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Autore: An13Uta    03/04/2015    0 recensioni
Una corsa tra amici può diventare pericolosa?
Cosa può succedere se uno dei due non arriva mai a destinazione?
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Ispirata alla cover di Kogeinu e 96neko dell'omonima canzone.
Momento finale con mini KuroTenchou.
Perché questa coppia la metto pure nei panini al posto del prosciutto.
Genere: Commedia, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Utaite Vari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AKATSUKI ARRIVAL

 








Tenevo stretta la mano di Kuro,davanti al mio viso. Lei mi guardava con una faccia stanca,sofferente.
-Molla la mia mano-mormorò. Era un ordine.
-No-risposi io. Grondavo di sudore freddo,tentando di resistere più tempo che potevo.
Lei sorrise,anche se non c'era nulla di cui sorridere:-Koge, fai il bravo. Fammi questo piacere. Lascia la mia mano.-.
-Vuoi morire sfracellata? Se all'interno di un burrone!-.
-E tu vuoi rimanere qui per sempre? Non riuscirai a tirarmi fuori,cagnolino.-replicò,sfacciata.
Io non volevo. La tenevo con entrambe le mani,sdraiato sulla strada su cui stavamo correndo verso Akatsuki,su cui si era svolta la nostra gara e su cui lei era scivolata cadendo nel burrone. Ero riuscito ad afferrarla un attimo prima che cadesse.
-Ascolta...se rimani qui non completerai mai la corsa. Ma se arrivi ad Akatsuki,-continuò-io sarò di fianco a te,e litigheremo su chi è arrivato primo...come sempre.-.
Non riuscivo a credere che lo stesse dicendo.
Non riuscivo a dire nulla,avevo un groppo alla gola.

Kuro prese un sasso. Era appuntito.
Mi guardò:-Ho una ferita su un fianco,e non è piccola. Se mi tiri su,morirò dissanguata. Da bravo,cagnolino...mollami.-.
-No!-gridai. Le mie lacrime le caddero sulle guance.
Sospirò e alzò la mano col sasso:-Se questa bugia non funziona,non mi lasci altra scelta.-e mi ferì le mani.
Urlai dal dolore e mollai la sua mano. La vidi cadere, impotente. Poi mi rialzai e corsi.

Correvo,sperando che fosse solo un sogno,un incubo,ma il sangue sulle mie mani diceva che ero sveglio e Kuro era davvero caduta davanti ai miei occhi.
Piangevo come quando,da bambini,lei mi rubava le caramelle. Stavolta era lei ad essermi stata rubata.
Arrivai ad Akatsuki in lacrime e senza fiato,raggiunsi la porta di casa dove c'era Tenchou,preoccupato.
-Kuro è morta.-.
Non disse niente,non mi incolpò di niente. Si limitò,bianco come un fantasma,a bendarmi le mani e a condurmi a letto per farmi dormire.
Ma io non ci riuscivo. E quando sentii un suono strano nella notte ed andai a controllare,scoprii che non ci riusciva neanche lui:era seduto al centro del letto,tutto rannicchiato in sé stesso,e faceva quelli che sembravano singhiozzi mal trattenuti al proprio interno.
Piangeva così,da piccolo,quando era preoccupato. Per Kuro.
Mi sedetti ad ascoltarlo. Non sapevo che altro fare.
Cominciò un lamento.
Gli uscì di bocca in modo innaturale, a volume altissimo,e non riuscivo a sopportarlo.
-Piantala di frignare!-urlai,facendomi vedere.
Lui mi rispose tra le lacrime,senza abbassare la voce: -Voglio di nuovo Kuro!-e lo ripeté,lo ripeté dieci,quindici volte,come un capriccio.
-Non tornerà indietro solo perché lo dici! Dimenticala,e smettila subito di piangere,cazzo!-gridai,tirandogli pugni,calci e schiaffi. Non l'avevo mai picchiato prima.
Lui si ritirò in un angolo,singhiozzando:-Kuro non mi avrebbe picchiato se tu fossi morto!-.
-Kuro non c'è,Tenchou! È morta! Piantala!-ero furioso. -Cresci! Non sei più un bambino che non può dormire senza la sua bambola! E dimenticala! SUBITO!-.
Tenchou saltò in piedi e strillò:-Non posso! E nemmeno tu puoi,perché Kuro ti è morta davanti!-.
Fu troppo. Mi lanciai su Tenchou,lo afferrai stretto mentre provava a scappare e lo riempii di botte. Lo massacrai, letteralmente. Per un attimo fui vicino a spaccargli il naso. Lui si dibatteva,urlando,e le lacrime gli rigavano i lividi.
Lo colpivo con tutta la mia forza,impazzito dalla rabbia.
Improvvisamente,vidi il sangue sulla sua fronte e sulle sue mani e mi fermai. Guardavo quel che avevo fatto al mio migliore amico,l'unico che mi era rimasto,solo perché voleva Kuro. Ero impazzito. Ero arrivato a picchiarlo,a farlo sanguinare per una rabbia senza ragione.
Stava accasciato davanti a me,in silenzio,tremante.
Gli fasciai tutte le ferite che gli avevo procurato. Mi misi alla sua altezza e lo abbracciai,mormorando:-Mi spiace.-.
Lui non disse niente. Rimase dov'era,non mi venne incontro e non mi guardò. Teneva gli occhi chiusi.
Mi spostai appena. Non si mosse.
Tornai in camera mia,turbato:qualcosa non quadrava nel silenzio con cui mi aveva risposto.
Tenni le orecchie tese,senza carpire nemmeno un respiro.
Nemmeno un respiro...
Infatti non stava respirando.
Quando andai nella sua stanza per controllare che stesse bene,non lo trovai.
Controllai dappertutto,non era da nessuna parte.
Mi misi a sudare,temendo il peggio,quando notai la finestra aperta,spalancata.
Un ramo dell'albero che stava difronte era piegato,come se qualcuno ci fosse saltato sopra.
Non so come,ma era uscito senza che me ne accorgessi.
Vidi dalla finestra che correva senza una meta,dritto davanti a sé. Lo rincorsi,raggiungendolo e bloccandolo con una stretta sul braccio. Si divincolò,ancora spaventato da quello che gli avevo fatto.
-Calma,Tenchou,calma. Non ti picchierò,te lo giuro.-.
Mi fissò negli occhi,col mento che tremava,e mi cadde ai piedi,la testa appoggiata alle mie gambe.
-Voglio che Kuro torni e mi dica che era uno scherzo,-mormorò,piangendo disperato-voglio che mi dica che sono una femminuccia,che mi prenda in giro perché piango... voglio morire...-.
-Scordatelo.-ordinai. Mi sedetti a terra:-Credi che se muori vedrai Kuro? Se muori morirà anche lei. Perché lei vive ancora qui dentro-e gli diedi un colpetto sul cuore-anche se so che non è come averla qui vicino a noi. E non vorrebbe mai che tu morissi.-.
Si asciugò un po' le lacrime e si appoggiò a me.
Me lo strinsi forte,sentendomi come un orfano che deve occuparsi del suo fratellino da solo,senza nessun aiuto.


I giorni passavano.
Tenchou faceva fatica a dormire ed era sempre più triste.
Le occhiaie scavavano un solco profondo sul suo viso.
Non andava nemmeno al suo lavoro part-time,e spesso passava interi pomeriggi a fissare il soffitto della sua stanza,sul suo letto.
Non sapevo che fare per aiutarlo,e tentavo di non fargli pesare l'assenza. Ma era impossibile. In ogni momento della giornata,quella dannata assenza innaturale si faceva sentire,forte.
Un giorno,tornando a casa,vidi Kuro. Non era un'illusione. Lei era alla fermata dell'autobus,con l'aria di non sapere cosa stava facendo e che bus prendere.
-Kuro!-la chiamai.
Quando mi vide,sembrò non riconoscermi,e anzi scappò via,spaventata.
Arrivai a casa e scossi Tenchou,sdraiato sul letto a fissare il soffitto:-Kuro è viva! L'ho vista!-.
Sembrò svegliarsi da un coma:gli occhi riacquistarono colore e mi bombardò di domande,mentre prima non spiccicava una parola.
-Dov'è? Sta bene? Le hai parlato? Si ricorda di noi? Come ha fatto a sopravvivere? Sicuro che non fosse un sosia? Le piace ancora la tapioca?-.
-Nee,calmati! Era sicuramente Kuro,ma forse ha avuto un'amnesia,non mi ha riconosciuto quando l'ho chiamata... ehi,che stai facendo?-.
Si era alzato e aveva aperto la finestra:-Sto andando a cercare Kuro,perché?-.
-Perché esiste la porta che permette di uscire senza saltare dalla finestra.-.
Correva come un pazzo in mezzo al traffico verso la fermata del bus.
Io gli stavo dietro a fatica.

Kuro era tornata lì,sempre senza ben sapere cosa fare.
Vide Tenchou venirle addosso come una furia,e provò a scappare. Mi preoccupai,vedendolo afferrarle le braccia.
Passò una macchina davanti a me,bloccandomi la visuale per alcuni istanti.
Poi vidi Tenchou con Kuro issata su una spalla. Entrambi ridevano,in particolare lei,che gli batteva i pugni sulla schiena,gridando:-Mettimi giù! Mettimi giù!-.
Risi anch'io,senza un motivo preciso.

La portammo a casa, era esausta:ci raccontò che in qualche modo era riuscita a non morire,ma aveva perso la memoria. Ricordava solo vagamente che stava facendo una corsa e doveva arrivare ad Akatsuki. Così si era decisa a tornare su quella strada per venire qui,senza sapere dove andare poi. Erano parecchi giorni che girovagava per le strade e viveva come capitava,alla giornata.

-E il resto si sa.-concluse,mangiandosi un biscotto-Scusate se vi ho fatti preoccupare,non volevo.-.
-Non potevi certo dircelo.-risposi-E comunque Tenchou ha pianto un sacco.-.
-E tu mi hai picchiato.-replicò lui.
Kuro mi rivolse un:-Cattivo Koge!-e aggiunse,rivolta a Tenchou:-Questo però non vuol dire che tu non sei un piagnone.-.
Ridemmo di nuovo. In quel momento notai le mani tremanti di Tenchou che tenevano una scatolina nera,e,senza dire una parola,mi chinai ad allacciarmi la scarpa.
Ora capivo perché aveva pianto così tanto.










Mini noticina dell'autrice:la scatolina nera che Tenchou tiene tra le mani,nel caso ve lo steste chiedendo,ha dentro un anello. Che servirebbe per chiederle di sposarlo :3
FLUFF POWER!
                          An13Uta
   
 
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