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Autore: Sarapia    31/03/2015    7 recensioni
-Non rifiuto mai una tua sfida.- alzò gli occhi al cielo come se fosse ovvio, -Ma se vinco io sarai mia per una notte.- aggiunse malizioso.
Arrossii violentemente al pensiero dell' ultima volta che avevamo scommesso una posta del genere e quasi fui tentata di perdere di proposito. Naturalmente non avrei mai ammesso a voce alta una cosa del genere.
-KEI SEI IMPAZZITO?!- urlò all' istante Akira in mia difesa, ovviamente ignara della nostra ultima sfida.
Takishima si strinse nelle spalle senza staccarmi gli occhi di dosso, in attesa.
-Accetto! Perchè questa volta tanto vinco io.- ringhiai con convinzione
Incuriositi? allora cosa aspettate? entrate e leggete ^^
Vostra Sarapia
Genere: Commedia, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hikari Hanazono, Kei Takishima, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta
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La palestra era semi deserta mentre tutti si apprestavano a uscire; tutti tranne noi della Special A. Avevo un conto in sospeso con Takishima, e questa volta avrei vinto io!
-Allora? Ci stai o hai cambiato idea?- lo stuzzicai di proposito riscaldandomi con qualche saltello sul posto.
-Non rifiuto mai una tua sfida.- alzò gli occhi al cielo come se fosse ovvio, -Ma se vinco io sarai mia per una notte.- aggiunse malizioso.
Arrossii violentemente al pensiero dell' ultima volta che avevamo scommesso una posta del genere e quasi fui tentata di perdere di proposito. Naturalmente non avrei mai ammesso a voce alta una cosa del genere.
-KEI SEI IMPAZZITO?!- urlò all' istante Akira in mia difesa, ovviamente ignara della nostra ultima sfida.
Takishima si strinse nelle spalle senza staccarmi gli occhi di dosso, in attesa.
-Accetto! Perchè questa volta tanto vinco io.- ringhiai con convinzione posizionandomi dietro la linea. Akira ancora non sembrava convinta, ma Tadashi, in fondo alla palestra, stava già chiedendo se fossimo pronti.
-Pronta.- urlai in posizione, al che presi a correre con passi misurati. L' asta era a pochi passi da me, quindi eseguii alla perfezione tutti i movimenti e.... e uno, due, tre, salta!
Saltai, anche se sarebbe più corretto dire che volai oltre la barra già altissima.
Questa volta la vittoria ce l' avevo in pugno!
La sfida del salto in alto l' avevo scelta io, sapendo che era il mio campo di battaglia; scesi dal materasso appena in tempo per voltarmi e vedere Takishima quasi doppiarmi nel salto e cadere come un felino dietro di me.
-Beh, numero due, credo che anche questa volta abbia vinto io.- mostrò un sorriso gongolante, -Passo da te alle dieci.- mi strizzò l' occhio, e se ne andò come se nulla fosse lasciando sui volti di tutti delle espressioni intontite.
-NON CHIAMARMI NUMERO DUE!- ruggii invano.
-Tu.. lui.... avete...?- balbettò Akira senza crederci.
Arrossii in risposta e giurai di aver visto un sorriso divertito sul volto di Takishima mentre voltava l' angolo per andare negli spogliatoi, quindi Akira levò un urlo di quelli da far rabbrividire: era l' urlo della donna orso.
Sua per una notte.
Già non stavo più nella pelle!

-Per qualsiasi cosa chiamami, intesi?- ruggì Akira con fare serio, anche se non era molto credibile dato che ad aspettarla in macchina c' era Tadashi. Quei due! Appena potevano lo facevano in ogni luogo e senza pudore!
-Tranquilla, andrà tutto bene.- la rassicurai stringendole una spalla, dunque Akira salì in macchina e sparì via per le strade affollate.
Ryu e gli altri erano già andati via, e anche Takishima era sparito da un pezzo. O forse era ancora sotto la doccia. A quel pensiero avvampai e mi costrinsi a correre sino a casa per scaricare la tensione.
-Sono tornata!- ululai appena misi piede nell' ingresso.
-Ah, Hikari! Come mai ci hai messo tanto?- domandò mio padre corrugando la fronte.
-Ma come? Sono appena uscita da scuola.- protestai senza capire il suo sguardo indagatore né quello della mamma.
-Beh, Takishima ti aspetta di sopra. Dice che è urgente.- disse allora papà mentre io arrossivo fino alla punta dei capelli.
-C' è qualcosa che non va, cara?- notò la mamma con fare apprensivo, ma appena riuscii a muovere nuovamente i muscoli partii in quarta su per le scale ignorando le domande dei miei e sgattaiolando subito in cameretta sbattendo la porta alle mie spalle.
-Ah, sei tornata.- fece Takishima, seduto sul mio letto.
-Che diavolo ti salta in testa?!- urlai, ma lui fece spallucce con noncuranza e si alzò per guardare il tramonto fuori dalla finestra.
-Abbiamo una scommessa in sospeso, no?- inarcò un sopracciglio voltandosi.
-Sì ma...-
-Ci tenevo solo ad avvertirti che questa notte non andrò per il sottile come l' ultima volta. Quella era la tua prima volta e volevo che fosse perfetta, ma questa notte sappilo che ti farò venire fino a quando non ce la farai più.- era ormai giunto a un centimetro dal mio volto.
Quel pensiero mi faceva impazzire, tanto che mi sentii già bagnata.
-N...non sarà c..così semplice.- balbettai cercando di rimanere lucida.
-Oh sì invece. So bene che hai una grande resistenza, ma ricorda che non sei ancora riuscita a battermi. E questa notte te lo dimostrerò.- mormorò al mio orecchio.
Sentii un brivido percorrermi dall' interno e, quando le nostre labbra furono ormai vicinissime, mi sentii sciogliere dal desiderio di quel contatto. Potevo vedere i riflessi dorati delle sue iridi, quasi sentivo la morbidezza delle sue labbra sulle mie...
-Hikari, hai mica visto...?- fece mia madre aprendo la porta di scatto e irrompendo in cameretta, -Oh.-.
Già, oh.
Dietro di lei c' era anche mio padre, quindi intuii che non era proprio un “caso” che di colpo non trovasse qualcosa.
I miei ancora non sapevano nulla di quella storia, ma era palese che l' avessero intuito.
-Beh, allora io vado.- fece Takishima riprendendosi sicuramente prima di me, -Grazie per... l' illuminazione, Hikari. Ne terrò conto.-.
-E' forse una sfida?- lo provocai all' insaputa dei miei, quindi Takishima si voltò per studiare attentamente la risposta.
-Di cosa si tratta questa volta, ragazzi?- chiese mio padre sinceramente incuriosito.
Di vedere se Takishima riesce a farmi venire così tante volte da farmi perdere i sensi.
No, decisamente da non dire!
-E' una sfida di... resistenza.- rimase lui sul vago, -Ma tanto vinco io.-.
-Stai pur tranquillo che questa volta vincerò io!- risposi, sicura delle mie parole.
-Lo vedremo.-.
-Quando vi sfiderete?- insistette mia madre, che forse aveva annusato qualcosa nell' aria.
-Il prima possibile.- rispose ancora Takishima, infine salutò e si allontanò educatamente.
I miei genitori mi fissarono per qualche minuto prima di annunciare: -Non male Hikari, ma sappi che stanotte non vai da nessuna parte.-.
No, non arrossii. Diventai viola!
-Ma...ma... ma che sciocchezze andate dicendo! Ah ah ah, questa fa proprio ridere, ah ah.- sì, facevo pena con le bugie.
-Ti teniamo d' occhio, Hikari.- promise mia madre e così dicendo mi lasciarono sola a riflettere.
Come diavolo avrei fatto? Non mi sarei allontanata di lì tanto facilmente, e sicuramente Takishima non poteva venirmi a trovare a casa! Avevo purtroppo scoperto che facevo fatica a trattenermi. O forse era lui un po' troppo dotato, ipotesi che non escluderei.
Rimasi lì a scervellarmi sino a quando non mi chiamarono per la cena, e anche allora fui piuttosto assente.
Indossai un pigiama per inscenare la buonanotte e mi rimboccai sotto le coperte attendendo che cominciasse il giro di ronda.
Dieci meno un quarto fu l' orario della prima visita alla cameretta. Finsi respiri profondi per inscenare il mio sonno pesante e mia madre fu piuttosto convinta, quindi tornò di sotto.
Sospirai di sollievo e mi vestii rapidamente con la gonna della divisa scolastica e una maglia a caso pescata dalla sedia. Dopo appena dieci minuti udii un suono familiare e aprii con delicatezza la finestra per scorgere Takishima arrampicato con disinvoltura su un ramo dell' albero di fronte casa mia.
-Sei pronta?- mimò a voce bassissima, ma quando storsi la bocca comprese all' istante che qualcosa non andava; con un solo agile e silenzioso balzo fu sul cornicione della mia camera. -Qual è il problema?-.
-I miei. Hanno intuito tutto, temo.- mi morsi il labbro inferiore cercando ancora una soluzione.
-Ci penso io.- disse lui risoluto e, senza attendere oltre, estrasse il cellulare dalla tasca per formulare un numero a me fin troppo conosciuto.
Pronto?
-Akira, sono Key.-.
Brutto bastardo! Sei hai fatto qualcosa alla mia Hikari giuro che vengo lì e ti ammazzo e...
Sentii la sua voce a un metro di distanza, tanto che Takishima allontanò il telefono dall' orecchio.
-Dannazione, Akira, fai silenzio un attimo!- ringhiò Takishima cercando di non alzare la voce per non attirare qualcuno.
Che sta succedendo?
-Devi trovare il modo di far uscire Hikari di casa. Chiamala dal telefono di casa e fai in modo che sia urgente.- spiegò con risolutezza.
Perchè diamine non ci avevo pensato io?
Okay, ma se le fai qualcosa di sconcio, io...
-Pff, questa notte la faccio morire.- commentò Takishima con malizia guardandomi di sottecchi.
KEY AZZARDATI A DIRE UNA COSA DEL GENERE UN' ALTRA VOLTA E...
-Muoviti a chiamare.- si limitò a dire Takishima alzando gli occhi al cielo e attaccando la chiamata.
Senza attendere oltre portò una mano tra i miei capelli e mi trasse a sé in un bacio passionale e del tutto inaspettato; sicuramente ben accetto.
Ricambiai gettandolo sul mio letto e posizionandomi sopra di lui con desiderio, ma Takishima mi bloccò i polsi già sulle asole della camicia e sorrise: -Non ancora piccola, ora rimettiti il pigiama.- mi dedicò ancora un bacio fugace e si allontanò per passarmi il pigiama.
Udii la chiamata provenire da sotto, quindi accelerai i tempi sbottonandomi la gonna e scivolando agilmente nel pigiama rosa.
-Temo che ti doni troppo il rosa.- commentò accarezzandomi le gambe con lo sguardo, ma finsi di ignorarlo e tolsi anche la maglietta.
-Akira?- fece mia madre da sotto, -Calma, cosa è successo?-.
Mentre finivo di sistemare anche la maglia del pigiama dovetti constatare che Akira stava facendo proprio un' ottima interpretazione per spaventare così mia madre al primo tentativo.
-Sì, Hikari è di sopra.- rispose mia madre, dunque Takishima mi trascinò per i polsi a letto e mi gettò sotto di lui baciandomi il collo e tappandomi la bocca con le labbra quando quasi mi lasciai sfuggire un gemito.
-Shht, ora fai la brava bambina e aspetta.- mi baciò delicatamente un' ultima volta, e infine sparì dietro l' armadio un istante prima che qualcuno aprisse la porta. A stento mi feci trovare con gli occhi chiusi.
-Hikari!- mi svegliò mia madre scuotendomi leggermente, -Hikari svegliati per favore.-.
-Cos' è successo?- simulai una voce impastata.
-Akira, la tua amica, temo non stia bene. Ha dei problemi col ragazzo, credo... tieni, parlaci tu.- mi passò il telefono, al che Akira prese a urlarmi contro.
Che diavolo ti è preso? Vuoi seriamente passare la notte con lui! E non è nemmeno la prima volta da come ho capito. COSA ACCIDENTI TI PASSA PER LA TESTA!?!?
Fortuna che mia madre si era allontanata!
-Ehm... tranquilla Akira, vengo subito da te.- improvvisai aspettandomi di incontrare lo sguardo furioso di mia madre, ma lei sembrava stranamente comprensiva.
Domani voglio sapere tutto!
-Sì, certo. A dopo.- e attaccai, mentre mia madre mi passava i primi abiti che trovò sulla sedia. Guarda caso proprio quelli che mi ero appena sfilata.
-Porta anche la divisa se vai da lei, così domani mattina sarai già pronta.- mi raccomandò passandomi tutto il necessario.
Più di una volta passò a pochi centimetri da dove era mimetizzato Takishima, ma grazie al cielo lui era immobile come una statua.
Mi vestii con tanta rapidità che nemmeno mia madre quasi se ne accorse, infine raccattai tutto il necessario nella borsa per la scuola.
-Hai tutto?- si assicurò la mamma.
-Certo, grazie mille mamma.- le scoccai un rapido bacio sulla guancia pensando al doppio senso di quella situazione.
-Di nulla tesoro, stalle vicino.-.
Stagli vicino, la corressi a mente. Figurati, non mi sarei staccata un solo istante da lui!
-Vuoi che papà ti dia un passaggio?- domandò ancora quando scesi le scale in due soli balzi.
-No no, tranquillo. Ha detto... ha detto che mi fa trovare un' auto qui vicino.- improvvisai, ma nessuno dubitò delle mie parole, quindi uscii di casa prima che potessi fare qualcosa per tradirmi.
Voltato l' angolo Takishima era già al mio fianco.
-Fai davvero pena a mentire.- osservò come se non fosse ovvio, ma io non gli risposi e al contrario domandai dove stessimo andando. -Facciamo una gara fino a scuola?- propose.
-Certo!- accettai di buon grado, al che impiegammo un solo istante in posizione e partimmo sfrecciando per le strade deserte.
Tenni il suo passo per almeno un chilometro, ma agli ultimi cinquecento metri Takishima mi sorpassò e si fermò appena in tempo per offrirmi la mano all' arrivo.
-Spaccone.- commentai alzando gli occhi al cielo, quindi entrambi sorridemmo divertiti e scavalcammo il cancello senza fatica.
Entrare alla serra non era affatto difficile dopo tutti quegli anni, quindi impiegammo poco ad accedervi e guardarci intorno incantati. La serra di notte era uno spettacolo senza precedenti.
Takishima mi prese per mano guidandomi per la serra sicuro di sè, sino a quando non ci trovammo dinnanzi a una schiera di enormi letti a baldacchino.
-E questi?- esalai sgranando gli occhi. Non sapevo che ci fossero dei letti!
-Immaginavo non ne sapessi nulla dato che non ti fermi un secondo.- commentò conducendomi sino a un letto dalle spesse trapunte verdi. -Ne abbiamo a disposizione uno a testa, anche se credo che a sfruttare di più il proprio letto sia Tadashi. O forse è l' unico.-.
Rimasi dinnanzi a quel letto dall' aria invitante per qualche istante, dopo di che sentii Takishima avvicinarsi a passi lenti dietro di me per cingermi la vita.
Solo a quel contatto rabbrividii dal piacere, quindi le sue mani scesero ad accarezzarmi le cosce per salire sotto la gonna mentre con la lingua tracciava piccoli cerchi concentrici sul mio collo.
-Ti farò impazzire.- minacciò al mio orecchio alzando un lembo della mia maglietta sino a sfilarmela dal capo. Gettò l' inutile indumento lontano da noi e mi spinse sul letto liberandosi delle fastidiosi cortine verdi di pesante velluto.
-Provaci.- risposi a tono un istante prima che mi baciò di nuovo. Le nostre lingue si incontrarono ed entrarono in simbiosi tanto che mi chiesi come avessi fatto a vivere prima di allora. Lentamente Takishima scese tra i mie seni e lasciò una scia di baci lungo il ventre, sino alla gonna, che in qualche modo aveva già tolto senza che me ne accorgessi.
Inarcai la schiena e con le dita tentai di slacciare la sua camicia bianca per rivelare il fisico asciutto assolutamente perfetto, ma lui mi respinse indietro con un sorriso divertito. Mi baciò nuovamente il basso ventre  e intanto insinuò una mano tra i miei slip facendomi bagnare tutta. Con un solo movimento lanciò via gli slip e si chinò sostituendo la lingua alle dita, tanto che gemetti senza più riuscire a trattenermi. Non avrei resistito ancora per molto, ne ero più che certa, ma Takishima mi teneva bloccata; alla fine non riuscii più a trattenermi e venni con un gemito incontenibile mentre Takishima risaliva su fino al seno con aria soddisfatta.
-Ho appena cominciato, te lo assicuro.- soffiò allungandosi davanti a me. Questa volta riuscii a sbottonare la camicia e togliergliela definitivamente, liberando quegli addominali scolpiti che minacciavano di farmi venire tutte le volte solo a guardarli.
Tentai con un po' di goffaggine di sganciargli anche la cintura, ma Takishima mi precedette e fu decisamente più rapido.
Mentre si alzava un poco per sfilarsi i pantaloni ne approfittai e riuscii senza fatica a ribaltare le posizioni. Takishima non parve troppo colpito dalla mia audacia e lasciò che gli  togliessi i pantaloni per poi accarezzargli l' evidente erezione.
-Dio, Hikari, così mi ucciderai.- sussurrò, quindi decisi di liberare la sua erezione. Credevo fosse impossibile, ma quella volta mi chiesi se fosse persino più grosso dell' ultima notte!
-Paura, Hikari?- mi provocò, ma certamente stava sbagliando tattica se pensava che mi sarei ritirata così facilmente!
Scesi dal letto in ginocchio e mi avvicinai a lui godendomi il suo sguardo smarrito l' istante prima che lo prendessi in bocca.
-Oh Dio... Kikari...- gemette senza controllo e sentii la sua mano spingermi il capo verso di lui mentre lo facevo godere.
Mancava ormai poco, lo sapevo io e sicuramente lo sapeva anche lui, quindi non so dire con quale forza di volontà riuscì a riscuotersi e a riportarmi sotto di lui.
-Bel tentativo, lo ammetto. Questa volta sei andata davvero vicina alla vittoria ma non ti lascerò vincere.- disse con risolutezza e, senza attendere oltre, lo sentii entrare in me.
Mi penetrò quasi con violenza rispetto alla prima volta, ma non ne ero affatto dispiaciuta.
Gemetti il suo nome e gli graffiai la schiena quando aumentò il ritmo delle spinte. Venni una seconda volta quasi senza accorgermene e al terzo orgasmo facevo ormai fatica a rimanere cosciente. Takishima cambiò posizione prendendomi da dietro, ma anche lì il risultato fu lo stesso. Quando infine mi portò alla posizione di partenza e venni ancora e ancora, sentii il mio corpo allo stremo delle forze e del piacere.
E alla fine fui investita dal suo orgasmo travolgente. Venimmo entrambi urlando senza riuscire a far nulla per trattenerci e rimanemmo immobili a fissare il tetto del letto, il suo seme caldo che ancora scivolava tra le mie gambe rigide.
Non avevo più fiato e sinceramente ero addirittura sorpresa di non essere ancora svenuta. Anche Takishima aveva il fiato corto affianco a me, ma ebbe comunque la forza di attirarmi al suo forte petto lasciandomi lì accoccolata.
-Sei ancora sveglia.- constatò stupito, -Hai vinto.-.
Quella consapevolezza mi fece guadagnare qualche energia in più, giusto una manciata per sgranare gli occhi e voltarmi verso il suo viso.
-Ho vinto.- ripetei quasi senza crederci, -Ho vinto.-.
-Sì, hai vinto.-.
-E qual è il mio premio?- domandai lottando per rimanere ancora vigile.
-Il mio eterno amore.- rispose Takishima, e finalmente potei cadere addormentata tra le sue braccia con un sorriso sul volto. Il suo eterno amore stretto nel mio cuore.

-KEY TAKISHIMAAAA!!!!- urlò una voce svegliandoci entrambi di soprassalto. Dinnanzi a noi stavano tutti i membri della Special A con a capo un' Akira più adirata del solito.
-Buongiorno anche a te.- bofonchiò Takishima di buon umore assicurandosi che fossi coperta dalla spessa trapunta.
-CHE DIAVOLO STAI FACENDO?!?!- sbraitò Akira prendendo a lanciargli contro tutti i cuscini che trovava a portata di mano.
-Dannazione, Tadashi, tienila ferma!- imprecò Takishima divertito stiracchiandosi.
-Fosse facile.- protestò Tadashi cercando di allontanare Akira, ma per farlo dovettero intervenire anche Ryu e Jun.
-Guarda che capelli la mia povera Hikari! E' colpa tua se è in quelle condizioni!- sbraitò ancora Akira mentre faticavo a non scoppiare a ridere dinnanzi a lei.
-Ma dai, Akira! Sai che stanotte ho vinto io?- annunciai invece tutta gongolante mentre tutti si voltavano verso di noi.
-Hai vinto? Contro Key?- fece Tadashi sgranando gli occhi.
Megumi mostrò un cartello: “In cosa consisteva la sfida?”.
Anche Akira ora era immobile per la curiosità. Scambiai uno sguardo con Takishima per valutare se avevo detto un' imprudenza, ma lui sembrava più che tranquillo nel rispondere: -Se fosse riuscita a rimanere sveglia fino al mio orgasmo avrebbe vinto.-.
Detto così non mi stupii che Jun quasi svenne. Tadashi sgranò gli occhi e subito si voltò verso Akira.
-TAKISHIMAAAAAAA!!!!-.

Ciao popolo di EFP! Amo troppo la coppia Hikari Takishima *^* anzi, a essere sincera amo in particolar modo Takishima ahahahah
Spero che la fanfic vi sia piaciuta ^^ in questo caso laaaasciate una recensione :D
Ovviamente sempre vostra, Sarapia <3

 

 

   
 
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