NOTA DELL’AUTRICE: caro lettore questa è una song fic ispirata al film del 1997 di Kenneth Branagh. Si svolge nell’atto terzo dell’opera esattamente dopo il monologo dell’essere o non essere e prima dell’arrivo di Ofelia in scena. Anche se il mio momento preferito della tragedia è il monologo dell’atto quarto scena quarta (il momento in cui Amleto decide di vendicarsi) ho deciso di tributare un pensiero a momento in cui il principe deve dire addio alla sua amata, sperando ancora in un possibile lieto fine per loro. Spero che la storia ti piaccia e che mi lasci un commento.
Link della musica: I Loved You Once
https://www.youtube.com/watch?v=CgdFVZayT3I&list=PLY0HG7j1maOj_92izZYm34yHfnpVejdC7&index=11
Link dell’atto III scena I
http://www.rodoni.ch/busoni/bibliotechina/nuovifiles/amleto_h/testo_03.htm
 
  

  

 

 

  
Dolce Ofelia. Gentile, buona, oneste, bella Ofelia. Amata Ofelia. Come posso allontanarti da me?
Come potrei tenerti vicino quando so quanto marcio nasconde questa corte? Una corte malata a tal punto da usarti come esca contro di me; perché vogliono aprirmi come se fossi una cassaforte di cui solo loro hanno la chiave.
Ingenua Ofelia, non lo vedi che sei una vittima come me? Sei una vittima inconsapevole di macchinazioni talmente turpi che nemmeno possono sfiorare la tua candida mente.
Quanto vorrei poterti dire tutto!
Poi penseresti che sono davvero pazzo e non pazzo ad arte.
Se ti raccontassi ciò che so, ciò che mi consuma l’anima, non dovrei negare il mio amore per te. Ma se agissi in tal modo sarei un vigliacco ed un codardo. Ti metterei contro tuo padre solo per alleggerirmi lo spirito.
Io potrò porre fine anzitempo ai miei giorni, potrò non riuscire a vendicare mio padre, potrò non riuscire a far rinsavire mia madre. Potrò anche fare ciascuna di queste cose. Cosa riuscirò a fare non lo so ancora. Ciò che so è che non posso tenerti vicino a me, che non posso baciarti sfiorarti, amarti. Non potrò rinnovare i miei voti d’amore. Mi toccherà rinnegarli e diventar spergiuro.
Adesso ti hanno mandata da me. So già chi sono le canaglie responsabili, non mi servono spettri armati per scoprirle. Ed io cosa dovrei dirti? Che ti amo? Che non vedo l’ora di essere tuo marito? Che desidererei un tuo bacio per ricevere aria pura e non respirare tutto questo marciume? Questo io dovrei dirti.
Dolce Ofelia, non avvicinarti ti prego! Non venire qui! Non guardarmi con quegli occhi limpidi. Va via, ti prego! Non farmi essere crudele!
Dovrò esserlo con troppe persone. Perfino con mia madre non dovrei avere pietà! Ma, ti prego Ofelia, risparmiami la sofferenza di esserlo anche con te.
Vai in convento, non venire da me! Vai in convento e serra la porta dietro di te!
Quando sarà tutto finito verrò io da te e ti spiegherò ogni cosa. Poi ti tirerò fuori da quel convento a costo di demolirlo pietra per pietra. A costo di commettere un altro peccato. Tanto, alla fine, chi ne terrà il conto? Ti riporterò da me e che la collera divina mi colpisca pure se vorrà!
Tornerò Ofelia. Tornerò da te quando sarà di nuovo il tempo per i matrimoni felici e benedetti. Ma fino a quel momento stai lontana; non restarmi accanto. Non costringermi a ferirti con le mie parole. Chiuditi in convento! Rimani pura e bianca come la neve! Stai lontana da questo luogo di miserie.
Chiuditi in convento Ofelia.
Io tornerò a prenderti.