo fianco. Dal canto suo Law era difficile da gestire :se avesse perso il posto, per quanto competente, difficilmente ne avrebbe trovato un altro. Percui gli conveniva scendere a patti o, nei casi peggiori, abbassare la testa, pur detestando prendere ordini.

< Purtroppo se non diamo una nuova immagine di te alla gente, questa eviterà il nostro ospedale come la peste bubbonica.
Quindi te lo ripeto : per un mese farai uno stage di clown doctor qui, così ti terremo sotto controllo. Basterà un po' di tempo, qualche foto, un articolo sui giornali...e il gioco è fatto. >
Prima un impeto di rabbia. Poi il freno della ragione non gli fece aprir bocca. Infine rilassò i muscoli iniziando a pensare alla prossima mossa. Si alzò.
< Devo fornirti qualcuno con cui far pratica? >
< Mi arrangerò. Ho giusto la persona che fa per me. >

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  < Che bella notizia ! Law il clown doctor! Vuol dire che lavoreremo insieme! Non ti preoccupare: t' insegnerò tutti i trucchi del mestiere, diventerai mio discepolo e... >
< Ho solo un mese per far cambiare opinione su di me, quindi moviamoci. >
Le stelline gialle sparirono dagli occhi della ragazza ,sostituiti da un broncio : < Non lo sai che la prima qualità di un clown doctor è la simpatia? Uffa! >

Prese per il braccio Law, e con foga lo trascinò correndo per i corridoi.
< Che diamine stai facendo!? >
< Non puoi certo presentarti ai bambini con quel brutto muso! Se adesso trovo il mio armadietto vedrai come ti sistemo! >
< L' abbiamo appena superato, tonta! >
< AH! Hai ragioneeee! > La ragazza frenò con i talloni prima di cambiare direzione e dirigersi ancora più freneticamente verso l'obbiettivo. Ovviamente trascinandosi dietro un malcapitato Law come se fosse una bambola di pezza.

Prese un astuccio con qualche trucco e si avvicinò a Law. Gli prese il viso tra le mani, per squadrarlo per bene. Ma la sua presa si trasformò presto in una carezza, un gesto lieve che partiva dalle tempie del ragazzo, rabbrividiva al tatto delle dure guancie virili, e terminava con la curva decisa del mento. Kayme provava un  desiderio nuovo in sè. Per la prima volta in vita sua, desiderava dal profondo toccare ed esplorare il volto di un uomo. Qualcosa in lei stava iniziando a battere. Qualcosa che in lei era stato rinchiuso per troppo tempo. E che ora lottava per uscire.
Quel volto era così geometricamente perfetto, le sue proporzioni erano disposte in modo quasi scultoreo :gli occhi non erano nè troppo ampli da sembrare ingenui, nè troppo sottili da sembrare viscidi.
Stappò la matita azzurra e con la mano tremante si avvicinò al suo volto.Com' era possibile che si sentisse così insicura ? In fondo era solo un ragazzo come tanti...o forse no. Era il ragazzo che ce l'aveva avuta in pugno qualche ora prima e che aveva deciso di risparmiarla sebbene avesse potuto finirla. Era il primo ragazzo che considerava il suo sogno e non si era messo a ridere al sentirlo. Era il ragazzo dai tanti misteri che attiravano inesorabilmente la genuina curiosità della sua natura.
Dovette alzare il capo per guardare l' occhio sinistro di Law, sotto il quale l' incontaminata pelle olivastra era diventata il suo obbiettivo. La punta fredda della matita punse la calda guancia di Law, e la ragazza, non volendo mostrargli il turbine di emozioni che stava provando, iniziò a disegnare.
L'occhio vigile e argenteo del ragazzo continuavano a fissare il volto teso di Kayme ,nonostante percepisse i suoi movimenti e la sua pressione. La ragazza disegnò una mezzaluna a quattro punte sotto quella piccola sfera del grigio di un mare in tempesta, lasciando poi il volto di Law privo delle sue inesperte e delicate mani per qualche secondo. Giusto il tempo per prendere il rossetto fiammante dall'astuccio.
Kayme passò e ripassò il rossetto su quelle labbra carnose e morbide, simili a petali di un fiore rigoglioso e scarlatto. Quelle labbra così fresche che non si concedevano mai all'apertura di un sorriso.
 Che spreco. Decise che delle labbra tanto belle non potevano essere gettate via così, stando perennemente socchiuse o serrate. Le cose belle non devono essere buttate via. Voleva quella bocca mostrare i suoi denti , espandersi in un sorriso spensierato . Uno come i suoi. Sarebbe diventata la sua sfida. Lo desiderava così ardentemente.
Quando le labbra furono fulve, allungò la linea del rossetto fino alle orecchie, in un finto sorriso. Fece attenzione a non sporcare le brune basette e per la prima volta notò i suoi orecchini. Degli anelli d'oro. Ne rimase incantata per un breve lasso di tempo, come una gazza ladra che osserva il suo luccicante tesoro. Infine, appoggiato il rossetto, con un dito lisciò i morbidi peli del pizzetto, sentendo una nota di fastidio quando ne scopriva alcuni pungenti.
Abbandonò finalmente le sue mani in una caduta, che portarono a distenderle le braccia.

< Andiamo. >
Il tono freddo di Law la risvegliò da quel caldo momento, nel quale aveva provato un qualcosa di strano che nemmeno lei sapeva spiegare. Non era brava a fare dei discorsi filosofici, lei.
< S-Sì! > Si riprese immediatamente tornando la spensierata Kayme di sempre, e seguì Law che si dirigeva nella stanza dei bambini.

 
 

   
 
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