La giovane saluta il mercante di vino che proclama le sue merci, con le botti di castagno impilate alle sue spalle;un bambino, forse suo figlio, gli sta accanto. Ha occhi chiarissimi, quasi color sabbia, tipici della sua popolazione, gli abitanti della città di Bravoos. La carnagione scura è solcata da cicatrici, graffi e sporcizia. Mentre l’adolescente cammina, con i capelli rossi e ricci sciolti sulle spalle, il suo abito di cuoio e pelle rimane immacolato, nonostante il fango del mercato in cui si trova; dietro di lei delle ancelle portano grossi cesti, che ogni tanto si fermano a riempire con della frutta; hanno i capelli scuri, e gli occhi profondi dal taglio orientale dei Dothraki. La regina continua a camminare, il portamento altero e fiero di un nobile, le mani bianche e delicate come quelle di una danzatrice. Ha poco più di sedici anni, ma ha già un regno alle sue spalle; lo stemma dei Targaryen, un drago a tre teste inciso nel bronzo, le scintilla sulla cinta. I suoi riccioli sono volute di fuoco e fiamme, i suoi occhi sono campi bruciati. Lo sguardo del drago la attraversa, e, d’improvviso, il mercato s’incendia. Di luce, di ricchezza, dello sguardo della Khaleesi che sta passando, bellissima, tra i suoi sudditi.