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Autore: Lara97    02/04/2015    1 recensioni
"Non era giusto morire per uno sconosciuto. E poi non era giusto, anzi, era proprio contro le leggi della natura, che accadesse tutte quelle volte."
OneShot! Recensite, chiedo solo una piccola recensione, anche critica. Vi prego, mi fareste felice.
-L
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Clara Oswin Oswald, Doctor - 10
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non era giusto. Si sentiva un bambino petulante e viziato, eppure continuava a ripeterlo: non era giusto. Non era giusto che la vita fosse così breve e che dovesse finire in quel modo, tanto per cominciare. Morire per uno sconosciuto. E poi non era giusto, anzi, era proprio contro le leggi della natura, che accadesse tutte quelle volte. Perché il Dottore non era mica scemo, no no. Si era accorto di quella ragazza con i capelli castani e il nasino a punta che gli sembrava di vedere ogni singola volta in cui si cacciava nei guai. All’inizio, diciamo i primi 800 anni e passa della sua vita, non ci aveva fatto molto caso. Si, si sentiva osservato ma dava la colpa alle situazioni pericolose in cui si trovava e, tra l’altro, non dava molto peso alla cosa mentre sfuggiva al Dalek o allo Slitheen di turno. Una sensazione, nulla di più.

Poi l’aveva vista, quella volta in cui stava con Rose e Jack in Inghilterra durante la seconda guerra mondiale e aveva –modestamente- salvato tutti; non era riuscito a levarsela dalla testa. Aveva salvato tutti, solo per quella volta, anche lei… solo che poi la ragazza per salvare non si sa chi da non si sa bene cosa si era lanciata contro l’unico uomo che avrebbe dovuto aver contratto la malattia ma non l’aveva contratta, ed era morta. Su una mina, e l’uomo con lei. Aveva pensato che fosse mezza matta, doveva esserlo; solo che poi non aveva potuto indagare perché era morta ed era rimasto con il dubbio che stesse veramente salvando qualcuno.

E poi l’aveva rivista. “Cosa?”, direte voi. Si, è impossibile ma l’aveva rivista e no, non era in un altro punto della linea temporale della ragazza. Era lei ma non la lei del passato, era in un altro tempo e di sicuro la ragazza –impossibile, la chiamava- non era una viaggiatrice del tempo.
Quella volta era una delle cameriere della regina Vittoria e, da quel giorno, aveva avuto sempre la sensazione di essere osservato. Era successo quella volta in cui c’era un disegno di una ragazza molto simile a lei tra quelli della bambina che imprigionava tutti nei suoi disegni e poi di nuovo, quando c’era stata la battaglia di Canary Warf e Rose se n’era andata e ancora, ancora, ancora. L’aveva intravista per strada quando era stato spedito indietro dagli Angeli Piangenti con Martha, l’aveva vista quando aveva affrontato il Maestro l’ultima volta e ancora, che lo guardava da una finestra della Biblioteca più grande dell’universo.

Lei c’era sempre, era l’unica costante della sua vita, l’unica che c’era sempre stata.
Un giorno era stato folgorato e aveva ricordato il perché gli era rimasta in presso quella ragazza impossibile tra i milioni di volti in cui si era imbattuto: lui, con il suo primo aspetto, con Susan, quando aveva rubato la TARDIS. Come un’istantanea, anche se si trattava di secoli prima. Non assomigliava forse a lei la ragazza che gli aveva consigliato di cambiare TARDIS…?

Ed era morta ogni dannatissima volta; dopo secoli non aveva ancora capito come fosse possibile e il perché.
E durante tutti quei secoli, il Dottore (che almeno una cosa l’aveva capita, cioè che la ragazza moriva –ogni singola volta- per salvare lui) si era innamorato. Lo aveva negato a sé stesso, per secoli, ma era stato catturato dai suoi capelli castani strani, lucenti e dai sui occhi magnetici e dal suo coraggio che non si fermava mai neanche davanti alla morte –qualunque versione di lei si trattasse.
Era innamorato come solo il Dottore può esserlo –con la consapevolezza che tutto finisce, soprattutto per lui-; ma con un elemento di novità: che niente finisce presto ma dura allo stesso tempo per sempre come con una ragazza impossibile.
E si disperava ogni singola dannatissima volta in cui, in silenzio e con il dolore nel cuore, la stringeva tra le braccia di nascosto dalle sue compagne, mentre moriva, prima di salire di nuovo sulla TARDIS.
Verso una nuova avventura, verso un nuovo mondo da salvare, verso una nuova ragazza impossibile di cui innamorarsi e per cui soffrire. 
  
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