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Autore: Anonimadelirante    31/03/2015    5 recensioni
“A Derek piacevano le donne. […] Ed era esattamente per questo, che Derek, alle sei di domenica mattina, stava immobile, con la sua migliore espressione corrucciata. Perché proprio non capiva. […]
«Belle mutande.» lo sfotté con un ghigno. Un'altra cosa innaturale era la sfumatura pomodoro che prese il viso del ragazzo.”

Perché a Derek piacciono le donne, è vero, ma Stiles è--
(preslash!Sterek)
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Warnings: stupidaggini. Tante. E contesto vago, generale o nullo che dir si voglia. Idealmente verso la 2S o all'inizio della 3S. Insomma, in periodo Scallison o quasi. PreSlash!Sterek
Word Count: 649 w.
Disclaimer: niente di mio, non ci cavo un soldo bucato. Se ci avessi messo lo zampino, non sarei qui a rosicare in attesa della 5S
N/A: pre-slash!Sterek, per la gioia delle SterekShipper (? – o disperazione? Perché è una scemenza. Io vi ho avvertito.)
(Le sei, a sentir quella sclerata di Holly, son anche troppo tardi, per andare a fare shopping. Io concordo. Non si passa mai abbastanza tempo in libreria.)
(PollyWonka mi odia cortesemente e suo padre si domanda se devo aprirla io, quella dannata libreria. Credimi, padre di LaReDelCioccolato, non mi dispiacerebbe)
— C'era una volta una recensoraH, anche detta Ibincompresa, che faceva troppi complimenti per non ispirare una delle mie scemenze.
Era una cosa migliore, Ib, nella mia testa, te lo assicuro.
Sorry.

 

 

 

 

 

A Derek piacevano le donne
(o anche: già, oh.)


 

 

A Derek piacevano le donne.
Sì, insomma, non aveva avuto una gran fortuna in materia fidanzate, lo doveva ammettere, però... però – ecco, pur sempre di donne si trattava. Di femmine.
Ed era esattamente per questo, che Derek, alle sei di domenica mattina, stava immobile, con la sua migliore espressione corrucciata. Perché proprio non capiva.
Perché c'era qualcosa di dannatamente malato, nell'effetto che gli faceva quello Stiles tutto stropicciato e gonfio di sonno, gli occhi socchiusi e i capelli sparati in direzioniumanamente inconcepibili, che gli era andato ad aprire.
Cavolo, sì.
Decisamente malato.

 

 

***

 


Stiles, nell'ordine, strabuzzò gli occhi, sobbalzò e gesticolò furiosamente nell'aria, soffocando in un grumo di saliva: «Cos- Ma che caz... Che ore sono?!»
Derek non si scompose: «Le sei.»
Il ragazzo annuì sovrappeso. «Mh. Le sei... Le sei di mat- le sei di domenica mattina! COS'È SUCCESSO, EH?! COSA È SUCCESSO!» strillò superando di qualche decibel la soglia legale – perché c'era qualche tipo di legge che impediva agli Stiles di tutto il mondo di essere così sclerati di prima mattina, vero? A quanto pareva no – «Chi? Chi è morto, Derek?!» il ragazzino si lanciò sul licantropo scuotendolo violentemente.

«Cos- Aspetta», ringhiò lui, scrollandoselo di dosso, «Eh?! Nessuno, spero.»
Stiles tentò malamente di non ruzzolare giù dal gradino che li separava: «E allor- Be', è domenica mattina. Le sei», precisò, con aria saputa. Derek alzò gli occhi al cielo, imponendosi la calma: «Sì», lo assecondò.
«Le sei. Di domenica. Mattina. Durante le vacanze estive. Dio! Se non è morto qualcuno non c'è assolutamente nessun motivo di...»
«Stiles.»
«Tu sei pazzo, che cacchio ci fai già sveglio a quest'ora?! E soprattutto, cosa ci fai qui
«Stiles.»
«A casa mia. Casa mia! Cosa ci fa Derek Hale a casa mia?! E perché alle sei! Non potevi, che so, fare la persona normale e-»
«Stiles
«Ma no! Figurarsi, Derek Hale che f- impensabile, no? Cos- ahia!»
Derek Hale, con tutto quello che gli era capitato, si vantava di saper controllare i suoi istinti più che bene, ma, dannazione!, Stiles Stilinski era semplicemente insopportabile.
E poi non gli aveva sbattuto la testa contro il muro così forte.
Era lui che era una femminuccia. Decisamente.

 

 

 


«Oh
Già. Oh. Che idiota.
«La riunione, vero?»
Derek fece un cenno d'assenso, inarcando pericolosamente un sopracciglio.
«E...»
«Mi ha mandato Scott. Diceva che stavi lavorando a non-so-che-caso e che non ti saresti ricordato di sicuro.»
«Oh. Già, sì. Be', ma chi cavolo ha deciso quest'orario da suicidio, precisamente?!»
Derek si passò una mano sul viso, sconsolato: «Lydia. Deve andare... non mi ricordo, da qualche parte a fare shopping, dopo.»
«E ci deve per forza... Comunque le sei sono inaccettabili
In linea di massima, Derek sarebbe stato d'accordo. Le sei. Di mattina. Un gruppo di adolescenti complessati nel suo loft. Era decisamente troppo.
In linea di massima, certoMa a parlare era Stiles Stilinski, che a Derek continuava a fare un effetto decisamente malato e altrettanto inspiegabile.
«Zitto. E vestiti, magari», mormorò in un ringhio pericolosamente basso, gli occhi socchiusi.
Fu la volta di Stiles di rimanere interdetto.
Prima di abbassare lo sguardo sui boxer a paperelle e su, be', nient'altro.
«Oh.»
Già. Oh.

 

 

***

 


A Derek piacevano le donne.
Era stato con Paige, con Kate e un altro paio di ragazze. E c'era Breaden, che gli ronzava attorno in maniera tutt'altro che fastidiosa o sgradita; però...
Però.
Non era neppure sicuro che potesse essere naturaleSicuramente non era normale.
...però Stiles continuava a fargli un effetto strano e assurdo e anormale.
E malato, ovviamente.
«Belle mutande», lo sfotté con un ghigno. Un'altra cosa innaturale era la sfumatura pomodoro che prese il viso del ragazzo.
Già.
E la conclusione a cui saltò quella mattina, oltre a essere innaturale e malata e paurosa, era preoccupante.
Perché, sì, a Derek Hale piacevano le donne.
Ma Stiles Stilinski era- be', era, semplicemente.
Oh. Merda.
Già: oh.

 

 

 

  
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