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Autore: Caramel Macchiato    30/03/2015    1 recensioni
La routine tranquilla e invariata di quattro coinquilini viene d'un tratto squarciata da una bambina, una vecchia asiatica che sembra dotata di poteri paranormali e la vaga e inquietante consapevolezza che la loro vita subirà una svolta drastica...
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Avevamo discusso a lungo, cercato più soluzioni, chiedendo perfino alla diretta interessata cosa voleva fare… Ed eravamo giunti a questo. Sono le due del mattino, sono stato svegliato dalla bambina che ora, come in un film horror, è in piedi davanti alla mia porta, un peluche a forma di procione tra le braccia e i suoi occhioni luminosi che si soffermano per un attimo sul mio torace nudo, per poi distogliersi con disgusto.
- Ma sei nudo!-
- No, ho i pantaloni, vedi? Cosa c’è, sono le due del mattino-
Allegra toglie un braccio dal procione e si copre gli occhi, prima di tornare a voltarsi verso di me.
- Non riesco a dormire. Ho provato ad andare dal papà, ma la porta è chiusa a chiave. Ho provato anche da Lysandre ma non si sveglia…-.
E allora aveva preferito me a Nathaniel. Fantastico.
Faccio andare un lungo sospiro, troppo assonnato e stordito per discutere.
- Dai, ti accompagno di nuovo al divano-
- Ma non riesco a dormire li!-
- Non c’è alternativa, Allegra-
- Sì invece!-
Stringe le labbra impazientemente.
- Dormo con te!-
- Non se ne parla-
- Ma sarò brava! Non occupo tanto posto!-
- Allegra, no-
Le labbra della piccola cominciano a tremare e si piegano in una smorfia addolorata.
- Ma io non riesco a dormire li!-
- E perché mai? No, senti, non me lo dire. Facciamo così: dormo io sul divano e tu nel mio letto, okay?-.
Lei abbassa gli occhi ma non risponde, ma mentre mi stacco dalla porta per prenderla e portarla di peso nel letto, lei si allontana da me con piccole grida isteriche.
- Ehi, calma! Abbassa la voce o sveglierai gli altri!-
Sento la situazione che mi sta sfuggendo di mano e non so cosa fare. Lei torna a fissarmi con gli occhioni pieni di lacrime e le guance arrossate.
- Non voglio dormire da sola!-
Piagnucola, ignorando di abbassare la voce, che ora sta diventando capricciosa.
Mi passo una mano tra i capelli, sempre più in panico, e infine la prendo in braccio senza il minimo sforzo.
- Okay, ho capito, però non piangere-
Come per magia, lacrime e moccio al naso spariscono, mentre lei mi passa un braccino attorno al collo.
- Posso dormire con te quindi?-
Chiede con vocina speranzosa.
- Sì, d’accordo. Solo per stanotte però-
Lei annuisce, le ultime tracce dei capricci che svaniscono, mentre poggia la sua testolina sul mio torace.
La porto in camera e provo ad immaginare come la vede una bambina di quattro anni: un materasso pensato per un letto francese per terra,  uno scaffale che ho ribattezzato armadio colmo di vestiti e scarpe senza un ordine preciso, accanto allo scaffale una piccola scrivania nera su cui c’è il mio portatile, un paio di penne e matite e qualche post-it.
Sul pezzo di parete restante tra la finestra e il mio materasso ho attaccato una sbarra orizzontale per fare un po’ d’esercizio. Sbarra che sostiene anche una palla da basket.
Accendo la lampada accanto al letto e stringo gli occhi accecato.
- D’accordo, staremo un po’ stretti, ma che non scalci…-.
- Mai! La mamma me l’ha detto!-
S’intrufola nel letto con un sorrisone e si stringe il procione al petto. Scrollo la testa ancora dubbioso di aver fatto bene a cedere ai capricci della bambina, ma mentre rifletto su questo sono già tornato in salotto a prendere il suo cuscino e sono tornato al tepore del mio piumone.
- Domani mattina… Cioè, questa mattina devo andare a scuola, quindi metto la sveglia. Tu puoi dormire lo stesso-
Lei annuisce e chiude gli occhi soddisfatta, borbottando un “buona notte” sbadigliando.
Rimango a fissare per un po’ il suo visino tondo e pallido, poi mi decido a spegnere la luce e a dormire.
O qualcosa del genere.
Insomma.
Mi riscuoto dal mondo dei sogni prima ancora che la sveglia suona, venendo centrato per l’ennesima volta da un calcio della bambina in piena schiena. Decido di alzarmi, probabilmente l’unica soluzione per ottenere un po’ di pace. Rotolo fuori da sotto il piumone e atterro sul freddo pavimento in piastrelle, per poi mettermi faticosamente in posizione eretta  e rabbrividire al primo contatto con l’aria mattutina. Cerco a tentoni la maniglia della porta davanti a me e sgattaiolo fuori dalla mia stanza, entrando nel soggiorno-salotto che sembra addormentato come il resto della casa. Una rapida occhiata non proprio a fuoco all’orologio in cucina mi annuncia allegramente che sono le dannatissime sei del mattino, e che avrei tranquillamente potuto dormire ancora un’ora se non avessi avuto la geniale idea di fare l’adulto accondiscendente.
Afferro rabbiosamente una ciotola, i cereali e il latte, attivo la macchinetta del caffè in un momento di sadico piacere al pensiero di quanto rumore fa quel cannone. Una delle tante trovate geniali di Nathaniel. L’uomo superaccessoriato. La spengo poco dopo, optando per la vecchia e buona caffettiera con la moka. Sommergo i cereali di latte e finalmente mi decido ad accendere la luce, preparandomi allo shock che potrebbe bruciarmi la retina. Schiaccio il pulsante e le mie palpebre subito si ribellano, cercando di abbassarsi e urlando aiuto per poter proteggere i miei occhi. I miei occhi stupendi, scusate. Ci tengo alla cosa più bella che ho!
Dopo qualche secondo d’immobilità, finalmente il mio appartamento torna ad essere tale e non una massa di colori. Sempre sfocato, visto che sono miope, ma sempre un appartamento.
Torno a sedermi con i primi borbottii della caffettiera, ma appena poso il mio didietro sulla sedia, ecco che la porta di camera mia si apre e la figurina di un metro di Allegra sbuca sulla soglia. S’avvicina stropicciandosi gli occhi, la camicia da notte azzurra storta sulle spalle, il procione inchiodato contro un braccio. Fa un grande sbadiglio e si arrampica sulla sedia di fronte alla mia, posa il peluche e mi sorride, lo sguardo un po’ vacuo che la fa somigliare a una piccola ubriaca.
- Buongiorno. Non riesci più a dormire?-
Le chiedo, notando che la mia irritazione nei suoi confronti sembra sparita.
- Volevo fare colazione con te. È brutto farla da soli-
- In verità sono in anticipo-
Intanto mi alzo e le prendo una scodella e un cucchiaio. Lei lancia un lungo sguardo ai cereali più economici sul mercato, poi se li versa e li sommerge di latte.
Verso il mio caffè in una tazza e le scaldo un po’ di latte per farci una cioccolata.
- Dormito bene?- Le chiedo tornando al mio posto.
- Ho fatto un sogno!- Annuncia, risvegliandosi un poco.
Sbarro gli occhi in un espressione meravigliata, poi mi porto una bella cucchiaiata di cereali alla bocca.
- Ho sognato i gommini, quelli a forma di orso. Però giocavano a combattersi: i gommini rossi contro quelli verdi, quelli gialli, e anche quelli blu. Ce n’erano anche blu-
Ecco spiegata la sua agitazione notturna. Però… Un guerra di gommini a soli quattro anni? Questa bambina diventerà una potenziale criminale?
Lei sta masticando con la bocca semi aperta, gli occhi sbarrati che aspettano una mia reazione.
- Ah beh, speriamo sia stato un gioco divertente-.
- Non lo so. Io non giocavo-
Rimesta la sua colazione un paio di volte, poi fa una carezza al suo peluche.
- Tu hai sognato qualcosa Kentin?-
- Io? No nulla-
Avrei voluto aggiungere che non ne ho avuto la possibilità visto che sono rimasto nel dormiveglia per tutta la notte, ma non ha senso.
- I sogni sono belli però-
- Non quelli brutti-
- No, quelli brutti no. Mi fanno paura-
Butto giù il latte rimasto nella mia scodella e finisco anche il caffè, per poi alzarmi e portare tutto nel lavandino. Allegra mi segue, lasciando la ciotola mezza piena sul tavolo.
Vabbè, finché è la colazione…
- Torna a dormire, Nathaniel e Lysandre si sveglieranno tra un oretta circa-
Lei annuisce, rimane per un attimo ferma, poi allunga le braccia verso di me e io la prendo in braccio, accorgendomi come mi viene naturale e facile.
Lei mi stringe le braccia al collo e mi stampa un sonoro e inaspettato bacio sulla guancia.
- Grazie per avermi fatto dormire con te. Sei gentile-
Rimango per un attimo interdetto, poi la rimetto a terra e le do un paio di goffe pacche in testa, prima di schizzare in bagno per farmi una doccia gelata. In imbarazzo per un bacetto da una bambina di quattro anni. A volte mi chiedo che problema ho.

L'ANGOLO DA EVITARE DI CARAM. MACCH.
*Si schiarisce la voce* E Kentin è, e Kentin è, una cosa che meno c'è meglio èèèè XD ok scherzi a parte... Ho seri problemi per i cpaitoli deidcati solo a lui, non ho mai niente da dire! Non lo disprezzo affatto, ma proprio non ci riesco :,( Comunque sia, penso proprio che Kentin ha le carte in regola per diventare un papà d'oro, però è ancora inesperto e non ha ancora concepito l'idea della paternità( per fortuna *mi sciugo il sudore dalla fronte*), ecco perché è ancora goffo e insicuro con i piccoli mostriciattoli :3 Comunque sia, giuro che dedicherò un capitolo lunghissimo solo a lui! Yuhuuuu!
 
 
   
 
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