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Autore: Letizia25    04/04/2015    7 recensioni
«Quel ragazzo ti interessa parecchio in questi ultimi tempi, a quanto vedo.»
«No James, sul serio. Non è il mio tipo.»
«Hollie, ti conosco da quando eri piccola come lo sgabello su cui eri seduta. Non mentirmi, tanto sai che non servirebbe.»
«Mi incuriosisce. È diverso.»
*
«Quel ragazzo ha qualcosa dentro che mi attira senza che io possa farci niente.»
«Allora segui questa attrazione. Non lasciare che non abbia neppure una possibilità.»
«Non lo farò, lo sai che non riesco mai a tirarmi indietro per cose come questa. Non sarei io.»
*
«Qualunque sia il tuo problema, non te ne libererai mai riempiendoti d’alcol.»
«Forse è l’unico modo che mi resta, perché cose estreme non le prenderò mai in considerazione, neppure fosse l’ultima scelta che ho.»
«Ci sono altre cose che aiutano a non pensare.»
«Se ti riferisci a droghe o cazzate varie, no. Non ho intenzione di rovinarmi così.»
«Allora illustrami. Se hai un altro modo per l’auto-annullamento, sarei ben felice di ascoltarlo, dato che cercare di tramutare il mio sangue in alcol sembra non avere alcun effetto.»
*
«Dammi amore.»
*
«Riempimi.»
*
Trailer: http://youtu.be/gR9wpEbR4o0
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Clifford, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Link trailer --> https://www.youtube.com/watch?v=gR9wpEbR4o0
1.
Due ragazzi
    


Prende l’ennesimo sorso dal boccale di birra ormai quasi vuoto e lascia che i suoi occhi verdi vaghino per quel locale ancora vuoto, silenzioso, tranquillo. Le pareti dipinte di un bordeaux ormai sbiadito a causa della luce del sole che ogni giorno entra in quel salone dalle grandi vetrate che danno sulla strada trafficata. Le mensole dietro al bancone piene di alcolici e bicchieri di tutte le forme. Foto appese ai muri in cornici vecchie quanto loro. La musica che dall'impianto stereo si fa sentire lieve, quasi impercettibile, proprio come un dolce sottofondo. L’aria di benvenuto che si fa sentire in ogni angolo.
Sospira e beve, ancora una volta, come ogni giorno, da quelli che ormai sono diventati tre lunghi mesi. Beve e la testa inizia a girargli un po', e lui capisce un po’ meno di ciò che lo circonda, mentre la vista torna ad essere appannata, offuscata dalle lacrime che minacciano di scendergli dagli occhi. 
No, non vuole piangere, non deve farlo. La supererà, supererà anche questa, come ha sempre fatto, a testa alta, senza voltarsi indietro. Sono passati tre mesi, eppure non sta bene, non ancora. Ha bisogno di tempo, per convincersi che è tutto finito, che non c'è più niente da fare, non c'è più niente da cercare. C'è solo il suo cuore distrutto da rimettere in sesto, passo dopo passo. 
Dovrebbe trovare un modo per uscire dal buco nero in cui è andato ad infilarsi, senza accorgersene. Dovrebbe cercare di combattere, e non di lasciarsi sopraffare. Dovrebbe essere più forte e combattere. Dovrebbe mandare tutto a quel paese e ricominciare da capo, come se niente fosse successo.
Dovrebbe.
Ma non fa niente, lascia che tutto lo inghiotta, che lo faccia sprofondare, che lo faccia impazzire lentamente, cosicché alla fine di lui non rimarrà più niente, neppure un piccolo granello di sabbia. Non combatte, non si ribella a niente. Non ne ha le forze, tutte annullate dalla più grande bugia del mondo, quella di cui tutti parlano, su cui si scrivono libri, canzoni, poesie, su cui si fanno film, per cui impazziscono, uccidono, si tolgono la vita. L’amore, la cazzata più grande di tutte.
Cerca di calmarsi un attimo, cerca di non pensare a niente di tutto quello che è successo ma che non avrà più un futuro. Perché se inizia a rimuginarci sopra è la fine, sul serio. Ma non c’è niente da fare, non c’è mai stato modo di opporsi a quella forza che sconvolge tutto e tutti nella frazione di un secondo e fa toccare il cielo con niente. Quella forza che poi lo ha spaccato, lo ha distrutto, con la stessa velocità, con la stessa facilità, facendo vagare per le strade solo pezzi di lui che non riescono a stare insieme. Quella forza in cui all’inizio credeva, sperava. Quella forza che poi gli ha portato via tutte quelle poche certezze che aveva.
Beve un altro sorso di birra e sospira. Deve liberarsi di tutto quel casino che ha dentro. Deve liberarsi di quel peso che lo opprime, che lo trascina verso quel posto senza ritorno in cui non vuol mettere piede. Deve reagire, deve salvare le poche cose che gli sono rimaste e per cui vale ancora restare in piedi.
Ma proprio non ha idea di come fare.
Finisce la birra, lascia i soldi sul bancone ed esce, in silenzio, senza notare gli occhi scuri puntati su di lui.
Esce e torna a casa, a passo lento, stanco, incerto, a causa dell’alcol che gli circola nelle vene, quasi volesse prendere il posto del sangue da quanto ce n’è. Cammina con lo sguardo puntato a terra, senza curarsi minimamente degli altri passando, urtandoli quando gli passano vicino o andandogli a sbattere direttamente davanti. Non gli interessa.
Non gli interessa più di niente, né di nessuno. Ha perso tutto, ha perso chi, teneva insieme tutto quel casino dentro di lui, ha perso quell’unica persona che lo guidava per capire, passo dopo passo, che gli era stata accanto sempre, in ogni momento, aiutandolo, senza chiedere niente in cambio. L’aveva persa senza un perché, un motivo ben preciso. E quel motivo mancato, quella spiegazione dovuta ma mai ricevuta, in quei tre mesi non ha fatto altro che fargli male, segnandolo con cicatrici sempre più profonde ad ogni ricordo. 
Attraversa la strada e si ferma davanti la porta a vetri del condominio dove abita. La apre a fatica, con le mani che gli tremano e con le lacrime che ancora minacciano di uscire dai suoi occhi, benché lui non voglia.
Perché piangere significherebbe crollare del tutto, vorrebbe dire darla vinta al dolore.
E lui, nonostante cerchi una via di fuga nel bere, non vuole cadere del tutto. Perché ha paura di non riuscire a rimettersi in piedi dopo, da solo, senza l’aiuto di qualcuno che lo aiuti a sostenere tutto quel peso che si porta dietro da tanto tempo.
Sospira e si passa una mano sul viso stanco, per poi spogliarsi ed andare a fare una doccia, giusto per smaltire la sbronza e per rimettersi un po’ in sesto, per quanto sia possibile farlo. Perché alla fine, nessuno lo nota, quanto lui stia male. Nessuno ci fa caso. Ciò significa che il suo piano sta avendo effetto.
Non far entrare più nessuno nella tua vita, così non rimani fregato.
Eccolo qui, il suo nuovo mantra. Allontanare tutto e tutti da lui, preferisce rimanere solo, anche se sa che così non riuscirà mai a farsela passare del tutto, da solo non riuscirà mai a combattere quel dolore che ha dentro, ad ogni respiro, ad ogni ricordo che torna e che ogni volta fa sempre più male.
Si osserva allo specchio, non sorprendendosi più del suo riflesso, lo stesso da tre mesi.  Occhiaie scure e pesanti attorno agli occhi, stanchi e spenti, privi di qualsiasi luce. La pelle così chiara, pallida, da far paura. Capelli completamente spettinati. Barba da fare.
Sospira distrutto e lascia che poi il getto d’acqua calda gli allievi un po’ i brutti pensieri, almeno per qualche minuto di pace, cosa di cui ha assoluto bisogno.

Intanto al bar dove il ragazzo era seduto fino a quasi un quarto d’ora prima, due occhi scuri, che non avevano fatto altro che osservarlo da lontano per tutto il tempo, erano rimasti incantati sul vetro colorato della porta d’entrata del locale, quasi il rosso potesse spuntare da un momento all’altro.
Occhi scuri della ragazza seduta in fondo al locale, sullo sgabello dietro al bancone e con il grembiule grigio chiaro legato in vita. Occhi che hanno osservato quel ragazzo dai capelli rossi e dagli occhi verdi così chiari da sembrare trasparenti, quasi come il mare. Un verde che lei era solita vedere luminoso e vivo le prime volte in cui quel ragazzo veniva lì al bar. Un verde che tuttavia si era lentamente spento in quegli ultimi tre mesi, che aveva perso la sua luce passo dopo passo. 
La ragazza sospira e si passa una mano tra i capelli mori che le arrivano fin otto le scapole, mentre cerca di non pensare a quel ragazzo misterioso che l’attira peggio di una calamita, benché non lo conosca minimamente. Sta ancora cercando di capire come mai non riesca a toglierselo dalla testa, il perché non riesca a non lasciarlo stare.
Sospira e dà un’occhiata al locale semi vuoto, alle cose rimaste sui tavoli da mettere in ordine, che altrimenti Bill non perderebbe occasione per farle una piccola ramanzina con il sorriso sulle labbra. È venerdì sera, ed è stranamente molto stanca. E che per fortuna sabato non è sabato, altrimenti sarebbe davvero morta. 
Si alza e mette tutto in ordine, controllando poi se il vecchio James, seduto al suo solito tavolo vicino una delle vetrate, ha bisogno di qualcosa. E l'uomo, dopo aver risposto alla domanda della mora, le fa segno di avvicinarsi a lui un momento. 
«Quel ragazzo ti interessa parecchio in questi ultimi tempi, a quanto vedo.» dice, appena lei si siede, facendola arrossire nella frazione di un secondo. 
«No James, sul serio. Non è il mio tipo.» risponde lei, e sa di non star dicendo il vero.
L’uomo sorride, sotto i baffi grigi e brizzolati. «Hollie, ti conosco da quando eri piccola come lo sgabello su cui eri seduta. Non mentirmi, tanto sai che non servirebbe.»
E, a quelle parole, la ragazza non può fare a meno di sorridere, perché James la conosce davvero troppo bene perché lei possa permettersi di potergli raccontare balle. «Mi incuriosisce. È diverso.»
«Diverso il termine o diverso lui?»
A quella domanda, Hollie gli riserva un’occhiata seria. «Entrambe le cose.»
E a quel punto, James inizia a ridere di gusto, perché sa di aver visto giusto. La mora invece sbuffa e sorride, divertita da quell’uomo che per lei è sempre stato come il nonno che non ha mai conosciuto, ma a cui si è affezionata subito. La stessa cosa è successa all’uomo, che aveva sempre desiderato avere un nipote. E, grazie al cielo, lui ed i genitori della ragazza sono sempre stati grandi amici, quindi non c’era niente in contrario.
E ora entrambi hanno bisogno tanto l’uno dell’altra. Lui perché sta invecchiando, e gli anni cominciano a farsi sentire sulle sue ossa stanche. E lei perché gli si è affezionata così tanto che senza proprio non potrebbe stare. Tanto che, alla fine, James è andato a vivere dai genitori di Hollie – quando lei ha trovato un appartamento tutto per sé – che si sono offerti di dargli una famiglia e un po’ di compagnia con tantissimo piacere.
E ora che entrambi sono seduti dentro lo stesso bar in cui si sono conosciuti ormai diciassette anni prima, allo stesso tavolo che ormai Bill – il proprietario del locale – tiene riservato esclusivamente per James. E si sorridono, osservandosi complici, divertiti, da quelle cose che riescono a capire guardando semplicemente l’altro negli occhi.
«Quel ragazzo ha qualcosa dentro che mi attira senza che io possa farci niente.»
E in fondo sa che è vero, che quel ragazzo silenzioso, dagli occhi persi e stanchi, così vuoti da farle paura, la incuriosisce davvero tanto. Eppure il perché proprio non riesce a spiegarselo. Quel rosso è un grande punto interrogativo nella sua vita, a cui Hollie vuole trovare una risposta, come cerca sempre di fare per ogni cosa che la intriga. Vuole cercare di capire cosa ci sia dietro a quel silenzio, a quelle occhiaie, a quel senso di tristezza e di abbandono che quello sconosciuto si porta dentro. 
«Allora segui questa attrazione. Non lasciare che non abbia neppure una possibilità.»
E Hollie annuisce alle parole dell’uomo, convinta, sicura, determinata. Sa che ci sarà tanto da fare, sa che si sta per buttare in una cosa che non ha né capo né coda. Una cosa che lei avrebbe potuto benissimo non considerare e andare avanti con la sua vita senza che quel ragazzo potesse minimamente cambiare qualcosa. Eppure no, lei non è così, non lo è mai stata. Non si è mai tirata indietro per cose simili, non ha mai negato il suo aiuto a chi sapeva lo necessitata.
E lei lo ha notato, che quel ragazzo ha bisogno di qualcuno che gli stia vicino. Ora come ora non le interessa il perché. Le basta vedere quella richiesta muta che quegli occhi così chiari urlano in silenzio. Perché una persona così distrutta come lui non l’aveva mai vista in vita sua. E sa che il dolore non è una bella compagnia, non lo è mai stata. Perché, anche se non sembra, pure lei lo ha provato, per parecchio tempo, prima di stare meglio. Le ci sono volute tutte le sue forze per non cadere, per non permette alla tristezza di prendere il sopravvento. E alla fine ci è riuscita. Certo, se ci pensa, un po’ di dolore c’è ancora e ci sarà sempre, annidato lì, in un piccolo angolo del suo cuore. Però ora riesce a conviverci, e giorno dopo giorno, passo dopo passo, va sempre un pochino meglio.
Hollie lo sente dentro, in ogni cellula, che quello sconosciuto ha vissuto qualcosa che l’ha segnato irrimediabilmente. E non vuole che si rovini la vita. Perché nessun dolore, per quanto intenso e potente sia, non merita che la vita, qualsiasi vita, venga sprecata.
La mora prende le mani dell’uomo, tra le sue affusolate e sottili, prima di sorridergli, complice e sicura, rendendolo orgoglioso di lei senza saperlo. 
«Non lo farò, lo sai che non riesco mai a tirarmi indietro per cose come questa. Non sarei io.»
E James sorride, perché ormai ha visto tante cose in vita sua. E lo sa, che quella situazione potrà portare solo grandi cambiamenti, che nessuno dei due ragazzi potrebbe mai aspettarsi. Sorride, perché non c’è cosa migliore e più bella di quella che preso unirà Hollie e lo sconosciuto.






Letizia
Ciao a tutti! <3
Allora, premetto che ancora non so di preciso da dove mi sia spuntata fuori questa piccolina :3.
Spero solo che vi piaccia tanto, perchè io la adoro *^*.
Spero anche che il trailer vi sia piaciuto, ci ho messo secoli per farlo *^*.
Bene, detto questo, vi ringrazio tantissimo già da ora e spero di poter leggere qualche commento da parte vostra :
Fatemi sapere cosa ne pensate, ci conto ;). Non mordo mica! <3
Ci sentiamo la settimana prossima, un bacione, Letizia <3
   
 
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