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Autore: Glendora    04/04/2015    0 recensioni
Farla finita sembra davvero molto facile, soprattutto nella solitudine di una camera d'albergo a chilometri di distanza da casa. Questo, però, non sembra il destino di Ville Valo che, inaspettatamente, tra le mura di quello che sembra essere un vero e proprio girone dell'Inferno, troverà quello che ha sempre cercato, ciò che la fredda lametta di un rasoio appoggiato sulla pelle non è stata capace di dargli. Ma il fato ama giocare con le persone e Ville non è certo immune...
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il momento.

Vivere in attesa di un singolo istante capace di cambiare la vita non solo di una persona, ma di tante, tutte legate da un vincolo puro e profondo: l’amicizia, l’amore, l’affetto, la riconoscenza…

Lily ha cercato di non pensarci, ma di notte quando non c’è più niente da fare, quando tutto si è fermato e la mente è libera di vagare nei meandri dei pensieri e delle sensazioni, non può fare a meno di fermarsi a riflettere sulle parole di Ville, su quella promessa che gli ha fatto tempo prima, conscia del fatto che quel momento si sta avvicinando pericolosamente.

Lo sente avvicinarsi passo dopo passo, percepisce i suoi movimenti che avanzano e sente che diventa più forte man mano che il suo corpo si indebolisce, lasciandola sempre più stanca e debilitata.

Sapeva quali rischi correva, ma li ha accettati, solo che ora vorrebbe avere più tempo perché quello che ha avuto non le è bastato: aveva ragione Ville la prima volta che l’ha convinta a sottoporsi alla chemioterapia, un anno poteva essere tanto, ma alla fine non sarebbe bastato perché, quando si è felici, non si è disposti a rinunciare a tutti quei bei momenti da passare con le persone che si amano.

“Mamma, stai ancora male?” raggomitolandosi al fianco di Lily, Rose l’abbraccia con le piccole manine stringendola il più forte che può, poggiando la testa nell’incavo del collo assaporando il profumo della sua mamma.

Sono quelle le domande che le fanno più male, le domande a cui non può rispondere, a cui non vuole rispondere perché non può dire ad una bambina di 3 anni ciò che sta davvero succedendo: non è giusto e Rose non si merita di soffrire.

“No amore, sono solo un po’ stanca, ma adesso passa” risponde Lily stringendola di più a sé, baciandola dietro l’orecchio per farla ridere.

“Posso stare qui con te?”

“Certo che puoi.”

In quel tiepido pomeriggio, Lily e Rose rimangono abbracciate per quelle che potrebbero essere lunghissime ore così come solo una manciata di minuti, ma a loro non importa, ormai il concetto di tempo ha perso il suo significato: esistono solo le persone, i singoli individui ed i sentimenti che li legano indissolubilmente.

Ti voglio bene…

Ville, intanto, misura a grandi passi il salotto al piano di sotto: non riesce a stare fermo, non più da quando ha scoperto di Lily e non trova pace, ma cerca, si informa, si documenta per trovare una soluzione capace di risolvere come per miracolo quello che non si può aggiustare diversamente.

Ho bisogno di un miracolo…

Con il cellulare stretto nella mano, parla con Aoki che, nel frattempo, ha mobilitato tutte le sue conoscenze per trovare quel miracolo di cui ha bisogno Ville, ma fino ad ora nulla sembra essere servito a qualcosa: le cure ci sono, esistono, ma è Lily che non sembra essere adatta alla sperimentazione. A causa del ceppo di leucemia resistente ai farmaci nessuno vuole testare nulla su di lei, per evitare risultati negativi all’interno di programmi sperimentali che, in qualche modo, si mantengono a galla grazie a risultati che Lily non può offrire né garantire.

Non c’è nulla da fare tranne che aspettare, ma è proprio quello che Ville non vuole fare: non può stare lì con le mani in mano, aspettando che una cura piova dal cielo, che avvenga un prodigio, che per un qualche evento inspiegabile tutto si metta a posto dal giorno alla notte.

L’attesa è quella che lo logora più di qualsiasi altra cosa e lui non può andare avanti così, non sapendo che da qualche parte nel mondo potrebbe esserci qualcosa per Lily, la panacea di tutti i mali capace di guarirla e renderla libera.

Abbiamo avuto il nostro miracolo, Ville gli ha detto un giorno Lily prima di andare a dormire, stringendo tra le mani una foto di loro due con in braccio Rose ancora in fasce. Lei è il loro miracolo e Lily sa che non ha il diritto di chiederne altri, non quando ha avuto così tanto: un uomo d’amare capace di regalarle quei momenti di felicità che ha cercato per anni, un matrimonio perfetto, amici fidati sui quali contare e una figlia bellissima e sana, capace di donarle l’amore che sono una bambina può regalare.

Eppure a Ville non basta, ci dev’essere qualcosa che ancora non ha tentato, strade che ancora non ha percorso: non può essere semplicemente arrivato il suo momento, non può lasciare che Lily se ne vada e non permetterà che questo accada.

Solo uno, non chiedo altro.

Ma anche per i miracoli è tardi, o forse, più semplicemente, il destino ha in serbo per loro qualcos’altro a cui però non si può dare una spiegazione se non con le lacrime e con il dolore.

 

When the day is over
there's a heart a little colder;
someone said goodbye,
but you don't know why.
Somewhere there is someone keeping
all the tears they have been weeping,
someone said goodbye,
but you don't know why.

 

La vera paura di Ville è di doverle dire troppo presto addio, questo è ciò che davvero lo spaventa, questo è ciò che lo terrorizza lasciandolo paralizzato e impaurito: trovare una soluzione è l’unico modo per tenere la mente impegnata, per non pensare a quando sarà costretto a salutarla.

Perché sa che quel giorno, presto o tardi, arriverà e allora tutte le lacrime che ha cercato di non versare cadranno senza sosta e lui non saprà come fermarle o forse, non le vorrà fermare.

Ottobre…

***

Is there a reason
why a broken heart begins to cry?
Is there a reason
you were lost although you don't know why?
Give me a reason
why you never want to say goodbye.
If there's a reason,
I don't know why

 

Soffrire.

Piangere.

Annegare in un mare fatto di dolore.

Perché? Perché non esiste un mondo fatto di sorrisi, gioia, felicità? Perché non esiste un posto dove c’è solo tranquillità?

Seduto in giardino su una vecchia sedia sgangherata, Ville osserva il sole, una palla rosso fuoco che brilla nel mezzo del cielo colorandolo di colori caldi ed avvolgenti, e si chiede il perché di tutto quello che sta passando: non ha diritto anche lui ad essere felice con la sua famiglia una volta per tutte?

Ha bisogno di una ragione, una sola, piccola ragione capace di giustificare un’intera esistenza fatta di lacrime e sangue. Se ci fosse allora sarebbe anche in grado di smetterla di chiedersi il motivo di quello che sta succedendo a Lily, ma sa che non c’è e che nessuno è in grado di dargli una spiegazione: né il Fato, né qualsiasi altra forza superiore che ipoteticamente governa il mondo. Nessuna ragione, nessun perché, nessun motivo ed è questo che fa sanguinare il suo cuore.

“Che cosa fai qui tutto solo?” Avvicinandosi silenziosa alle sue spalle, Lily abbraccia Ville e baciando sulla nuca il marito, lo avvolge con il pesante scialle che le copre la schiena proteggendola dall’aria fresca della sera che cala placida su Helsinki.

“Pensavo.”

“Brutti pensieri?” domanda le mani che sfiorano il petto di Ville.

“Sì…” Risponde lui sinceramente afferrando la mano sinistra di Lily per baciarle il palmo.

Poggiando la testa su quella di Ville, Lily fa un sospiro consapevole del fatto di essere lei l’oggetto dei brutti pensieri dell’uomo: non avrebbe mai voluto farlo soffrire così e vederlo in quello stato le spezza il cuore e le fa male, talmente male che quasi non riesce a respirare.

Girando attorno alla sedia, Lily si adagia sulle ginocchia di Ville e mentre lui la stringe allacciando le braccia attorno alla sua vita, lei inclina leggermente la testa posandola sulla spalla del marito per poterlo vedere meglio in volto.

“Questa testa non è fatta per i brutti pensieri” dice poi, accarezzandolo delicatamente e sistemandogli dietro all’orecchio una ciocca di capelli.

Chiudendo gli occhi, Ville si lascia trasportare dalla dolcezza di quel piccolo gesto: avere Lily così vicina, poterla stringere, toccare, placa il suo cuore infranto, ma ogni suo tocco, ogni suo bacio, ogni sua parola, sono come piccoli spilli appuntiti che continuano a lacerare la sua anima.

Non può fare a meno di lei, del suo alito caldo sulla pelle, delle sue mani morbide, dei suoi occhi luminosi, del suo profumo e la consapevolezza di poter perderla da un momento all’altro lo uccide, un giorno dopo l’altro.

Passando il pollice sulla lacrima che cade silenziosa dal viso di Ville, Lily sente di non potercela fare a vederlo così e baciandolo sulla guancia, cerca di scacciare la tristezza che le cresce nel petto.

“Ti prego, non te ne andare” supplica lui portando una mano sulla schiena di Lily, per far aderire meglio il corpo della moglie al suo.

“Sono qui…” Sussurra lei con il palmo della mano poggiato sul collo di Ville.

“Resta per sempre” le chiede baciandola, lasciando che il suo spirito si inebri dell’essenza di quell’attimo.

Lily non risponde, sa che non può dare a Ville quella certezza che tanto brama e non vuole illuderlo con false speranze: oggi è uno di quei giorni buoni in cui sembra che tutto vada bene, ma domani potrebbe peggiorare e se dovesse succedere non vuole lasciare Ville con una promessa infranta fatta tra i suoi dolci e languidi baci.

Sparire in lei. Ville vuole solo questo. Annegare nel suo corpo, toccare i confini dell’universo per scoprire che c’è ancora tanto da esplorare e ritornare sulla Terra per poi immergersi di nuovo nel suo piacere e ricominciare da capo, all’infinito, per trattenerla lì dove né dolore né lacrime hanno accesso.

Il bisogno di Ville è anche quello di Lily che non oppone alcuna resistenza alla sua volontà e quando lui si alza bruscamente dalla sedia per portarla in camera, lei si lascia guidare perché ha bisogno di lui, del suo amore, del suo corpo avvinto al suo dalla passione.

Ogni affondo è un passo verso il Paradiso, ogni gemito un passo verso il piacere che porta entrambi lontani dall’Inferno, dal dolore, dalle lacrime e da quella realtà che entrambi cercano di dimenticare.

In ogni gesto, in ogni spinta, in ogni sospiro c’è calore e desiderio, ma anche disperazione, quella disperazione che non lascia scampo, che non trova pace: amore e morte uniti indissolubilmente da un vincolo così forte da non poter essere mai spezzato.

In quell’estasi di lacrime e bramosia entrambi trovano ciò che stavano cercando, una pace dolce come il miele ed una quiete capace di renderli liberi: il loro rifugio segreto dove entrambi potranno sempre ritrovarsi.

Stai con me.

Prima o poi dovrò andarmene.

Sei la mia vita.

Dovrai dirmi addio.

Non voglio.

Comunque vada sarò per sempre tua.

Per sempre.

Per sempre.

 

Always looking for a meaning,
all the time you keep believing,
but I don't know why
you won't say goodbye.
Even when the sun is shining
you don't see the silver lining,
but I don't know why
you won't say goodbye

 

Novembre…

***

Is there a reason
why a broken dream can never fly?
Is there a reason
you believe and then you close your eyes?
Give me a reason
why you hide away so much inside.
If there's a reason,
I don't know why

 

“Ville, forse dovresti stare un po’ da solo con lei. Ci pensiamo noi a Rose, non ti preoccupare.”

“Come si dice addio alla persona che si ama?” Chiede Ville bloccando Migè per un braccio.

“Non... non lo so” risponde lui abbassando la testa, detestandosi per non essere in grado di aiutare l’amico.

“Io non voglio dirle addio... non posso farlo.”

Le condizioni di Lily si sono aggravate e Ville sa perfettamente che presto o tardi arriverà quel giorno in cui accadrà l’inevitabile e nonostante abbia sperato con tutte le sue forze, ora anche lui deve arrendersi a quella consapevolezza: non c’è nulla che possa fare, niente che possa dire. Lily si sta spegnendo e nemmeno un miracolo può salvarla.

“Vai da lei e stalle vicino, credo che basti solo questo” suggerisce poi Migè stringendo la presa sulla spalla di Ville, accompagnandolo fuori dalla piccola stanzetta dove ha raggruppato tutti i suoi libri, gli spartiti, i cd e i ricordi di tutta una vita disposti in un caos organizzato che solo Ville può comprendere.

“Non ti dispiace se ti affido Rose?”

“Non dirlo nemmeno per scherzo... Vedrana l’adora e io pure! Mi raccomando se ci sono cambiamenti chiamaci.”

“Grazie, Migè.”

Abbracciando Ville, Migè lo lascia entrare nella camera da letto dove riposa Lily ed andandosene mestamente, esce di casa con Vedrana e Rose che non capisce bene quello che sta accadendo.

“Posso andare a salutare la mamma?”

“Certo scricciolo, vai.”

 

Is there a reason
why a broken heart begins to cry?
Is there a reason
you were lost although you don't know why?
Give me a reason
why you never want to say goodbye

 

“Mamma, ti voglio bene.” Stringendola forte al petto, Lily tenta in tutti i modi di trattenere le lacrime, ma vedendo il volto contratto di Ville non riesce a reprimere un singulto: e se quella fosse l’ultima volta che vede sua figlia?

“Ti voglio bene anche io, te ne voglio tantissimo, non dimenticarlo mai.”

“Non piangere mamma.”

“Fai la brava mi raccomando e tieni d’occhio papà.”

 

If there's a reason
I don't know why

 

Non c’è mai stata una ragione e non c’è mai stato un perché: quella è davvero la fine e lo sanno sia Lily che Ville.

Dicembre…

   
 
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