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Autore: skeight    20/12/2008    21 recensioni
Chi ha letto Death Note sa che la principale qualità di Light Yagami non è l'intelligenza, ma la fortuna. Per questo ho deciso di scrivere questa serie di dieci one-shot in cui è proprio la buona sorte a difettare, in misura letale, al nostro giovanotto. Le dieci storie sono molto diverse, alcune umoristiche e altre drammatiche, alcune what if e altre in the middle, ma tutte accomunate da una cosa: Light finisce male. Dedicate a tutti coloro che non sopportano la boria del "dio del nuovo mondo" [vista la diversità delle one-shot, le avvertenze le metto all'inizio di ogni capitolo]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, L, Light/Raito
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Titolo del capitolo: Firma fatale

Titolo del capitolo: Firma fatale

Genere: commedia, umoristico

Personaggi: Light/Raito, nuovo personaggio

Rating: verde

Avvertimenti: nessuno

 

L’inizio di un nuovo giorno.

Un nuovo giorno di lezione per lo studente universitario Light Yagami; un nuovo giorno di stragi per il dio del nuovo mondo, Kira. Ma la strada per la costruzione di una società senza malvagi era piena di ostacoli: L era uno di questi; ma prima di lui, c’era Misaki.

 

“Yagami-kuuun!”

Ogni mattina, la stessa storia: appena Light metteva piede nel cortile dell’università, Misaki gridava il suo nome e gli saltava addosso, bombardandolo di domande e proposte di appuntamenti.

Light era abituato ad avere successo con le ragazze, ma quelle che aveva conosciuto negli anni di scuola erano più schive, quasi timide, e certo non avrebbero fatto il primo passo; Misaki Hatsori, invece, era molto più intraprendente, per via di una singolare combinazione tra sicurezza di sé e inguaribile stupidità, e sottoponeva Light ad una pressione insopportabile.

Se la ignorava, lei diventava più insistente; se le spiegava di essere già impegnato, lei annuiva, ma non cambiava atteggiamento. Aveva anche pensato di darle corda, nella speranza che si calmasse un po’, ma c’era il rischio che poi Misa mettesse in atto la sua minaccia di uccidere le altre ragazze intorno a lui. In una parola, era un intralcio.

La situazione era peggiorata ulteriormente quando a Misaki venne la fissazione dell’autografo.

“Che te ne fai di un mio autografo? Non sono mica un personaggio famoso!”

“Ma che dici, Yagami-kun! Sei il più figo dell’università, quale ragazza non vorrebbe avere il tuo autografo?

Tutte le altre studentesse che non glie lo avevano mai chiesto, pensava Light, ma sapeva che quella logica non avrebbe funzionato con Misaki. Di certo non le avrebbe fatto l’autografo, ci mancava solo che diventasse un idol di ateneo! Ma intanto la ragazza continuava, imperturbabile, il suo assedio.

Al colmo dell’esasperazione, Light iniziò a pensare di eliminarla, ma due considerazioni lo frenavano: innanzitutto, uccidere una ragazza a lui vicina e notoriamente sgradita avrebbe insospettito L; in secondo luogo, per quanto fastidiosa, Misaki non aveva mai commesso reati, quindi non poteva farla fuori per un suo capriccio.

Però era un tormento: aveva iniziato anche a seguirlo sino a casa con l’autobus, insistendo tutto il tempo per avere il maledetto autografo.

E quel giorno, proprio sull’autobus, successe tutto.

 

Dai, Yagami-kun, che ti costa?”

“Insomma, Hatsori, se ti ho detto no è no

“E se io ti dico sì è sì! Siamo pari!”

Light si mise una mano nei capelli, rassegnato. Ma mentre era in quella posizione, una lampadina si accese nella sua testa.

“Hat… Misaki?”

“Che bello, mi hai chiamata per nome!”

“Sbaglio o non hai timbrato il biglietto dell’autobus?”

“Ma mica l’ho comprato, il biglietto”

“Lo sai che è contro la legge?”

“Capirai!”

Gli occhi di Light si accesero di gioia: Misaki era disonesta! Un motivo per ucciderla! Ed essendo su un autobus, poteva farlo al riparo dagli occhi di L.

“Misaki, mi hai convinto: ti farò l’autografo

Non fece in tempo a finire quella frase che fu sommerso da gridolini di felicità isterica.

“Davvero?! Che beeeello! Sei un mito! Aspetta un attimo!”

Misaki iniziò ad armeggiare con lo zaino alla ricerca del bloc-notes, ma Light la fermò posandole una mano sul braccio.

“Lascia, prendo io il foglio”

Misaki, inebriata dal contatto fisico, non obiettò. Light aprì la sua valigetta, estrasse il Death Note e ne strappò un  pezzo di carta. Vi scrisse sopra “a MISAKI HATSORI da…” e aggiunse un ghirigoro che poteva vagamente assomigliare al suo nome, ma era in realtà un insieme di linee prive di senso.

E così ho sistemato questa seccatrice, pensò Light, con un ghigno sadico.

Misaki ricevette il foglietto pseudo-autografato in stato di estasi. Ma subito dopo iniziò ad analizzarlo come una critica d’arte.

“La tua firma non è molto leggibile, sai, Light-kun?”

“Eh, sì” Chiamami pure per nome, tra poco non potrai più prenderti queste libertà.

Misaki era pensierosa.

“Non vorrei un giorno confondermi e non ricordare più che questo non è il tuo autografo

“Non succederà” disse Light con un sorriso ambiguo. Ancora venti secondi.

“Già, hai ragione… ma meglio essere sicuri!”

Così dicendo, Misaki tirò fuori dalla tasca una penna e scrisse qualcosa sul margine del foglietto. Light, sicuro di avere ormai risolto la faccenda, fu preso alla sprovvista dal gesto e non potè impedirlo all’istante. Ma si riscosse subito, e strappò di mano il foglietto a Misaki.

“Che fai?!” urlò. Ma era troppo tardi: sul pezzo di carta del Death Note, a fianco del suo scarabocchio, c’era una freccetta e la scritta “autografo di LIGHT YAGAMI” in bella calligrafia femminile.

Morirono entrambi di arresto cardiaco nel giro di un minuto.

   
 
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