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Autore: _ Arya _    31/03/2015    19 recensioni
Emma Swan è una specializzanda al quarto anno di chirurgia. Durante un tragico incidente dove presterà soccorso, riuscirà a salvare il timoniere della Jolly Roger: Killian Jones. Non ci si dovrebbe mai innamorare di un paziente, ma le regole sono fatte per essere infrante...
"-Sono la dottoressa Swan. Emma. E le prometto che la tirerò fuori di qui- cercai di sorridergli incoraggiante.
-Lei è bellissima dottoressa- sorrise di rimando, e solo allora notai i suoi bellissimi occhi blu." [dal 1° capitolo]
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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With You I'm born again (part 2)
- Let's Start From Here -



-Cosa...?
-Sei ritardato o fai solo finta?- lo provocai, iniziando a slacciargli un bottone della camicia, mentre continuavo a spingerlo su per le scale.
Lui mi guardò sconvolto, e mi divertì: rimasi a studiare la sua espressione, fermandomi sul primo pianerottolo. Era decisamente incredulo, per un motivo o per un altro, e sembrava incapace di reagire.
Per dargli una mano, lo spinsi contro il muro per baciarlo con forza, e dopo i primi istanti di esitazione finalmente ricambiò.

KILLIAN POV
Avevo desiderato Emma fin dal primo momento, ma con tutto quello che aveva passato mi ero ripromesso di essere tenero con lei, di non farle pressioni. Di proteggerla, di farla sentire al sicuro con me, e di farla star bene. L'unica cosa che volevo era far andare bene la nostra relazione, passare dei bei momenti insieme e rafforzare ciò che avevamo: ma mai e poi mai avrei allungato le mani troppo presto, la rispettavo e amavo tanto che avrei aspettato anni se necessario.
E ora mi aveva colto completamente alla sprovvista con quel “Stiamo andando in camera tua”, non avevo preso neanche lontanamente in considerazione l'idea che potesse succedere.
Mi guardava sorridente, mentre io continuavo a sembrare un perfetto idiota... ma non riuscivo a non essere sconvolto.
Poi, improvvisamente, mi spinse contro il muro e mi baciò, spingendo il proprio corpo contro il mio e poggiando le mani sul mio petto.
E fu lì, nonostante i primi istanti in cui cercai di controllarmi, che non ce la feci più: ricambiai il bacio con forza, stringendola a me ancora di più e contemporaneamente esplorando la sua schiena scoperta grazie a quel vestito che aveva deciso di indossare.
Prese nuovamente lei le redini, per spingermi lungo la seconda rampa di scale; mi resi conto che per via del tacco alto aveva qualche problema nei movimenti, quindi senza pensarci due volte la presi in braccio, facendole scappare un leggero gridolino che soffocai con un bacio perché nessuno ci sentisse.
Non feci nemmeno in tempo ad assicurarmi che le andasse bene, che mi portò le braccia al collo per tenersi meglio e continuò a baciarmi mentre salivo.
Ignorai facilmente una fitta che mi attraversò il torace, per la frattura ancora non completamente guarita, ma al momento non me ne importava proprio nulla. Non era di certo il dolore il senso dominante, e poi lei era così leggera e facile da portare in braccio. Così profumata, così morbida, così perfetta...
-Ce la fai?- mi sussurrò sulle labbra, quando finalmente arrivai al mio piano, dovevo solo percorrere il corridoio per arrivare alla stanza 201.
-Mai sottovalutare un uomo di mare, tesoro.
-Mmh... sai, ti ci vedo davvero tanto come pirata. Lo spirito ce l'hai...
-E anche il fascino...- aggiunsi baciandole il collo, mentre con un calcio deciso aprii la porta che per fortuna non avevo chiuso benissimo.
La richiusi allo stesso modo, e con fare deciso raggiunsi il letto, lasciando sdraiare Emma sopra di me. Volevo che non si sentisse oppressa, e allo stesso tempo mi eccitava che fosse lei ad avere il controllo.
Sembrò apprezzarlo, e non attese neanche un solo istante prima di finire di slacciarmi la camicia, e accarezzarmi il petto.

EMMA POV
Anche presa dalla passione non potei non accorgermi della premura che riservava nei miei confronti, con gesti piccoli e apparentemente insignificanti... invece volevano dire tanto per me.
Lentamente, finii di sbottonare la sua camicia, e lasciai scivolare la mano sul suo petto, dall'alto verso il basso, fino alla pancia e poi al bordo dei pantaloni.
Sentendolo sussultare sorrisi, e mi abbassai su di lui per baciargli il collo. Da tanto avevo aspettato questo momento, da tanto avevo desiderato che fosse mio, e che io fossi sua.
Scesi coi baci con estrema lentezza, passando per la clavicola, e poi sul petto. Tracciai con la lingua la cicatrice che era ormai una linea leggera, poco più chiara della sua pelle: in qualche modo lo rendeva più reale, più attraente. Forse perché era quella il motivo per cui l'avevo conosciuto, senza l'incidente probabilmente non ci saremmo mai incontrati.
-Ti amo, Emma...
Il mio cuore ebbe un fremito, e poi si fermò, insieme al mio respiro. Il mio stomaco sembrò capovolgersi, e la mia testa si fece pesante, come se non fosse più in grado di elaborare nulla.
Le mani e le braccia tremarono, e solo a stento fui in grado di mantenere la presa per non crollargli addosso, e alzare lo sguardo su di lui.
-Ti amo...- ripeté -volevo dirtelo prima di... prima di farlo. Perché non volevo che dopo sembrasse che...
-Shh...- feci, portandogli l'indice davanti alla bocca.
Lo guardai negli occhi, quegli occhi che mi avevano convinta a rischiare la vita per salvare la sua.
Quegli occhi in cui avevo letto un oceano di sofferenza, a cui avevo sentito la necessità di restituire la gioia.
Quegli occhi che avevano letto nel profondo della mia anima senza neanche conoscermi.
Quegli occhi che mi avevano compresa più di chiunque altro.
Quegli occhi in cui avevo trovato conforto quando nessun altro aveva potuto darmene.
Quegli occhi che davano un vero significato alla parola “sorriso”.
Quegli occhi pieni d'amore, riflesso con forza nei miei.
-Ti amo anch'io Killian.- dissi in un sussurro, lasciando scivolare una piccola lacrima dispettosa lungo la guancia.
Lui la asciugò, a portando una mano dietro la mia testa, dolcemente mi avvicinò a sé e mi baciò come non aveva mai fatto.
In quel bacio racchiuse tutta la passione, la dolcezza, e l'amore che teneva dentro di sé, e solo dopo averne goduto per attimi che potevano tranquillamente essere stati ore intere, ricambiai scivolando al suo lato, pregandolo con lo sguardo di prendere quel controllo che io non riuscivo più a sostenere.
Mi fidavo così tanto che chiusi gli occhi, e mi lasciai andare completamente in balia di lui, limitandomi solo a sfilargli la camicia per farla finire chissà dove alla mia sinistra.
Le mie gambe erano intrappolate in mezzo alle sue, e le spalle tra la sua mano e l'altro braccio.
Sentii il suo respiro avvicinarsi sempre più al mio viso, finché non tornò a baciarmi, soffermandosi sulle labbra solo qualche attimo prima di scendere al mento, poi al collo, e poi ancora giù.
Mi lasciai scappare un gemito nel momento in cui la scia di baci iniziò una discesa lungo la scollatura del vestito, per fermarsi al centro, nell'incavo dei miei seni.
Sentii la sua mano afferrare una manica del vestito, e io lo aiutai con l'altra, lasciando che entrambe scendessero in completa armonia lungo le mie braccia. Insieme alle maniche scivolò inevitabilmente anche il vestito stesso, e quando Killian si fermò mi ritrovai nuda fino all'altezza della schiena, se non per il reggiseno.
Aprii gli occhi per assicurarmi che fosse tutto a posto dato che non lo sentii più muoversi: si era fermato a guardarmi, e lessi nei suoi occhi un gran desiderio mentre squadrava ogni centimetro di me.
Tracciò le mie forme col dito, dalla clavicola, passando per il seno e poi l'ombelico; infine afferrò di nuovo la stoffa dell'abito e continuò a farlo scendere. Per facilitarlo mi sollevai quanto potei, il tempo di lasciarlo passare sotto di me.
Infine, lo fece scivolare via dai miei piedi, e lo lasciò sul bordo del letto, per tornare a guardarmi.
Sentii le guance calde, ero sicuramente arrossita, ma non mi dava alcun fastidio che mi guardasse; quella sua brama non fece altro che intensificare anche la mia, ma non volevo correre troppo, volevo godere appieno di ogni singolo istante.
-Sei bellissima... hai una pelle così candida, sei perfetta...
-Non esagerare- sorrisi timidamente -non sono perfetta...
-Lo sei per me. E non parlo solo del tuo aspetto.
-Anche tu per me, se è per questo- sorrisi, accarezzandogli il petto muscoloso, e approfittai del momento per imprimere nella mente ogni suo lineamento. Dalle spalle larghe, ai muscoli delle braccia, il petto possente insieme a degli addominali scolpiti.
-Sei troppo vestito- aggiunsi, e intimandolo con lo sguardo di rimanere in quella posizione, le mie mani corsero alla cintura dei suoi pantaloni, liberandolo da essa, e poi direttamente sui due bottoni.
Lo sentii chiaramente trattenere il fiato nel momento in cui glieli feci scivolare lungo le gambe, e mi aiutò scalciandoli via, per rimanere soltanto in un paio di boxer neri a coprirlo.
Ci guardammo negli occhi per un attimo, poi afferrai le sue spalle; lo attirai fino a farlo sdraiare su di me lo baciai con forza, appropriandomi avidamente delle sue labbra, mentre il suo corpo caldo contro il mio non faceva che accrescere la sete di lui.
Portò deciso la mano dietro la mia schiena, e slacciò il reggiseno per poi sollevarsi sui gomiti.
Fece scivolare le spalline lungo le mie braccia, e solo quando fui completamente libera da esso lo afferrò e lo gettò da qualche parte.
Con lussuria si avventò con sul mio seno, e quando sentii la lingua su uno dei capezzoli gemetti forte, inarcando la schiena senza più riuscire a trattenere gli ansimi.
Socchiusi gli occhi per guardarlo torturarmi con la lingua e con i denti, per poi passare all'altro, e mi eccitai ulteriormente.
Tirai un sospiro e abbassai la schiena quando scese con le labbra sulla pancia, ma la quiete non durò a lungo dato che decise di soffermarsi con la lingua sull'ombelico, provocandomi nuove scosse di piacere.
Ringraziai il fatto che fossimo al quarto piano a che tutti gli altri fossero a festeggiare, perché ansimavo ormai senza sosta, e gemetti ancora quando le sue labbra arrivarono al bordo dei miei slip.
Con una lentezza straziante ne afferrò il bordo, per iniziare a farli scendere, e soffermarsi con la mano sul mio fondo schiena.
-Perizoma, Swan?- sussurrò, alzando lo sguardo per guardarmi con una sensualità estremamente provocante.
-Erano più comodi per via del vestito... è attillato, sicuramente lo avrai notato, non potevo mettere altro...- spiegai cercando di mostrare assoluta innocenza, ma ero contenta l'avesse notato.
Strinse le mie natiche facendo sì che sussultassi con un ennesimo gemito, e poi riprese lentamente nella sua operazione di spogliarmi dell'ultimo indumento.
Nel momento in cui mi aprì leggermente le gambe per far scivolare via gli slip trattenni il fiato, e chiusi di nuovo gli occhi in attesa.
Un attesa che sembrò eterna, fino a che finalmente, cogliendomi del tutto alla sprovvista, portò una mano sulla mia intimità.
-Se vuoi che mi fermi dillo adesso... perché tra poco potrei non rispondere più di me...
Non riuscii a fare altro che a bofonchiare qualcosa di incomprensibile, e per fargli capire che si trattava di un “non fermarti”, affondai le unghie nelle sue spalle e lo baciai, per poi gridargli contro le labbra quando due delle sue dita si insinuarono dentro di me.
Il mio respirò accelerò notevolmente, mentre istintivamente allargavo le gambe e lui mi baciava il collo, succhiandolo in più di un punto.
Le sue dite uscivano e rientravano, per muoversi dentro di me ogni volta più in profondità, ogni volta più intensamente.
Mi lasciò una scia di baci dal collo fino alle labbra e viceversa, e io portai le mani tremanti dall'eccitazione intensa ai suoi boxer, mettendoci tutto l'impegno possibile per liberarlo da questi, e calciarli via.
Ci guardammo negli occhi, che erano lucidi per entrambi per le emozioni forti; presi la sua mano intrecciando le nostre dita, e senza esitazione gli afferrai anche il moncone, per fargli capire che amavo ogni parte di lui, ogni centimetro.
-Ti amo...- dissi nuovamente, mentre allargavo le gambe e lasciavo che si posizionasse tra di esse; la pressione della sua eccitazione sul mio inguine non fece che accrescere la mia ancora una volta, ancora di più.
Non chiusi gli occhi, volevo ricordare quel momento, volevo ricordare il suo sguardo, i suoi occhi nel momento in cui saremmo diventati un tutt'uno.
-Ti amo- disse anche lui, e finalmente entrò dentro di me, facendomi gridare e non riuscendo a soffocare l'urlo neanche con la sua bocca.
La stretta della mia mano sulla sua era più forte che mai, cercava come di controllare i miei ansimi, invano.
Ansimavo e gemevo forte, inarcando le schiena più che mai, dietro la quale portò l'altro braccio, caldo e forte a sostenermi.
-Ti ho fatto male...?- domandò premuroso, e io mi limitai a scuotere la testa e circondargli la vita con le gambe, per permettergli di entrare ancora più a fondo.
Gemetti ancora, ma mi decisi a chiudere gli occhi e lasciarmi andare in balia dei suoi baci mentre il suo bacino iniziava a muoversi su di me.
Inizialmente le spinte furono leggere, ma andarono ad intensificarsi man mano che assecondavo i movimenti.
Ogni spinta accresceva le sensazioni di piacere, e accelerò abbastanza da far muovere e scricchiolare il letto, mentre i nostri gemiti si confondevano annebbiando le menti sempre di più.
E poi un'ultima spinta, più profonda, più forte, e più intensa fece sì che il mio corpo tremasse come non mai, lasciandomi invadere dall'apice del piacere insieme a lui, che venne dentro di me dilungando la durata del mio orgasmo.
Non seppi dire quanto tempo fosse passato nel momento in cui il mio corpo decise finalmente di rilassarsi, lasciandomi riprendere fiato.
Ero sudata, fiacca e stremata da morire, ma erano sensazioni imparagonabili alla felicità che provavo in quel momento.
Lo strinsi permettendogli di adagiarsi completamente su di me, essendo un peso che potevo benissimo sostenere.
Lui lo fece, ma scivolò quasi subito su un fianco senza lasciarmi andare per invertire le posizioni, e farmi ritrovare stesa su di lui.
Socchiusi gli occhi con un sorriso, e lo sorpresi a guardarmi anch'egli sorridente. Gli stampai un bacio sulle labbra e poi lo guardai ancora, lasciando che la sua mano mi accarezzasse i capelli che ricadevano sulla mia schiena e sulle braccia.
-È stato...- borbottò, senza riuscire a trovare la parola giusta per finire la frase.
-Magnifico... no, perfetto- conclusi io, per poi poggiare la testa sul suo petto e rilassarmi al suono del battito del suo cuore.
-Già...
Restammo per vari minuti in quella posizione, ad accarezzarci e scambiarci ancora qualche bacio, a coccolarci.
Sentivo che tutte le mie paure, le mie inibizioni, si erano dissolte completamente, e non potevano più riemergere per farmi del male.
Non l'avevo voluto ammettere a me stessa, ma inizialmente avevo avuto un po' paura di rovinare tutto, di non riuscire ad andare fino in fondo per quanto lo desiderassi: invece era stato tutto perfetto, tutto naturale, tanto che al suo tocco le paure erano sparite. Del tutto.
Gli unici ricordi sarebbero state le sensazioni di piacere, di gioia e d'amore che mi aveva donato, facendomi sentire ancora una volta unica, e in qualche modo speciale.
-Tesoro, stai dormendo?- sussurrò piano vicino al mio orecchio.
-No... credo che dovremmo alzarci, rivestirci e tornare di sotto... prima che ci diano per dispersi- riflettei a malincuore, nonostante fossi già pronta per fare l'amore ancora una volta.
-Già, immagino tu abbia ragione...
Annuii, ma non accennai minimamente ad alzarmi. Ero davvero troppo comoda per trovare le forze di tirarmi su, però dovevo farlo.
Mi feci coraggio e mi lasciai cadere al suo lato, restando stesa ancora qualche attimo.
Ero felice che avessimo fatto l'amore proprio in quella stanza; era lì che aveva iniziato a flirtare con me, lì che avevo iniziato a provare interesse per lui, lì che ci eravamo scambiati i primi baci, lì che ci eravamo confidati i segreti più profondi, e soprattutto lì che avevamo iniziato ad innamorarci.
-Amore, se vuoi posso vestirti io...- propose con fare malizioso, accarezzandomi un fianco.
-Mi fa strano che mi chiami così...- riflettei -ero abituata a “tesoro”, “dolcezza” eccetera...
-Se non vuoi...
-No, no, non intendo questo. Volevo solo dire che è strano... però mi piace.- mi voltai verso di lui e dopo aver tirato su le coperte lo cinsi con le braccia e lo baciai: decisi che ancora qualche minuto di coccole potevamo concedercelo.
Però, chiaramente, come sempre, non tutto poteva andare fin troppo liscio. Non mi era concesso.
La porta si spalancò, e senza riflettere mi tirai su il lenzuolo fino a coprirmi il viso, e mi strinsi al petto di Killian che dopo un attimo iniziò a sogghignare.
-Swan. Io non ci credo.
-Oh. Regina.- tirai leggermente fuori la testa e mi voltai in direzione della porta, per trovare la donna sconvolta, accanto a Robin che invece aveva deciso di cercare le ragnatele in un angolo del soffitto.
Mi morsi un labbro e continuai a guardarla, cercando di mettere bene a fuoco la situazione assurda che si era creata. E poi scoppiai a ridere, seguita prima da Killian e poi anche da lei e Robin.
-Avrei bussato. È solo che non pensavo che... tu...
-Lo so, non pensavo neanch'io. Però si bussa lo stesso.
-Ehi, poteva essere successo qualcosa, siete spariti da più di mezz'ora... non si sa mai!- protestò, posando lo sguardo sui vestiti ai piedi del letto e alzò il sopracciglio.
-Ok. Io e Robin torniamo di sotto, e voi... sbrigatevi. Prima che anche i tuoi si accorgano della vostra sparizione, Emma. E non credo sarà piacevole se vi trovasse tuo padre...
-Hai ragione. Arriviamo...
-E fa' prendere un bel bicchiere d'acqua al tuo fidanzato- aggiunse Killian; aveva ragione, Robin aveva posato lo sguardo su di noi e sembrava davvero molto più imbarazzato di Regina. Era comico in un certo senso, ma io stranamente non ero in imbarazzo... lo sarei stata se fosse stato qualcun altro a beccarci probabilmente.
-Divertente Killian.- borbottò lui -Ciao... a dopo.
Aspettammo che i due uscissero dalla stanza e scoppiammo in un'altra risata liberatoria, non mi era mai successo di essere sorpresa a letto con qualcuno... ma c'era una prima volta a tutto probabilmente!

***
 

Io e Killian rientrammo furtivamente mano nella mano, per fortuna nessuno ci notò, e andammo a cercare i due che si erano fermati al tavolo delle bibite.
Lasciai Killian in compagnia di Robin, e dopo essermi versata un bel bicchiere di vino presi Regina in disparte, e andammo a sederci su un divano libero in fondo alla sala.
-Swan, puoi togliere il sorriso da “Ho appena fatto sesso ed è stato fantastico”? È imbarazzante, sul serio- fece guardandomi accigliata, ma un piccolo sorriso non poté evitarlo nemmeno lei.
-Oh smettila!- mi lamentai, bevendo un sorso dal mio bicchiere -Però lo è stato!
-Quindi è bravo a letto.
Annuii, e scoppiai nuovamente a ridere, quindi fui costretta a bere ancora per riuscire a fermarmi.
-E' bravo anche Robin?
-Decisamente- alzò un sopracciglio, e fu il suo turno di farsi una risata.
Era bello finalmente sentirmi libera di riuscire a essere “normale”, senza paure e freni, e poterne parlare con la mia amica senza che calasse una nuvola d'imbarazzo sull'argomento. Lei aveva capito di non avere più motivi di andarci cauta e ne fui felice.
-Ah comunque... è successo dopo che mi ha detto una cosa... insomma, mi hanno affidato la bambina!- confessai, rendendomi conto che probabilmente non ne era ancora a conoscenza a meno che non fosse stata vicino a Killian quando gliel'avevano detto.
-Davvero?! Te l'hanno affidata?!
-Sì! Cioé immagino mi spiegheranno meglio domani ma sì!- esultai, e la donna posò il bicchiere per abbracciarmi, cosa che mi stupì davvero. Ricambiai l'abbraccio e restammo strette per molti istanti, ero così contenta che fosse felice per me fino a questo punto. Mai avevo messo in dubbio la sua amicizia, ma quando si comportava in maniera così esplicita non poteva che farmi piacere.
-Te lo meriti Emma, tanto. È stato davvero difficile vederti crollare così tante volte quest'ultimo mese... senza poter fare niente. Ora hai un uomo che ti ama, un'altra figlia... sono davvero molto, molto contenta tesoro.
-Grazie Regina... ti voglio bene. Comunque sappi che non è vero che non potevi fare niente, perché mi hai aiutata più di quanto immagini!- non fui più in grado di trattenere le lacrime di commozione, e cercai di asciugare gli occhi senza lasciare che il trucco colasse per trasformarmi in un panda.
-Ma piangi?- fece la donna divertita, e prese un fazzoletto dalla borsa, porgendomelo.
La ringraziai e cercai di concludere l'opera, senza dimenticare di chiedere il suo parere sul risultato finale.
-Non stavo piangendo. Cioè sì, ma no! Vabbé lascia stare dai!- conclusi allegra, alzandomi e facendole cenno di seguirmi per tornare a raggiungere i nostri uomini e mettere qualcosa sotto i denti. Alla fine tra una cosa e l'altra non avevo ancora mangiato, e mi resi conto di avere una gran fame: riempii un piatto di tramezzini, panini, un pezzo di pizza e un paio di dolci, sotto lo sguardo sconvolto degli altri tre.
-Che c'è, ho fame!
-Mi chiedo seriamente come faccia a entrarti tutto in quel pancino che ti ritrovi... mangi più di me, e io sono un uomo.- commentò Killian, studiando il mio piatto.
-E cosa vuol dire, scusa! Non fare il maschilista! Ho un metabolismo che funziona bene, e finché posso lo sfrutto!
-Ma sì tesoro, non dico che non puoi mangiare. Solo è buffo vederti abbuffarti in questo modo!
-Ma sentilo. Comunque se ti aspetti che io ti versi porzioni doppie delle mie quando verrai a cena da me, te lo puoi scordare...- dissi convinta e addentai un panino con salame piccante e salsa barbecue.
-Mmh, dipende di quale “cena” non mi darai la porzione doppia...- ammiccò malizioso, e io gli pizzicai il braccio senza la minima delicatezza, con l'intento di fargli male: non rimasi delusa fortunatamente, dato che si lamentò.
-Quanto siete carini- commentò Robin -Emma, se fa il cretino e serve una mano basta che me lo dici eh?
-Grazie! Per ora voglio solo privarti della sua presenza domani sera, perché il mio era un invito a cena... cena con cibo, vero cibo, non doppi sensi!- specificai, fulminando il mio uomo con lo sguardo.
-Sarà un piacere, anche a cena di cibo... soprattutto se cucini tu.
-Cucino io, sì. Sono una brava cuoca, ma non vuol dire che farò sempre la tua casalinga.
-Oh non te lo chiederei mai! So cucinare anch'io...
-Ok. Se farai il bravo potrei concederti anche il dolce, comunque...- sorrisi, imboccandolo con un pezzo di torta al cioccolato.
-Poi sarei io quello che parla a doppi sensi Swan... se vuoi riportarmi a letto basta dirlo...
-Cosa vuol dire riportarla?!
Feci un salto per lo spavento, e tossii sonoramente dato che mio padre con quella sua apparizione improvvisa mi fece andare di traverso un pezzo di dolce.
-Era... era un modo di dire... cioé...- tentò di giustificarsi lui, abbassando lo sguardo e grattandosi dietro la testa.
-Un modo di dire. Certo.
-Papà- borbottai -Non un'altra scenata, per favore... qualunque cosa sia successa, e scordati che io te ne parli, io e lui stiamo insieme. Ed è una cosa seria. Dico davvero.
-Era una cosa seria anche con Neal. E con Walsh. E August. Quindi scusami se ora ho dubbi...
-Io... senti, se lo conoscessi come lo conosco io... sono sicura che capiresti. In un mese ha fatto per me più di quanto gli altri abbiano fatto in anni...
Lo vidi riflettere, e squadrare entrambi attentamente. Capivo le sue preoccupazioni, e capivo bene di non essere stata proprio fortunata nelle mie scelte in fatto di uomini, ma sentivo davvero che lui era quello giusto. Lo volevo nella mia vita, nella vita di Henry, in quella di Lily e in quella dei miei genitori... lo volevo nella mia famiglia.
-Ok. Sabato prossimo venite a cena da noi... entrambi. Credo sia il caso che io e tua madre lo conosciamo meglio... dato che siete già così intimi- cedette infine, anche se con una nota di disapprovazione per l'aggiunta finale.
-Grazie David, lo apprezzo...
-Io non ho niente contro di te, sul serio. Abbiamo già parlato... solo mi avete un po' colto alla sprovvista coi vostri discorsi. Io voglio solo che mia figlia sia felice.
-Certo, capisco. È ciò che voglio anch'io.
-Bene, sarà meglio. Comunque Emma- tornò a rivolgersi a me -ero venuto a cercarti perché io e tua madre andiamo via, è mezzanotte passata... vuoi un passaggio?
-Nono, ci vediamo domani a lavoro. Buonanotte, saluta anche mamma!- baciai sulla guancia mio padre, poi lasciai che andasse via, insieme ad altri che avevano iniziato a lasciare la sala. Effettivamente era un po' tardi, e l'indomani era lunedì, ovvero l'inizio di una nuova settimana di lavoro.
-Voglio andare a casa anch'io- si lamentò Regina -Invece il mio lavoro riprende con un bel turno di notte...
-Resto io!- mi offrii, senza pensarci due volte. Non avevo la minima voglia di andarmene a casa e lasciare Killian in ospedale, e un turno di notte era la soluzione ideale. Se tutto fosse andato bene non ci sarebbero state emergenze e avremmo potuto passare la nottata insieme...
-Sei seria? Ti prenderesti il mio turno?
-Sì! Nessun problema. Così domani quando lo dimettono posso andare a casa con lui...
-Ok, il turno sarebbe fino alle 12. Ma... aspetta. Come mai così gentile?
-Io sono gentile Regina, sei la mia migliore amica no?- feci con fare innocente, con un'alzata di spalle.
-Appunto. Per questo ti conosco. Beh, grazie comunque... solo cerca di non fare danni tipo lasciare il cerca persone in bagno mentre siete a letto a... fare cose! Capito, anche tu?- si rivolse a Killian, provocatoria, puntandogli un dito sul petto.
-Sissignora- alzò le mani divertito, ma anche un po' spaventato. Non potei biasimarlo, Regina era il top quando si trattava di mettere paura alle persone!

Alla fine si fece l'una, e restammo gli ultimi in sala insieme alle infermiere che avrebbero avuto il turno di notte con cui ci dividemmo il cibo rimanente in caso ci venisse fame.
Killian mi prese in giro ovviamente, ma lo minacciai di non offrirgli neanche una briciola se avesse avuto voglia di mangiare qualcosa.
Decidemmo di accompagnare Robin e Regina alla macchina; non avendo idea di dove avevo lasciato la giacca dovetti accettare di mettere nuovamente quella di Killian, che non voleva rischiassi di ammalarmi nuovamente essendo appena guarita.
-Buonanotte allora... mi raccomando- fece Regina guardandoci entrambi, ma in fondo in fondo sapevo che voleva ci godessimo il tempo insieme come sicuramente avrebbero fatto lei e Robin.
-Notte ragazzi... ci vediamo, eh! Una sera dovremmo uscire tutti insieme, magari...- buttai lì, senza rendermi conto di aver proposto praticamente un'uscita a quattro.
-Si può fare, dai. Tanto Killian sta da me, sarà facile organizzarci... dipende tutto dalle nostre donne super impegnate!
-Solitamente la sera stacchiamo, a una certa... quindi troveremo il momento- gli assicurò Regina, e si infilò in macchina infreddolita.
L'uomo mi baciò sulle guance e salutò anche l'amico, poi si infilò in macchina e partirono.
Rimasi a salutarli con un cenno della mano, poi riportai Killian velocemente dentro, stringendolo forte per riscaldarmi e dandogli anche un bacio.
-Beh... direi che ora si può andare in camera tua a... passare il tempo, no?- proposi maliziosa, accarezzandogli il petto -Sempre se non hai sonno...
-Oh no, sono sveglissimo tesoro...
Prima di darmi il tempo di replicare, mi prese in braccio e mi portò all'ascensore, dove non persi tempo e ne approfittai per liberarlo della camicia.

***
 

EPILOGO

KILLIAN POV

Usciti dall'ascensore, fummo circondati dalla famiglia di Emma al completo, e Robin che era passato a salutare Regina e mettersi d'accordo con me per raggiungerlo a casa.
Erano ormai le 14, ero stato dimesso da tre ore ma non avevo voluto andarmene prima che Emma terminasse con le scartoffie, e soprattutto non mi sarei mai potuto perdere il momento in cui l'infermiera le aveva posto Lily in braccio.
Avevamo passato insieme una notte molto piacevole, a fare ancora l'amore, coccolarci e poi dormire abbracciati, coi corpi stretti l'uno all'altro. Prima di addormentarmi avevo passato una mezz'ora buona a guardare lei, serena e felice come non l'avevo mai vista.
Anch'io ero felice, felice di avere accanto una donna perfetta come lei; una donna che mi aveva accettato coi miei pregi e difetti, che mi amava così com'ero. Una donna che amavo con tutto il cuore, e con cui ero pronto a passare il resto della vita. Sarei davvero stato la versione migliore di me per lei, ma non avrei neanche dovuto sforzarmi, era una delle cose più facili del mondo avendola accanto.
Ancora non riuscivo a credere che fosse tutta mia.
-Oh tesoro mio, è così bella! Siete bellissimi!- sua madre si avvicinò e accarezzò la bambina, che ancora mi stringeva un dito con forza. Avevo scherzato con Emma dicendole che anche Lily aveva buon gusto, e avevo ricevuto una pestata di piede dato che aveva le braccia occupate.
-Viene già a casa davvero? Posso spingere io la carrozzina per strada?- fece Henry, guardando curioso la sua nuova sorellina.
-Mi dispiace ragazzino, ma fa freddo quindi andiamo in macchina!- rise Emma, ma lasciò che suo figlio accarezzasse la piccola.
-Va bene! Ho aiutato la nonna a mettere a posto la cameretta, ci siamo alzati tutti presto! Più tardi andiamo al centro commerciale? Visto che ci sono delle cose per lei che ancora non abbiamo, e la carrozzina poi non è meglio prenderla diversa? La mia è da maschio, e lei è...
-Henry!- lo fermò divertita -Calmati, avanti! Ora andiamo a casa, le do' da mangiare, mangiamo anche io e Killian dato che non abbiamo avuto tempo e poi usciamo...Ora va' a casa con la nonna, la mia macchina è un po' piena... ci vediamo lì, ok?
-Ok! Ciao Killian! A casa ti faccio vedere la mia nave pirata, l'ho costruita da solo!
-Ci conto ragazzino!- gli feci l'occhiolino, dandogli una pacca sulla spalla: mi piaceva molto anche lui, era proprio il figlio degno di sua madre.
Mary Margaret diede un bacio alla bambina, e si portò via il nipote, impaziente di fare il fratello maggiore.
Cinsi le spalle a Emma mentre lasciava che anche il resto della sua famiglia coccolasse e conoscesse un po' la nuova arrivata, che sembrava essere a suo agio. E quando la sorella le promise di fare i turni con lei durante la notte sembrò proprio sollevata: in quel momento mi resi conto che non avevo idea di come funzionasse con una neonata. Avrei dovuto imparare in fretta, in modo da poter essere utile anch'io.
Alla fine tornarono tutti a lavoro, e a Robin dissi che l'avrei chiamato dopo dato che adesso volevo andare insieme ad Emma, che mi aveva invitato a pranzo a casa sua: ero davvero molto felice di uscire dopo un mese e vedere di nuovo una vera casa, e non più le mura di un ospedale!
-Allora... vuoi prenderla in braccio un po'?- mi propose a bruciapelo, baciandomi una guancia.
-Io? Davvero? Cioé non so se sono capace Emma, non vorrei rischiare di combinare qualcosa, e insomma... non...- balbettai, guardando la piccola. Certo, volevo tenerla in braccio, ma non ero sicuro di potermela cavare con una mano sola... non volevo farle dal male.
-Non combinerai niente. E poi... insomma, tu... io... credo che tu... insomma, io sono... la sua mamma. Quindi tu... saresti tipo... il suo papà?
La guardai incredulo, commosso, e felice ancor più di prima se possibile.
Mi amava. Mi voleva nella sua vita... ed era già pronta a farmi fare il padre di Lily? Senza neanche prima mettermi alla prova? Si fidava davvero a tal punto di me?
-Ho... esagerato? Scusami oddio, è che sì ecco tu e io stiamo insieme no? Lo so che non siamo sposati, non conviviamo ma... sì, sai, ecco, io ho pensato che...
Per frenarla la baciai sulle labbra, e le sorrisi rassicurante, accennandole di porgermi la piccola.
Con tranquillità mi spiegò come fare per tenerla, e infine me la mise tra le braccia.
In quel momento mi sentii davvero suo padre. E sentii davvero di poter essere un bravo padre.
Non seppi spiegarmelo, ma fu come un legame che si instaurò tra me e quel piccolo fagottino dagli occhioni azzurri, che in fondo non erano poi tanto diversi dai miei.
Non avrei mai potuto sostituire il suo vero padre, ma le avrei voluto bene come se anch'io lo fossi, ne ero certo. Avrei amato lei ed Emma più di quanto avessi mai fatto con qualcuno.
-Sai qual'è il bello dell'adottare?- sorrise, accarezzando quella che era ormai sua figlia.
-Cosa?
-E' davvero molto meno faticoso che partorire...- ridacchiò, mentre scoppiavo a ridere sconvolto.
-Sai sempre rovinare i momenti romantici, eh Swan?
-Era solo una constatazione! Prova, poi mi dirai che ho ragione.
-Se anche volessi, non potrei per fortuna. Ti credo sulla parola! Ma a proposito, non abbiamo usato precauzioni. O prendi la pillola?
-No. Ma non posso avere bambini, ricordi? Siamo a posto.
-Non si sa mai... scusa, non volevo turbarti, è solo che...
-Ehi no, non sono turbata! Credimi, al momento il mio ultimo pensiero è avere altri figli! Ho una bimba di tipo dieci giorni... un figlio di dieci anni... se mai dovessi pensare ad averne un terzo, passerà tanto tempo! Cioé, se... oddio, magari tu vuoi avere figli e io sono un'insensibile...
-Frena, Emma! Non riprendiamo questo discorso. Io voglio te. Capito? Voglio te, e voglio Lily... e anche se Henry ha un padre, voglio essere... lo zio simpatico!
Uscimmo finalmente dall'ospedale, e fu bello poter camminare sotto il sole: era una bella giornata, coi raggi caldi che impedivano al freddo di essere troppo pungente.
Sistemai la piccola sul seggiolino del maggiolino giallo di Emma, una macchinetta piccola e bizzarra, ma anche molto carina.
Dopo essermi assicurato di aver legato per bene Lily, andai a sedermi davanti, raggiungendo Emma che era già pronta al posto di guida.
-Comunque la prossima a fare la mamma potrebbe essere Regina. Stamattina aveva la nausea... sarà un segno premonitore!- scherzò, e scoppiammo a ridere insieme, immaginando la donna dare di matto se davvero fosse successo proprio a cavallo del suo ultimo anno da specializzanda. Robin avrebbe avuto pane per i suoi denti, già ora non era facile starle dietro! Come d'altronde non era facile star dietro ad Emma.
-Quasi dimenticavo!- esclamò lei, prima di mettere in moto, e tirò fuori un pacchetto da sotto il suo sedile, porgendolo a me e intimandomi di aprirlo.
Quindi lo scartai, e quel che trovai dentro fu incredibile: assurdo e al tempo stesso fantastico!
-Un uncino, Swan!
-Sì!- sorrise -insomma, sai, l'attaccatura è originale, come si fa per le protesi... ma dato che non ne vuoi una... insomma, pensavo sarebbe stato divertente avere questo se ogni tanto vuoi avere qualcosa attaccato al braccio!
Senza dire nulla, sistemai l'oggetto al polso sotto il suo sguardo curioso, e poi usai l'uncino per avvicinarla a me e baciarla. Lei ricambiò, stringendomi le spalle con le sue mani forti e delicate al tempo stesso.
-Per ringraziarti, quando mi sarà permesso portare di nuovo una barca... ti porterò a fare un giro per mare con il temibile Capitan Uncino!- le promisi.
Era una promessa a lungo termine, perché di certo non avrei riottenuto il brevetto in un paio di settimane, ed è proprio per questo che decisi di fargliela.
Perché era la promessa di un futuro insieme.
-Ci conto, capitano.

 

Ogni volta che pensiamo di conoscere il futuro, anche per un secondo, il futuro cambia.
A volte il futuro cambia in fretta e completamente.
E possiamo solo scegliere cosa fare dopo.
Possiamo scegliere di avere paura, restare lì a tremare, immobili e immaginare che può capitare il peggio.
O possiamo fare un passo avanti verso l'ignoto e immaginare che sarà stupendo. (cit. Grey's Anatomy 10x24)


 

TO BE CONTINUED...



















 



Angolo dell'autrice;
Ciao a tutti! Allora... eccoci giunti all'ultimo capitolo. Devo dire che mi dispiace, mi mancherà scrivere questa ff... ricordo quando ho scritto per gioco il primo capitolo, certa che sarebbe stata una ff di non più di 5-6 capitoli... invece sto postando praticamente il trentunesimo! E sì, stavolta mi sono dilungata ancora più del solito, sono quasi 10 pagine!
E' stato difficile scrivere il finale, soprattutto l'epilogo che ho riscritto varie volte prima che mi soddisfacesse, e spero che vi piaccia. Inizialmente andava un po' più avanti nel tempo, ma poi ho deciso di preferirlo così... con un futuro ancora da scrivere.
E' stato divertente cercare di unire in qualche modo due delle mie serie preferite, e allo stesso tempo cercare di mantenere i personaggi coerenti a come sono davvero.
Ringrazio davvero TUTTI quelli che hanno letto, tutti quelli che hanno inserito la FF tra le seguite, preferite e da ricordare. (siete tanti! Non avrei mai immaginato!)
E poi ringrazio tutti quelli che hanno recensito, e che in questo modo mi hanno dato modo di andare avanti per 31 capitoli, aiutandomi a migliorare e a sviluppare nuove idee! 
Ringrazio quindi: piccola87, ethy, Sara_Lovett, Ice and Love, Nausicaa_Mikaelson, 5vale5, ErinJS, V a m p i r e, EmmaJones, pandina, gattina04, HollyMaster, Kerri, A lexie s, captainswan girl, _GiuggiolaCS_, nali_cs, CaptainSwaner, tinkerbell 1980, Tzn29031986, Persefone3, Phoebe90, Lilian Potter in Malfoy (tra l'altro grazie per avermi suggerito quell'anime!), stydiaisreal, givemetheblackpearl, Becky_99, lalex, CSlover,  Chipped Cup, Em_
Spero di non essermi dimenticata nessuno, ho cercato di prendere tutti i nomi dal programma recensioni di ogni capitolo xD
Spero di non aver deluso le aspettative col finale, non volevo il solito lieto fine tipo "xx tempo dopo"... soprattutto perché mi avrebbe messo in crisi per il seguito!
Inizierò a postare il sequel tra circa una settimana credo, mi serve un po' di tempo per fare bene il primo capitolo, e iniziare a sviluppare le nuove idee, che se tutto va bene saranno in una decina di capitoli (e fu così che ne scrissi altri 30 xD no, scherzo ovviamente!).
E vabbé, buona Pasqua in anticipo se non dovessimo sentirci prima, anche se non sarà tanto buona dato che saltano OUAT, mannaggia! Ma perché, che male ci sarebbe nel trasmetterlo a Pasqua?! Argh!
Buonanotte a tutti, a grazie mille ancora una volta! Un abbraccio :*

   
 
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