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Autore: gattina04    04/04/2015    2 recensioni
Nuova iniziativa : 12 Months Captainswan
Raccolta mensile di fanfiction dedicate ai Captainswan.
Per ogni mese 3 elementi come prompt, ognuno potrà scegliere quale gli sembra più congeniale alla propria storia,( anche più di uno) che naturalmente dovrà contenere anche il nome del mese corrente.
Gennaio: neve,camino, pattini
Febbraio: maschera, san Valentino, Super Bowl
Marzo: donne , risveglio, altalena
Aprile: scherzo, Cioccolato, pigiama
Maggio: fiori, pick nick, barca
Giugno:Estate, ciliegie, doccia
Luglio : spiaggia,temporale, gelato
Agosto: stelle, calore, mare
Settembre:vino, viaggio, passeggiata.
Ottobre: Compleanno ( Emma), coperta, zucca
Novembre: Ringraziamento, famiglia, nebbia
Dicembre: candele, vischio, anello
Abbiamo tanta voglia di leggervi!
Ideata da CSGroup
(Alexies, Alexandra_Potter, Clohy, CSLover, Lely_1324, Manu'sPirate e Pandina.)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Gennaio: Metodi infallibili per scaldarsi
 
Stavo seduta accanto al camino nel tentativo di scaldarmi. Eravamo in inverno inoltrato e con l’arrivo di gennaio era arrivata anche la prima neve. Aveva nevicato tutta la notte e la mattina, al risveglio, tutta Storybrook era coperta da una coltre bianca. Henry e miei genitori, insieme al piccolo Neal, erano usciti a godersi quell’inaspettato imprevisto, lasciandomi la casa finalmente a mia completa disposizione. Sebbene avessero insistito per farmi andare con loro, avevo resistito alle loro incessanti richieste ed ero riuscita a conquistarmi un momento di privacy.
Era stato bello starmene un po’ per conto mio, senza nessuno intorno. Non riuscivo mai ad avere un po’ di tempo per me, in quella casa c’erano fin troppe persone. Avevo davvero bisogno di un posto tutto mio. Era stato bello, finché il riscaldamento non era partito.
Avevo già chiamato per far risolvere il problema e mi avevano assicurato che avrebbero mandato un tecnico il prima possibile. Così non mi era restato altro da fare che accendere il vecchio camino che era rimasto inutilizzato fino a quel momento. Per fortuna avevo trovato con facilità il luogo dove David aveva sistemato la legna ed appiccare il fuoco con la magia era stato un gioco da ragazzi.
Strofinai le mani per scaldarle. Il freddo sembrava essersi diffuso in un batter d’occhio, la temperatura sembrava scendere vorticosamente, nonostante fino a poco tempo prima il riscaldamento fosse funzionante.
Sebbene fossi avvolta in una coperta e il fuoco fosse accesso, cominciavo a sentire le dita intorpidite. I miei pensieri tornarono ad Elsa e alla caverna di ghiaccio. Non mi era mai piaciuto il freddo e da quella esperienza mi era piaciuto ancora meno.
In quel momento bussarono alla porta risollevandomi il molare. Mi avviai di corsa ad aprire, sperando di poter così risolvere il problema al più presto.
“Per fortuna sono stati veloci, quasi non ci speravo”.
Quando aprii la porta però non mi ritrovai davanti il tecnico della caldaia, bensì Killian. Nonostante mi fissasse con il suo splendido sorriso e che fosse ancora più attraente con la neve tra i capelli, non potei che restare un po’ delusa.
«Ah sei tu», sbuffai facendolo entrare.
«Ma come Swan non sei felice di vedermi? E io che ho affrontato il freddo e la neve per venire a trovarti!».
«Non credo che sia stata una impresa così eroica», replicai tornando al mio posto per terra accanto al camino.
«Accidenti e io che mi aspettavo un’accoglienza un po’ più calorosa». Ammiccò, chiudendo la porta, per poi seguirmi.
«Be’ Hook mi dispiace ma sicuramente il calore non è un comfort che questa casa potrà offrirti oggi».
«In effetti qua dentro fa piuttosto freddo. Cosa è successo?».
«Il riscaldamento deve essersi rotto. Stavo aspettando il tecnico per questo non pensavo che fossi tu».
«Ho capito. È per questo che oggi siamo così scontrosi?».
«Io non sono scontrosa!», protestai voltandomi a guardarlo. Lui mi fissò con il suo sguardo che sembrava suggerire tutto il contrario. Beh forse ero stata un po’ brusca con lui, ma quella che era partita come una splendida giornata si stava rivelando tutto il contrario.
«È che il freddo mi rende nervosa», cercai di spiegarmi.
«Bene se è solo questo, allora ho la soluzione». Si sedette sul tappeto accanto a me. «Swan conosco un metodo infallibile per scaldarti». Si avvicinò sempre più circondandomi con le braccia e facendomi accoccolare sul suo petto. Sorrisi del suo approccio ma ne fui felice. In fondo avevo voglia di vederlo e se non ci fosse stato quell’imprevisto, avrei sicuramente finito per chiamarlo.
Negli ultimi mesi il nostro rapporto era diventato sempre più profondo. I miei sentimenti per lui erano cresciuti esponenzialmente, anche se non ero ancora pronta ad ammetterlo apertamente. Almeno non davanti a lui.
Mentre ero persa tra i miei pensieri, sollevò il viso con la mano e mi fece incontrare le sue labbra. Mi lasciai completamente andare al suo bacio, affondando le dita nei suoi capelli e intrecciando la lingua alla sua. Era incredibile quanto in poco tempo quei gesti fossero diventati normali e quasi indispensabili. Ed era altrettanto strano come lui riuscisse a calmarmi con un semplice gesto. Ero sempre stata una donna autonoma e indipendente, ma nell’ultimo periodo mi stavo accorgendo dell’influenza che Killian aveva su di me.
«Credo di essermi fatta perdonare per la gelida accoglienza», sussurrai quando lui passò a baciarmi la guancia. Mugolò in risposta continuando il suo peregrino viaggio sulla mia pelle. Dalla guancia passò al mento, scendendo lungo la mia gola, lasciando una scia di baci su e giù sul collo.
Con l’uncino mi scostò una ciocca di capelli portandomeli dietro l’orecchio. Il contatto con il freddo metallo non mi fece rabbrividire, bensì mi fece avvampare. Era quello l’effetto che lui aveva su di me. Riusciva ad accendermi con semplice gesto.
Aveva ragione: sicuramente i suoi baci erano un metodo infallibile per scaldarmi. Le sue labbra erano bollenti o forse era il semplice contatto che mi infiammava. Sentivo la pelle bruciare nei punti in cui depositava i suoi baci.
«Killian», sospirai quando le sue labbra scesero sulla mia spalla, scostando via la coperta e tirando il bordo del golf. Quello che era partito come una protesta nella mia mente, suonò più come un gemito di piacere che lui interpretò come un invito a continuare.
Lentamente torno sui suoi passi tornando a dedicarsi al mio collo. Sempre con la stessa lentezza esasperante mi scostò i capelli dall’altro lato e andò ad occuparsi dell’altra spalla.
Quando mi resi conto che non sarei riuscita a fermarlo, o forse che non volevo fermarlo, chiusi gli occhi e lasciai che mi inondasse con i suoi baci. Il freddo sembrò passare in secondo piano e infine sparire mentre il mio corpo si scaldava. Cominciavo ad avvampare sempre di più. L’effetto che lui aveva su di me era davvero potente. Nessuno era mai riuscito a farmi provare emozioni così intense, nessuno era più riuscito a insinuarsi così nel mio cuore da tanto tempo.
Dopo quella che sembrò un’infinità ma anche un momento troppo breve, sentii di nuovo le sue labbra sulle mie.
«Allora Swan hai ancora freddo?», sussurrò sulla mia bocca.
«Direi di no». Leccai il contorno delle sue labbra per sentire il suo favoloso sapore prima di perdermi in un altro bacio.
Quando ci staccammo, rimanendo appoggiati l’uno sulla fronte dell’altro, i nostri sguardi inevitabilmente si intrecciarono. I suoi occhi del colore del mare mi fissavano incorniciati dal suo solito sorriso soddisfatto e impertinente. Con la mano cercai la sua, intrecciando le nostre dita, e beandomi di ogni nostro contatto.
«Sono così bravo», si vantò, «che non ti sei neanche accorta che il fuoco si è quasi spento». Voltai la testa quel tanto che bastava per vedere che nel camino non restava altro che qualche debole fiammella. Di lì a poco si sarebbe spento del tutto.
«Non vantarti troppo Capitano o comincerò a pensare a cosa, o meglio a chi, ti ha fatto arrivare a questo livello». Sapevo che lui, in quel campo, aveva avuto molta più esperienza di me, ma aveva anche diversi secoli di esperienza alle spalle.
«Gelosa Swan?». Il suo era un tono piuttosto esultante e sfacciato.
«E tu?», lo provocai alzandomi in piedi. Non avrei resistito se fossi rimasta lì accanto a lui e non era quello il momento per lasciarci andare a certe intimità.
«Ehi dove credo di andare tesoro?». La sua mano ancora intrecciata alla mia mi richiamò giù.
«Vado a preparare una cioccolata calda. Ti va?». Mi divincolai dalla sua stretta e andai in cucina, cercando di allontanarmi un po’ dal suo corpo fin troppo irresistibile.
«Pensavo di poterti scaldare un po’ più a fondo. È così raro restare da solo con te, devo pur approfittarne». Mi aveva seguito e si era appoggiato al bancone per osservarmi meglio.
«Killian il tecnico potrebbe arrivare da un momento all’altro», gli feci notare. «Ed in più anche Henry e i miei potrebbero rientrare a momenti».
«Non credo. Li ho incontrati mentre stavo venendo da te e Mary Margaret mi ha detto che avevano intenzione di andare a pattinare. Probabilmente non torneranno prima dell’ora di cena».
«Sì ma non toglie il fatto che il riscaldamento si è rotto e tra poco qualcuno busserà a quella porta».
«Mm». Lo vidi sforzarsi per cercare un modo di ribattere ma era evidente che io avessi ragione.
«Swan hai vinto. Però la cioccolata io la prendo corretta», si arrese infine.
Sorrisi e mi avvicinai a lui. «Grazie di essere così paziente, vedrai che mi farò perdonare». Proprio in quel momento altri colpi alla porta ci interruppero.
Andai ad aprire pensando che, se il problema si fosse dimostrato più semplice del previsto, avrei potuto mantenere la mia promessa anche quel giorno stesso. Speravo davvero di poter tornare alla nostra solitudine il prima possibile. 



 
Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti! Anche se in ritardo voglio partecipare anche io a questa iniziativa. Questa è la prima fanfiction che scrivo però adoro troppo Emma e Hook, così ho deciso di provarci! Spero che la storia vi piaccia.
A presto!  
  
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