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Autore: Beapot    02/04/2015    1 recensioni
[Freno]
Dal testo: Si era rivista bambina, in quello stesso luogo, mentre riusciva ad avvicinarsi ai treni in arrivo. Aveva ricordato la sensazione della loro superficie liscia sotto i polpastrelli, l'odore inconfondibile dell'aria condizionata che usciva dalle porte quando finalmente si aprivano... aveva rivisto tutte le cose più belle, come sempre, ma questa volta c'era qualcosa di diverso. Adesso le immagini idilliache che aveva conservato con tanto amore erano affiancate da altre cariche di malinconia e di un'amara consapevolezza, immagini di treni che la superavano velocemente senza fermarsi al suo binario, passando oltre senza degnarla nemmeno di un fischio – lei, che li aveva visti nascere e crescere, lei che li aveva amati prima di chiunque altro.
Genere: Angst, Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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A Frida, che ultimamente viene bullata
senza pietà dai suoi amori su rotaia.
 

Freno 2 – Di treni, amori e delusioni

Quando siamo innamorati di qualcuno, speriamo così ardentemente di essere ricambiati che quasi finiamo per crederlo davvero, illudendoci che ogni piccolo gesto sia destinato a noi e a noi soltanto. Diventiamo ciechi di fronte alla possibilità che sia tutto frutto della nostra mente, scacciamo via il pensiero molesto che quella fosse una semplice smorfia causata dal riflesso di un raggio di sole dispettoso e non un sorriso, neghiamo la casualità degli incontri e mentiamo a noi stessi, convincendoci che la nostra strada si sia incrociata con quella dell'oggetto del nostro amore per destino.
Finché all'improvviso, quasi per gioco, la realtà non si presenta alla nostra porta a chiedere il conto.

 

Annuncio cancellazione treno. Il treno Regionale Veloce 102081 delle ore 07:52 diretto a Torino Porta Nuova oggi non sarà effettuato. Ci scusiamo per il disagio.”
Una mattina di Marzo, nascosta in una voce fredda e metallica, la realtà si era presentata a Frida con queste parole, mentre i suoi sensi erano ancora intorpiditi dal sonno.
Iniziare la giornata con una delusione non è facile per nessuno, ma quel giorno per Frida ammortizzare il colpo era stato ancora più difficile; in attesa sulla banchina, mentre guardava il suo respiro condensarsi nell'aria gelida e pungente, una serie di immagini aveva iniziato a formarsi nella sua mente.
Si era rivista bambina, in quello stesso luogo, mentre riusciva ad avvicinarsi ai treni in arrivo. Aveva ricordato la sensazione della loro superficie liscia sotto i polpastrelli, l'odore inconfondibile dell'aria condizionata che usciva dalle porte quando finalmente si aprivano... aveva rivisto tutte le cose più belle, come sempre, ma questa volta c'era qualcosa di diverso. Adesso le immagini idilliache che aveva conservato con tanto amore erano affiancate da altre cariche di malinconia e di un'amara consapevolezza, immagini di treni che la superavano velocemente senza fermarsi al suo binario, passando oltre senza degnarla nemmeno di un fischio – lei, che li aveva visti nascere e crescere, lei che li aveva amati prima di chiunque altro.
Proprio quando l'attesa si stava facendo insopportabile e il dolore aveva cominciato ad invaderla, un secondo annuncio aveva fatto trarre a Frida un sospiro di sollievo. Un altro treno sarebbe presto apparso su quelle rotaie, nuovo e scintillante, diverso da tutti gli altri, e forse le avrebbe donato quella serenità che aveva rischiato di lasciare per sempre su quella banchina.
Jazz si era fermato proprio davanti a lei, mettendole a disposizione la sua porta migliore – verde, come la speranza che aveva riacceso in lei – e l'aveva accolta nei suoi vagoni. Per un attimo Frida aveva sorriso felice, credendo di aver trovato di nuovo quella sensazione di sicurezza che la invadeva ogni volta che trovava un posto a sedere. Aveva voluto comunicare la sua emozione per quella novità inaspettata in ogni modo possibile, ma mentre le sue dita scivolavano leggere sul touch-screen del suo cellulare, una dura consapevolezza si era fatta strada dentro di lei: per quanto bello e nuovo, Jazz non avrebbe mai potuto prendere il posto dei suoi treni, non avrebbe potuto colmare il vuoto che l'assenza del fedele Regionale Veloce 10208 aveva scavato nel suo cuore. Così, come accade sempre alla fine di una relazione fallimentare, Frida aveva iniziato a fare marcia indietro e ad evidenziare tutti i difetti di colui che, anche se solo per un breve istante, l'aveva fatta sorridere di nuovo.
Ed ecco che quindi Jazz non la meritava perché aveva sempre fatto il prezioso prima di allora, negandosi a lei nei primi tempi in cui le loro strade si erano incrociate. Ecco che anche il suo aspetto fisico non andava poi così bene – perché insomma, anche l'occhio vuole la sua parte, e il blu e l'arancione degli interni non erano certo una visione piacevole. Non per un occhio attento come il suo, comunque, che dei colori aveva fatto il suo piccolo angolo felice. Non avrebbe permesso alle delusioni che sarebbero arrivate di portarle via anche quello.
Quello fu dunque l'ultimo giorno che Frida accettò un passaggio da Jazz. E il primo di una lunga serie di sofferenze.

*

Frida era ancora intenta a leccarsi le ferite quando, meno di ventiquattrore dopo, un'altra spiacevole sorpresa le si era presentata davanti. La realtà era tornata di nuovo a chiederle il permesso di spezzarle il cuore e, per non smentirsi, era ovviamente arrivata solo dopo aver finto di essersi allontanata da lei almeno per un po'.

Quella mattina, infatti, contro ogni pronostico di tutti i pendolari, il Regionale Veloce 10208 era arrivato in perfetto orario.
Con lo sguardo che vagava fuori dal finestrino, una piccola parte di Frida aveva covato l'illusione che tutto sarebbe tornato come prima: niente più assenze improvvise, niente più porte chiuse e fischi negati. E per un po' era stato bello crederci veramente. Le era quasi sembrato che lui la capisse, facendo rombare il motore e stridendo sulle rotaie per rassicurarla e dirle che no, non avrebbe più dovuto preoccuparsi di niente perché ora che erano tornati a viaggiare insieme non l'avrebbe più lasciata, poi era accaduto. Una brusca frenata le aveva fatto perdere l'equilibrio, la voce del capotreno aveva sovrastato il brusio dei passeggeri confusi e frastornati, e le porte si erano aperte su una banchina dispersa nel nulla. Un'oasi sperduta che rappresentava non solo la fine della corsa di Regionale Veloce 10208, ma anche quella della speranza di Frida.
Se l'avesse amata l'avrebbe avvisata e protetta, aveva ammesso a se stessa, non le avrebbe mai permesso di trovarsi in quel luogo abbandonato a chilometri di distanza da ogni terra conosciuta. Se si trovava lì, quindi, la spiegazione era solo una: lui non aveva mai ricambiato il suo amore. Forse non lo aveva nemmeno mai percepito, aveva pensato Frida, asciugandosi una lacrima, e i lunghi viaggi romantici su binari che si tuffavano nell'orizzonte erano esistiti solo nella sua testa.

Le ci era voluto un po' per metabolizzare il tutto. Continuare a salire su Regionale Veloce 10208 ogni mattina e fingersi indifferente quando lo vedeva arrivare era stato difficile, certo, ma Frida era riuscita ad affrontarlo a testa alta. Lo vedeva arrivare all'orizzonte e tratteneva il fiato, decisa a mostrarsi forte e coraggiosa, e almeno per un po' aveva funzionato. Lui la aveva imitata e aveva iniziato ad ignorarla a sua volta: non le borbottava rassicurazioni come era accaduto in passato, non si curava di porgerle la porta giusta né di riservarle un posto vicino al finestrino - cose che aveva sempre fatto, pur non ricambiando l'intensità del suo sentimento. Giunti a quel punto, era dunque inevitabile notare e ammettere che qualcosa fosse cambiato. Se Frida aveva avuto il cuore spezzato dall'amore, infatti, Regionale Veloce 10208 era stato ferito nel suo orgoglio. Un amore non ricambiato non può portare a questo, si era detto, incapace di riconoscere la profondità delle emozioni di Frida: nessuno lo aveva mai trattato con tanta indifferenza, ignorando la sua disponibilità anche nei momenti più difficili - perché lui in fondo c'era sempre stato, per lei e per tutti, in ogni occasione. Sotto il sole cocente o la pioggia sferzante.

Con la fine del mese arrivò dunque il momento in cui Regionale Veloce 10208 mise da parte i suoi obblighi di treno e diede ascolto solo al suo orgoglio, ferendo Frida ancora una volta.
Fermo nella stazione di Torino, cosciente del fatto che Frida stesse indugiando all'esterno con l'intento di fotografare i tanto folkloristici tifosi inglesi, aveva deciso di accendere i motori prima del tempo. In quel modo la aveva dunque costretta a rinunciare alla sua missione per affrettarsi a raggiungerlo, frenando il suo entusiasmo e realizzando la sua vendetta.
Quando Frida era entrata nel vagone, trafelata e abbattuta per le piccole gioie di cui era stata privata, lui era partito senza indugio. Sferragliando con tetra soddisfazione si era dunque allontanato in fretta da Piazza Frida Felice, in una grottesca allegoria della situazione.

 

1 Il Regionale Veloce 10208 esiste davvero, non so se sia quello che effettivamente prende Frida ma ammetto di aver cercato i treni di quella tratta per renderla più credibile (vabbè...)

 


NdA: Io non so in quale condizioni siate arrivati – ammesso che ci siate arrivati – alla fine di questa storia (mi preoccupa soprattutto chi l'ha aperta ignaro del suo alto contenuto di demenza...), ma grazie per essere sopravvissuti!

 

 

   
 
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