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Autore: Nono23    02/04/2015    2 recensioni
Un pomeriggio piovoso, una visita inattesa, due innamorati, una doccia, un telefonata, la loro prima volta e... tante risate! Una one-shot sulla mia coppia yaoi preferita! Mi pacerebbe ricevere vostre recensioni, commenti e critiche per migliorarmi e non commettere gli stessi errori in futuro.
Dedicata a tutte le amanti della coppa Holly/Tom, in particolare Kitsune999.
Genere: Comico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'L'Artista e il Capitano-Love Story'
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Stavano insieme da due mesi oramai, ma nessuno a parte Patty lo sapeva. Avrebbero dovuto dirlo, prima o poi, ma ancora non se la sentivano di gridarlo ai quattro venti per sentirsi addosso gli sguardi… strani… dei compagni. Quel giorno in casa Becker non c’era nessuno all’infuori del ragazzo, che si stava rilassando leggendosi un buon libro seduto comodamente sul divano. Fuori c’era un temporale spaventoso che non sembrava intenzionato a smettere. A un certo punto sentì suonare il campanello e, controvoglia, si alzò. Si diresse verso la porta e far smettere il disturbatore, che premeva insistentemente il pulsante. Con un’espressione corrucciata degna di Premio Oscar, aprì e il suo viso non cambiò di una virgola alla vista della persona:
<< Avevi intenzione di lasciarmi fuori a congelare ancora per molto?>> domandò rabbrividendo Hutton e appendendo con poco riguardo il cappotto all’appendiabiti dell’ingresso.
<< Veramente non mi aspettavo una tua visita.>> rispose con nonchalance e aggiunse: << Immagino tu abbia freddo. Vuoi una tazza di thè verde?>> chiese aspettandosi una conferma che non tardò ad arrivare.
<< Cosa stavi facendo?>> chiese incuriosito dal libro aperto capovolto sul tavolino basso del salotto, dopo che si erano accomodati sul sofà con in mano una tazza di thè bollente.
<< Leggevo.>>
<< E cosa, di grazia?>>
<< Le avventure di Sherlock Holmes.>>
<< Di chi?>> chiese lui con faccia di uno che aveva sentito una bestemmia in aramaico.
<< Di Sherlock Holmes! Il più famoso detective ideato da Arthur Conan Doyle! Possibile tu non l’abbia mai sentito nemmeno nominare!>> disse lui scandalizzato da tanta ignoranza.
“ Ma perché proprio idiota me lo sono scelto il fidanzato?!?”
<< Scusa, scusa! Non te la prendere così, ma non leggo quella roba…>> rispose mettendo in avanti le mani.
<< Tu non leggi, punto.>> frecciò lui. Il compagno fece una smorfia di disappunto sapendo già che era nel torto e non poteva ribattere.
Prese in mano il libro, vi mise il segnalibro, lo chiuse e si alzò per riporlo in una piccola libreria in legno di noce accanto al camino momentaneamente spento. Si risedette al suo fianco e nel movimento lo sfiorò su una spalla. Portava i vestiti inumiditi dalla pioggia e entrambi furono percorsi da un brivido, ma non capirono cosa volesse significare.
Appena finito il thè, Tom si diresse in cucina con le due tazzine per lavarle e urlò ad Hutton:
<< Holly, perché non vai a farti una doccia? Se dovessi indossare ancora per molto i vestiti umidi ti ammaleresti.>>
<< Lo so, ma non ho il cambio!>> rispose lui dal salotto.
Becker, che stava riponendo al suo posto le due stoviglie, si sbattè una mano sul volto, pensando:
“Okay Tom, conta fino a dieci… uno… due… tre…”
<< Te li presto io, altrimenti non ti avrei proposto la cosa.>> cercò di apparire calmo.
<< Come vuoi. Dov’è il bagno, allora?>>
<< Vieni ti accompagno.>> gli mostrò la porta e si dileguò dicendo che gli andava a preparare i vestiti sul suo letto.
Dal canto suo, Holly iniziò a spogliarsi e si guardò allo specchio.
“ Cos’è questo calore che provo da quando Tom mi ha sfiorato? Non riesco a spiegarmelo, ma sento brividi che partono dal basso ventre e salgono sino alla punta dei capelli, se solo ci ripenso. Cavolo, di nuovo. Sarà meglio che vada sotto l’acqua e lavi via il freddo del temporale che c’è là fuori…”
Intanto i pensieri di Becker non erano molto diversi. Una differenza, però, li separava: lui era consapevole di volerlo, di farlo suo. Voleva fare l’amore con lui e arrivare all’estasi insieme. Con lui e nessun altro.
Si era perso nei suoi pensieri che non sentì neppure la porta della sua camera aprirsi. Si girò di scatto e ciò che si ritrovò a dieci centimetri di distanza gli fece perdere almeno tre battiti cardiaci.
<< Holly! Mi hai fatto prendere un col…>> non riuscì a completare la frase perché la lingua del Capitano gli si era infilata in bocca senza preavviso. Lui dapprima spalancò gli occhi neanche avesse visto un alieno (in realtà pensò che fossero venuti a sostituire il vecchio timido Holly con uno tremendamente malizioso e audace! E li ringraziò pure!), poi li chiuse, beandosi del contatto. Furono costretti a staccarsi per mancanza di ossigeno, ma nei loro occhi era presente una nuova luce: quella dell’amore “materiale”. Ora non era da solo a volerlo fare ( alleluia, pensò!) e ne ebbe la conferma quando il numero dieci iniziò a baciargli le labbra tutt’intorno. Una mano scorreva velocemente sotto la maglietta di Tom, il quale fremeva e ricambiava il gesto tuffandone una nei capelli corvini di lui e una sul suo petto rimasto nudo e caldo dopo la doccia.  Presi dalla foga, Holly strappò letteralmente la camicia di Becker, la gettò sul pavimento e fece aderire perfettamente i loro addomi, che sembravano come due pezzi di puzzle che s’incastravano tra loro. Sentivano il piacere l’un dell’altro strofinarsi contro i propri bacini. Erano eccitati. Questo era palese e vistoso. Avevano il fiatone ed erano senza pantaloni. Praticamente l’unica cosa che li separava da un appagamento totale erano gli slip di uno e l’asciugamano ancora in vita dell’altro. Stavano per togliere anche quella frontiera quando in lontananza sentirono un rumore ovattato. Non gli diedero peso finché non s’insinuò nella loro testa. Tom fu il primo a recuperare un po’ di lucidità e a scollarsi da Holly con non poca fatica, dovette ammettere a sé stesso.
<< Ehi! Ma che modi!>> mise quel broncio che aveva il potere di mandare in confusione l’Artista del campo, ma si sforzò di non notarlo. Gli mise tra le braccia un cuscino dicendogli:
<< Tieni, se vuoi puoi andare avanti a sbaciucchiarti con questo finché non trovo il telefono… Ah! Eccolo!>> lo prese in mano e rispose, mentre Hutton mugugnava qualcosa d’incomprensibile.
<< Papà, ma che sorpresa! È successo qualcosa?... sei dal meccanico? Come mai?>>
<< Forse perché gli si è fermata l’auto?>> disse Holly ironico.
<< Idiota! …Eh? Nonononono! Non dicevo a te, papà! C’è qua Holly… Come a fare che? A… a… a chiacchierare un po’, sai schemi di gioco, organizzazione dell’attacco e della difesa… EhEhEh!>>
Siccome si stava spazientendo e aveva il bisogno impellente di soddisfare certi bisogni con lui, decise di torturarlo un po’. Iniziò a baciarlo sul collo, passando delicatamente una mano sulla colonna vertebrale. Dal canto suo, Tom si mordeva il labbro inferiore per cercare di resistere, ma ogni tanto fremeva. Sentiva che presto sarebbe arrivato a gemere, quindi, prima di fare figuracce, cercò di allontanare il suo compagno, ma non vi riuscì.
Giacché Tom non accennava a chiudere la conversazione, decise di passare alle maniere forti: il solletico! Sapeva che lui lo soffriva come nessun altro. Aveva iniziato sui fianchi, poi risalì sulle ascelle sino al petto e cingendolo da dietro gli impediva la fuga. Nel frattempo Tom si contorceva come un’anguilla per sgusciare via dalla sua presa salda come quella di una tenaglia.
<< H-Holly!... S-Stai… Ahahah!  Stai fermo! AHAHAHA!>> suo padre lo stava dando seriamente per pazzo a furia di stare con il pallone e con Holly.
<< Vabbè, ti lascio. Ricordati che starò in hotel stanotte! Ciao!>> non sospettava nulla, si ritrovò a pensare suo figlio, “ Che fortuna sfacciata!”. Chiuse salutandolo e si girò verso Hutton con sguardo birichino e di vendetta.
<< Hai svegliato can che dorme? Ora ne subirai le conseguenze!>> gli saltò addosso, atterrandolo sul letto e salendogli a cavalcioni iniziò a provocarlo in tutti i modi: evitava le sue labbra che sentiva bramosie del suo diretto contatto, arrivava a toccarlo sino al basso ventre e poi risaliva svelto. Si strusciava sul suo petto e lo sentiva gemere del piacere. Poi decise di accontentarlo e tolse quell’ultima barriera che li divideva. La mente venne completamente annebbiata dal profumo dell’altro e dalla voglia possedersi. Il loro amore sfociò l’un nell’altro, finché ansimanti, stanchi, accaldati ma decisamente appagati si stesero abbracciati su quello che era il teatro della loro passione.
<< L’avevo comprata ieri quella camicia e ora è già da buttare!>> borbottò Tom dopo aver gettato un’occhiata ai resti della camicia verde per terra.
<< Te ne comprerai un’altra domani…>> rispose il suo fidanzato.
<< Te ne comprerò un’altra…>> si corresse dopo aver notato lo sguardo contrariato di Becker.
<< Andremo insieme così io la sceglierò e tu la pagherai!>> affermò felice il suo ragazzo.
<< Ma… Ma non è giusto!>> esclamò Oliver.
<< Oh, è giustissimo eccome!>> e sogghignò contento della prospettiva della giornata di domani.
<< Uff…>> poi, cullati dal respiro regolare che i loro cuori avevano assunto in questo momento, si addormentarono con un sorriso sulle labbra di entrambi.

Note dell’autrice:
Ciao a tutti, innanzitutto!
Sono tornata a pubblicare un’altra one-shot questa volta sulla mia coppia yaoi preferita! Eh, sì: dopo un etero, una yaoi.
Che dirvi? La parte che più preferisco? Beh… sicuramente la telefonata! Crepavo dalle risate mentre la scrivevo! Ahahah XD! Okay, detto questo annuncio che sono definitivamente partita per un altro pianeta XD! Forse riesco a scrivere qualcosa sul giorno delle compere, ma non prometto nulla. Detto ciò, vi chiedo gentilmente di recensire e commentare perché io possa migliorarmi e non commettere gli stessi errori in futuro. Ringrazio tutti quelli che seguiranno quanto detto sopra e anche i lettori silenziosi, perché lo sono stata anch’io per diverso tempo.
Vi saluto calorosamente,
Nono23.
P.S.: I personaggi non appartengono alla sottoscritta ma al grande sensei Yoichi Takahashi. 

   
 
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