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Autore: shithappens    01/04/2015    3 recensioni
Risveglio mattutino di Ian e Mickey.
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: Lemon, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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L'orologio sul comodino segnava le sette e venticinque e l'aria del mattino aveva già pervaso ogni cosa: l'ossigeno lentamente danzava e si espandeva nella stanza, impossessandosi di tutto; la luce si intrufolava guardinga tra le tende e cercava con ogni modo di aprire la sua via nel buio. Tutto sembrava al proprio posto, tutto riposava in quella quiete fuggevole e momentanea.
Ian aprì gli occhi in quel dolce tepore, respirando il sapore di una nuova giornata, e la prima cosa che riuscii a guardare davanti a sé furono le sue mani intrecciate a quelle di Mickey; osservò i lineamenti duri delle nocche del ragazzo, che scendevano e si intrecciavano, si inseguivano e si rincorrevano in quello che sembrava un percorso infinito; guardò poi i suoi tatuaggi e, infine, sorrise, pensando ai momenti in cui era stato privato di quelle mani, di quando le sue dita avevano stretto il vuoto, desiderose di aggrapparsi ad una flebile speranza e certezza.
Lentamente sciolse l'abbraccio e spostò le coperta, quindi, si piegò su di un lato e si sedette sul letto; nella sua mente fotografò ogni istante, quasi avesse paura tutto potesse finire da un momento all'altro, e solo allora decise di alzarsi.
Le mura di casa Milkovich lo circondavano e ogni parete sembrava raccontare una storia: crepe, macchie, buchi e poster, tutto aveva un suo percorso e il ragazzo a volte aveva addirittura paura di chiedere a Mickey del suo passato perché sapeva bene le pene da lui sofferte e le punizioni subite. Allora taceva e gli teneva quelle mani, si stringeva a lui per dirgli che lui era lì, lui c'era e non lo avrebbe lasciato scivolar via.
Percorse i corridoi e, arrivato alla cucina, decise di cucinare dei pancakes. Non aveva mai portato la colazione a letto al suo ragazzo, aspettava sempre che si alzasse anche lui per mangiare insieme. Trovato tutto il necessario, si mise al lavoro, impaziente di vedere la reazione di Mickey. In quei giorni di trovata tranquillità, amava immaginare il loro futuro, le cose che avrebbero fatto e le avventure ancora da vivere. A volte vedeva sé stesso con un ottimo lavoro, soldi a sufficienza, sposato e senza paure o incertezze. Quella nuova libertà aveva donato a Ian una differente e positiva visione del mondo e, nonostante la sua vita misera e povera, si sentiva pienamente soddisfatto di quel che aveva. Non sapeva quali pensieri nascevano e morivano nella mente di Mickey, ma amava credere che anche lui vedesse per loro due un futuro insieme.
E così, mentre si perdeva nelle sue stesse riflessioni, non si accorse dell'olio che schizzava e si posava sulla mano; velocemente si ritrasse, ma la sua schiena si scontrò con qualcosa.
"Ehi, Ian, calmati." - disse Mickey, sfoggiando un sorrisino, mentre lentamente poggiava le sue mani sui fianchi del ragazzo, con le sue dita che correvano sui lembi di pelle scoperta di Ian. Si alzò poi in punta di piedi e, ancora così abbracciati, diede un bacio sulla guancia al suo ragazzo. Ma Ian non gliene diede il tempo e si girò su stesso, sciogliendo quell'abbraccio e intrecciando le sue braccia dietro la schiena di Mickey.
"Ma io sono calmo." - disse, mentre avvicinava il suo volto a quello del ragazzo. I loro occhi vagavano sui rispettivi volti, indagando ogni sorriso, cercando di imprimere nella mente quel momento.
Ian avvicinò lentamente le sue labbra a quelle Mickey e, come se avesse paura di rovinare quel momento, le unì a quelle del ragazzo. I loro corpi erano lì tra quelle mura segnate, abbracciati stretti, e si incastravano uno sull'altro, bruciandosi reciprocamente dalle carezze e dai baci rubati; proprio come una fiamma si consumavano e si cercavano, le loro labbra si chiudevano e si inseguivano e insieme si univano, per esplodere infine in tante piccole scintille.
  
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