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Autore: Divoratrice di Sogni    03/04/2015    1 recensioni
Due cuori e un sogno. Jem e Maggie si conoscono da una vita, ma ormai uno dei due ha deciso che qualcosa nel loro rapporto deve cambiare; Maggie vuole uscire dalla Friendzone e Jem non sa nemmeno di esserci finito dentro.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Mi stavo dirigendo verso la mia camera, dove quella sera avrei dormito con le ragazze, ma mi fermai sulla soglia della camera degli ospiti, dove i ragazzi stavano già tirando fuori il peggio di loro stessi; incredibile quanto un gruppo di ragazzi, ormai fuori dall’età adolescenziale, potessero ancora fare una tale confusione. Aprii la porta a libro della camera e mi rivolsi a Jeremy: “Jem, credo tu abbia dimenticato il cellulare in cucina” gli dissi, sperando che fosse talmente attento al tono della mia voce da capire che quella frase era solo un pretesto per rivolgergli la parola.. Avevo davvero bisogno di stare sola con lui e parlargli di quello che provavo.. o magari fissarlo negli occhi fino a quando non avesse capito da sé tutto quello che io non riuscivo a dirgli a parole, o a dimostrargli in altro modo.
“Lo so Maggie, grazie, sta caricando” evidentemente non aveva capito nulla. Al ché risposi con un generale “Buonanotte” e la risposta dei ragazzi fu subito seguita da voci che sussurravano cose come “era solo un pretesto, non lo capisci?”, “sei proprio un’idiota”,  “Sta aspettando solo una tua mossa ormai, è cotta di te”. A sentire quelle frasi mi si attorcigliò lo stomaco, e non capivo se derivava dalla paura o dal desiderio che Jeremy capisse che i ragazzi avevano ragione.
Accompagnata da questi pensieri mi diressi verso il letto, tirai le coperte fin sopra alle orecchie e mi girai sul fianco sinistro, come facevo sempre prima di addormentarmi. Le ragazze già dormivano; certo che era davvero piacevole poter parlare con qualcuno in momenti come questi..
Mentre sbuffavo delusa, vidi un’ombra, solo grazie alla luce che proveniva dalla camera degli ospiti, e tutto il fiato che avevo mi morì in gola. Un’ombra che ormai avrei riconosciuto in mezzo a mille. “Fammi posto” disse Jeremy, scostando le coperte e  infilandosi accanto a me. Io mi scostai più in là e prima che potessi anche solo pensare di dire qualcosa, prese a baciarmi dolcemente, sul naso, gli zigomi, passando per gli angoli delle labbra e tornando sulla fronte. “Jem, dobbiamo parlare..” dissi a mezza voce, e la sua risposta mi fece perdere del tutto la testa.
“Parliamo domani” disse, e iniziò a baciarmi, questa volta profondamente. Si dedicò con tutto se stesso alle mie labbra, senza staccarsi da loro per un solo momento e trattandole come fossero fatte di carta: fragili, ma in grado di ferirlo. Nell’istante in cui decise di staccarsi da me per riprendere fiato, mi sentì quasi persa, ma lui, probabilmente avvertendo il mio timore, mi prese il viso tra le mani, fissandomi nel buio che ci permetteva di guardare solo a un palmo dal nostro viso. Dopo uno sguardo pieno di promesse, desiderio e anche tenerezza, chiuse gli occhi e sfregò il suo naso contro il mio, mi baciò la fronte, mi abbracciò forte e ci addormentammo così, consapevoli che la chiacchierata del mattino dopo avrebbe cambiato tutto.
 
Aprii gli occhi e subito mi accorsi di non essere tra le sue braccia. In casa c’era un silenzio insolito e così mi precipitai in cucina sperando di trovarlo da solo in modo da poter parlare della notte precedente. Ed eccolo lì, con lo sguardo perso fuori dalla piccola finestra della cucina, intento a cercare le parole giuste per iniziare il discorso che entrambi temevamo. Si voltò verso di me, e chiaramente non era sorpreso nel vedermi, sapeva che tutti gli altri stavano ancora dormendo.. praticamente non esistevano prima delle 11.00.
“Ciao” disse con il sorriso più sincero che avessi mai visto.. quasi quasi mi faceva sperare che le cose tra noi andassero bene.
“Hei” risposi visibilmente scossa dalla notte precedente e altrettanto visibilmente speranzosa per gli sviluppi futuri.
Aspettavo che lui dicesse qualcosa, qualsiasi cosa per iniziare il discorso e avevo deciso che questa volta non avrei trattenuto nessun pensiero..doveva sapere tutto ciò che mi passava per la testa; era molto bravo a capirmi generalmente, ma l’unico modo per essere sicuri che mi avrebbe capita fino in fondo era parlare chiaramente, quindi non appena avesse dato il via al discorso, avrei sputato il rospo.
“Non ce la faccio. Voglio dire, non posso farlo.. questa cosa fra noi non può funzionare.”
Lo guardavo, assorbita dai suoi occhi, completamente incapace di dire qualsiasi cosa. Mi sentivo pietrificata e avevo bisogno che lui se ne andasse subito dalla mia vista, altrimenti sarei senz’altro scoppiata a piangere all’istante.
“Non.. non rimanerci male, ti prego, ma io non provo quello che provi tu. So di non poter essere all’altezza delle aspettative che ti sei fatta su di me, quindi conviene rinunciarci subito..” aveva il viso paonazzo, sapevo che ci teneva molto a me quindi fare quel discorso per lui non era facile, ma per me sentirlo lo era ancora meno.. e sentivo gli occhi gonfiarsi di lacrime. Maledizione!
Si avvicinò a me, mi mise una mano sul viso e con uno strano terrore negli occhi mi chiese “capisci il motivo per cui lo faccio? Non sono la persona di cui hai bisogno..”
Quelle parole mi fecero perdere la pazienza e iniziai a urlare una serie di frasi con la voce rotta dal pianto tra cui “Come diavolo fai a sapere di cosa ho bisogno!? Non hai il diritto di dirmi come mi sento e non puoi pretendere di sapere quali aspettative nutro nei tuoi confronti! Sei proprio un idiota!”
Dopo avergli urlato addosso  con tutto il fiato che avevo in corpo, gli voltai le spalle decisa ad uscire di casa, ma una sua mano mi afferrò il polso, mi tirò a sé e mi strinse forte contro il suo torace.
Mi svegliai col fiatone, ancora agitata tra le braccia di Jeremy. Eravamo ancora nel mio letto, a luce spenta mentre tutti gli altri in casa dormivano profondamente. Alzai gli occhi verso di lui, che mi fissava stranito e ansioso ad un palmo dal mio naso.
“Calma piccola, va tutto bene, va tutto bene..” mi stringeva e allo stesso tempo cercava di calmarmi con delle carezze regolari sulla parte bassa della schiena. “Che succede? Vuoi parlarne?” mi sussurrò dolce all’orecchio.
“Non è niente, sono una deficiente” dissi, sorridendo tra me e me della mia idiozia.
“Sembravi parecchio sconvolta, ma se dici di star bene.. vogliamo parlare di ieri sera?” disse, quasi impaziente.
“Se non ti dispiace vorrei godermi ancora un po’ questo abbraccio..” sussurrai, appoggiando la testa sul suo petto.
“Tutto il tempo che vuoi” mi strinse più forte e poi mi diede un bacio sulla testa che mi fece riemergere dal suo torace per tornare a guardarlo negli occhi.
Contro ogni mia aspettativa lui riprese a baciarmi profondamente, e fu un bacio ancora più bello della sera precedente; aveva acquisito consapevolezza della mia bocca e ora sapeva bene in che direzione muoversi,  cosa mi piaceva. Mi abbandonai al suo tocco, sperando che il mio sogno fosse solo un incubo e che quella giornata fosse solo l’inizio di qualcosa di molto bello.
Entrambi ci staccammo dal bacio in un sorriso e poco dopo Jem sentì il bisogno di dire qualcosa.
“So che tu volevi parlare, e ne capisco il motivo, però spero che questo bacio ti abbia già detto buona parte delle cose che volevi sapere. Insomma.. io non vado da nessuna parte. Se tu ci sei, io ci sono.”
Esplosi in un sorrisone che avrebbe fatto invidia alla persona più felice della Terra e mi lanciai di nuovo sulle sue labbra per fargli capire che, diavolo, c’ero anch’io.
   
 
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