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Autore: An13Uta    04/04/2015    4 recensioni
Una qualsiasi foresta,un qualsiasi giorno,uno yordle fuggito da un carceriere farà un incontro capace di aprirgli un nuovo orizzonte per conquistare il suo sogno.
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Personaggi: Lulu, Veigar(non lo conosce nessuno,soffro)
Minimo accenno a relazione sentimentale
Per favore non uccidetemi se non vi piace
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lulu, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Veigar alzò la testa. Per quanto tempo aveva dormito?
“Maledizione.”imprecò “Quel carceriere di Noxus era davvero fastidioso,mi ha inseguito dappertutto. E mi ha fatto perdere tempo! Non posso permettermi di perdere tempo,se un giorno governerò il mondo intero!”.
Lo yordle si alzò a fatica. Una gamba gli doleva molto. Imprecò a bassa voce contro quel noxiano,furioso.
-Quello scoiattolo ha un'aria familiare!-esclamò una vocetta candida all'improvviso.
Veigar si acquattò contro il tronco dell'albero,temendo che qualcuno lo vedesse.
Si sporse appena e vide una yordle che saltellava per il boschetto. Aveva lunghi capelli viola che arrivavano a terra e un alto cappello rossiccio con rilievi dorati.
Rimase,per la prima volta in vita sua,incantato da quella creatura a suo parere di rango inferiore. Provò a scorgere il suo viso,quando prese coscienza di quel che gli stava facendo fare quella forma di vita di un livello infimo rispetto a lui.
Sbatté la testa contro la mano coperta da un guanto di metallo,pensando:“Sveglia,futuro Signore di Runeterra! Non puoi certo abbassarti ad una semplice yordle!”.
Non aveva calcolato due cose:il male che si sarebbe fatto, dati gli spuntoni e il duro materiale del guanto,e il rumore che quel gesto avrebbe procurato.
La yordle si girò di scatto,spaventata,e Veigar si nascose di nuovo dietro al tronco. Spiò appena,notando la carnagione violetta di lei e quei giganteschi occhi verdi.
Sembravano morbidi smeraldi chiari.
-C'è qualcuno?-chiese,titubante.
Veigar andò ancora più dietro all'albero,temendo di essere visto. La yordle si guardò un po' intorno,poi si rivolse ad uno strano esserino. Somigliava ad un piccolo umanoide viola a cui erano state applicate due grosse ali da farfalla.
-Pix,puoi dare un'occhiata in giro?-.
L'esserino annuì e cominciò a svolazzare in giro.
“Devo svignarmela,”disse tra sé e sé Veigar“se quel coso mi scopre poi me la vedo brutta.”.
Provò a correre,rimediando una rovinosa caduta a terra.
La yordle la sentì (solo un sordo non avrebbe udito tutto il trambusto del metallo che si sconquassava a terra) e richiamò la fata che stava ancora volicchiando di qua e di là. Preoccupata,si avvicinò al corpo coperto di grigio e blu spanciato a terra.
-Tutto a posto?-chiese,protendendo la mano per aiutarlo.
Lui gliela spostò in malo modo:-Levati! Faccio da solo!- rispose acido.
Si appoggiò allo scettro e con fatica si tirò su.
La yordle parve subito capire il problema:-Mettiti giù che ti curo la gamba!-.
Prima che Veigar potesse ribattere,lo spinse a terra e cominciò a togliergli il pesante stivale che rinchiudeva la gamba ferita.
Lo yordle la fissò invelenito e tirò l'arto verso di sé, sibilando:-Tu,creatura in...!-.
L'insulto si bloccò:lo strattone gli aveva provocato una fitta di dolore indicibile.
“Dominati,”pensò,mentre un urlo di dolore e delle lacrime si preparavano ad uscire “un dominatore non piange,un dominatore non piange,un dominatore non piange...”.
-Ecco,la sapevo!-sbottò l'altra,-Ti sei fatto male da solo, tipico. Dammi la tua gamba e smettila di fare certe scene,ti voglio solo aiutare.-.
Veigar non rispose,distendendo cauto l'arto. Le lasciò spalmare una strana mistura sulla gamba. Lasciò che lei gliela fasciasse,coprendo bene la ferita.
La lasciò fare senza lamentarsi,umiliato che una semplice yordle avesse aiutato lui,futuro Signore del mondo,a curarsi. Anzi,aveva fatto tutto lei. Veigar si era solo procurato la ferita.
Lei guardò per un attimo il volto dello yordle. Poi,interrotto bruscamente il suo lavoro,vi si concentrò.
La testolina nera nascosta sotto ad un grande cappello da mago blu e pieno di spuntoni faceva risaltare gli occhi gialli. Essi,a loro volta,facevano illuminare le lacrime che sembravano pronte ad uscire.
Lulu fece un sorriso dolce,allungando la mano e asciugando una goccia particolarmente grossa.
-Su,su,non piangere.-disse con una voce adorabile,-A tutti capita di ferirsi.-.
Veigar tirò un po' su col naso,dimenticandosi dei suoi ideali di conquista del mondo.
Prese lo stivale e fece per metterselo,ma Lulu lo bloccò.
-Te lo sconsiglio,-spiegò,-potresti riaprire la ferita.-.
Veigar la fissò negli occhi e lesse. Si chiamava Lulu,era riuscita a rimanere in una specie di mondo delle fate e quell'essere che si portava dietro si chiamava Pix ed era una fata selvaggia. Si stava dirigendo verso la League of Legends.
La League. Of. Legends.
-Portami a questa League of Legends.-ordinò.
Lulu lo guardò sbigottita:-Cosa?-.
-Non fare la finta tonta,so benissimo che ti chiami Lulu e stai andando a questa League of Legends,quindi ti ordino di scortarmi fino a quel posto!-tuonò Veigar,alzandosi con un po' di fatica.
L'altra rimase ferma per un attimo. Poi saltò in piedi e con gli occhi che mandavano scintille ammirate esclamò:-Wow! Sei un mago,oltre che carino!-.
A sentirsi chiamare carino,lo yordle si infuriò rosso come una brace:-Zitta! Sono malvagio!-.
Lulu rise,coprendosi la bocca con le manine.
L'altro sentì il cuoricino indurito da pazzia e brama di potere prendere a battergli forte:cosa stava succedendo?
La yordle gli prese la mano nel guanto di metallo e lo trascinò con sé:-Andiamo signor...!-.
-Veigar.-si affrettò a completare lui.
Lulu rise di nuovo e,saltellando con la mano stretta in quella del suo nuovo amico,si diresse verso la lega.










 
   
 
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