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Autore: Somriure    30/03/2015    1 recensioni
La triste e noiosa vita di Harry, costretto per una malattia a vivere in ospedale, sarà stravolta dall'arrivo di un ragazzo problematico, dagli occhi grandi e azzurri, Louis.
Riuscirà Harry ad aiutare Louis?
Riuscirà Louis a fidarsi di Harry e ad aprire completamente il suo cuore?
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Dal testo:
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Quando l'ultimo spicchio di sole scivolò dietro i palazzi londinesi io e Louis ci sdraiammo nuovamente sul suo letto.
Cercai di allungare la mano verso di lui ma si irrigidì. Così decisi di accontentarmi dei suoi capelli. Non volevo in alcun modo spaventarlo e se aveva bisogno di più tempo glielo avrei dato.
-Hazza, cosa siamo noi ora?- chiese lui dopo un po', quando il buio era ormai entrato nella piccola stanzetta rendendo tutto più scuro.
-Possiamo essere qualunque cosa tu voglia Lou.- risposi baciandogli la tempia.
Allora lui si voltò e mi guardò negli occhi.
-Posso essere il tuo ragazzo?- mormorò timoroso.
-Ne sarei onorato mio dolce Louis.-
Per la terza volta in quella giornata le nostre labbra si unirono rendendomi il ragazzo più felice del mondo.
-
anorexic!Louis leukemic!Harry
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Dottor Morgan

-Dottori, ho bisogno di voi!- disse Liam con una voce preoccupata, ma allo stesso tempo speranzosa.

Noi uscimmo dalla stanza di Louis per ascoltarlo.

-Come immagino saprete, sto disperatamente cercando un midollo compatibile con quello di Harry Styles. Finora non ho trovato nulla, ma poco fa spulciando tra le nuove cartelle ho trovato un possibile donatore. È per certo un vostro paziente perché ho visto i vostri nomi sulla cartella, ma non so chi sia visto che per la segretezza tra medico e paziente i nomi dei ragazzi vengono nascosti.-disse mostrandoci la famosa cartellina.

Dopo aver dato un'occhiata David mi passò sconsolato il pezzo di carta. Con mio enorme disappunto la cartella era proprio quella di Louis.

-Mi dispiace Liam.- dissi tristemente.

Lui lasciò cadere indietro la testa massaggiandosi gli occhi.

Non era possibile che nessuno in questo mondo potesse donare quel maledetto sangue ad Harry. Sembrava che l'intero universo si fosse messo contro quel povero ragazzo!

Lui sbuffò frustrato.

-Venite con me! Ho un piano!- disse David improvvisamente iniziando a camminare davanti a noi a passo svelto. Noi lo seguimmo e arrivammo nel suo studio.

Ci mettemmo comodi e David iniziò a parlare.

-Non credo che sia una cattiva idea, credo che potremmo convincerlo a donare il suo sangue. Louis sapendo di avere la possibilità di guarire Harry avrà un incentivo in più per tornare in forma!- disse raggiante.

Io e Liam scuotemmo la testa.

-David, sai benissimo che la legge dice che un donatore deve pesare più di 50kg! Louis è troppo debole, e poi questo farmaco che ha preso per tutto questo tempo ha intossicato il suo sangue, questo non lo renderà di certo un donatore!- dissi.

-Anche se aspettassimo che Louis torni in forze, non abbiamo la certezza che Harry riesca a tener duro per tutto il tempo necessario.- concluse Liam tristemente.

Per un attimo mi misi nei panni di Liam. Odiavo non avere i mezzi per curare un paziente. Se solo avessimo avuto quel maledetto sangue Harry sarebbe guarito, certamente con fatica, ma ci sarebbe riuscito!

-Possiamo sempre provare! Harry resterà nell'elenco dei trapianti nazionali, così, se intanto si trova un'altra persona riceverà il suo sangue, ma intanto Louis inizierà a rendersi sano e forte per diventare un possibile donatore!- esclamò David. Per un attimo credetti anche io che quest'idea avrebbe potuto salvare la vita di entrambi.

Pensai alle stranezze del destino. A come due ragazzi, incontratisi nel luogo più triste in assoluto, siano così importanti l'uno per l'altro da aiutarsi a guarire a vicenda.

-Ok, andiamo a dirlo a Louis.

Tutti e tre ci avviammo verso la camera del ragazzo.

Appena entrammo al primo colpo non vedemmo nessuno. Sentimmo solo un leggerissimo lamento provenire dal letto, e lì, quasi sepolto tra le mille coperte, giaceva singhiozzando il piccolo corpicino di Louis. Io feci cenno ai miei colleghi di uscire un attimo per sedermi al suo capezzale.

Lui sentendo un peso sul suo letto si alzò di colpo mostrandomi il disastro che era diventato il suo volto.

I suoi occhi erano iniettati di sangue per il pianto e le gote erano completamente rosse a causa della mancanza di ossigeno che c'era sotto le sue coperte. L'intera faccia era ricoperta di lacrime, moccio e saliva, rendendo il tutto un impiastro appiccicoso.

Io presi un fazzoletto e glielo porsi.

Dopo essersi calmato un po' iniziò a guardarmi.

-Louis, parliamone.- dissi tranquillamente.

-Di cosa?- mormorò con voce ancora spezzata lui.

-Di qualsiasi cosa, Lou. Parlami di tutto, voglio sapere cosa c'è in quella tua testolina!-

-Non sono matto!- sussurrò lui chinando il capo.

-Lo so benissimo Lou, non ho mai creduto una cosa del genere.-dissi rassicurandolo.

-Sapevo infondo che prendere quelle pillole fosse un male.- io annuii. -Dovevo farlo però, capisci?-

-No, non lo capisco. Louis in quelle pillole c'è un componente che di solito viene usato come pesticida! Sono state bandite in tutto il mondo, anche in America, pensa un po'. Fanno malissimo per il tuo corpo. Avrai sofferto moltissimo anche mentre le ingerivi!- lui annuì.

-Dottor M., io peso 39kg. Pesavo così quando avevo 10 anni. Lo so che non è normale. Ma non posso fare altrimenti. Io non ce la faccio. Non posso. Non riesco.- disse iniziando ad agitarsi respirando affannosamente.

-A fare cosa Lou?-

-A smettere. Odio tutto quello che vedo quando sto davanti allo specchio, non ce la faccio più. Io mi sento grasso! Non cambia il fatto che il mio peso è come quello delle mie sorelline. Non cambia il fatto che devo far fare due giri alla cintura per non farmi calare i pantaloni. Non cambia il fatto che ad ogni minima folata di vento vengo sballottato da tutte le parti. Niente di questo mi rende magro.- urlò con la sua vocetta acuta.

-Louis, perché è così importante?-

-Importante cosa?-

-L'aspetto fisico?-

-Beh, non sarebbe così importante se avessi altre qualità a compensare la mancanza!- esclamò con fare ovvio.

-Tu credi davvero di non valere niente?- lui non rispose, abbassò semplicemente il capo.

Non volevo insistere, con il tempo sarei riuscito a fargli cambiare idea.

-Dottor M.-

-Dimmi Louis.-

-Io non ce la faccio più. Credo... credo di aver bisogno di aiuto.- mormorò più a se stesso che a me.

-Io ci sono Louis, puoi contare su di me. Ne uscirai tesoro, te lo prometto.- dissi accarezzandogli la testa. Lui annuì accennando un sorriso.

-Voglio che tu faccia un lavoro per me.- lui alzò la testa e mi guardò curioso.

-Ogni settimana dovrai scrivere su un quadernino qualcosa che ti piace di te, qualsiasi cosa! Non ti devi vergognare, leggerò solo io quello che scriverai! Lo farai Louis?- lui annuì debolmente.

-Ora dobbiamo parlare di quella cosa, lo sai.- mi guardò interrogativo.

-Chi ti ha dato quel veleno per topi?- chiesi senza se e senza ma.

-Non credi che per oggi abbia parlato abbastanza?- chiese lui arrossendo nervoso.

-Ok, ma non ti lascerò in pace fino a che non me lo dirai. Ora abbiamo da darti una notizia.- allora uscì e andai a chiamare i miei colleghi.

Esprimemmo a Louis la nostra iniziativa e lui accettò subito, rimase solo un po' titubante quando gli parlammo del suo cambiamento radicale di dieta, ma alla fine acconsentì perché l'idea di salvare il suo Harry lo rendeva estremamente emozionato.

Ci stavamo avvicinando alla stanza del ragazzo riccio per comunicargli la bella notizia. Louis camminava nervosamente davanti a noi in punta di piedi, come se non volesse disturbare nessuno. Aveva una larga felpa che era leggermente scollata quindi mostrava le sue ossute clavicole.

Appena entrammo sentimmo dei conati di vomito provenienti dal bagno. Subito Liam si precipitò al suo interno per vedere cosa fosse accaduto, noi tre invece rimanemmo in disparte per non disturbare; Louis intanto si stava torturando le mani nervosamente.

Dopo qualche minuto Liam uscì da quella porta accompagnato da Anne che sorreggeva Harry che era uno straccio. Appena il ragazzo ci vide ci sorrise per educazione ma quando posò lo sguardo su Louis diventò rosso dalla rabbia.

-Che ci fa questo drogato in camera mia?- chiese con ira.

Louis saltò come se fosse stato colpito da un proiettile.

-No..non so..- provò a dire qualcosa, ma Harry non lo lasciò finire urlandogli addosso.

-Non ti voglio sentire! Non devi più provare a rivolgerti a me! Non voglio più averne niente a che fare con te! Esci immediatamente da questa stanza!- esclamò adirato.

Louis non si muoveva continuava a fissare impotente Harry.

-Dai, andiamo via Louis!- lo incitò David prendendolo per un braccio, ma lui si dimenò raggiungendo lentamente il letto di Harry, che intanto aveva trovato posto tra le coperte.

-Che cavolo vuoi? Non hai capito? La droga ha già disintegrato le sinapsi del tuo cervello? ESCI FUORI DI QUI!- sbraitò nuovamente il riccio.

-Non era droga.- mormorò debolmente Louis.

-E' la stessa cosa! Hai fatto uso di un farmaco per ottenere più velocemente un risultato che per te non serve in alcun modo! Ma non ti vedi? Sei uno scheletro che cammina! Sei talmente magro che potrei appendere i miei vestiti sulle scanalature del tuo corpo e potrei usare la tua gabbia toracica come scarpiera! Ma tu sei così pazzo che non riesci neanche a vedere la verità nello specchio!-

-Harold Edward Styles, smettila all'istante!- tuonò Anne rimproverando il figlio.

-No mamma, io voglio...-

-Ho detto basta!-

-Lo difendi pure? Ma certo che lo difendi! Tu adori i drogati! Te ne sei pure sposata uno, non ti è bastato vedere che picchiava ogni sera me e Gemma! Ci dicevi sempre "Ma dai, aiutiamolo, è bisognoso di cure". E intanto ogni settimana io avevo una costola rotta. Sai che ti dico mamma? Prendi Louis come figlio, tanto è orfano, io non ho bisogno di te!- così dicendo si accucciò sotto le coperte coprendosi la faccia con il cuscino. Anne era sconvolta, emettendo lacrime silenziose si rifugiò in bagno per non farsi vedere da noi.

Harry si ritirò sù di scatto.

-Prima di uscire rivoglio la mia felpa. Non la meriti! Non voglio che un pappamolle come te abbia qualcosa di mio. Mi fai schifo!-

Louis, trasecolato, lentamente si sfilò l'indumento, mostrando il suo corpo magro ed esile visto che indossava solo una misera canotta. Harry, soddisfatto, si rintanò tra le coperte nella posizione di prima.

Dopo aver piegato con cura la felpa, Louis si decise a lasciare la stanza. Anche lui era messo abbastanza male. I suoi occhi non facevano che produrre lacrime, quasi gli mancava il respiro dal pianto.

Lasciai il ragazzo nelle mani di David e mi avvicinai ad Harry per farlo parlare. Evidentemente da troppi anni stava portando su di se il peso della cattiva relazione con il padre e quindi aveva un gran bisogno di sfogarsi.

Appena mi sedetti sulla sedia vicino al suo letto però si alzò di scatto, come una molla.

-Che cavolo ho combinato!?- disse preoccupato e deluso di se stesso, schiaffeggiandosi la fronte.

Così dicendo scese come una furia dal letto correndo verso Louis che stava aspettando l'ascensore in lacrime, in braccio al dottor Cooper.

-Mi dispiace veramente Louis. Non so cosa mi sia preso! Ti prego, puoi perdonarmi?- chiese speranzoso.

Louis gli lanciò un occhiata gelida prima che le porte dell'ascensore si chiusero definitivamente.

Harry si lasciò cadere sulle ginocchia singhiozzando animatamente.

Anche se ero profondamente deluso dal suo comportamento nei confronti di Louis e della madre, accarezzai la sua spalla cercando di confortarlo, d'altronde era questo il mio lavoro!

Verso sera, mi recai nello studio di Liam con David. Volevamo confortare il nostro amico e collega e aiutarlo in qualche altro modo a trovare il sangue per Harry.

Parlammo per parecchio tempo. Stavamo bene con Liam, lui era più giovane di noi ma era un ottimo ragazzo, aveva molto a cuore i suoi pazienti ed era anche un eccellente medico.

Quando tutti e tre eravamo in procinto di tornare a casa nostra sentimmo un flebile battito alla porta.

-Avanti!- esclamò cordialmente Liam.

Aprì la porta un timoroso Louis che con titubanza entrò.

Le sue mani erano intorno alla sua pancia quasi per proteggerla, ma noi sapevamo benissimo che era un gesto che solitamente avevano le persone con un disturbo alimentare; la cosa ci rattristò, perché Louis da tempo era diventato più sicuro riguardo al suo corpo, ma la sfuriata di Harry aveva fatto quasi azzerare gli enormi progressi comportamentali da lui fatti e l'aveva fatto ritornare al punto di partenza.

-Cosa ti porta qui Lou?- chiese incuriosito il giovane medico.

-Io glielo dono lo stesso. Il mio sangue. Voglio donarglielo lo stesso.- sussurrò con la testa china tutto incurvato su se stesso.

-E' la scelta migliore che tu avessi potuto fare Louis, ma voglio che ci rifletti accuratamente; domani ci darai la risposta definiti...-

-Ho già deciso, voglio farlo. Non sarò io ad impedire a qualcuno una cura medica.- mormorò.

Io e David seguiti poi da Liam lo abbracciammo con slancio.

Louis aveva un grande cuore, era una persona perfetta. Tutti l'avevano capito, meno che lui; ma noi eravamo intenzionati a farglielo riscoprire.

Angoletto
Questo capitoletto è un po' corto rispetto agli altri, lo so, ma in compenso ho pubblicato molto velocemente! :D
Che ve ne pare?
Cosa succederà tra Harry e Louis? Scrivetemi, voglio sapere i vostri pensieri a riguardo! :)
Ringrazio tutte le persone che hanno commentato gli scorsi capitoli, chi ha inserito questa storia tra le preferite/ricordate/piaciute e chi semplicemente sta leggendo silenziosamente.
Visto che questo capitolo era cortino, cercherò di pubblicare il prossimo il prima possibile.
A presto, Somriure :)

  
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