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Autore: midnight89    21/12/2008    2 recensioni
Una vicenda straziante ma con un dolce finale.Quando il silenzio non corrisponde alla morte.BanxGinji
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La chiave silenziosa girò nella toppa e la porta si aprì con un leggero cigolio

Quale miglior regalo di Natale se non l’ultimo capitolo della fic?Ok,non voglio essere megalomane ma voglio ringraziare tutte le persone che hanno commentato e letto la mia storia.

Ma state tranquilli non vi abbandono proprio a Natale perché ho appena pubblicato una nuova storia che spero vi piacerà il cui titolo è “The little marmeid” ispirata ad un dolcissimo doujinshi che possiedo su Get Backers e che troverete già in sezione…Colgo l’occasione per augurare a tutti Buon Natale!

BUONA LETTURA!

 

Mezzogiorno era passato da poco, quando quegli occhi bruni si schiusero lenti e spaziarono per la stanza.

-Ben sveglio...-esclamò arricciandogli una ciocca dei capelli biondi tra le dita. Ginji sorrise e si strusciò contro il corpo del compagno che per tutta risposta lo strinse a sè coprendolo maggiormente con le lenzuola.

Il biondino si strinse maggiormente a lui sorridendo ripensando a quanto d’improbabile era accaduto tra loro. Ban gli baciò il affettuosamente il capo quasi tentando di comunicargli quanto fossero simili i pensieri che ora avevano in testa. Ginji si alzò un pochino e gli diede un dolce bacio sulle labbra.

-Ho un regalo per te...-sorridendo di fronte all’aria stupita del compagno -aspetta...-detto questo allungò il braccio verso il comodino e aprì il cassetto. Ne tirò fuori una scatolina blu scuro con un piccolo fiocchetto d’orato.

-Aspettavo il tuo risveglio...-esclamò porgendoglielo. Ban lo prese ancora piuttosto sorpreso e dopo aver sciolto il nastro sollevò il coperchietto.

Sorrise.

Li sollevò delicatamente con le dita rimirandoli contro luce  -...sono identici...-.

-Già, non sai quanto ci ho messo per trovarli così. Non potevo sopportare che tu non li avessi più, quegli altri erano andati completamente in pezzi...-.

Ban li indossò voltandosi poi verso il compagno -Direi che ora sono tornato completamente me stesso...-e gli accarezzò in volto -...anzi ora ho qualcosa in più...-e lo baciò.

Ginji non rivelò mai che i suoi precedenti occhialetti viola dormissero sul fondo del suo comodino, rimessi minuziosamente insieme con colla e grande speranza, perchè quella non sarebbe morta mai.

 

Ginji stava di vedetta alla finestra del soggiorno che dava direttamente sulla strada di sotto, era talmente impaziente ed emozionato che non faceva altro che andare su e giù per l’appartamento, innervosendo non poco il moro.

-Insomma, mi spieghi il perchè di quest’agitazione?Mi sento un come un animale raro posto per la prima volta alla vista del pubblico...-disse spazientito sedendosi sul divano.

A quell’affermazione Ginji non aveva potuto che sorridere ma la sua espressione era mutata radicalmente nel vedere l’amico che si accendeva una sigaretta.

-Sei pazzo?!-esclamò sottraendogliela immediatamente e andandola a gettare nel cestino dell’immondizia.

-Che combini?Sei completamente andato?Quella è una rarissima Malboro che conservavo da tempo!- disse raggiungendolo all’istante ma non sufficientemente da impedire che la sigaretta finisse cestinata.

-Il dottore è stato chiaro, niente sforzi, niente fumo, niente alcool,...-affermò enumerando sulla mano tutti i divieti imposti nei riguardi dell’amico.

-Hai dimenticato niente sesso...-aggiunse mentre ricercava nel cestino la sua preziosa sigaretta. Ginji era arrossito di botto a quell’affermazione, ma come non dire che era la verità più assoluta?

-Dannazione, ma dove l’hai nascosta?-

Il biondino sospirò e mettendosi le mani in tasca se n’uscì dalla cucina ben consapevole che ce n’avrebbe messo di tempo prima di trovarla,anche perchè non era quello il posto in cui l’aveva nascosta. Ritornò alla finestra e scostando la tenda poté appurare che non vi era traccia ancora di alcuno. Che strano...

 D’improvviso due braccia lo strinsero e dopo il primo attimo di panico rise, sapeva bene che Ban aveva capito il suo piano...

-Dove l’hai messa?-chiese con un tono fintamente risentito. Il biondino scosse il capo dicendo che non gliel’avrebbe consegnata per nessuna ragione.-Dovrai cercarla per tutta la casa, e non ne troverai altre perchè non ce ne sono...-esclamò ridendo.

Ban allora si fece furbo -Ma io so per certo di sapere dove sia. Quale miglior nascondiglio di sè stessi?-disse infilando una mano nelle tasche di Ginji.

Il ragazzo subito si liberò della presa ridendo -non credere che io sia così stupido da permetterti di riprendertela così facilmente...-

-Ma io credo di si...-esclamò con tono malizioso avvicinandosi mentre Ginji faceva dei passi indietro.

-Ban-chan no,...Ban-chan...fermo lì!-disse ridendo mentre continuava ad arretrare finchè non si trovò contro il muro.

-Ti sei fregato da solo come tuo solito...-esclamò andandogli di fronte e appoggiando le mani contro il muro.

-Tanto non te la do la sigaretta...-

-Lo vedremo...-esclamò iniziandolo a baciare e a cercare nelle sue tasche benché Ginji tentasse invano di impedirglielo.

In quella il citofono trillò ed entrambi sobbalzarono per lo spavento. Ban sospirò e lasciò la presa ed entrambi si fissarono per qualche istante negli occhi.

-Ti ricordi il piano?-domandò il biondino serio mentre apriva il portone a quello che presubilmente doveva essere Kazuki.

-Ehi,guarda che questa raccomandazione è tutta tua. Io sono Ban Mido!-esclamò mentre si avviava verso la camera.

-Spiritoso...-poi osservandolo meglio vide la sigaretta -Ridammela!Ban-chan!-e lo afferrò da dietro.

-Oh, oh, vuoi il gioco pesante?-esclamò nascondendo l’oggetto della controversia. Ginji gli lanciò un’occhiata poco amichevole.

-Ban-chan...-

Trillò la porta e Ginji sospirando andò ad aprire tentando di mascherare il più possibile la sua allegria.

 

-Ciao Kazu-chan...-esclamò mostrando un piccolo sorriso. Ma subito notò che dietro Kazuki c’era Shido, Hevn, Himiko e perfino Akabane. Certo non immaginava una tale affluenza...

-Spero non ti dispiaccia se ho invitato anche loro...-esclamò calmo l’amico ma Ginji scosse il capo e l’invitò ad entrare.

Si accomodarono tutti in soggiorno e il ragazzo servì loro il te, voleva prendersi quanto più tempo possibile, ma altri non erano del medesimo avviso...

-Insomma vuoi dirci che è successo a Ban?!-domandò d’improvviso Himiko battendo un pugno sul tavolino.

Ginji sobbalzò, non poteva immaginare che...

Certo che immaginava, che stupido che era stato, loro non lo sapevano mentre lui...

-Chiedo scusa...-esclamò sedendosi al fianco di Kazuki -ma ecco, per me è così complicata che credevo che tirando alla lunga le cose...perdonatemi...-ammise abbassando tristemente il capo.

Kazuki gli mise una mano sulla spalla comprensivo -Se ce ne parli, sarà più semplice...-.

Ginji annuì stringendo tra le mani la tazza ancora tiepida -Ieri il medico è venuto per il solito controllo settimanale e...ha riscontrato un’anomalia,...sembra che Ban-chan...-e la voce s’incrinò.

-Sembra cosa?!-domandò agitata Himiko saltando in piedi.

 

-Che meglio di così non possa stare...-

 

Un silenzio irreale catturò tutti i presenti.

A Hevn mancò l’ossigeno.

Ad Akabane scappò un sorrisetto compiaciuto.

A Himiko le gambe si fecero instabili e si lasciò cadere sulle ginocchia.

A Kazuki mancarono le parole.

A Shido cadde dalle mani la tazza che s’infranse rumorosamente terra risvegliando tutti i presenti da quell’apparente stato comatoso.

Ginji sorrise volgendosi verso Ban che con la sua solita aria malandrina aveva fatto la sua entrata trionfale nel soggiorno, non volendo rinunciare ad un poco di sano protagonismo.

-Ehi garzone da circo, quella tazza me la ricompri...-esclamò acido e fu quello il chiaro segnale che la persona davanti a loro era Ban Mido in carne ed ossa.

Inutile dire che la reazione fu alquanto confusa e rumorosa.

Hevn abbracciò calorosamente il ragazzo, ben felice di vederlo in piena salute.

Shido si alzò e scuotendo il capo andò verso Ginji dandogli un leggero pugnetto -Da quando idee questi scherzi contro di noi?Scommetto che è stata tutta opera di quel serpente bastardo...-

Ginji annuì ridente a quell’affermazione e voltandosi verso Akabane notò che si era alzato e si dirigeva verso la porta.

-Akabane-san, vai già?-domandò non del tutto dispiaciuto.

-Beh, noto con piacere che hai mantenuto la tua promessa, Ginji-kun. Sembra che Mido Ban-kun sia tornato in forma...-esclamò rivolgendosi verso il moro.

-Ne dubitavi?- ribatté sprezzante Ban. Akabane si limitò al suo sorriso per poi congedarsi con tutti e andarsene dall’appartamento.

“Sarebbe stato molto noioso senza quei due...”.

 

Himiko aveva nascosto al meglio le lacrimucce per la gioia, ma aveva in ogni caso permesso a Kazuki di consolarla con qualche parola carina.

Era difficile trattenere i sentimenti anche ora, non riusciva più a mantenere quella sua maschera dura che poco si conformava alla sua giovane età.

Ban le si avvicinò di spalle e le diede un piccolo pugnetto sul capo -Ehi,tutto bene?-domandò serio essendosi accorto che qualcosa non andava nella ragazza. Himiko annuì con il capo sperando invano che il moro non si accorgesse di quegli occhi lucidi.

-Via, via...sono vivo, no?-esclamò asciugandole gli occhi lasciando che il volto della giovane si tingesse di rosse e sfuggisse quasi subito la presa.

-Lo...lo so benissimo...-esclamò voltandosi. Ban sorrise, quella ragazza non cambiava mai...

 

 

Il silenzio regnava nella stanza, rotto da qualche fugace sussurro e piccolo riso, il buio li circondava completamente fuorché quei raggi di luce che provenivano dalle insegne al neon di locali al di fuori del palazzo e che riuscivano a trapassare le fessure delle tapparelle.

-Sei il solito prepotente...-disse con un tono finto arrabbiato distaccandosi un poco da lui e voltandosi sul lato. La risposta fu una piccola risatina.

-Tanto lo so che in realtà ti è piaciuto...-esclamò cingendolo con le braccia robuste e solleticandogli la schiena con il respiro.

-Dai smettila!-esclamò ridendo e voltandosi verso il compagno, lasciandosi stringere maggiormente da lui.

-Ho forse torto?-chiese prima di baciarlo sulle labbra. La risposta fu un radioso sorriso.

-No...-ricambiò la dolce effusione con una tanto affettuosa.

Poco importava che il letto fosse stretto, che le molle cigolassero, che la luce entrasse dalla finestra benché fosse l’una di notte passata. Infondo in quel momento a loro bastava essere insieme stretti l’uno all’altro.

-Che avevi da parlare con Akabane, prima?-domandò ad un certo punto mentre gli accarezzava i capelli.

-Cos’è sei geloso?-chiese sghignazzando, aspettandosi una risposta acida e seccata. Ma quelle parole sembrarono non arrivare mai, infatti aveva percepito un leggero tremito durante quella carezzevole attenzione. Che avesse detto qualcosa che non avrebbe dovuto?Ma lui stava solo scherzando...

Stava per correggersi, o perlomeno salvare la situazione quando Ban rispose.

-Sarei stupido a non esserlo, non credi?-esclamò sorridendo e interrompendo un momento quelle attenzioni. Ginji lo fissò in quegli occhi brillanti che rappresentavano per lui l’unica luce in quel buio seppur apparente.

-Ban-chan...-

Era raro che il compagno lo lasciasse senza parole, e questa era una di quelle volte. In tali occasioni non aveva mai parole sufficientemente appropriate, aveva sempre il timore di cadere in banalità o far arrabbiare il compagno, così che si limitava a rimanere in silenzio e a mostrare un imbarazzato sorriso o un timido assenso. E così fece quella volta, o perlomeno tentò, difatti qualcosa lo spinse  a parlare, forse la certezza che quella volta non avrebbe sbagliato...

 

-Ai shiteru, Ban-chan...-

 

 

 

 

 

 

 

OWARI

  
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