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Autore: Bad Devil    21/12/2008    5 recensioni
Di Kakashi, tutti sapevano che era degno del cognome che portava...
Sapevano che in caso di difficoltà non si sarebbe tirato indietro...
Sapevano che era un Anbu di alto livello, e che possedeva lo Sharingan pur non appartenendo al fortunato Clan...
Quello che nessuno sapeva era che Kakashi, gli Uchiha, se l'era fatti tutti e due.
Itachi x Kakashi x Sasuke ?
Genere: Generale, Malinconico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Itachi, Kakashi Hatake, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Giravano varie voci su Konan

†~ [ -_Di_Vizi_E_Vecchie_Abitudini_- ] ~†

 

 

~[~~~~~~~~~~~~~~ † ~~~~~~~~~~~~~~]~

 

Kakashi Hatake era da molti ritenuto la persona più eccentrica dell'intero villaggio.

Non era un segreto che i suoi modi per affrontare determinate missioni fossero fuori dall'ordinario, spesso persino imprevedibili e senza alcuna ombra di dubbio rischiosi per la sua vita.

Caso curioso, poiché lo stesso Hatake aveva sempre creduto di essere piuttosto abitudinario.

Difatti ogni mattina, immancabilmente, ritardava a presentarsi agli appuntamenti perché recandosi alla lapide in memoria dei defuti in battaglia rendeva omaggio al defunto amico Obito Uchiha.

Amico ed amante.

Una storia complicata la loro, fatta per lo più di litigi, incomprensioni e falsità.

Una storia per la quale entrambi avevano sofferto senza darlo a vedere, perché troppo orgogliosi.

Una storia finita nel sangue...

Scarlatto quanto l'occhio che da lui aveva ricevuto.

Da quando Kakashi era diventato un membro della squadra Anbu, le missioni procedevano bene e senza intoppi, soddisfacendo l'Hokage e procurando gloria al gruppo, rendendo l'Hatake all'altezza del cognome che portava.

Come d'abitudine.

Altre missioni, altri successi.

E poi lui.

Il più giovane Anbu che la storia di Konoha avesse mai avuto.

Il tredicenne Itachi Uchiha.

Un vero prodigio fin dai tempi antecedenti all'accademia, dove si era diplomato molto prima dei suoi coetanei attirando su di sé l'attenzione dell'intero villaggio.

Dopotutto era un Uchiha, ovvero un esponente di uno dei Clan più prestigiosi del paese del fuoco, di cui il giovane Itachi veniva considerato "l'erede più puro".

Fin dal loro primo incontro Kakashi non aveva mancato di manifestare il proprio interesse nei confronti del ragazzo, certo che presto o tardi Itachi avrebbe ceduto alla sua corte senza limiti di morale, gettandosi volontariamente tra le sue braccia.

O sul suo letto.

In entrambi i casi Kakashi ne sarebbe rimasto soddisfatto.

Ed era sicuro che, nonostante l'Uchiha fosse piuttosto schivo, silenzioso e solitario, non avrebbe tardato ad assecondare quel suo desiderio.

Nessuno lo faceva aspettare troppo tempo.

Perché lui era Kakashi Hatake.

Era affascinante e forte.

Seducente.

Pericoloso.

Ritenuto da tutti estremamente eccitante per poter essere lasciato sfuggire.

Doveva essere colta al volo l'occasione per stare con lui, perché eccezionalmente mostrava interesse nei confronti di qualcuno.

E Itachi era l'eccezione.

Giovanissimo, freddo, letale.

Un innocente corrotto.

Da lui.

Infatti non si stupì quando una sera, invece di tornare a casa come al solito, l'Uchiha aveva ricambiato l'occhiata seducente che l'Anbu gli aveva rivolto.

<< Splendida notte, vero Itachi? >>

Quello non rispose, ma volse lo sguardo alla luna piena, che risplendeva alta nel cielo terso di quella notte invernale.

Una leggera risata da parte del più vecchio dei due catturò la sua attenzione.

<< Itachi... Sei l'assassino perfetto. >>

Due freddi occhi d'ossidiana si posarono su di lui.

<< Impassibile... >> Kakashi avanzò di qualche passo verso l'Uchiha.

<< Distaccato... >> Più vicino, fino a trovarsi di fronte a lui.

<< Imbrattato di sangue... >>

La sua mano scivolò rapida sul viso del ragazzo, ripulendolo così da uno schizzo vermiglio, ricordo della missione.

Itachi avrebbe voluto afferrare quella mano e spezzarla; perché nessuno aveva il diritto di toccarlo...

Avrebbe voluto dirgli di smetterla, di lasciarlo in pace una volta per tutte.

Eppure non si mosse.

<< Sei nervoso? >> Un sorriso pericoloso gli illuminò il bel volto, mentre la mano colpevole scendeva verso il collo, seguendo la linea della mandibola.

<< Lasciami. >>

<< No. >>

Itachi avvertì una morsa all'altezza della gola, e il fisico asciutto ma forte dell'Hatake premere verso di lui, intrappolandolo contro il muro.

<< Kakashi... >> Il tono dell'Uchiha era basso, controllato, ma non abbastanza da non tradire un pizzico di insicurezza.

<< Voglio essere schietto. >>

La stretta di Kakashi abbandonò la sua gola, permettendo alla sue mani di scendere lungo la vita sottile del giovane assassino,

desiderando di accarezzarlo più a fondo.

Una gamba tra le sue.

<< Ti voglio. E non accetterò un no come risposta. >>

E il respirò di Itachi si spezzò nello stesso istante in cui le labbra dell'Anbu più vecchio si posavano sulle sue.

Per il ragazzino era una sensazione del tutto nuova.

Lui era la speranza del Clan, non aveva mai avuto tempo per cose del genere, né mai nemmeno nutrito interesse nei confronti di qualcuno, nonostante molti sostenessero il contrario.

Senza sapere come, data la sua inesperienza, per un istante, un solo istante Itachi avrebbe voluto ricambiare quel bacio.

Ma proprio quando la lingua dell'Hatake aveva deciso di sfiorare maliziosamente le sue labbra, si era separato da lui.

<< La tua risposta, Itachi Uchiha? >>

 

~[ † ]~

 

Era già notte inoltrata quando il quasi quattordicenne raggiunse l'appartamento di Kakashi.

<< Accomodati pure. >> Disse quello con un sorriso strano, apprestandosi a richiudere la porta.

Itachi annuì, decidendo di occupare il divano in pelle del soggiorno.

Sapeva che vi erano molte ragioni a difesa del fatto che lui mai e poi mai avrebbe dovuto trovarsi lì: una su tutte il fatto che lui era un Uchiha, e che come tale non doveva mescolarsi con gente indegna.

O almeno, quelli erano stati gli insegnamenti del suo odiato padre.

Era per causa sua che era lì.

Un po' per curiosità, certo, ma soprattutto per ripicca...

Perché quello sì che avrebbe mandato fuori di testa il vecchio Fugaku.

Senza ombra di dubbio non avrebbe gradito che il figlio tredicenne decidesse di passare la notte in compagnia di un uomo con quasi il doppio dei suoi anni.

Non era ancora certo di come funzionasse un rapporto tra persone dello stesso sesso, ma presto l'avrebbe scoperto così smise di interrogarsi, decidendo solo di lasciarsi andare, facendosi guidare dall'istinto.

<< Posso offrirti qualcosa? Non so... Un whisky? >> Sogghignò rispondendosi.

<< Ah già, non puoi... Sei minorenne. >>

Altro motivo per cui Itachi non avrebbe dovuto trovarsi lì.

Kakashi era troppo vecchio per lui.

Anzi no, era lui ad essere troppo giovane per ogni cosa.

Troppo abituato ad essere trattato come un adulto, troppo abituato a stupire le aspettative altrui.

Totalmente all'oscuro della situazione in cui si era cacciato.

<< Perché mi hai fatto venire qui? >>

Hatake sogghignò ancora, prendendo posto accanto al ragazzino, sul divano.

<< Non sono stato abbastanza chiaro prima? >>

Le labbra si accostarono al suo orecchio, mormorando basse e sensuali parole oscene, che furono in grado di far arrossire leggermente il giovane Uchiha.

<< Ripensamenti? >>

Chiese sprezzante e con un ghignò divertito Kakashi, consapevole delle sue azioni.

I tentennamenti del più giovane erano solamente una parentesi divertente nel contesto, e l'Uchiha, imponendosi saldamente di mantenere almeno un po' di autocontrollo, scosse la testa avvicinando il proprio viso a quello del compagno di squadra.

<< Cosa ti sembra? >>

La risposta arrivò a pochi millimetri dalle sue labbra.

<< Mi sembra di fare qualcosa di sbagliato... >>

Un finto tono colpevole nella voce.

Poi il bacio.

Caldo, passionale, famelico.

La lingua dell'Hatake assaporò in profondità la bocca del più giovane, vogliosamente, mentre una delle sue mani era occupata a tenergli il mento.

Itachi fu talmente concentrato a ricambiare quel gesto che trasalì quando si accorse che la mancina dell'Hatake gli si era posata sulla vita, tentando di sollevare la maglia che indossava.

<< Che c'è? >>

Itachi si allontanò appena, senza rispondere, limitandosi soltando a ricambiare lo sguardo scocciato di Kakashi con uno altrettanto incerto.

Stava avendo dei ripensamenti...

Non che avesse mai dato importanza a cose come la sua 'purezza' o simili, ma si stava chiedendo se fosse giusto sperimentare un'esperienza simile proprio con l'Anbu.

<< Allora?! >>

Sbuffò sfilandosi da solo la maglia, esibendo così il fisico asciutto e lievemente muscoloso, gettando poi la maglia sul tavolino.

Quando riportò lo sguardo sul viso del compagno ebbe un brivido.

Si sentiva come se si fosse appena chiuso in gabbia assieme al lupo, gettando via la chiave.

Una metafora che lo sfiorò soprattutto quando quello gli saltò addosso, costringendolo a distendersi sotto di sé.

<< Ka- >> Non ebbe il tempo di dire nulla.

Le labbra dell'Hatake scesero verso il collo candido del ragazzino, iniziando a tempestarlo di baci umidi e morsi leggeri, andando poi a bloccare poi i suoi polsi contro un cuscino del divano, impedendogli di muoversi.

Il ragazzino fu più volte tentato di divincolarsi da quella stretta un po' troppo forte, ma dopotutto quel trattamento non gli dispiaceva.

Ogni tanto poteva non avere qualcosa sotto controllo, e in quel caso andava bene così.

L'Hatake si sistemò meglio sul bacino del ragazzo, risalendo fino al suo viso per baciarlo sulla bocca.

<< Come lo preferisci? >> Sussurrò malizioso, tra i baci che gli dava.

<< Eh? >>

Esitò.

<< Come vuoi che sia? Da sopra... Da dietro...? >>

Itachi sentì di essere arrossito nuovamente, iniziando a capire la dinamica di cosa sarebbe successo da lì a poco.

<< Nh... >>

Kakashi unì ancora le loro labbra.

<< Non ne sai nulla, vero? >> Rise beffardo baciandogli poi lo sterno.

<< Capirai presto... >>

Lambì quella pelle chiara voglioso, seguendo le linee poco evidenti dell'addominale arrivando fino all'ombelico.

Vi introdusse piano la lingua, ottenendo un basso sospiro come risposta.

La mancina prese ad accarezzare un capezzolo del giovane, facendolo indurire sotto i suoi tocchi esperti, e la bocca scese all'altezza della vita.

Afferrò tra i denti i l'asola, e facendo leggere pressioni sul dischetto metallico del bottone, gli aprì i pantaloni.

<< Mh... Che ne dici di continuare nella mia camera? >>

Itachi annuì distrattamente, ancora troppo preso dalle sensazioni appena provate.

Gli era piaciuto, non poteva negarlo.

Allacciò le braccia al collo del CopyNin, lasciandosi portare sino alla stanza adiacente a quella in cui si trovavano, evitando di innervosirsi inutilmente e concentrandosi solo sulle nuove emozioni sperimentate.

Kakashi adagiò il ragazzino con la schiena contro il materasso, spendendo poi qualche secondo per osservarlo.

Dimostrava più anni di quelli che effettivamente possedeva.

La pelle era chiarissima, i capelli corvini lisci come seta.

Due leggere cicatrici ( o rughe? ) parallele segnavano il suo viso non particolarmente bello, ma decisamente affascinante.

Un viso non più infantile illuminato da due profondi occhi d'ossidiana.

Purpurei durante le missioni.

Tremendamente eccitanti... Come quelli di Obito.

<< Potresti evocare lo sharingan? >>

Itachi si stupì molto di quella richiesta.

<< Perché? >>

<< Perché ti fa più bello. >>

Mentì in modo talmente convincente che l'Uchiha non obiettò, pur avendo la convinzione che quella fosse una scusa.

<< Va bene... >>

Chiuse gli occhi, e quando li riaprì l'iride risplendeva di un rosso purpureo.

Kakashi sorrise, prima di tornare ad affondare il viso contro il collo del ragazzino, baciandolo e mordicchiandolo leggermente, lambendo la nivea pelle e marchiandola come propria.

Itachi si abbandonò ad un basso sospiro, del quale si vergognò quando incrociò lo sguardo dell'uomo.

Lui nemmeno se n'era accorto... Era stato tutto così...

Improvviso.

Spontaneo!

Non aveva avuto il tempo di pensare a quanto realmente fosse piacevole sentire quella bocca tormentargli il collo che la sua voce l'aveva preceduto.

L'Hatake ghignò perdendosi nel suo sguardo, intenso come il colore del sangue innocente.

Cremisi, come quelli del defunto Obito, ma con un segno nero in più, rispetto al suo.

Più potente del suo.

Una sua mano velocemente scese verso la vita del ragazzino, accarezzandone i fianchi stretti, portandosi poi all'altezza della cerniera precedentemente calata.

<< Ripensamenti? >>

La risposta che ricevette al suo ghigno perverso, fu un bacio.

 

~[ † ]~

 

Quando l'indomani Kakashi si svegliò fu particolarmente soddisfatto di trovare al proprio fianco il ragazzo prodigio del Clan Uchiha con il quale aveva passato la notte.

Ce l'aveva fatta, come sempre...

Si leccò le labbra leggermente secche, andando poi a districare le ciocche di capelli solitamente ribelli che sembravano aver deciso di annodarsi tra di loro.

Una volta districati si concesse del tempo per ammirare la figura al proprio fianco.

Itachi Uchiha dormiente, col viso leggermente inclinato dal lato dell'Hatake.

Il leggero lenzuolo bianco lo copriva sino alla vita, esibendo così la sua corporatura snella ma non troppo magra; un braccio posato sul petto, l'altro disteso accanto al corpo; i lunghi capelli corvini sparpagliati disordinatamente sul cuscino.

Kakashi ghignò facendo scorrere lo sguardo sul bel viso addormentato dell'Uchiha.

L'espressione rilassata, le labbra semiaperte, il respiro regolare.

Ammirò ancora una volta le cicatrici sul suo viso, constatando la loro effettiva utilità a particolarizzare l'estetica del suo volto, anziché penalizzarla.

Certo... Era carino, ma di lui continuava a preferire gli occhi.

Vermigli e sporcati di nero; come quelli di tutti gli Uchiha.

 

"Obito..."

 

<< Kakashi...? >>

A risvegliarlo dai suoi pensieri fu la tenera voce impastata di sonno del più giovane.

<< Buongiorno. >>

Lo accolse con un sorriso, senza perdersi nemmeno una sua mossa.

Itachi si sedette, mordendosi poi le labbra, segno che il ricordo della notte trascorsa non era ancora svanito.

L'Hatake ridacchiò all'espressione infastidita dell'altro, facendogli poi la linguaccia.

<< Dovrai ammettere che, dolore a parte, è stato piacevole, no? >>

Itachi distolse lo sguardo da quello malizioso dell'Anbu più vecchio, limitandosi ad annuire velocemente e a coprirsi meglio con il lenzuolo.

<< Certo, per essere stata la tua prima volta non era male, ma... >>

Gli gettò un'occhiata significativa.

<< C'è di meglio, sai? >>

La critica arrivò dritta, diretta, nella mente dell'Uchiha al punto che si voltò lentamente verso Kakashi, come a voler verificare di non aver capito male.

<< Prego? >>

<< Eri solo molto impacciato!! >> Tentò quello.

<< Mi sono scopato vergini molto più capaci di te, tutto qui! ^^ >>

Gli gettò un'occhiata raggelante.

Ok, forse non era stato il meglio in circolazione, ma che accidenti pretendeva?

<< Allora posso contare sul fatto che la prossima volta non proverai a sedurmi... >>

Rispose freddamente, voltandosi in modo da potersi alzare e andare a recuperare i propri vestiti, inconsapevole del fatto che l'altro avesse allungato una mano in sua direzione, bloccandogli un polso.

<< Tu sei mio. >>

Mise in chiaro, con un tono che non ammetteva repliche.

"Tu sei mio."

"Tu sei mio."

"Tu sei mio."

"Tu sei mio."

No, proprio Itachi non riusciva a capire.

<< Che diavolo significa? >>

"Tu sei mio."

<< Da oggi mi appartieni. Sei una mia proprietà. >>

L'Uchiha accennò una risatina.

<< No. >>

<< Non era una richiesta. >>

Kakashi diede uno strattone al polso del ragazzo, in modo da farlo ricadere sul letto per poi bloccarlo sotto al suo peso.

<< Kakashi cosa stai- >>

Non poté finire la frase che le labbra dell'altro avevano fatto pressione contro le sue.

Diversamente dalle altre volta, la sensazione che prevaleva in Itachi in quel momento era il disgusto, e a dirla tutta, anche un po' di confusione.

Il giorno precedente era stato interessante, quasi divertente, ma dopo le piccole puntualizzazione di Kakashi, tutto era cambiato.

Chiaramente Itachi non aveva mai avuto la certezza che la sua performance, se così poteva essere definita, sarebbe stata delle migliori, ma...

Da qui a criticarlo apertamente ce ne passava!

Si separò bruscamente dall'Hatake, ricevendo solo una tetra e bassa risatina, come risposta.

<< Oh, andiamo... Non dirmi che te la sei presa! >>

Lo schernì, andando a giocherellare con una sua ciocca corvina.

<< Non toccarmi. >>

Tentò di sottrarsi alla salda presa che aveva Kakashi sul suo corpo, cercando di svicolare per alzarsi.

<< Ma come siamo suscettibili, sai Itachi... Ti facevo meno infantile. >>

<< Potrei denunciarti per molestie su minore... >>

Mormorò pacato rivestendosi.

<< Oh si, potresti, ma... Mi sembravi consenziente... E poi... >>

Si finse pensoso.

<< Il tuo paparino sarebbe contento se sputtanassi il Clan a quel modo? >>

<< ... >>

Si rimise la maglietta, e tenendo un elastico per capelli tra i denti, si diresse verso la porta della camera.

<< Ciaaaao. >> Salutò Kakashi con un tono di voce irritante e al contempo falsamente felice.

In pochi minuti, Itachi fu fuori dall'appartamento.

 

~[ † ]~

 

Affondò la katana nella gola di sua zia Uruchi, che all'insaputa di tutto l'aveva salutato con un sorriso.

Squarciò il ventre di Teyaki, che sconvolto dall'urlo della moglie era accorso.

<< I-tachi... >>

L'uomo strinse i denti con forza, percependo ogni singolo centimetro di quell'arma affondargli nella carne.

Il ragazzo non rispose, né la sua espressione cambiò quando con un ultimo gesto la lama della spada percorse verticalmente il torso dell'uomo e uccidendolo definitivamente.

Alcuni schizzi di sangue gli sporcarono il viso, più pallido del solito, costringendolo così a ripulirsi con il dorso della mano, anche se non bastò...

Era ancora leggermente macchiato dai residui ematici che con l'arto non era riuscito a portare via, così simili alle due pozze cremisi, inscrutabili e prive di emozioni che erano i suoi occhi.

Occhi freddi ed esasperati.

Un predatore e un calcolatore.

Uccisioni perfette, immaginate sino all'inverosimile, nonostante il nervoso lo divorasse.

Aveva la freddezza giusta per mandare a segno ogni colpo nel modo giusto...

Quante persone aveva già ucciso?

Un bel po', di quello era certo...

Mancavano soltanto...

<< Mamma... Papà... >>

Volse il capo in direzione della propria abitazione, scorgendo il viso sconcertato del padre e quello terrorizzato della madre.

Nessuna traccia di Sasuke...

Mikoto provò a dire qualcosa, ancora incredula che quel massacro fosse stato compiuto dal proprio figlio, e fin troppo impaurita per poter effettivamente spiccar parola; presto venne presa con sé dal marito e trascinata dentro casa.

Itachi scattò in loro direzione, notando solo dopo che la sua mano era stata fermata da...

<< Che diavolo ci fai qui. >>

<< Uh, beh, passavo da queste parti, così ho pensato di venire a trovarti. >>

Itachi si districò con forza da quella stretta, puntando successivamente l'arma alla gola dell'altro.

<< Cosa vuoi Kakashi? >>

<< Immagino che dopo questo... >> Osservò i cadaveri abbandonati sulla strada.

<< ...massacro... >>

Portò lo sguardo all'altezza degli occhi del ragazzo più giovane.

<< Non avrò più occasione di vederti, dico bene? >>

Itachi non rispose.

<< Volevo solo salutarti. >>

<< Sparisci o ammazzo anche te. >>

L'Hatake ridacchiò.

<< Ti stai facendo problemi? >>

<< Sai di essere una delle cause di tutto questo? >>

Passò un intenso istante di silenzio, che venne interrotto solo da un bacio del più grande.

Kakashi raccolse con la lingua le tracce di sangue rimaste sulle labbra dell'Uchiha, approfondendo poi il contatto.

Un bacio intenso, e quasi doloroso, che Itachi sicuramente non voleva ma che non poté evitare.

<< Era un bacio d'addio? >>

<< Ahah si, t'è piaciuto? >>

<< Se permetti, ora ho da fare. >>

Si incamminò verso la propria abitazione, venendo fermato ancora una volta per un braccio.

<< Tuo fratello sta arrivando, e...- >>

<< Ammazzerò anche lui. >>

<< ...e la squadra Anbu è sulle tue tracce. >>

<< ... >>

Kakashi ghignò.

<< Non puoi fare nulla per impedirmelo. Avrò anche lui, così come ho avuto te. >>

<< Non ti darò il tempo di toccare Sasuke. >>

Quello in risposta abbozzò un sorrisetto divertito, sparendo poi nel nulla, così com'era arrivato.

"Maledetto."

In breve raggiunse la stanza dei propri genitori, dove ad accoglierlo vi era un Fugaku anch'esso armato di katana.

In un angolo, rannicchiata su stessa, in lacrime, vi era sua madre.

<< Devo fermarti. >>

Disse l'uomo, protendendo l'arma verso il figlio.

 

"Da tempo aspettavi questo momento, vero padre?"

 

<< E' mio compito, come capofamiglia. >>

 

"Hai sempre desiderato togliermi di mezzo."

 

Per quel motivo Itachi non gli diede il tempo di fare nulla.

Con un rapido fendente l'aveva colpito al petto, uccidendolo sul colpo.

<< Itachi... >>

La voce spezzata di Mikoto lo raggiunse, debole come un pigolìo, ma abbastanza forte da scuoterlo e farlo vacillare per un istante.

<< Madre... >>

 

"Non posso aver pietà nemmeno per te, mamma..."

 

Mosse qualche passo verso di lei, mentre la katana ancora imbrattata dal sangue del padre lasciava piccole e macabre gocce vermiglie sul pavimento.

<< Perché l'hai fatto? >>

La donna tremava appena, ma non sembrava aver intenzione di difendersi.

<< Ti voglio bene. >>

Pronunciò, senza però lasciare il tempo a Mikoto di assimilare quelle parole.

In fretta, forse troppo, le aveva squarciato lo stomaco, affondandole poi la katana in pieno petto, in modo da assicurarle una morte rapida e il più possibile indolore.

Ancora una volta alcune gocce di sangue gli giunsero al viso, sporcandone la lattea carnagione.

 

"Perdonami madre..."

 

Se avesse potuto, Mikoto l'avrebbe risparmiata...

Perché...

Era sempre la donna che l'aveva cresciuto, che gli aveva curato le ferite di battaglia... O quelle d'allenamento...

Più semplicemente era la persona che ogni mattina lo salutava con un dolce sorriso.

Non lo trattava come il trofeo della famiglia, bensì con lui si comportava come una normalissima madre.

Gli chiedeva aiuto in casa, lo sgridava se necessario (anche se le occasioni erano molto rare), senza contare che più volte nei loro discorsi era saltato fuori il fatto che non condividesse la forte pressione psicologica cui non solo Fugaku, ma l'intero Clan, lo sottoponevano.

La porta alle sue spalle si aprì.

 

Sasuke.

 

<< Niisan... >>

Gettò uno sguardo impaurito e carico di sconforto ai cadaveri dei genitori.

<< Mamma e papà sono... Perché?! Perché? Chi può essere sta- >>

Itachi lanciò uno shuriken in direzione del più piccolo, colpendolo solo di striscio.

<< Niisan, che stai... >>

Il viso spaventato e umido di lacrime del fratellino lo colpì come un pugno in pieno stomaco.

<< Chi ha fatto tutto questo? >>

Lo sguardo del più grande non mutò, mentre con passo fermo e deciso si dirigeva verso Sasuke.

<< Niisan...? >>

<< Orokanaru otouto... >>

Non aveva più molto tempo, così, decise che gli avrebbe mostrato tutto.

Ogni cosa.

La pupilla nera dalla triplice punta acuminata risplendeva sotto la tenue luce della luna, che in breve divenne rossa.

<< Mangekyou Sharingan! >>

Quella che stava per attuare sul fratellino non era molto diversa dalla violenza psicologica, ma, si convinse, era indispensabile per la sua causa.

Lo costrinse a rivedere, uno per uno, tutti i membri del Clan e la loro tragica fine.

Nei dettagli gli mostrò come aveva fatto a pezzi ogni loro cugino, di come aveva sgozzato la zia, di come aveva ucciso il loro padre, di come aveva sventrato la loro madre.

Gli mostrò ogni dettaglio di quel massacro studiato fin nei minimi particolari.

Le urla del più piccolo si erano fatte talmente forti ed intense da riempirgli la mente, sottoponendolo ad un vero e proprio dilemma.

 

"Non posso continuare."

 

Si diceva, quasi convincendosi ad annullare lo Tsukiyomi, però...

Se l'avesse fatto...

Maledì Kakashi, unica causa di tutto quel massacro insensato...

Beh, forse l'Anbu non era stata l'unica ragione a spingerlo a uccidere tutti quanti, ma...

L'idea di quello sterminio gli girava per la mente già da parecchio tempo, ma mai era riuscito a trovare una scusa con cui 'giustificarlo' almeno a stesso.

Gli venne fornita solo dopo essersi rifiutato di sottostare alle richieste perverse dell'Hatake, per l'ennesima volta.

L'Anbu aveva deciso di ricattarlo; il suo corpo in cambio del silenzio, ma semplicemente Itachi non ce la faceva più.

Il solo pensiero che il Clan, che la gente venisse a conoscenza di quell'enorme sbaglio, di quel segreto osceno che lo coinvolgeva, lo mandava fuori di testa; spingendolo a scegliere la via più facile.

Perché i morti non possono giudicare...

Oramai era tardi.

Non avrebbe potuto uccidere direttamente Kakashi: i sospetti prima o poi l'avrebbero smascherato, così aveva preferito sterminare la propria famiglia.

Kakashi non avrebbe potuto dire nulla a nessun altro, o sarebbe stato etichettato come complice...

Si leccò le labbra al pensiero di quella, purtroppo utopica possibilità.

Senza contare che se ne sarebbe andato da Konoha lasciando lì Sasuke, costringendolo così a crescere da solo, sotto gli occhi desiderosi dell'Hatake.

Itachi non poteva permettere che il fratellino si appoggiasse a qualcuno a causa del dolore che l'aveva costretto a sopportare per il resto dei suoi anni, ma soprattutto doveva evitare che quella persona fosse Kakashi...

Per questo motivo voleva focalizzare l'odio del più piccolo su di sé: per proteggerlo.

O almeno provarci.

Non aveva dubbi che una simile esperienza lo stravolgesse nel profondo, rendendolo diverso da quel che era...

Un bambino...

 

"Devo riuscirci..."

 

Se l'avesse odiato con tutte le sue forze, giurando vendetta, forse avrebbe allontanato l'Anbu di sua spontanea volontà.

Volse lo sguardo al suo viso distrutto, deciso una volta per tutte a far cessare la sua pena.

Sasuke nel frattempo non la smetteva di urlare, fortemente colpito da quelle immagini che, per un bambino della sua età, erano devastanti.

Aveva perso il conto di quante lacrime avesse già visto passare sul suo tenero viso, ora contratto dal dolore e dalla paura.

<< Basta Niisan!! Non mostrarmelo!! Perché? Perché l'hai fatto?!? >>

Urla di terrore e incomprensione sovrastarono il silenzio della casa, quando Itachi ritirò finalmente la genjutsu.

 

"Scusami Otouto."

 

Quello si accasciò a terra, stremato; lo sguardo perso nel vuoto e un filo di bava sulle labbra.

Il pianto incancellabile sul suo viso.

 

"Scusami per quest'incubo."

 

<< Perché l'hai fatto...? >>

Questa volta fu solo un sussurro, ma all'altro non sfuggì, sbrigandosi ad inventare una scusa.

Una qualunque, che spingesse il piccolo alla vendetta.

<< Volevo misurare la mia forza. >>

Sasuke rantolò, incredulo a quello che aveva sentito.

<< Misurare... la tua forza? Per questo tu... li hai uccisi... tutti? >>

 

"No, non per questo, otouto..."

 

<< Era necessario. >>

Il piccolo tentò faticosamente a rialzarsi, conscio che tutto quello non poteva essere vero.

<< Cosa diavolo... >> Si gettò di corsa contro al fratello.

<< NON MENTIRMI! >>

Puntò la katana contro di lui, ma ancora una volta non riuscì a ucciderlo.

Si limitò a colpirlo allo stomaco con un pugno, facendolo cadere a terra dinanzi a lui.

E fu allora che i nervi del piccolo finalmente crollarono.

Ancora in lacrime e scosso dal terrore fuggì verso la porta, mormorando cose come 'ho paura' e implorandolo di non ucciderlo.

Itachi sospirò, più tranquillo.

 

"E' solo un bambino, dopotutto..."

 

Lo seguì silenzioso come un ombra fino alla strada.

Vide Sasuke correre e incespicare più volte, rialzandosi per poi correre nuovamente.

Allora gli apparve davanti.

<< Orokanaru Otouto... Se vuoi uccidermi, odiami, sopravvivi come un miserabile, aggrappati alla vita, fuggi, scappa. >>

Incrociò ancora una volta il suo sguardo distrutto.

<< E un giorno, quando avrai i miei stessi occhi... Vieni a cercarmi...

Nel momento in cui mi attaccherai desideroso di metter fine alla mia esistenza ricorda... Sarà l'inizio della tua fine. >>

E dopo quelle parole sparì, senza più voltarsi, arrivando fuori dal villaggio.

Rinnegò il coprifronte con il simbolo di Konoha, e sogghignando si diresse in un luogo imprecisato.

Presto, sapeva, avrebbe rivisto Sasuke, e forse era riuscito ad allontanarlo da Kakashi.

Questo gli bastava.

 

~[ † ]~

 

Sette anni dopo il massacro, all'ormai Jounin di alto livello Kakashi Hatake, venne affidato il Team 7 composto da Sakura Haruno, Naruto Uzumaki, e Sasuke Uchiha.

E Kakashi non avrebbe potuto essere più contento della scelta compiuta dall'Hokage.

Perché, così, non appena Sasuke fosse cresciuto abbastanza, avrebbe potuto tornare al suo passatempo preferito.

Quale?

Avere un Uchiha a scaldargli il letto.

Si stupì piacevolmente della somiglianza che il piccolo Uchiha aveva con Itachi,

la cui sola differenza da quest'ultimo stava nel fatto che quella di Sasuke, era una bellezza più fragile, femminile, e volendo persino più innocente.

Itachi era decisamente più virile, nonostante ci fossero volte in cui diventava piacente quanto una bella donna.

<< Perché ride sensei? >>

La voce della ragazzina dai capelli rosa lo distrasse dai suoi pensieri.

<< Niente, niente... >>

Chissà se aveva ereditato lo stesso talento del più grande, a letto.

La sua falsa innocenza...

<< Stavo solo ricordando i bei tempi... >>

E presto sarebbero tornati.

Perché a Kakashi Hatake non piaceva cambiare.

Lui era una persona molto abitudinaria, anche se spesso queste sue abitudini, diventavano veri e propri vizi di cattivo gusto.

<< Quanto non ti sopporto Sas'ke!!! >>

Aveva urlato l'ospite del Kyuubi, ottenendo solo uno sguardo seccato dall'altro.

Sasuke Uchiha, il suo obiettivo, era diventato una persona piuttosto chiusa e schiva, totalmente contraria all'instaurare rapporti sociali di sorta...

I capelli corvini, così simili a quelli di Itachi...

 

“A quelli di Obito...”

 

Sogghignò.

Presto o tardi anche lui sarebbe caduto nella sua trappola.

 

Owari?

 

~[~~~~~~~~~~~~~~ † ~~~~~~~~~~~~~~]~

 

Salve x3

 

Dunque, due paroline su questa storia.
Cos’è? Una one shot? L’inizio di una trilogia?

Non ho ancora deciso per cui limitatevi a vederla come elemento singolo per ora...

Mi farebbe piacere ricevere commenti per sapere cosa ne pensate...

 

Chu

  
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