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Autore: NihalHerondale    31/03/2015    0 recensioni
E se Asmodeo non avesse liberato Simon dal Marchio di Caino?
"Lui era un dannato, come le anime dell’inferno dantesco, lui era destinato a vivere per sempre, e veder morire tutti coloro che amava e che aveva intorno".
Genere: Erotico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Simon Lewis, Un po' tutti
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO II
“Il regalo di Natale”
 
23 dicembre 2024

 

Simon si svegliò dopo appena due squilli. Si alzò e corse a prendere il telefono. Era un messaggio di Isabelle: “ti aspetto fuori dormiglione”. Simon sorrise ed un brivido gli percorse la schiena al pensiero della sua bellissima fidanzata, che lo aspettava davanti al portone, pronta ad abbracciarlo e baciarlo come solo lei sapeva fare. Ancora non si era abituato del tutto alla sua ragazza, insomma lei era così bella con i suoi capelli lunghi e neri come i suoi occhi, mentre lui era un nerd, e un vampiro per di più. I signori Lightwood non lo avevano accettato subito, ma dopo poco, data l’ostinazione della figlia, erano stati costretti a rassegnarsi che la loro piccola stava con un Nascosto. E ora finalmente stavano insieme, ufficialmente, e questo a Simon aveva migliorato la vita, infatti non pensava più al Marchio di Caino, che bruciava sulla sua fronte sotto al ciuffo di capelli ricci. Non se ne preoccupava più da quando nella mente aveva solo Izzy.
Le poche volte in cui, dopo essersi guardato allo specchio, ci pensava una terribile paura lo affliggeva: la paura di vivere per sempre, un per sempre senza di lei.
Un’occhiata allo schermo del telefono gli ricordò che era il 23 dicembre, mancavano soltanto due giorni a Natale. Lui non lo avrebbe dovuto festeggiare il Natale, era ebreo, ma Clary aveva convinto tutti (compresi Jace, Alec e Isabelle, che non conoscevano nessuna delle feste dei mondani) a farsi sempre un piccolo regalino ogni  25 dicembre per mantenere viva la tradizione. Dopo poco tuti ci avevano preso gusto e lui ormai sapeva sempre cosa fare ad ognuno di loro, tranne che ad Isabelle. Aveva paura di deluderla. Ma quest’anno aveva trovato un bellissimo ciondolo di ametista di un viola intensissimo perfetto per Isabelle, così avrebbe ricambiato la collanina di rubino rosso, che si illuminava alla presenza di demoni, che lei gli aveva dato prima di partire per Idris.
Il suono del campanello lo risvegliò dai suoi pensieri. Si avvicinò al citofono, pronto ad uscire, e sentì Izzy parlare - Simon dai sbrigati! Sei peggio di me quando devo prepararmi per uscire!-
Simon rise e aprì la porta, si avviò per le scale, raggiunse il portone e lo aprì. Lei era lì, voltata di spalle, con indosso un delicato vestito color panna e sopra un pellicciotto nero che si confondeva coi suoi capelli corvini. Appena lo sentì si voltò e gli corse incontro. Gli saltò al collo e lo baciò, un bacio appassionato come se non si vedessero da tempo. Simon ricambiò e poi si staccò sorridendo.
-Ehi cosa fai? Vuoi mangiarmi? -
-Smettila stupido- disse Izzy ridendo. Poi gli prese una mano e lo trascinò oltre gli scalini dove però non resistette e lo strinse di nuovo a sé baciandolo.
-Ok signorina Lightwood, così mi costringe a chiamare la polizia per atti osceni in luogo pubblico-
-Signor Lewis lo faccia pure, ma solo se sarà lei ad ammanettarmi- disse maliziosa Izzy, e rise allo sguardo paonazzo di Simon che era arrossito fortemente-
-Ok dai Simon, ora basta e seguimi che devo darti il mio regalo di Natale-
-Isabelle ma oggi è il 23 eh! I baci ti danno alla testa secondo me-
Isabelle si accigliò e poi sorridendo disse - Sai, con gli attacchi alle fate e le rappresaglie che ci sono state negli ultimi tempi non abbiamo avuto molto tempo per stare insieme e credo anche che non potremo neppure scambiarci normalmente i regali come facciamo ogni anno, il Conclave chiede il nostro intervento continuamente, sono stufa ma siamo sempre shadowhunters quindi dobbiamo farlo-
-Tranquilla tutto si risolverà e comunque posso sempre venire con voi ad aiutarvi no?-
-E’ pericoloso Simon, devi avere un certo addestramento per poter combattere e poi le fate sono subdole lo sai-
- Izzy dimentichi forse che io ho il Marchio? - disse Simon indicandosi la fronte.
Izzy sospirò - Chiederò agli altri e poi ti dirò…ma vuoi ricevere il tuo regalo o no?-
-Ok fammi vedere via-
E poi, alzando gli occhi al cielo e unendo le mani, aggiunse - Ti prego fa che sia un’altra maglietta con scritto frasi del tipo “SI DICE WINGARDIUM LEVIOSA NON LEVIOSA’ ”!-
Izzy rise e rispose - Non capisco come facciano a piacere quelle cose ai mondani! Tutto ciò che è raccontato in quell’ Harry Topper per la maggior parte è falso!  -
Simon scoppiò a ridere e disse - Si chiama Harry Potter Isabelle-
Lei lo ignorò e lo prese a braccetto avviandosi lungo il vialetto che portava alla strada.
-Direzione Istituto- disse.
-Fra cento metri voltare a destra-
- Simon lo so dove è l’Istituto eh!-
- Stavo solo imitando un TomTom-
-Mmm non conosco nessuno di nome Tom-
-Lascia stare- rise Simon, lasciando Isabelle con una faccia più che perplessa.
 

L’Istituto si stagliava in mezzo alla vie trafficate di New York, Simon non riusciva ancora a vedere bene oltre l’incantesimo che lo nascondeva dietro ad una chiesa immaginaria, ma sapeva bene cosa c’era oltre. Il luogo dove la sua ragazza e la sua famiglia abitavano e tenevano sotto controllo tutta New York. I Nascosti non potevano entrarvi, ma a quanto pare il Conclave aveva fatto un’eccezione per lui, perché aveva aiutato molto gli shadowhunters nella guerra contro Valentine e poi quella contro il figlio Sebastian.
Isabelle lo tirò verso la porta del grande edificio che si aprì magicamente al suo arrivo. La sala di ingresso era abbastanza grande e molto antica come la maggior parte del resto dell’Istituto. Salirono le scale e Simon fu costretto a mettersi a correre lungo il corridoio, mentre Izzy lo tirava ripetutamente ridendo. La loro corsa fu però interrotta dall’uscita di Maryse Lightwood dalla biblioteca. Appena li vide sorrise e poi esordì – Ciao cara, ciao Simon-.
-Buongiorno Maryse -
-Ciao mamma…mm… st..stavo portando Simon, cioè… insomma…lo portavo dal suo regalo… cioè, voglio dargli, Natale sai…
-Isabelle va tutto bene?-
-Si si mamma, ci vediamo dopo - disse Isabelle rossa in viso.
Maryse se ne andò parlando fra sé e Izzy fece un sospiro di sollievo.
-Cosa non volevi dirle Izzy? - disse Simon.
- Ciò…che voglio fare- disse lei sbrigativa.
-Ma mi stai solo per dare il tuo regalo - disse Simon perplesso.
- Appunto, lei non sa che cosa è - disse Isabelle, che non lasciò il tempo di rispondere a Simon, perché si rimise a correre.
Arrivati davanti alla porta della sua camera lei l’aprì e disse a Simon di aspettare seduto sul letto. Poi chiuse la porta a chiave e sparì nel bagno.
- Izzy ma cosa fai, si può sapere? -
-Un attimo Simon non essere impaziente, ne varrà la pena te lo giuro -
L’attesa aumentò la curiosità di Simon che adesso non sapeva proprio cosa aspettarsi. Poi la porta del bagno inziò ad aprirsi e spuntò una mano che lo salutò. Simon rise e disse - Izzy dai ma che fai!
- Adesso chiudi gli occhi e promettimi che non li riaprirai finchè non te lo dirò io -
- Ok - disse rassegnato Simon e chiuse gli occhi.
Sentì Isabelle che spostava i libri abbandonati sul letto e spostava i vestiti impilati sopra.
- Bene ora puoi aprirli…Buon Natale signor Lewis-
Simon aprì gli occhi sorridendo, ma, non appena gli fu visibile tutta la stanza e Isabelle in piedi di fronte a lui, il sorriso gli sparì dalle labbra sostituito da una bocca semiaperta e occhi sgranati.
Izzy si trovava in piedi davanti a lui con un braccio su di un fianco e una gamba flessa, ma ciò che sbalordiva Simon, era quello che indossava, o meglio quello che non indossava. L’unico pezzo di stoffa che copriva la sua pelle era un body super aderente nero con applicazioni in pizzo sul décolleté, che le copriva appena il seno e lasciava scoperte le sue lunghe gambe.
- Simon tutto bene? -
- S…Sei…bellissima -
- mmm…lo pensi davvero? - disse Isabelle avvicinandosi a Simon che sospirò affannosamente.
Poi gli prese le spalle e lo inchiodò al letto. Simon ancora con gli occhi sgranati disse – Izzy cosa fai? Non è una buona idea, di là c’è tua madre –
-Tranquillo ho chiuso -
Si mese a cavalcioni su di lui e poi gli tolse la maglia che nascondeva un fisico non scolpito come quello di Jace, ma sicuramente attraente. Lo baciò appassionatamente e Simon si lasciò andare a quel bacio stringendola con le braccia e sentendo la pelle morbida di lei le sue dita. Fece scendere le mani fino alle cosce di lei e la spinse leggermente più in basso. Lei allora si staccò dalle sue labbra e i suoi capelli ricaddero sul volto di Simon che la spostò sotto di lui. Lei colta di sorpresa strinse le gambe, rimaste avvinghiate ai fianchi di lui. Poi tolse la mano dalla sua testa e mentre lo baciava iniziò a sbottonargli i pantaloni. Con un calcio lui li allontanò e li fece cadere dal letto. Lei si girò sulla pancia e si scostò i capelli di lato mostrando a Simon la zip che chiudeva il suo completino. Lui deglutì a forza e prese la cerniera. L’abbassò, ma si fermò non appena iniziò a vedere la schiena nuda di lei.
- Simon…non resisto più - disse lei implorante.
Lui allora aprì tutta la zip che terminava appena sopra il fondoschiena di lei. Poi si spostò di lato per permetterle di sfilarsi il body. Lei si voltò, si mise a sedere e con un gesto rapido tirò le coperte verso di sé. Si infilò sotto invitando Simon a fare la stessa cosa. Lui la seguì e una volta sotto si tolse i boxer.
Lei si voltò dando le spalle a Simon e si sfilò il completino. Le coperte la coprivano dall’ombelico in giù e Simon non vide altro che la sua schiena nuda. Per un attimo sperò che le coperte fossero più in basso, ma poi si pentì subito del pensiero che aveva avuto, appena in tempo per vedere Izzy che si infilava sotto le coperte completamente e lo afferrava. Si strinse a lui e riprese a baciarlo. Lui sentiva i seni di lei scontrarsi contro il suo petto e si vergognò di ciò che avrebbe sentito Isabelle là sotto in quel momento. Lei invece sorrise e si staccò dalla morsa delle loro labbra.
- Simon Lewis ti amo-
- Anche io Isabelle Lightwood-
Poi lui si spostò sopra di lei che per un attimo esitò e trattenne il respiro quasi impaurita. Lui si fermò di colpo, ma lei gli fece cenno di continuare e lui la baciò. Quello fu il più bel bacio che si fossero mai dati, le loro labbra si schiusero e le lingue si incontrarono. Lei sospirò forte e lui gemette mentre gli accarezzava la schiena.
Si sorresse sui gomiti e aprì leggermente le gambe di lei lisce sotto il suo tocco. Lei spalancò gli occhi e lo guardò languida. Lui ricambiò lo sguardo e un attimo dopo era dentro di lei.
Il mondo esplose intorno a loro, lei vide solo scintille e lui. Il suo lui. Poi scoppiò a piangere.
Simon si fermò e la guardò sorpreso. -Niente Simon, non è niente, è solo che ti amo da morire-
Lui la baciò e continuò, continuò a farle vedere il fuoco. Nessuno dei due contò quanto tempo si fermarono in paradiso, poi si addormentarono abbracciati.
 

Il sole filtrava attraverso le persiane della finestra. Alec bussò forte alla porta non ottenendo risposta, stava iniziando a preoccuparsi. Allora decise di aprire, avendo sempre con sé una copia di ogni chiave dell’edificio per le emergenze.
-NO ISABELLE, TI PREGO- urlò non appena vide i vestiti a terra e la sorella abbracciata al vampiro sotto le coperte, poteva solo immaginare cosa avessero fatto.
-Non mi toglierò mai dalla mente questa immagine raccapricciante-
- Alec quando capirai che non devi entrare in camera mia senza bussare? - gli rispose la sorella arrabbiata e assonnata.
-Scusa è che non rispondevi e insomma pensavo…- disse, poi guardò Simon che distolse lo sguardo rosso di vergogna in viso.
-Vattene Alec! – urlò Izzy.
- Senti volevo solo avvisarti che c’è stato un nuovo attacco da parte di un gruppo di fate che ha ucciso per sbaglio un mondano, ci hanno chiesto di provvedere. Devo andare a chiamare Jace e Clary, poi partiamo. Spero di non beccarli come voi due…
-Arriviamo- disse Isabelle seccata.
-Cavolo anche alla Vigilia lavorate, peggio dei commessi del Mc Donald- disse Simon per sdrammatizzare.
-Non so di cosa tu stia parlando, ma ti conviene muoverti – concluse Alec disgustato e uscì dalla stanza.
-Scusalo- disse Izzy.
-Tranquilla-
E si baciarono.
   
 
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