Pesca
.Sana.
Lascio
cadere la cornetta del telefono. “Sana, chi era?”
mi domanda mia madre dalla
cucina. Che cosa posso dirle? E un desiderio si insinua dentro di me.
Fuggire,
anche solo per poco. E perché non farlo per una volta? Una
sola, unica volta. E
così, senza dire niente, mi metto le scarpe e raggiungo la
porta. “Sana?”. Non
rispondo. Chiudo con violenza la porta e comincio a correre. Senza
meta. Dove
andare? E poi i suoi occhi nei miei pensieri.
.Mama.
Sento
la porta sbattere violentemente. Perché
Sana non risponde? Mi alzo e mi dirigo verso il telefono. La cornetta
è per
terra, con una persona che urla dall’ altro capo.
“Pronto?”. Poche frasi. Poche
parole che mi cadono addosso come macigni.
.Natsumi.
Suona
il
campanello.”Akito vai tu?”. Nessuna
risposta.”Ah già,che sciocca,mio fratello
è
all’allenamento.” Trascino stancamente i piedi e
arrivo alla porta. L’apro e mi
ritrovo l’ultima persona che avrei mai immaginato.
“Sana-chan, che ci fai
qui?”. Ansima e si porta la mano all’ altezza del
cuore. “C...c’è Hayama?”mi
domanda a corto di fiato. “Mi dispiace ma è agli
allenamenti di karate. Torna
circa fra 30 minuti.” Vedo nei suoi occhi la delusione
perciò le chiedo subito
“Vuoi entrare? Mi sembri stravolta”;per risposta mi
fa un sorriso tirato e
risponde “Se non disturbo…”
.Rei.
“Sana-chan
sono tornato!” urlo
felice aprendo la porta di casa. “Chissà
perché non risponde…” mi domando a
bassa voce. “Non c’è” mi sento
rispondere da dietro. Mi giro di scatto e vedo
la signora coi capelli lunghi senza le sue solite acconciatura. Brutta
cosa. “è
uscita? Dov’è andata?” “Non lo
so”, mi risponde con calma la maestra. Che
significa non lo so? Che diavolo significa? È sua
figlia-dannazione –e lei non
si prende nemmeno la briga di sapere dov’è?
“Cosa è successo?”
.Hayama.
Apro
stancamente la porta. Nessun rumore mi giunge dalla casa silenziosa.
“Natsumi?
Sei in casa?”. Nessuna risposta. Poggio con un tonfo il mio
borsone e mi avvio
verso la cucina. Sono sicuro che appena mia sorella tornerà
mi sgriderà perché
“come al solito” ho lasciato la mia roba in giro.
Prendo da bere nel frigo
quando mi rendo conto che sopra questo vi è un post-it.
“Sono uscita per andare
da una mia amica. Torno stasera sul tardi. Un bacio Natsumi. PS:non sei
solo”.
Perfetto,penso tra me e me. Fermi un attimo…non sei solo?
Che significa?
“C’è…c’è
nessuno?” ripeto ad alta voce senza ottenere nuovamente
risposta.
Probabilmente mi avrà preso in giro. Ma questa volta me la
paga. Mi avvio verso
la mia camera trascinando i piedi su per le scale e svogliatamente apro
la
porta. E d’improvviso capisco che mia sorella aveva ragione:
non sono davvero
da SOLO.
.Rei.
Mi
accascio sulla sedia. La signora
Kurata, quella simpatica nonnina…morta. Non riesco a
crederci. Avete presente
quelle persone che,per quanto vecchie, ti danno l’aria di
essere…invincibili?
Ecco per me lei,quella arzilla vecchietta è sempre
stata…bhè…invincibile. Ma
capisco anche che tutte le persone devono prima o poi morire. Solo che
la
signora Kurata, anzi tutta la famiglia Kurata è
l’antitesi della morte…sono
l’allegria, il calore di una famiglia,la gioia di un
sorriso…tutto quello che
mi hanno dato accogliendomi a casa loro.
“D-dov’è
Sana-chan?”…la maestra non
risponde. Nonostante abbiano sempre litigato fra loro, madre e figlia
erano
comunque molto legate.
.Mama:
La voce
di Rei mi giunge ovattata,lontana. Non so perché ma il
sapere che mia madre era
morta mi aveva sconvolto. Certo, sapevo che da tempo soffriva di
malori, ma i
soliti acciacchi della vecchiaia, niente più.
Invece…ripenso all’ ultima cosa
che le ho detto. A tutti i battibecchi inutili che avremmo potuto
benissimo
evitare. A quanto dolore le ho causato non rilevando le terme che mi
spettavano
di diritto. E che ora penso sono mie. “Non lo so Rei, ma so
che ora ha bisogno
di rimanere da sola e assimilare il fatto. Come me.” Tutto
ciò che mi rimane di
mia madre ora sono delle terme,che non ho mai voluto. Ironia della
sorte.
.Natsumi.
“Natsumi?”
vedo una mano sventolarmi davanti agli occhi. Scuoto la testa tornando
alla
realtà. “Dicevi Sakura? Scusa ma sai oggi sono un
po’…” “disattenta?”
mi
suggerisce la mia migliore amica, sfoderando un sorriso furbetto.
“A cosa stavi
pensando…? O meglio a chi?” arrossisco di botto e
le dico “ma che vai a dire
non stavo pensando a…ad ogni modo-dico riprendendomi
subito-stavo pensando a
Sana-chan.” “Sana-chan? Quella Sana-chan? E
perché stavi pensando a lei?” ora i
suoi occhietti si fanno attenti. Quando fa così nulla la
può dissuadere a
cambiare argomento. “Bhe ecco…non so se lo sai ma
lei e mio fratello…”
incomincio a raccontarle tutto, pensando alla faccia scioccata di mio
fratello
quando se la ritroverà in casa. Sorrido pensando che sono
da… o mio dio sono da
SOLI!!!
.Hayama.
Credo di
essere rimasto lì,con gli occhi spalancati e la mano
ancora sulla maniglia per circa cinque minuti. Più cerco di
accettare la verità
che ho davanti a me…più penso di sognare. Chiudo
gli occhi,conto fino a dieci e
poi li riapro. Ma l’immagine non cambia, come prima che
facessi quello stupido
gioco della realtà. Ragiona Akito, cosa ci fa Kurata,
quell’ insopportabile
ragazzina di cui sei perdutamente innamorato da circa una vita nella
tua
stanza? Ma la domanda da mille dollari…che ci fa
addormentata NEL TUO
LETTO? Cosa fare?
Svegliarla? Faccio
qualche passo verso il mio letto quando mi blocco. Forse è
meglio se prima
chiamo Natsumi. Esco dalla stanza e prendo il cellulare componendo quel
numero
che ormai so a memoria.
Niente non
risponde. Maledetta! A cosa gli serve il cellulare se
poi non lo usa mai? Mi trattengo dallo scagliarlo per terra per un
soffio.
Faccio un respiro e mi avvio verso la mia stanza.
.Sana.
Sento
qualcuno scuotermi per svegliarmi
e,d’istinto lo scaccio con una manata. Sento qualcuno gemere.
Povero Rei, ma lo
sa che non mi deve mai svegliare così! Apro un occhio e con
orrore capisco che
quello che ho colpito non è Rei, e che decisamente non mi
trovo nella mia
stanza. Mi alzo di scatto per vedere un Hayama decisamente arrabbiato
che si
tiene la mano sul naso… “Scusa…ti ho
fatto male?” “Stavo decisamente meglio
prima…” mi dice sarcastico. Sorrido. “Ma
non eri tu il fortissimo campione di
karate? Non potevi evitare li colpo?” continuo io
stuzzicandolo. So che gli
brucia ancora da morire per non essere diventato cintura nera. Come
immaginavo
mi fulmina con lo sguardo e sbuffa
contrariato…”Scherzavo…” mi
affretto a dire.
A volte è così…bambino.
“Tanto per curiosità Kurata…cosa
diavolo ci fai a casa
mia?”. Merda. La resa dei conti.
.Mama.
Da
quando mi sono chiusa in camera mia ho
incominciato a scrivere sul mio computer portatile. Ho deciso di
dedicare
questo libro a mia madre,e forse per una volta Onda non si
dovrà disperare per
la scadenza. Perché questo è il mio modo di
affrontare la sua morte, un modo
tutto personale perché lei rimanga con me e con la mia
bambina. Spero solo che
in questo momento stia bene, ma so anche che appena se la
sentirà tornerà a
casa. Le mie dita si muovono agili sui tasti,come guidati da
volontà propria.
“Maestra vuole qualcosa da mangiare?” mi risveglio
alla voce della signora
Shimura,la nostra governante. Mi guarda con uno sguardo caldo e
materno, per me
lei è stata una seconda madre. Scuoto la testa. Mi sorride
comprensiva e con un
cenno del capo se ne va. Riprendo
a
scrivere con un sorriso sulle labbra con un pensiero nella testa: addio
mama.
.Rei.
La
signora Shimura esce dalla
camera della signora Kurata con il vassoio ancora pieno, segno che la
maestra
non aveva voluto niente. “Sta scrivendo un nuovo manoscritto.
Penso che parlerà
della madre”. Un sorriso nasce spontaneo sulle mie labbra.
Per quanto pazza e
molte volte dotata di una mentalità simile a quella della
figlia ha un modo
tutto suo di attutire il dolore. In questo momento la riconosco per
l’artista
che è. Un artista non tiene mai tutto dentro ma si esprime
attraverso la sua
arte ciò che prova, che questo sia positivo o negativo.
Spero solo che alla
fine si senta meglio. Ma dove sarà la mia bambina? Non
riesco a non pensare a
quanto sia irresponsabile, nonostante tutto, la maestra. Anche se vuole
molto
bene a sua figlia in questo momento sembra non curarsi della sua
assenza. Penso
che alla fine sappia dov’è…e con orrore
capisco che anche io SO dove potrebbe
essere la mia Sana-chan.
.Natsumi.
“Da
soli…da soli…da soli” questa frase
rimbomba nella mia testa come un eco. Fin
dal primo giorno in cui Sana-chan è venuta in casa
nostra,quando non eravamo
ancora una famiglia,ho capito subito che lei non era una ragazzina
normale;il
solo fatto che Akito l’abbia fatta entrare in casa dopo
undici anni in cui
l’unico visitatore era Tsuyoshi…bhè era
semplicemente straordinario.
Personalmente non so cosa ci sia tra Akito e Sana-chan ma so che il
loro legame
è molto forte, nonostante il carattere freddo e il
più delle volte impossibile
di mio fratello. Qualche volta, giusto per stuzzicarlo, gli chiedo se
ha un
debole per la piccola attrice. La risposta però è
sempre la stessa: prima si
blocca,fulminandomi con lo sguardo e poi mi risponde con la solita freddezza che lui
non sopporta
ASSOLUTAMENTE quella ragazzina. Però…non si
imbambola anche lui quando compare
in tv Sana-chan? Non arrossisce (non posso confermarlo
perché è una cosa del
tutto eccezionale)quando lei gli fa un complimento? Che mio
fratello…non oso
nemmeno pensarlo. Mio fratello l’essere più
rustico di tutta la
terra…innamorato? Di Sana-chan? Perché si,
può essere rude e freddo ma ha un
cuore, perché ha sofferto per undici
anni…perché so che la sua è solo una
maschera…perché lui AMA.
.Hayama.
Vedo i suoi occhi spegnersi improvvisamente, come se la luce che
prima brillava in lei si fosse di colpo spenta. Abbassa la testa, e la
sua
frangetta mi impedisce di guardare quel mare color nocciola.
“Akito…” sussurra
pianissimo tanto che mi domando se l’abbia detto veramente.
Di solito non mi
chiama mai per nome, mi chiama sempre Hayama o al massimo Peggy. Ma in
fondo DI
SOLITO Kurata non viene a casa mia. Attendo che riprenda a parlare che
dica
qualcosa,qualunque cosa ma rimane in silenzio. Cavoli,di solito quella
che
parla è lei, per me è normale …deve
essere successo qualcosa d’importante,
sicuramente. E mi stupisco quando vedo cadere le prime lacrime dal suo
viso, un
viso fatto per sorridere e,il più delle volte, per farmi
perdere letteralmente
la testa. Inizialmente ho sempre creduto che Kurata, come tutta la sua
famiglia
, fosse sempre felice, mai un problema nella vita. Invece
c’erano. Problemi su
problemi, abilmente nascosti e sempre superati con un sorriso. Sono
stato il
primo che ha visto piangere Kurata, credo personalmente che la reputi
una cosa
da deboli, sono l’UNICO che le abbia offerto una spalla per
piangere. E vorrei
fare qualcosa, e non vorrei non sentirmi così inutile. Non
sono mai stato il
tipo che parla. Mai una parola di troppo, sono più un tipo
di “fatti”. So che
in questo momento dovrei confortarla,parlarle…anche solo per
capire cosa stia
succedendo, ma è pur vero che io SONO Hayama Akito, e non mi
smentisco mai. Perciò
con sicurezza l’abbraccio, circondandole la vita e
stringendola forte a me.
“Sono qui…” le sussurro. Io ci sono. Ci
sarò sempre per te,Kurata.
.Sana.
Sento
Akito accogliermi tra le sue braccia
e io non desidero altro che affondare il viso nella sua felpa e finire
tutte le
mie lacrime. Di rabbia. Di tristezza. Di paura. Mi aveva promesso che
sarebbe
venuta a trovarmi. Mi ha lasciato, senza neppure salutarmi un ultima
volta come
si deve. Ho paura di quello che sarà. “Sono
qui…” alzo di scatto il viso
domandandomi se davvero quello che ho sentito è uscito dalla
bocca di Hayama.
Il lupo solitario; ma come possono mentirmi quei occhi color grano,ora
così
pieni di preoccupazione? Per me,lui è preoccupato per me.
Annuisco solo e
titubante mi riappoggio al suo petto. Devo dire che questa posizione mi
imbarazza un po’ ma il ritmo costante del cuore di Akito
basta a calmare le mie
lacrime. Tutte le volte che avevo bisogno di lui, lui c’ERA.
E non perché mi
abbia detto granchè, lui non è mai stato un tipo
molto chiacchierone. Ma
semplicemente c’era, lasciandomi sfogare,senza chiedermi mai
niente. Ma ora
glielo devo. Devo dirgli quello che è successo.
Perché lo devo soprattutto
a me stessa. Per
accettare la verità.
“La nonna…è morta” dico a
bassa voce. Non voglio rovinare questo momento, che
per quanto triste è…semplicemente perfetto. A
questo punto la gente direbbe le
solite due parole messe in croce: condoglianze,mi dispiace…
non lui. Un giorno
mi disse che dire “mi dispiace” era come scusarsi.
Di cosa? Lui non aveva fatto
niente. Perciò non lo diceva mai. Quelle parole vuote, che
dopo averle dette
non ti cambia niente. Mi stringe semplicemente più forte
come per farmi capire
che REALMENTE gli dispiace. E mi sento bene.
.Rei.
Apro
di scatto la porta,ma la
maestra non si gira. “ Lei…lei è da
Hayama?”. Il rumore dei tasti non smette.
Finalmente si volta verso me e mi risponde con un aria da sufficienza
“Probabile…” prima di rigirarsi e
riprendere a scrivere. Non la disturbo
ulteriormente. Dopotutto che c’è da dire? Per
quanto io odi quel ragazzo, per
Sana-chan è molto importante. Per quanto lo odi, lui
è riuscito a essere vicino
alla mia bambina come io non avrei mai saputo fare. Per quanto lo odi,
Sana lo
ama. E purtroppo, per quanto mi sia sforzato di allontanarli, di
favorire il
corteggiamento di Kamura nei confronti della MIA
ragazzina…non ci sono
riuscito. Perché per quanto odi ammetterlo…sono
contento che ora LUI sia con
LEI.
.Mama.
Incredibile
quanto gli uomini siano possessivi. La conferma mi arriva con la
domanda di Rei
e con la sua ritirata. In fondo cosa c’è da
capire? È così semplice. Lei ama
Hayama. Burbero, cinico, freddo…eppure così
vicino dal capirla, a confortarla
sempre e comunque. Mi sembrano passati secoli da quando la mia bambina
ha
capito di provare qualcosa per il suo eterno rivale. E l’ha
scoperto nel modo
più doloroso. Quante notti ha pianto? Troppo spesso, ma
anche troppo poco.
Perché si sa, alla fine tutti soffrono. Fa parte della vita.
E anche adesso la
mia bambina sta soffrendo.
.Natsumi.
Cammino
nervosa avanti e indietro. Che fare? La curiosità
è tanta,troppa. Vorrei sapere
cosa succede IN QUESTO MOMENTO a casa MIA. “La pianti di fare
un solco sul
pavimento?”. Non le rispondo nemmeno e con la mano le faccio
cenno di tacere.
Ricapitolando… Sana-chan è venuta a casa MIA,di
MIO fratello per…parlare? Nono
non essere così ingenua Natsumi! Cioè
loro…LORO sono a casa da soli e…non
succede niente? Si che Sana-chan mi sembra un tipo un tantino ingenuo
(diciamo
molto molto ingenuo!) ma mio fratello… insomma diciamo che
è molto…più…sviluppato
per la sua età?!? Classico esempio:oggi come al solito
è entrato in bagno
mentre facevo la doccia…io gli urlato dicendo che dovrebbe
dovuto almeno dico
ALMENO curarsi se c’era già qualcuno dentro e lui
come mi ha risposto? No dico
cosa mi ha risposto? “Niente che non abbia già
visto sorellina…”. Dico che
cosa? Cosa gli insegnano a quella scuola? (Chissà
perché poi ce la prendiamo
sempre con lei, con la scuola). Non ho saputo rispondergli.
D’altronde che cosa
avrei potuto rispondergli? Ma prima o poi io…non ti
distrarre Natsumi! Torna al
problema principale! Non so se alla fine io sia preoccupata per
Sana-chan o
perché io sia…sia…insomma avete capito
no? No? Nemmeno un accenno? Andiamo non
fatemelo dire ad alta voce! Io sono… “Non
è che per caso tu sia gelosa di tuo
fratello?”. Ops. Ho pensato ad alta voce?
.Hayama.
Adesso sta
meglio. Dopo averla lasciata sfogare, dopo aver
lasciato che le sue lacrime zuppassero completamente la mia maglia, ha
ricominciato a sorridere. Il primo sorriso è stato un
po’ forzato come se si
fosse dovuta SFORZARE di riprendere il suo solito stato
d’animo. Però adesso
sembra davvero che vada tutto bene, e mi fa piacere sapere che per una
piccola
parte è anche merito mio. La cosa che però mi
dà più da pensare e a cui non
sono ancora riuscito a darmi una spiegazione logica è il
fatto che lei sia
venuta QUI, DA ME. Insomma avrebbe potuto benissimo…rimanere
a casa? Cioè
chiariamoci, non che mi
dispiaccia…però… “Avrai
sempre una spalla su cui
piangere, Kurata…” ah, già. Quella
promessa che le feci tantissimo tempo
fa,detta quasi così, tanto per dire…la stessa
promessa che ci ha unito. Se noi
adesso stessimo insieme potrei dire… “Allora ho
capito che…”. Che cavolata.
Credo che le letture “intelligenti” di mia sorella
su Ana-Ana etc (riviste
giapponesi) mi abbiano davvero rincretinito. Che cosa avrei capito? Che
lei mi
piace? Capirai che novità, lo so da una vita. E poi mi
è sfuggito un piccolo
particolare: io e Kurata NON stiamo insieme. Punto. “Finito i
tuoi discorsi
silenziosi?”. Mi giro verso di lei. Ero talmente assorto
dai,come dice lei,miei
“discorsi silenziosi” che non l’ho
nemmeno sentita arrivarmi dietro alle
spalle. Con allegria si siede accanto a me sul divano e incomincia a
sorseggiare il bicchier d’acqua che aveva preso in cucina.
Dopo aver preso una
sorsata e aver staccato le sue labbra dal bicchiere, lo prendo e bevo
anch’io.
“Ehi…potevi dirmelo che avevi anche tu sete,
brutto maleducato” dice lei, anche
se so benissimo che non è arrabbiata. Alzo le spalle e lei
sbuffa mettendo un
broncio che,non lo direi MAI ad alta voce, ma che io…ADORO.
Adoro tutto di lei,
perché so che anche se a volte può sembrare la
ragazzina più irritante e
impicciona della Terra, ha un altruismo pari a nessuno. Testarda
è entrata
nella mia vita per restarci. Perché anche se non capisce
ciò che provo per lei,
non posso fare a meno di desiderare la sua vicinanza, anche solo in
qualità
di…AMICO. Una parola che,personalmente inizio ad odiare.
Cavoli ti ha baciata,
non una ma ben 3 volte e tu mi consideri un amico? SOLO UN AMICO
Kurata? Tsuyoshi
mi aveva avvertito però…sospiro. Sento la sua
presenza, il suo calore…il SUO
odore. Pesca. Lo riconoscerei tra mille. L’ho sentito la
prima volta che mi ha
abbracciato, quando ho baciato le sue morbide labbra…quello
che vorrei fare
adesso. Quello che vorrei fare sempre e comunque. E allora,
perché non farlo?
.Sana.
Quanto
tempo si può passare a fissare una
persona? E specifichiamo non una COMUNE
persona… quanto tempo si può passare
a fissare Lui? Non so come
definirlo…quella persona che ti fa battere il cuore,
piangere e ridere. Colui
che, semplicemente, AMI. Il solo pensarlo mi fa arrossire. Ma
è la verità. Ho
impiegato secoli a capirlo. Ho visto, esaminato da tutte le sue
angolazioni
quella strana sensazione che mi assaliva ogni volta che lo vedevo. Sono
stata
stupida. Anzi no,ancora di più. Avrei dovuto capirlo prima,
avrei dovuto…
cavolo avrei dovuto fare una marea di cose PRIMA. Prima di cosa poi? Di
Fuuka,
i problemi e le incomprensioni tra di noi, prima di
Naozumi…? Si, forse avrei
potuto. Ma, onestamente, anche lui avrebbe potuto.
Insomma…perché “non ti odio”
non è ESATTAMENTE una dichiarazione. E poi cavolo lui SA che
io sono…
bhè…ingenua, per queste cose. Ma cavoli
perché continui a fissarmi così? Quei
tuoi occhi così espressivi che adesso sembrano
fissarmi…per la PRIMA volta.
Chissà a cosa pensi. Chissà se stai pensando a
me. Devo dire che non sono
sorpresa quando accosta il viso al mio ma mi accorgo di tremare. Non di
freddo,
non di paura ma di attesa. Perché è inutile
negarlo: lo aspetto. Da troppo
tempo. Così sorprendendo anche me stessa sono io a compiere
il passo successivo
annullando le distanze tra noi. Non so dire se Hayama sia sorpreso (ma
tra i
due quella più confusa sono io!) ma sembra apprezzare molto
questo gesto perché
si avvicina ancora di più a me rispondendo al bacio e io mi
lascio
semplicemente trasportare dalle emozioni. Dopo attimi che mi sembrano
eterni mi
stacco dolcemente dalla sua bocca, abbassando lo sguardo. Ho paura di
guardarlo
negli occhi, non so cosa potrei leggervi. Sorpresa,
smarrimento… amore?
“Kurata?”. Alzo lo sguardo.
.Rei.
“Sono
tornata!” trilla una
Sana-chan decisamente TROPPO felice. Ora io mi domando da perfetto
GELOSO
manager. Cosa. Diavolo. È . Successo. A. Casa. Di. Hayama?
Non per farmi i
fatti della mia bambina…anzi no proprio perché
è la mia bambina. “Tutto ok?” le
dico con una voce falsamente neutra. Non mi degna nemmeno di una
risposta e al
contrario mi domanda “Mama?”. Esasperato sbuffo di
impazienza e le faccio cenno
allo studio. Per tutta risposta mi fa un sorriso a 32 denti e mi scocca
un
bacio sulla guancia. “Buonanotte mio menager
preferito…”. Cosa? Sana-chan non
è MAI
così amorevole! Nemmeno quando è di
ottimo umore, a meno che…credo che
domani dovrò fare un discorsetto a quel Hayama. Domani.
.Mama.
La
porta
cigola e sento una presenza entrare nella stanza. In silenzio si mette
dietro
di me e aspetta che finisca di scrivere il paragrafo.
“Sarà un bellissimo
regalo per la nonna… ha già un
titolo?”. Sorrido e le rispondo con queste
parole “Vorrei che glielo dessi tu...”, poi il
silenzio. Sento il suo
cervellino ronzare, sforzarsi per cercare un titolo adatto. Sbuffa.
“Casomai un
altro giorno oggi è stata una giornata davvero
pesante.” Annuisco e le dico un
neutro “Come vuoi.” Sento i passi allontanarsi
quando decido di voltarmi e di
domandarglielo. “Sana?”. “Si?”.
La guardo, mi guarda. Noto che i suoi occhi
sono leggermente arrossati, segno che ha pianto. Non sono
però quelli tristi e
profondi che mi aspettavo, bensì quelli felici e innamorati
di una qualunque
quattordicenne. Un sorriso affiora spontaneo dalle mie labbra. Sono
contenta
che la mia bimba abbia trovato qualcuno che la renda felice. Scuoto la
testa e
le dico: “Niente. Solo… buonanotte”.
Sorride. Lo sarà indubbiamente.
.Natsumi.
Dire
che
ho scaraventato la porta è un eufemismo. La
verità? Per poco non la rompevo.
Sento dei passi dal piano di sopra e poco dopo vedo mio fratello
scendere le
scale con la sua solita tranquillità(?) “Con molta
grazia mi raccomando…”. Bhè,
di certo non gli posso dire che ho fatto una corsa pazzesca per vedere
cosa
stava succedendo. Si sa, la curiosità è donna.
“C’è ancora Sana-chan?”.
È
davvero questa la mia voce? Così stridula? Mi guarda come se
fossi matta (cosa
che probabilmente in questo momento sono) e con sufficienza mi risponde
“A te
che te ne importa? Come no, sono SOLO.” Non so
perché il fatto che sia solo in
casa, senza Sana-chan…mi solleva. Sospiro e gli dico
imperterrita:”Allora? Come
è andata? Che voleva?”. Vedo il suo corpo
irrigidirsi leggermente e il suo
sguardo di ghiaccio posarsi su di me. Ahia. Fa come per rispondere
quando
arrossisce e ammutolisce. Fermi tutti. Replay…mio fratello
è arrossito. C’è
vita su Marte, c’è vita ragazze!!! Rimane
lì immobile ancora due secondi e poi
risale le scale in silenzio, rinchiudendosi nella sua camera. Per
stanotte
passi. Domani…domani è un altro giorno.
.Hayama.
Mi butto
pesantemente sul letto mettendomi una mano sugli occhi.
Le immagini mi ritornano alla memoria a tratti, come le tessere di un
puzzle.
Mi aspettavo di tutto. TUTTO. Urla, il solito martello in testa ma
decisamente
non…quello. Che insomma….andiamo mi viene da
ridere solo a pensarlo. E non la
risata che ti fai quando sei felice e spensierato, la mia sarebbe
più una
risata isterica. Meglio di no. Decisamente meglio di no. Certo che
questo bacio
(anzi questi baci) sono stati totalmente diversi dai primi tre. Che
cretino. È
ovvio che quelli di prima erano diversi…oddio vi prego non
ditemi che mi sto
riducendo come quelle ragazzine… avete presente no? Il fatto
è che se si parla
di Kurata…il mio orgoglio maschile etc etc va decisamente a
farsi fottere. Sarà
per colpa di quello strano batticuore quando la vedo o quando muove i
suoi
capelli che… ok la conferma è arrivata. Mi sono
rincretinito. Anche perché
sento ancora quell’ odore di pesca che avevano le sue labbra.
Le sento su di
me. Porca puttana non riesco a dormire. Perché se
dormo…non so che sognerei.
Non so perché ma non vedo l’ora di andare domani a
scuola. Sorrido, cosa che
personalmente ritengo un miracolo. Forse…forse
potrò assaggiare ancora quelle
labbra che sanno di pesca. La MIA pesca.