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Autore: Trixina    21/12/2008    10 recensioni
cosa farebbe Sana se un evento improvviso la sconvolgesse? ma sopratutto...da chi andrebbe? una storia da più punti di vista...ma soprratutto la mia prima storia! siate clementi!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pesca

.Sana.

Lascio cadere la cornetta del telefono. “Sana, chi era?” mi domanda mia madre dalla cucina. Che cosa posso dirle? E un desiderio si insinua dentro di me. Fuggire, anche solo per poco. E perché non farlo per una volta? Una sola, unica volta. E così, senza dire niente, mi metto le scarpe e raggiungo la porta. “Sana?”. Non rispondo. Chiudo con violenza la porta e comincio a correre. Senza meta. Dove andare? E poi i suoi occhi nei miei pensieri.

 

 .Mama.

Sento la porta sbattere violentemente. Perché Sana non risponde? Mi alzo e mi dirigo verso il telefono. La cornetta è per terra, con una persona che urla dall’ altro capo. “Pronto?”. Poche frasi. Poche parole che mi cadono addosso come macigni.

 
.Natsumi.

Suona il campanello.”Akito vai tu?”. Nessuna risposta.”Ah già,che sciocca,mio fratello è all’allenamento.” Trascino stancamente i piedi e arrivo alla porta. L’apro e mi ritrovo l’ultima persona che avrei mai immaginato. “Sana-chan, che ci fai qui?”. Ansima e si porta la mano all’ altezza del cuore. “C...c’è Hayama?”mi domanda a corto di fiato. “Mi dispiace ma è agli allenamenti di karate. Torna circa fra 30 minuti.” Vedo nei suoi occhi la delusione perciò le chiedo subito “Vuoi entrare? Mi sembri stravolta”;per risposta mi fa un sorriso tirato e risponde “Se non disturbo…”

 

.Rei.

“Sana-chan sono tornato!” urlo felice aprendo la porta di casa. “Chissà perché non risponde…” mi domando a bassa voce. “Non c’è” mi sento rispondere da dietro. Mi giro di scatto e vedo la signora coi capelli lunghi senza le sue solite acconciatura. Brutta cosa. “è uscita? Dov’è andata?” “Non lo so”, mi risponde con calma la maestra. Che significa non lo so? Che diavolo significa? È sua figlia-dannazione –e lei non si prende nemmeno la briga di sapere dov’è? “Cosa è successo?”

 

.Hayama.

Apro stancamente la porta. Nessun rumore mi giunge dalla casa silenziosa. “Natsumi? Sei in casa?”. Nessuna risposta. Poggio con un tonfo il mio borsone e mi avvio verso la cucina. Sono sicuro che appena mia sorella tornerà mi sgriderà perché “come al solito” ho lasciato la mia roba in giro. Prendo da bere nel frigo quando mi rendo conto che sopra questo vi è un post-it. “Sono uscita per andare da una mia amica. Torno stasera sul tardi. Un bacio Natsumi. PS:non sei solo”. Perfetto,penso tra me e me. Fermi un attimo…non sei solo? Che significa? “C’è…c’è nessuno?” ripeto ad alta voce senza ottenere nuovamente risposta. Probabilmente mi avrà preso in giro. Ma questa volta me la paga. Mi avvio verso la mia camera trascinando i piedi su per le scale e svogliatamente apro la porta. E d’improvviso capisco che mia sorella aveva ragione: non sono davvero da SOLO.

 

 

.Rei.

Mi accascio sulla sedia. La signora Kurata, quella simpatica nonnina…morta. Non riesco a crederci. Avete presente quelle persone che,per quanto vecchie, ti danno l’aria di essere…invincibili? Ecco per me lei,quella arzilla vecchietta è sempre stata…bhè…invincibile. Ma capisco anche che tutte le persone devono prima o poi morire. Solo che la signora Kurata, anzi tutta la famiglia Kurata è l’antitesi della morte…sono l’allegria, il calore di una famiglia,la gioia di un sorriso…tutto quello che mi hanno dato accogliendomi a casa loro. “D-dov’è Sana-chan?”…la maestra non risponde. Nonostante abbiano sempre litigato fra loro, madre e figlia erano comunque molto legate.

 

 

.Mama:

La voce di Rei mi giunge ovattata,lontana. Non so perché ma il sapere che mia madre era morta mi aveva sconvolto. Certo, sapevo che da tempo soffriva di malori, ma i soliti acciacchi della vecchiaia, niente più. Invece…ripenso all’ ultima cosa che le ho detto. A tutti i battibecchi inutili che avremmo potuto benissimo evitare. A quanto dolore le ho causato non rilevando le terme che mi spettavano di diritto. E che ora penso sono mie. “Non lo so Rei, ma so che ora ha bisogno di rimanere da sola e assimilare il fatto. Come me.” Tutto ciò che mi rimane di mia madre ora sono delle terme,che non ho mai voluto. Ironia della sorte.

 

.Natsumi.

“Natsumi?” vedo una mano sventolarmi davanti agli occhi. Scuoto la testa tornando alla realtà. “Dicevi Sakura? Scusa ma sai oggi sono un po’…” “disattenta?” mi suggerisce la mia migliore amica, sfoderando un sorriso furbetto. “A cosa stavi pensando…? O meglio a chi?” arrossisco di botto e le dico “ma che vai a dire non stavo pensando a…ad ogni modo-dico riprendendomi subito-stavo pensando a Sana-chan.” “Sana-chan? Quella Sana-chan? E perché stavi pensando a lei?” ora i suoi occhietti si fanno attenti. Quando fa così nulla la può dissuadere a cambiare argomento. “Bhe ecco…non so se lo sai ma lei e mio fratello…” incomincio a raccontarle tutto, pensando alla faccia scioccata di mio fratello quando se la ritroverà in casa. Sorrido pensando che sono da… o mio dio sono da SOLI!!!

 

 

.Hayama.

Credo di essere rimasto lì,con gli occhi spalancati e la mano ancora sulla maniglia per circa cinque minuti. Più cerco di accettare la verità che ho davanti a me…più penso di sognare. Chiudo gli occhi,conto fino a dieci e poi li riapro. Ma l’immagine non cambia, come prima che facessi quello stupido gioco della realtà. Ragiona Akito, cosa ci fa Kurata, quell’ insopportabile ragazzina di cui sei perdutamente innamorato da circa una vita nella tua stanza? Ma la domanda da mille dollari…che ci fa addormentata NEL TUO LETTO?  Cosa fare? Svegliarla? Faccio qualche passo verso il mio letto quando mi blocco. Forse è meglio se prima chiamo Natsumi. Esco dalla stanza e prendo il cellulare componendo quel numero che ormai so a memoria.

Niente non risponde. Maledetta! A cosa gli serve il cellulare se poi non lo usa mai? Mi trattengo dallo scagliarlo per terra per un soffio. Faccio un respiro e mi avvio verso la mia stanza.

 

.Sana.

Sento qualcuno scuotermi per svegliarmi e,d’istinto lo scaccio con una manata. Sento qualcuno gemere. Povero Rei, ma lo sa che non mi deve mai svegliare così! Apro un occhio e con orrore capisco che quello che ho colpito non è Rei, e che decisamente non mi trovo nella mia stanza. Mi alzo di scatto per vedere un Hayama decisamente arrabbiato che si tiene la mano sul naso… “Scusa…ti ho fatto male?” “Stavo decisamente meglio prima…” mi dice sarcastico. Sorrido. “Ma non eri tu il fortissimo campione di karate? Non potevi evitare li colpo?” continuo io stuzzicandolo. So che gli brucia ancora da morire per non essere diventato cintura nera. Come immaginavo mi fulmina con lo sguardo e sbuffa contrariato…”Scherzavo…” mi affretto a dire. A volte è così…bambino. “Tanto per curiosità Kurata…cosa diavolo ci fai a casa mia?”. Merda. La resa dei conti.

 

.Mama.

Da quando mi sono chiusa in camera mia ho incominciato a scrivere sul mio computer portatile. Ho deciso di dedicare questo libro a mia madre,e forse per una volta Onda non si dovrà disperare per la scadenza. Perché questo è il mio modo di affrontare la sua morte, un modo tutto personale perché lei rimanga con me e con la mia bambina. Spero solo che in questo momento stia bene, ma so anche che appena se la sentirà tornerà a casa. Le mie dita si muovono agili sui tasti,come guidati da volontà propria. “Maestra vuole qualcosa da mangiare?” mi risveglio alla voce della signora Shimura,la nostra governante. Mi guarda con uno sguardo caldo e materno, per me lei è stata una seconda madre. Scuoto la testa. Mi sorride comprensiva e con un cenno del capo se ne va.  Riprendo a scrivere con un sorriso sulle labbra con un pensiero nella testa: addio mama.

 

.Rei.

La signora Shimura esce dalla camera della signora Kurata con il vassoio ancora pieno, segno che la maestra non aveva voluto niente. “Sta scrivendo un nuovo manoscritto. Penso che parlerà della madre”. Un sorriso nasce spontaneo sulle mie labbra. Per quanto pazza e molte volte dotata di una mentalità simile a quella della figlia ha un modo tutto suo di attutire il dolore. In questo momento la riconosco per l’artista che è. Un artista non tiene mai tutto dentro ma si esprime attraverso la sua arte ciò che prova, che questo sia positivo o negativo. Spero solo che alla fine si senta meglio. Ma dove sarà la mia bambina? Non riesco a non pensare a quanto sia irresponsabile, nonostante tutto, la maestra. Anche se vuole molto bene a sua figlia in questo momento sembra non curarsi della sua assenza. Penso che alla fine sappia dov’è…e con orrore capisco che anche io SO dove potrebbe essere la mia Sana-chan.

 

.Natsumi.

“Da soli…da soli…da soli” questa frase rimbomba nella mia testa come un eco. Fin dal primo giorno in cui Sana-chan è venuta in casa nostra,quando non eravamo ancora una famiglia,ho capito subito che lei non era una ragazzina normale;il solo fatto che Akito l’abbia fatta entrare in casa dopo undici anni in cui l’unico visitatore era Tsuyoshi…bhè era semplicemente straordinario. Personalmente non so cosa ci sia tra Akito e Sana-chan ma so che il loro legame è molto forte, nonostante il carattere freddo e il più delle volte impossibile di mio fratello. Qualche volta, giusto per stuzzicarlo, gli chiedo se ha un debole per la piccola attrice. La risposta però è sempre la stessa: prima si blocca,fulminandomi con lo sguardo e poi mi risponde con la  solita freddezza che lui non sopporta ASSOLUTAMENTE quella ragazzina. Però…non si imbambola anche lui quando compare in tv Sana-chan? Non arrossisce (non posso confermarlo perché è una cosa del tutto eccezionale)quando lei gli fa un complimento? Che mio fratello…non oso nemmeno pensarlo. Mio fratello l’essere più rustico di tutta la terra…innamorato? Di Sana-chan? Perché si, può essere rude e freddo ma ha un cuore, perché ha sofferto per undici anni…perché so che la sua è solo una maschera…perché lui AMA.

 

.Hayama.
Vedo i suoi occhi spegnersi improvvisamente, come se la luce che prima brillava in lei si fosse di colpo spenta. Abbassa la testa, e la sua frangetta mi impedisce di guardare quel mare color nocciola. “Akito…” sussurra pianissimo tanto che mi domando se l’abbia detto veramente. Di solito non mi chiama mai per nome, mi chiama sempre Hayama o al massimo Peggy. Ma in fondo DI SOLITO Kurata non viene a casa mia. Attendo che riprenda a parlare che dica qualcosa,qualunque cosa ma rimane in silenzio. Cavoli,di solito quella che parla è lei, per me è normale …deve essere successo qualcosa d’importante, sicuramente. E mi stupisco quando vedo cadere le prime lacrime dal suo viso, un viso fatto per sorridere e,il più delle volte, per farmi perdere letteralmente la testa. Inizialmente ho sempre creduto che Kurata, come tutta la sua famiglia , fosse sempre felice, mai un problema nella vita. Invece c’erano. Problemi su problemi, abilmente nascosti e sempre superati con un sorriso. Sono stato il primo che ha visto piangere Kurata, credo personalmente che la reputi una cosa da deboli, sono l’UNICO che le abbia offerto una spalla per piangere. E vorrei fare qualcosa, e non vorrei non sentirmi così inutile. Non sono mai stato il tipo che parla. Mai una parola di troppo, sono più un tipo di “fatti”. So che in questo momento dovrei confortarla,parlarle…anche solo per capire cosa stia succedendo, ma è pur vero che io SONO Hayama Akito, e non mi smentisco mai. Perciò con sicurezza l’abbraccio, circondandole la vita e stringendola forte a me. “Sono qui…” le sussurro. Io ci sono. Ci sarò sempre per te,Kurata.

 

.Sana.

Sento Akito accogliermi tra le sue braccia e io non desidero altro che affondare il viso nella sua felpa e finire tutte le mie lacrime. Di rabbia. Di tristezza. Di paura. Mi aveva promesso che sarebbe venuta a trovarmi. Mi ha lasciato, senza neppure salutarmi un ultima volta come si deve. Ho paura di quello che sarà. “Sono qui…” alzo di scatto il viso domandandomi se davvero quello che ho sentito è uscito dalla bocca di Hayama. Il lupo solitario; ma come possono mentirmi quei occhi color grano,ora così pieni di preoccupazione? Per me,lui è preoccupato per me. Annuisco solo e titubante mi riappoggio al suo petto. Devo dire che questa posizione mi imbarazza un po’ ma il ritmo costante del cuore di Akito basta a calmare le mie lacrime. Tutte le volte che avevo bisogno di lui, lui c’ERA. E non perché mi abbia detto granchè, lui non è mai stato un tipo molto chiacchierone. Ma semplicemente c’era, lasciandomi sfogare,senza chiedermi mai niente. Ma ora glielo devo. Devo dirgli quello che è successo. Perché lo devo soprattutto a  me stessa. Per accettare la verità. “La nonna…è morta” dico a bassa voce. Non voglio rovinare questo momento, che per quanto triste è…semplicemente perfetto. A questo punto la gente direbbe le solite due parole messe in croce: condoglianze,mi dispiace… non lui. Un giorno mi disse che dire “mi dispiace” era come scusarsi. Di cosa? Lui non aveva fatto niente. Perciò non lo diceva mai. Quelle parole vuote, che dopo averle dette non ti cambia niente. Mi stringe semplicemente più forte come per farmi capire che REALMENTE gli dispiace. E mi sento bene.

 

.Rei.

Apro di scatto la porta,ma la maestra non si gira. “ Lei…lei è da Hayama?”. Il rumore dei tasti non smette. Finalmente si volta verso me e mi risponde con un aria da sufficienza “Probabile…” prima di rigirarsi e riprendere a scrivere. Non la disturbo ulteriormente. Dopotutto che c’è da dire? Per quanto io odi quel ragazzo, per Sana-chan è molto importante. Per quanto lo odi, lui è riuscito a essere vicino alla mia bambina come io non avrei mai saputo fare. Per quanto lo odi, Sana lo ama. E purtroppo, per quanto mi sia sforzato di allontanarli, di favorire il corteggiamento di Kamura nei confronti della MIA ragazzina…non ci sono riuscito. Perché per quanto odi ammetterlo…sono contento che ora LUI sia con LEI.

 

.Mama.

Incredibile quanto gli uomini siano possessivi. La conferma mi arriva con la domanda di Rei e con la sua ritirata. In fondo cosa c’è da capire? È così semplice. Lei ama Hayama. Burbero, cinico, freddo…eppure così vicino dal capirla, a confortarla sempre e comunque. Mi sembrano passati secoli da quando la mia bambina ha capito di provare qualcosa per il suo eterno rivale. E l’ha scoperto nel modo più doloroso. Quante notti ha pianto? Troppo spesso, ma anche troppo poco. Perché si sa, alla fine tutti soffrono. Fa parte della vita. E anche adesso la mia bambina sta soffrendo.

 

.Natsumi.

Cammino nervosa avanti e indietro. Che fare? La curiosità è tanta,troppa. Vorrei sapere cosa succede IN QUESTO MOMENTO a casa MIA. “La pianti di fare un solco sul pavimento?”. Non le rispondo nemmeno e con la mano le faccio cenno di tacere. Ricapitolando… Sana-chan è venuta a casa MIA,di MIO fratello per…parlare? Nono non essere così ingenua Natsumi! Cioè loro…LORO sono a casa da soli e…non succede niente? Si che Sana-chan mi sembra un tipo un tantino ingenuo (diciamo molto molto ingenuo!) ma mio fratello… insomma diciamo che è molto…più…sviluppato per la sua età?!? Classico esempio:oggi come al solito è entrato in bagno mentre facevo la doccia…io gli urlato dicendo che dovrebbe dovuto almeno dico ALMENO curarsi se c’era già qualcuno dentro e lui come mi ha risposto? No dico cosa mi ha risposto? “Niente che non abbia già visto sorellina…”. Dico che cosa? Cosa gli insegnano a quella scuola? (Chissà perché poi ce la prendiamo sempre con lei, con la scuola). Non ho saputo rispondergli. D’altronde che cosa avrei potuto rispondergli? Ma prima o poi io…non ti distrarre Natsumi! Torna al problema principale! Non so se alla fine io sia preoccupata per Sana-chan o perché io sia…sia…insomma avete capito no? No? Nemmeno un accenno? Andiamo non fatemelo dire ad alta voce! Io sono… “Non è che per caso tu sia gelosa di tuo fratello?”. Ops. Ho pensato ad alta voce?

 

.Hayama.

Adesso sta meglio. Dopo averla lasciata sfogare, dopo aver lasciato che le sue lacrime zuppassero completamente la mia maglia, ha ricominciato a sorridere. Il primo sorriso è stato un po’ forzato come se si fosse dovuta SFORZARE di riprendere il suo solito stato d’animo. Però adesso sembra davvero che vada tutto bene, e mi fa piacere sapere che per una piccola parte è anche merito mio. La cosa che però mi dà più da pensare e a cui non sono ancora riuscito a darmi una spiegazione logica è il fatto che lei sia venuta QUI, DA ME. Insomma avrebbe potuto benissimo…rimanere a casa? Cioè chiariamoci, non che mi dispiaccia…però… “Avrai sempre una spalla su cui piangere, Kurata…” ah, già. Quella promessa che le feci tantissimo tempo fa,detta quasi così, tanto per dire…la stessa promessa che ci ha unito. Se noi adesso stessimo insieme potrei dire… “Allora ho capito che…”. Che cavolata. Credo che le letture “intelligenti” di mia sorella su Ana-Ana etc (riviste giapponesi) mi abbiano davvero rincretinito. Che cosa avrei capito? Che lei mi piace? Capirai che novità, lo so da una vita. E poi mi è sfuggito un piccolo particolare: io e Kurata NON stiamo insieme. Punto. “Finito i tuoi discorsi silenziosi?”. Mi giro verso di lei. Ero talmente assorto dai,come dice lei,miei “discorsi silenziosi” che non l’ho nemmeno sentita arrivarmi dietro alle spalle. Con allegria si siede accanto a me sul divano e incomincia a sorseggiare il bicchier d’acqua che aveva preso in cucina. Dopo aver preso una sorsata e aver staccato le sue labbra dal bicchiere, lo prendo e bevo anch’io. “Ehi…potevi dirmelo che avevi anche tu sete, brutto maleducato” dice lei, anche se so benissimo che non è arrabbiata. Alzo le spalle e lei sbuffa mettendo un broncio che,non lo direi MAI ad alta voce, ma che io…ADORO. Adoro tutto di lei, perché so che anche se a volte può sembrare la ragazzina più irritante e impicciona della Terra, ha un altruismo pari a nessuno. Testarda è entrata nella mia vita per restarci. Perché anche se non capisce ciò che provo per lei, non posso fare a meno di desiderare la sua vicinanza, anche solo in qualità di…AMICO. Una parola che,personalmente inizio ad odiare. Cavoli ti ha baciata, non una ma ben 3 volte e tu mi consideri un amico? SOLO UN AMICO Kurata? Tsuyoshi mi aveva avvertito però…sospiro. Sento la sua presenza, il suo calore…il SUO odore. Pesca. Lo riconoscerei tra mille. L’ho sentito la prima volta che mi ha abbracciato, quando ho baciato le sue morbide labbra…quello che vorrei fare adesso. Quello che vorrei fare sempre e comunque. E allora, perché non farlo?

 

.Sana.

Quanto tempo si può passare a fissare una persona? E specifichiamo non una COMUNE  persona… quanto tempo si può passare a fissare Lui? Non so come definirlo…quella persona che ti fa battere il cuore, piangere e ridere. Colui che, semplicemente, AMI. Il solo pensarlo mi fa arrossire. Ma è la verità. Ho impiegato secoli a capirlo. Ho visto, esaminato da tutte le sue angolazioni quella strana sensazione che mi assaliva ogni volta che lo vedevo. Sono stata stupida. Anzi no,ancora di più. Avrei dovuto capirlo prima, avrei dovuto… cavolo avrei dovuto fare una marea di cose PRIMA. Prima di cosa poi? Di Fuuka, i problemi e le incomprensioni tra di noi, prima di Naozumi…? Si, forse avrei potuto. Ma, onestamente, anche lui avrebbe potuto. Insomma…perché “non ti odio” non è ESATTAMENTE una dichiarazione. E poi cavolo lui SA che io sono… bhè…ingenua, per queste cose. Ma cavoli perché continui a fissarmi così? Quei tuoi occhi così espressivi che adesso sembrano fissarmi…per la PRIMA volta. Chissà a cosa pensi. Chissà se stai pensando a me. Devo dire che non sono sorpresa quando accosta il viso al mio ma mi accorgo di tremare. Non di freddo, non di paura ma di attesa. Perché è inutile negarlo: lo aspetto. Da troppo tempo. Così sorprendendo anche me stessa sono io a compiere il passo successivo annullando le distanze tra noi. Non so dire se Hayama sia sorpreso (ma tra i due quella più confusa sono io!) ma sembra apprezzare molto questo gesto perché si avvicina ancora di più a me rispondendo al bacio e io mi lascio semplicemente trasportare dalle emozioni. Dopo attimi che mi sembrano eterni mi stacco dolcemente dalla sua bocca, abbassando lo sguardo. Ho paura di guardarlo negli occhi, non so cosa potrei leggervi. Sorpresa, smarrimento… amore? “Kurata?”. Alzo lo sguardo.

 

.Rei.

“Sono tornata!” trilla una Sana-chan decisamente TROPPO felice. Ora io mi domando da perfetto GELOSO manager. Cosa. Diavolo. È . Successo. A. Casa. Di. Hayama? Non per farmi i fatti della mia bambina…anzi no proprio perché è la mia bambina. “Tutto ok?” le dico con una voce falsamente neutra. Non mi degna nemmeno di una risposta e al contrario mi domanda “Mama?”. Esasperato sbuffo di impazienza e le faccio cenno allo studio. Per tutta risposta mi fa un sorriso a 32 denti e mi scocca un bacio sulla guancia. “Buonanotte mio menager preferito…”. Cosa? Sana-chan non è  MAI  così amorevole! Nemmeno quando è di ottimo umore, a meno che…credo che domani dovrò fare un discorsetto a quel Hayama. Domani.

 

.Mama.

La porta cigola e sento una presenza entrare nella stanza. In silenzio si mette dietro di me e aspetta che finisca di scrivere il paragrafo. “Sarà un bellissimo regalo per la nonna… ha già un titolo?”. Sorrido e le rispondo con queste parole “Vorrei che glielo dessi tu...”, poi il silenzio. Sento il suo cervellino ronzare, sforzarsi per cercare un titolo adatto. Sbuffa. “Casomai un altro giorno oggi è stata una giornata davvero pesante.” Annuisco e le dico un neutro “Come vuoi.” Sento i passi allontanarsi quando decido di voltarmi e di domandarglielo. “Sana?”. “Si?”. La guardo, mi guarda. Noto che i suoi occhi sono leggermente arrossati, segno che ha pianto. Non sono però quelli tristi e profondi che mi aspettavo, bensì quelli felici e innamorati di una qualunque quattordicenne. Un sorriso affiora spontaneo dalle mie labbra. Sono contenta che la mia bimba abbia trovato qualcuno che la renda felice. Scuoto la testa e le dico: “Niente. Solo… buonanotte”. Sorride. Lo sarà indubbiamente.

 

.Natsumi.

Dire che ho scaraventato la porta è un eufemismo. La verità? Per poco non la rompevo. Sento dei passi dal piano di sopra e poco dopo vedo mio fratello scendere le scale con la sua solita tranquillità(?) “Con molta grazia mi raccomando…”. Bhè, di certo non gli posso dire che ho fatto una corsa pazzesca per vedere cosa stava succedendo. Si sa, la curiosità è donna. “C’è ancora Sana-chan?”. È davvero questa la mia voce? Così stridula? Mi guarda come se fossi matta (cosa che probabilmente in questo momento sono) e con sufficienza mi risponde “A te che te ne importa? Come no, sono SOLO.” Non so perché il fatto che sia solo in casa, senza Sana-chan…mi solleva. Sospiro e gli dico imperterrita:”Allora? Come è andata? Che voleva?”. Vedo il suo corpo irrigidirsi leggermente e il suo sguardo di ghiaccio posarsi su di me. Ahia. Fa come per rispondere quando arrossisce e ammutolisce. Fermi tutti. Replay…mio fratello è arrossito. C’è vita su Marte, c’è vita ragazze!!! Rimane lì immobile ancora due secondi e poi risale le scale in silenzio, rinchiudendosi nella sua camera. Per stanotte passi. Domani…domani è un altro giorno.

 

.Hayama.

Mi butto pesantemente sul letto mettendomi una mano sugli occhi. Le immagini mi ritornano alla memoria a tratti, come le tessere di un puzzle. Mi aspettavo di tutto. TUTTO. Urla, il solito martello in testa ma decisamente non…quello. Che insomma….andiamo mi viene da ridere solo a pensarlo. E non la risata che ti fai quando sei felice e spensierato, la mia sarebbe più una risata isterica. Meglio di no. Decisamente meglio di no. Certo che questo bacio (anzi questi baci) sono stati totalmente diversi dai primi tre. Che cretino. È ovvio che quelli di prima erano diversi…oddio vi prego non ditemi che mi sto riducendo come quelle ragazzine… avete presente no? Il fatto è che se si parla di Kurata…il mio orgoglio maschile etc etc va decisamente a farsi fottere. Sarà per colpa di quello strano batticuore quando la vedo o quando muove i suoi capelli che… ok la conferma è arrivata. Mi sono rincretinito. Anche perché sento ancora quell’ odore di pesca che avevano le sue labbra. Le sento su di me. Porca puttana non riesco a dormire. Perché se dormo…non so che sognerei. Non so perché ma non vedo l’ora di andare domani a scuola. Sorrido, cosa che personalmente ritengo un miracolo. Forse…forse potrò assaggiare ancora quelle labbra che sanno di pesca. La MIA pesca. 

 

 

 

  
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