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Autore: _ Arya _    02/04/2015    9 recensioni
Aderisco anch'io con molto piacere a questa nuova iniziativa!
Nuova iniziativa : 12 Months Captainswan
Raccolta mensile di fanfiction dedicate ai Captainswan.
Per ogni mese 3 elementi come prompt, ognuno potrà scegliere quale gli sembra più congeniale alla propria storia,( anche più di uno) che naturalmente dovrà contenere anche il nome del mese corrente.
Gennaio: neve,camino, pattini
Febbraio: maschera, san Valentino, Super Bowl
Marzo: donne , risveglio, altalena
Aprile: scherzo, Cioccolato, pigiama
Maggio: fiori, pick nick, barca
Giugno:Estate, ciliegie, doccia
Luglio : spiaggia,temporale, gelato
Agosto: stelle, calore, mare
Settembre:vino, viaggio, passeggiata.
Ottobre: Compleanno ( Emma), coperta, zucca
Novembre: Ringraziamento, famiglia, nebbia
Dicembre: candele, vischio, anello
Abbiamo tanta voglia di leggervi!
Ideata da CSGroup
(Alexies, Alexandra_Potter, Clohy, CSLover, Lely_1324, Manu'sPirate e Pandina.)
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Marzo


Legata a quel palo, guardai il pirata con l'uncino al posto della mano gettare in mare Barbanera, senza un minimo rimpianto nel suo sguardo.
Si sentì un gran tonfo sull'acqua, e l'uomo con un ghigno soddisfatto si voltò verso il resto dell'equipaggio, che lo acclamò con entusiasmo.
Era diverso da Barbanera, era molto più bello. Nonostante fosse un pirata anch'egli, e per quanto ne sapevo peggiore del primo, non riuscii a non provare un'inspiegabile attrazione per lui. Aveva un fascino particolare, un fascino oscuro e tormentato.
-Uomini! Riportate il bottino sottocoperta! E anche la fanciulla!- si girò verso di me con un gran sorriso compiaciuto, e lasciò che gli altri, ora completamente ai suoi ordini, mi slegassero e prendessero per le braccia.
Sentii un dolore tagliente alla schiena quando fui tirata via dal palo, ma mi riscossi immediatamente e sostenni il suo sguardo, con aria di sfida. Non gli avrei fato la soddisfazione di vedermi crollare o implorare pietà. Mai.
-Siate delicati, è una bambolina, non vorremo romperla!- disse, mentre aprivano la botola.
Quelli risero, ma dovetti ammettere che fui portata di sotto con molta più delicatezza rispetto alla prima volta. Barbanera mi aveva spinta giù con forza, avevo avuto la caviglia e la spalla doloranti per giorni.
Mister Smee mi lasciò un pezzo di pane e dell'acqua, poi tornò su e richiuse la botola: rimasi nuovamente sola, nuovamente al buio.
Non era cambiato nulla.
Quando, legata a quel palo semplicemente per “dare una visuale piacevole all'equipaggio” avevo visto la nave del pirata venire attaccata, dentro di me avevo esultato. Avevo sperato.
Avevo sperato che finalmente i miei genitori fossero riusciti a trovare il modo di liberarmi dalle grinfie di quell'essere crudele: invece no, la mia situazione era rimasta immutata... e chissà, forse peggiorata.
Era ormai Marzo, erano sei mesi che Barbanera mi aveva rapita al ritorno da un viaggio in nave con Baelfire, il mio promesso sposo.
Non l'amavo, ma era un bravo ragazzo, dolce, e quando era stato gettato in mare senza sensi avevo sperato che gettassero anche me, in modo da poterlo salvare.
In seguito avevo saputo che era salvo, ma neanche lui aveva ancora trovato il modo di portarmi via, nonostante fosse figlio dello stregone Rumplestiltskin.
Non riuscii a mangiare, e bevvi solo un sorso d'acqua per poi stendermi su quel giaciglio deforme e scoppiare in un piano liberatorio, fino a che il sonno e la stanchezza non presero il sopravvento.

 

Fu un forte odore di rum a farmi riprendere i sensi, e mentre aprivo gli occhi sentii un calore nuovo, un calore che non ricordavo di aver provato quando mi ero sdraiata.
Studiai con le mani quello che avevo addosso, e potei giurare che fosse una morbida coperta di lana.
Aprii lentamente gli occhi, per assicurarmi che non fosse solo frutto della mia immaginazione; non lo era, ero davvero coperta da uno strato di lana grigia.
-Ben svegliata tesoro.
Scattai a sedere per lo spavento, e seduto su una cassa di fronte a me, trovai Capitan Uncino. Mi sorrideva e studiava con curiosità.
-Cosa volete da me.- biascicai, guardandolo dritto negli occhi. Aveva anche dei bellissimi occhi, maledizione. Azzurri, il colore del mare di prima mattina, chiaro e limpido.
-Un grazie sarebbe apprezzato, principessa. Stavate per morire di congelata, tremavate come una foglia.
-Io non vi ho chiesto nulla, pirata- restai sulle mie, anche se il calore della lana mi faceva sentire meglio perfino in quel momento.
-Oh scusatemi, che sbadato. Non mi sono ancora presentato. Capitano Killian Jones... o Capitan Uncino, come molti preferiscono chiamarmi- si alzò in piedi e fece un profondo inchino teatrale. Aveva classe, dovetti ammetterlo. Non era un uomo rozzo, non come il resto dell'equipaggio, non come Barbanera.
Era completamente diverso da come ne aveva parlato Rumplestiltskin, l'uncino era l'unica cosa che quadrava nella descrizione: ma decisi di non dargli la soddisfazione di lasciare che sapesse che fossi a conoscenza di chi fosse.
-Io non ho intenzione di dirvi il mio nome.
-La principessa Emma Swan, figlia di Snow White e Re James. Siete ancora più bella dal vivo, devo ammetterlo.
Trattenni il fiato, dandomi della stupida da sola. Era ovvio che sapesse chi fossi, sicuramente qualcuno degli altri lo aveva già informato.
-Avete sentito parlare di me, quindi?
-Oh sì tesoro. Ho ascoltato molti uomini nobili nelle locande, che si disperavano per non essere stati scelti dai vostri genitori per la vostra mano. “Una visione”, “Una fata”, “Più ammaliante della voce di una sirena”, “Ha la grazia e la leggerezza di un cigno, e una bellezza rara”... sono solo alcuni dei modi in cui siete stata definita. Pensavo esagerassero, ma ora mi rendo conto che non avevano tutti i torti, dopotutto...
Rimasi in silenzio ancora una volta, indecisa se essere lusingata dai suoi complimenti, o continuare a trattarlo come feccia. Perché in fondo era quello, era un uomo senza scrupoli, che uccideva senza pietà. Che privava un figlio di sua madre.
-Non vi farà piacere sapere che il mio promesso sposo è figlio di Rumplestiltskin, suppongo- sorrisi, colpendo dritto nel segno.
Il suo sguardo si indurì, e fissò intensamente gli occhi nei miei.
-Posso solo sperare per voi che il figlio sia migliore del padre.- disse, bevendo un altro sorso dalla sua boccetta di rum.
Lo guardai per la prima volta curiosa, c'era qualcosa di strano in lui. Qualcosa di profondo, di pungente che sembrava annerire il suo cuore. Qualcosa che lo stregone non aveva mai detto di lui... iniziai a chiedermi quanto ci fosse di vero nella sua versione.
-Cosa avete intenzione di farne di me?- gli domandai a testa alta, alzandomi in piedi e mordendomi la lingua per trattenere un lamento di dolore.
-Non lo so ancora, principessa.
Si avvicinò a me deciso, fino a che non rimasero che pochi centimetri tra i nostri corpi, tra i nostri volti. Da vicino i suoi occhi erano ancora più belli, ancora più azzurri. Perfettamente in contrasto coi capelli corvini scompigliati, e la barba incolta a incorniciargli il viso.
Senza volerlo posai lo sguardo sulle sue labbra così rosee e carnose, ed improvvisamente ebbi l'impulso di baciarlo. Ciò andava contro ogni logica, eppure non riuscii a togliermi quell'idea dalla testa.
-Ahia!- gridai, nel momento in cui poggiò la mano sulla mia schiena.
-Proprio come pensavo- disse serio -spogliatevi, principessa.
-Cosa?!- esclamai indignata -Questo sarebbe il vostro modo di sedurre una donna? Lasciatemi dire che è piuttosto inefficace. Non mi spoglierò per voi.
Lui scoppiò in una risata priva di gioia, ma sarcastica, per poi tornare a guardarmi provocatorio.
-Tranquilla dolcezza, non serve che vi spogliate tutta. Solo la schiena. Lasciate che dia un'occhiata.
Scossi la testa, e indietreggiai incerta, nonostante sapessi di non avere alcuna via di fuga. Ma non volevo il suo aiuto, e soprattutto non volevo farmi vedere nuda da lui, e dargli l'occasione di fare di me ciò che voleva.
-Oh avanti, sappiamo entrambi che posso obbligarvi con la forza, ma non voglio farlo e suppongo non lo vogliate neanche voi. Vero? Sdraiatevi e mostratemi la schiena.
Riluttante, mi resi conto che non potevo fare altro. Avrei potuto lottare, certo, ma alla fine lui avrebbe avuto il sopravvento.
Mi sdraiai a pancia in giù, e rimasi in attesa.
Un attimo dopo sentii lo strappo della stoffa dietro la schiena, ma non dissi nulla. In fondo il mio vestito era ormai distrutto, strappo in più o in meno non avrebbe fatto differenza... sempre meglio che spogliarmi.
Sentii le sue mani passare vicino alle ferite, e impiegai tutta la mia forza per non emettere neanche un piccolo gemito di dolore.
Il suo tocco fu più delicato del previsto, e si fermò in basso, fin dove arrivava lo strappo.
-Vi ha frustata.
-Sì.
-Quando?
-Una settimana fa. Credo. E un mese fa. Perché non volevo dirgli dove si trova il... una cosa.
-E' il motivo per cui non vi ha ancora liberata? Voi non volete dirgli dove si trova questa cosa, mentre i vostri genitori non lo sanno.
-Già.
-Deve farvi molto male... quel lurido bastardo e codardo- sussurrò, e posò un tocco estremamente delicato su una delle ferite più dolorose.
-Posso sopportarlo- dissi, ma trattenni nuovamente il fiato. La morbidezza delle sue dita mi provocava quasi sollievo. Era assurdo. Era davvero assurdo.
-Lasciate che vi medichi, se non volete che la vostra bella schiena abbia delle brutte cicatrici per il resto della vostra vita.
-Bene- dissi, ma non lo stavo neanche ascoltando. Avevo chiuso gli occhi, e cercavo di farmi invadere da quel sollievo agoniato da tempo.
I primi tempi Barbanera si era limitato a tenermi rinchiusa, ricattando i miei genitori per consegnargli il libro in cambio di me. Sapevo che avrebbero fatto di tutto, che avevano cercato ovunque per accontentarlo, fino a che egli stesso dopo mesi non comprese che fossi l'unica a conoscere la verità.
E allora, un giorno, vedendo che non ero disposta a parlare per la mia libertà, mi aveva scoperto la schiena e aveva iniziato a frustarmi. Il dolore era stato straziante, lancinante, e mi ero sentita più volte la pelle squarciata: avevo pianto, ma non avevo parlato. Anche quando tutta la mia schiena si era ricoperta di sangue.
Alla fine aveva deciso di lasciarmi lavare e rivestire.
Mi aveva chiuso ancora una volta sottocoperta, al buio, portandomi solo cibo e acqua due volte al giorno.
E poi, quando finalmente ero stata di nuovo in grado di dormire sulla schiena, aveva ripetuto la tortura ancora una volta.
-Cosa diavolo è?!- esclamai, e non saltai su soltanto perché la sua mano e l'uncino mi trattennero prontamente contro il mio giaciglio. Aveva versato qualcosa sulla mia schiena, e le ferite bruciavano ancora più intensamente, tanto che sarei arrivata a strapparmi la pelle con le mie stesse mani.
-Che linguaggio inappropriato per una reale. E' rum, dolcezza. Un grande spreco di rum in realtà, ma ahimé non ho erbe curative. Però credetemi, non c'è miglior medicina del rum.
-Ne dubito- mi lamentai, strizzando gli occhi per il dolore. Mi stupii quando mi afferrò la mano, lasciando che la stringessi per sfogarmi.
Passarono secondi, minuti, o forse un'ora, ma proporzionalmente alla diminuzione del dolore, anche la mia stretta sulla sua mano si fece più leggera, ed emisi un sospiro di sollievo.
-Va meglio principessa, vero?- sussurrò Killian Jones, quasi con dolcezza, con premura.
-Sì. Vi... vi ringrazio- balbettai, non sapendo più cosa pensare.
-Vi ha fatto altro? Oltre a frustarvi? Ha abusato di voi?- domandò cauto, e io voltai la testa per guardarlo. Sembrava sinceramente preoccupato per me.
-Non ero il suo tipo- mi limitai a dire, ma bastò a far ammorbidire il suo sguardo, ora più sollevato.
-Vado a recuperarvi qualcos'altro da mettere. Rimanete qui, lasciate che la schiena respiri ancora un po'. Temo però che dovremo ripetere questa operazione almeno una volta al giorno, per un po'.
Annuii ancora, e lasciai andare la sua mano, senza alcuna intenzione di muovermi: per qualche assurdo motivo mi fidavo di lui. Se non altro, non voleva farmi del male... anzi, a quanto pare voleva che stessi bene. Magari gli servivo tutta intera per chiedere un alto riscatto ai miei, dell'oro probabilmente. Sempre meglio di ciò che voleva Barbanera. Meglio del libro: non potevo permettere che si impossessasse di quella pagina, se avesse scoperto il suo segreto non osavo immaginare cosa avrebbe potuto farne.

-Eccomi tesoro, vi sono mancato?- esordì il pirata al suo ritorno, e mi tirai su a guardarlo. Aveva portato vari indumenti, perfino un abito da donna abbastanza elegante... preferii non chiedergli dove lo avesse preso, non ero sicura di volerlo sapere.
-Allora, cosa volete indossare?
-Non lo so.
L'uomo posò tutti i vestiti accanto a me, lasciando che frugassi tra di essi per decidere cosa mettere.
Alla fine pensai che su una nave pirata non sarei mai stata comoda con un abito enorme, quindi presi dei pantaloni di pelle e una camicia bianca, con un corsetto in pelle marrone da allacciare in vita.
-Una principessa che vuole indossare abiti da pirata?- si accigliò quello divertito.
-Siete stato voi a portarmeli dandomi scelta.
-Ma avrei scommesso avreste scelto altro. Comunque fate pure, ma vi consiglio di evitare i corsetti fino a che le vostre ferite non saranno migliorate.
-Ha! Certo! Volete che giri mezza nuda perché possiate guardarmi, vero?
Si avvicinò a me, ed istintivamente mi strinsi le braccia al petto per evitare che il vestito strappato scivolasse via, per scoprirmi ancora di più.
Con l'uncino mi afferrò una ciocca di capelli, per poi accarezzarla con la mano e tornare a guardarmi, da così vicino da farmi sentire il suo respiro sul volto.
-Sarete anche il mio tipo, tesoro, ma io sono un uomo d'onore. Non sono un barbaro come Barbanera, speravo l'aveste capito.
-L'ho capito- sussurrai, senza distogliere lo sguardo. Afferrai il gilet marrone che mi porse, che mi avrebbe coperta senza stringere troppo... dovetti ammettere che fosse un gesto davvero nobile, soprattutto per Capitan Uncino.
-Vi lascio un po' di privacy perché possiate vestirvi, poi potete raggiungermi di sopra per la cena.
-Posso... posso salire? Davvero?- feci stupita. Durante la mia prigionia non mi era mai stato consentito di muovermi liberamente per la nave, soprattutto per i pasti insieme all'equipaggio.
-Ovviamente. E stanotte dormirete nella mia cabina, qui sotto è troppo umido. Sono un po' stupito del fatto che non vi siate ammalata. Una principessa delicata come voi...
-Sono meno delicata di quanto pensiate, Jones. Credetemi se vi dico che i miei passatempi non sono mai stati i ricevimenti e le feste a palazzo.
-Ah no? E cosa vi piace fare allora?
-Cavalcare. E mi piace partecipare agli addestramenti dell'esercito. Credo di essere piuttosto brava con la spada.
-Notevole, credo vi metterò alla prova quando starete meglio. Mi piacete, Emma Swan. Vado ad aspettarvi di sopra, chiamatemi se avete bisogno di aiuto.
-Vi piacerebbe.
-Non lo nego. Ma dovrete dirmi dove si trova il vostro palazzo, in modo da poter partire per riportarvi a casa.
Ebbi un tuffo al cuore, e non fui sicura di aver sentito bene. Voleva riportarmi a casa? Seriamente? Senza chiedere nulla in cambio?
-Vi ho detto che sono un uomo d'onore- sorrise -Tuttavia, credo che quando arriveremo al castello dei Charming sarete voi a non volervene andare.
-Ah no? Perché?
-Perché per allora avrò conquistato il vostro cuore, tesoro.
-Siete piuttosto sicuro di voi.- gli feci notare, passando un dito sulla cicatrice della sua guancia destra, senza rendermene conto.
Lui annuì e sorrise nuovamente, accarezzando la mia mano, poi mi lasciò andare e salì le scale, lasciando però la botola semiaperta perché potessi uscire facilmente.
Stentavo ancora a credere che l'uomo che Rumplestiltskin definiva un mostro che tanto detestava fosse tutto il contrario di come l'aveva descritto. Bello, affascinante, gentile, cortese e... perfetto.
Mai avrei pensato di dare la definizione di “perfetto” a un pirata, ma lui lo era. Non riuscivo a vedere nulla di negativo in lui, si era comportato molto meglio di principi e gentiluomini che avevo conosciuto.
E voleva conquistare il mio cuore.
Non la mia dote, il regno, la mia mano, il titolo di re una volta che i miei mi avrebbero lasciato il posto... ma il mio cuore.
Neanche Baelfire, per quanto fosse adorabile, aveva mai accennato al fatto di voler conquistare il mio cuore.
Sorrisi, e in quel momento decisi che gli avrei concesso di tentare.

 

***

 

-Emma?! Emma, avanti, mi senti? Stai bene?
Aprii gli occhi, e fui investita dai raggi del sole, che mi costrinsero a stringerli a fessure, per poter mettere meglio a fuoco ciò che avevo intorno.
Mi faceva male la testa, ma era poggiata sulla mano di Killian, che mi scrutava preoccupato.
-Cos'è successo...- borbottai, aggrappandomi a lui per tirarmi su a sedere; eravamo sull'erba, entrambi, ma non riuscivo proprio a ricordare cosa stessimo facendo...
-Amore, eravamo su quella cosa... l'altalena. Hai voluto fare a gara a chi saltava più lontano, e... sei saltata al momento sbagliato e hai fatto un brutto volo. Hai battuto la testa e sei svenuta... stavo per chiamare l'ambulanza col dispositivo parlante, ma poi ti ho vista sorridere e...
-Ho fatto un sogno. Un sogno molto strano.- ammisi, massaggiandomi la nuca. Per fortuna non mi faceva male nient'altro, quindi la caduta non era stata poi così rovinosa.
-Hai sognato me?
-No. Ho sognato Capitan Uncino a dire la verità.
Lui alzò un sopracciglio curioso, e mi cinse i fianchi per aiutarmi a tirarmi su. Lo lasciai fare, tenendomi saldamente alle sue braccia, e quando fummo entrambi in piedi lo baciai, stringendolo a me.
-Ti racconto dopo. Per ora ti basti sapere che avevo perso la testa anche per lui, a quanto pare...
-Bene! Ora ti porto a casa, così mi puoi raccontare i dettagli.
-Scherzi? Dammi cinque minuti, poi voglio la rivincita.
-Sei tu che scherzi, spero! Non se ne parla!- esclamò sgranando gli occhi -hai rischiato di farti seriamente del male!
-Ma sto bene. È stato solo un errore di calcolo, ma so che posso batterti. Ti prego, poi dobbiamo tornare a pensare al trio malefico, a cercare Regina, sono preoccupata... e August non si è ancora svegliato- insistetti, facendogli gli occhi dolci e accarezzandogli le labbra con un dito.
-D'accordo Swan. Hai vinto tu. Ma... ma sta attenta, per la miseria! Mi fai fatto prendere un colpo!
-Dai Capitano, anche i migliori possono sbagliare per una volta. Ma non posso negare che sia stato un bel risveglio, con te al mio fianco.
Ci sorridemmo a vicenda, e decisi che non era quello il momento adatto di pensare alla parte riguardante il libro del mio sogno. Ci saremmo preoccupati dopo, dopo la nostra quotidiana mezz'ora di tranquillità.



















Angolo dell'autrice;
Ciao! So di essere in super mega ritardo per il capitolo di Marzo, ma avendo da concludere l'altra ff non riuscivo a concentrarmi su questa, non avevo ispirazione... e poi ieri mi è venuta questa idea, di come sarebbe potuto avvenire un incontro tra Emma e Hook nella Enchanted Forest... è un capitolo abbastanza breve, e nulla di che, ma spero non vi faccia troppo schifo xD
Un abbraccio! E cercherò di postare il capitolo di Aprile prima di Maggio! xD

 

   
 
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