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Autore: Hermione Weasley    02/04/2015    5 recensioni
Dieci one-shot d'ambientazione ordinaria per disegnare l'evoluzione del rapporto tra Clint e Natasha.
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Eppure, che lo volesse oppure no, il giorno che aveva deciso di risparmiarla, aveva legato a doppio filo la sua vita con quella di lei: se Natasha si sforzava di non deluderlo, di ottenere il meglio da quell'opportunità che lui le aveva concesso, anche Clint sentiva il bisogno di dimostrarsi all'altezza della fiducia che (pure a fatica) la ragazza aveva riposto in lui. Non voleva deluderla e di certo non voleva essere indegno degli sforzi che lei compiva per non deluderlo a sua volta.
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[Clint x Natasha] [per Sheep01 :3] [Completa]
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'A doppio filo'
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IX.

 

Un principio di panico e isteria gli serrarono lo stomaco quando le sue mani si strinsero attorno ad una... tuta di jeans. Non tanto a causa di quell'obrobrio sottoforma di capo d'abbigliamento di cui era appena entrato in possesso, ma perché si rese conto di aver commesso un grave... gravissimo errore.

“Ah, ah, molto divertente,” si decise a formulare, rimettendosi in piedi per dispiegare la salopette in tutta la sua orripilante gloria. “Che cosa dovrebbe significare?”

Natasha, seduta sul pavimento e appoggiata con un gomito al divano, faceva fatica a rimanere seria.

“E' la tua divisa da fattore,” rispose semplicemente, ostentando una fastidiosa nonchalance.

“La mia divisa da fattore...”

“Non guardarmi così, Barton. C'è anche la camicia,” si sporse per recuperarla dall'involucro di carta regalo e nastro colorato per lanciargliela in piena faccia. “Ringrazia che non abbia deciso di prendere anche il cappello di paglia.”

“Te l'ha mai detto nessuno che il tuo senso dell'umorismo fa schifo?” Non poté fare a meno di chiederle... anche se la camicia – tutto sommato – non gli faceva poi così orrore. (Si guardò bene, tuttavia, dal manifestare quella sua particolare predisposizione alle camicie in plaid).

“Tu... in continuazione.”

“E' ancora peggio di quella volta che mi hai regalato un dizionario!”

“Avevi detto che non ne avevi uno!”

“E quindi? Avere un dizionario in casa non è un requisito necessario a vivere bene!”

“Neanche a vivere male, però.”

“Va bene, ho capito,” esalò mentre si ributtava seduto per terra. “Le tue abilità in fatto di regali continuano a lasciare molto a desiderare. Anzi...,” si decise a guardarla per bene, sforzandosi di apparire disinvolto e padrone di sé, “probabilmente dovresti restituirmi quella... ahm, cosa.”

“Cosa? Questa?” Natasha sollevò la scatolina incartata che le aveva consegnato pochi minuti prima e che teneva ancora tra le mani, un'espressione confusa, ma divertita ad illuminarle il volto. “Perché?”

“Perché ci devo pensare un po' meglio.”

Era vero che da qualche anno a quella parte avevano inaugurato la bizzarra tradizione di regalarsi stronzate per Natale, ma stavolta... stavolta aveva fallito. Clamorosamente.

“A cosa devi pensare un po' meglio?”

“A quello che c'è-” Si bloccò bruscamente mentre la donna scartava il pacchetto senza troppe cerimonie. “Appunto! Non dicono sempre che a Natale sono tutti più buoni?”

“Sono più buona,” confermò.

“Nel senso che sei un po' meno stronza.”

“Un po'.”

Mentre Natasha sollevava il coperchio della scatolina di cartone, Clint non poté far niente se non trattenere quasi dolorosamente il respiro. Chiuse gli occhi e chinò il capo, nascondendo la faccia nella sua tuta da contadino nuova di pacca e sperando intensamente in una specie di miracolo che lo facesse sparire dal salotto del suo appartamento e ricomparire... a Timbuctù, magari. Non era un tipo schizzinoso, davvero!

Si aspettava domande imbarazzate, magari un briciolo di irritazione, oppure un insulto secco e definitivo, molto più probabilmente un calcio in faccia... ma c'era solo il silenzio ad accompagnare il suo respiro pesante.

Gli sembrò essere passata un'eternità quando – con una leggera pressione – si sentì tirar via dal suo rifugio improvvisato. Gli occhi verdi della donna puntati nei suoi e un sorriso che riuscì a fargli contorcere le budella senza alcun preavviso.

“Credo che dovremmo andare di là... e spogliarci,” suggerì lei.

“Lascia che ti spi-” Sgranò gli occhi, però, arrestando la sequela di giustificazioni che non si era preparato dopo aver registrato le sue parole con un secondo di ritardo. “Cos'hai detto?”

“Che dovremmo andare in camera tua e fare sesso,” ripeté placidamente, neanche gli stesse suggerendo di andare a prendere un caffè al bar.

“Aaaah.”

Non era sicuro di aver capito com'erano passati dal regalo potenzialmente ridicolo alla fase in cui lei gli chiedeva molto apertamente di intrattenersi nelle sue stanze, ma di una cosa era certo: non gliene importava un bel niente.

Natasha si era già alzata per sfilarsi la felpa e le scarpe e avviarsi verso la sua camera da letto.

“Ehi, aspettami!” Protestò. “Se lo sapevo prima che regalarti gioielli ti mette così di buon umore, avrei prob-”

Fu costretto ad arrestarsi di nuovo nel bel mezzo del corridoio; Natasha si era voltata verso di lui con cipiglio iper serioso.

“Non mi pare di aver detto che potevi lasciare la tuta e la camicia di là...,” alluse.

“Oh,” mormorò... prima che l'indignazione prendesse il sopravvento. “Oh, andiamo! Non starai dicendo sul serio!”

“Ti sembro una a cui piace scherzare, Barton?”

La guardò agganciarsi la catenina al collo con solennità e severità insieme, la freccia d'oro bianco a prendere il suo legittimo posto sulla sua pelle candida.

“Vieni o no?” Insisté e, senza aspettare una risposta, sparì oltre la porta della sua stanza.

Non sapeva se essere più preoccupato dal modo in cui aveva accettato il suo regalo o da quello in cui si aspettava che utilizzasse quello che aveva ricevuto lui... ma, di nuovo, decise che dopotutto non era la priorità.

Fece dietrofront e corse in salotto per recuperare salopette e camicia a quadri.

“Non ti azzardare a cominciare senza di me!”



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Note: il quadretto natalizio (decisamente fuori tempo, me ne rendo conto) è dedicato (con un pizzico di isteria e il 115% di tristezza) a chiunque si senta personalmente vittimizzato da Age of Ultron <3 Non siete soli ù_ù Direi che per il resto la scena si spiega da sola, quindi passo ai ringraziamenti: a tutti coloro che leggono & commentano, a chi shippa Clintasha (perché sì) e alla sclerobetasocia Eli che mi tiene in vita con le delizie che scrive e con cui condivido gioie (poche, vabbè) e dolori (molti. Grazie di niente Joss!) del fandom.
Dopo questa chiusura passivaggresiva vi auguro una Buona Pasqua :P
Al prossimo - ed ultimo - aggiornamento!
S.
  
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