Tu
che fai?
Urla
e grida euforiche lo circondavano in quel
momento: non accadeva tutti i giorni che i Cannoni di Chudley
vincessero una
partita di campionato così importante; e proprio come
accadeva nella sala
comune di Grifondoro quando la squadra vinceva una partita, la famiglia
Weasley
si era riunita per festeggiare. Dovunque volgesse lo sguardo poteva
vedere
persone che esultavano, stappavano bottiglie di burrobirra e si
abbracciavano
felici. Le persone nella stanza erano talmente tante,
d’altronde la famiglia
Weasley era conosciuta per la quantità dei membri, che era
difficile
distinguere uno dall’altro e capire dove finiva la voce di
uno e cominciava
quella dell’altro. Tuttavia, una persona riusciva a
distinguerla chiaramente,
come se fosse messa a fuoco da un obiettivo e lo zoom fosse tutto su di
lei.
Saltava e ballava insieme a Dominique, i capelli rossi fendevano
l’aria come
lingue infuocate, il viso arrossato per l’eccessivo calore
che c’era nella
stanza. Non riusciva a toglierle gli occhi di dosso: Lily Luna Potter.
Già
normalmente per lui era difficile fermare il suo sguardo che
instancabile si
posava su di lei; quella sera, poi, era una calamita per lui, ed era
sempre più
desideroso di parlarle, starle vicino, festeggiare con lei, baciarla.
Baciarla.
Si diceva che era per quel bicchiere di troppo, per l’euforia
che lo pervadeva,
ma per quanto ancora poteva mentire a se stesso? Il suo cuore,
traditore delle
sue già deboli convinzioni, batteva furioso nel petto in
quel momento, i suoi
piedi fremevano per andarle incontro. Non poteva proprio più
mentire a se
stesso. Doveva andare? Il loro rapporto era fragile, solo ultimamente
avevano
iniziato a parlare più civilmente, senza rivolgere
all’altro solo parole di schermo
e cariche di ironia (il modo più facile per loro di
comunicare e per lui di
attirare la sua attenzione), doveva rovinare tutto? Gli piaceva che lei
avesse iniziato
a provare non più solo odio per lui, non voleva fare niente
affinché lei non
cambiasse idea, ma contemporaneamente il bisogno di starle vicino, di
poterla
abbracciare e baciare era un’ossessione, soprattutto in quel
momento. Provò a
deviare i suoi pensieri guardando altrove, incontrando, purtroppo per
lui, gli
occhi di Albus che aveva seguito il suo sguardo e indovinato i suoi
pensieri.
Quando si accorse che lo stava guardando, fece uno strano movimento con
gli
occhi: lo stava incitando ad andare da sua sorella? Doveva proprio
apparire
disperato se anche lui se n’era accorto e addirittura gli
infondeva coraggio.
Ma lui di coraggio non ne aveva. La parola Serpeverde, sinonimo di vile
e
codardo, lampeggiava nella sua mente, insultandolo di proposito. Era
così
facile non fare niente, ma così insoddisfacente. Stava
ancora guardando Lily,
quando la ragazza sentendosi osservata da un po’ ormai, si
fermò e guardò
proprio lui, fisso negli occhi. Solo questo, per minuti interminabili.
Caldo
color nocciola quello di lei, freddo color ghiaccio il suo, fusi
insieme.
Sembravano esserci solo loro due nella stanza che invece era stipata di
gente,
solo loro al mondo. Fu in quel momento che Scorpius capì che
non poteva non
provarci nemmeno e lasciarla andare, fu in quell’istante che
Lily capì che non
era odio quella che la legava a Scorpius, ma amore, fu durante quegli
interminabili minuti che capirono che si amavano e si appartenevano.
Non più
Potter e Malfoy, ma Lily e Scorpius. Fu lì che capirono
tutto, ma in realtà
ancora niente: il cuore arriva sempre un po’ prima della
mente, cocciuta e
testarda nelle sue certezze. Scorpius fece un passo verso di lei, poi
ci
ripensò: se doveva conquistarla l’avrebbe fatto
col metodo Malfoy. Fece
dietrofront e uscì dalla stanza, diretto fuori, certo che
lei l’avrebbe seguito
di lì a poco.
Lily
era incazzata. Quello spocchioso di Malfoy
non poteva guardarla in quel modo e poi sparire. Merlino, quello
sguardo! In
quel momento si era sentita le gambe instabili e aveva pensato che
sarebbe
precipitata per miglia e miglia se lui non avesse continuato a
guardarla e tenerla
incatenata a lui. Era rimasta ipnotizzata da quello sguardo, si era
persa in
quegli occhi. Chi aveva mai osato dire che erano freddi, inespressivi?
Lei ci aveva
letto così tanto. Senza nemmeno sapere quale razionale
motivo la spingesse, e
dopo aver bevuto un ultimo bicchiere di burro birra gelata, lo
seguì fuori. Il
freddo che la colpì appena uscita le riportò un
po’ di lucidità mentale. Si
chiese se stesse facendo la cosa giusta, quella più logica e
razionale. Poi
pensò che lei era una Grifondoro e loro di logico e
razionale non facevano
proprio niente: era in ballo, tanto valeva ballare. E poi era proprio
curiosa
di capire come mai Malfoy la guardava in quel modo. Appena
uscì fuori non notò
l’indizio di Scorpius, troppo occupata a cercare il ragazzo.
Quando però si
avvicinò alla ringhiera per controllare se fosse di sotto,
finalmente vide la
splendida margherita: era il suo fiore preferito. A dispetto di quanti
pensavano che lei fosse intimamente legata al giglio dato il suo nome,
il suo
fiore preferito era la margherita, così semplice e
così bella. Non subito
veniva notata, soprattutto vicino ad una rosa pretenziosa, ma a chi
sapeva
guardarla bene mostrava tutta la sua candida bellezza, incantando
l’osservatore. Non pretendeva, ma sapeva donare, se qualcuno
l’avesse amata. Per
questo Scorpius era pazzo di lei, solo che Lily non lo sapeva. Stupita
e
dubbiosa prese in mano la margherita, salvo che appena lo fece questa
scomparve: al suo posto erano sospese nel vuoto le parole:
“Come
una margherita.
Io ho deciso di provarci, tu che
fai?
ps.
Avevo voglia di biscotti al cioccolato”
Sorrise
ricordando e poi rise di gusto, aveva
capito dove stava quel pallone gonfiato di Malfoy. Ora la
curiosità la
divorava: cosa aveva in mente? Senza pensarci, si
Smaterializzò.
Scorpius
stava aspettando Lily, l’impazienza
ormai al limite. Non sapeva ancora cosa avrebbe detto, quella ragazza
era
capace di tirare fuori certi lati di lui che nemmeno sapeva di avere,
come
quello romantico. Gli veniva da ridere: lui che preparava uno
stratagemma
romantico per catturare la sua attenzione? Lui che faceva trovare fiori
profumati fuori le finestre? Eppure era quello che aveva fatto e quello
che
aveva intenzione di fare, quello che avrebbe fatto ancora se avesse
significato
averla accanto.
Lily
arrivò. Dapprima si guardò intorno
spaesata, catturando di quel posto tutto ciò che riusciva a
vedere, poi notò
Scorpius.
-Cosa
significa Malfoy?- disse, con un
sopracciglio alzato - Questo posto, quello sguardo, quella
frase..–
-Sei
venuta Potter-
Lily
gli rivolse uno sguardo infastidito – Se
mi vedi vuol dire che ci sono Malf.. – ma lui la interruppe.
-Shh
– la guardò sorridendo, e con lui
sorridevano anche gli occhi.
-Non
avevamo detto che ci davamo una tregua? Io
ho deciso di provarci, tu che fai?-
Lily
lo guardò e ripensò allo sguardo che le
aveva rivolto prima: era quello sguardo che desiderava vedere quando
lui la
guardava, al posto di uno derisorio; erano quegli occhi che desiderava
scorgere
sul suo viso, era lo Scorpius del pomeriggio di un paio di anni fa, che
voleva
conoscere tutti i giorni. Voleva conoscerlo … fino a non
conoscerlo più.
Si
girò e Scorpius non c’era più.
Disorientata
e confusa – insomma l’aveva fatta venire fin
lì e poi spariva?! –
non notò che era sì scomparso, ma
aveva
lasciato qualcosa dietro di sé: una scia di margherite. Il
bianco risaltava nel
buio della notte e la luce della luna donava una brillantezza
particolare,
magica. Ma dove voleva arrivare? Si mise a seguire le margherite
perché le
sembrava l’unica cosa da fare in quel momento se voleva
andare in fondo alla
situazione. E metteva a tacere la sua vocina interiore che le diceva
che era un
altro, pessimo scherzo, e si aggrappava alla sensazione del suo cuore
che quel
percorso di margherite l’avrebbe portata a qualcosa di
più della fine della
serata, e si beava della sensazione di impazienza e timorosa
curiosità che
provava, di quell’eccitazione che le scoppiava dentro la
quale annullava
qualsiasi altro pensiero, ogni altra possibilità.
Svoltò
la curva e si trovò.. niente?! Non c’era
niente ad aspettarla alla fine della scia, nemmeno Scorpius. Allora
prese
l’ultima margherita, un po’ delusa – se
n’era andato davvero? Era davvero uno
scherzo? – se non che questa si trasformò in una
lettera appena toccò le sue
mani. C’era il trucco!, pensò sorridendo. Malfoy
quella sera non finiva di
stupirla … ma pensava che con due fiori e due magie lei
sarebbe caduta ai suoi
piedi? Ancora più curiosa aprì la lettera.
Ciao
Lily,
Non
Potter. Non Rossa. Non Nanetta.
Lily. Il tuo nome è bellissimo e io non ho mai
avuto il coraggio di
usarlo, preferendo questi stupidi soprannomi. Scusami.
Ci sono tante cose che non ho mai avuto il
coraggio di fare o di dire a dir la verità, come tu mi
facesti notare quel
pomeriggio. So che ci hai ripensato venendo qui.
Fu così facile per te capirmi e ancora
più facile per me aprirmi a te.
Era una cosa che ero riuscito a fare solo con Al e solo dopo le sue
insistenti
richieste; invece con te è stato naturale, non ho avuto
freni in quel momento.
E ho avuto paura. Ho avuto paura di com’ero insieme a te: con
te è impossibile
non ridere, scherzare, essere se stessi.
E per me essere me stesso equivale ad essere migliore.
Tu mi rendi migliore.
È
stato difficile costruirsi una maschera di algida indifferenza,
comportarsi in
modo freddo con tutti e potrai capire quanto io sia rimasto spaventato
da come
per te sia stato semplice abbatterla.
Ma stasera.. Ah Lily! Stasera ho capito che ti voglio, che
non posso
lasciarmi sfuggire l’unica occasione per essere
ciò che realmente sono.
Voglio
starti accanto .. voglio renderti felice Lily Potter come tu quel
giorno hai
reso felice me.
Io,
Lily, ti …
Sono
pur sempre un Malfoy e se vuoi sapere come finisce devi venirmi a
prendere.
ps.
Sono sopra di te.
Da
qui sei bellissima.
Alzò
gli occhi e lo vide sulla scopa, che la
guardava. Notò un’altra scopa proprio affianco a
lei e senza pensarci due volte
lo raggiunse. Nel breve istante in cui si preparava a spiccare il volo
seppe
che lo amava, perché nessuno l’aveva mai fatta
sentire così viva, così
arrabbiata, così reale. Fu consapevole di ogni suono, di
ogni odore che la
circondava e partì.
Arrivò
alla sua altezza e lo guardò. – Stavi
per dire qualcosa Malfoy? – gli domandò
sorridendo, sfidandolo. Ma
non aspettò la sua risposta e ridendo
ripartì. Se lui era un Malfoy, lei era una Potter e loro
mai, mai avevano reso
le cose facili ad un Malfoy. Ad un certo punto si senti afferrare per
la vita e
in attimo si ritrovò davanti Scorpius: occhi negli occhi,
come prima.
-Sei
un’insolente Lily Potter - le disse.
-Allora,
sono venuta fin qui, devi concludere
la tua frase – replicò lei. Ma lui non rispose e
la guardò, guardò la sua bocca
per la precisione. – Sto aspettando Malfoy –
continuò con un cipiglio
infastidito.
Ma
lui la baciò e l’avvicino ancora di più
a
sé, per essere sicuro che non cadessero dalla scopa e anche
perché voleva
sentire ancora meglio la sua bocca sulla sua. Una sensazione che
aspettava di
provare da troppo tempo: ed era meglio di qualsiasi aspettativa, di
qualsiasi
sogno. La bocca di Lily era fresca, morbida, dolce. Si staccarono e lui
le disse:
-
Ti amo Lily - lei gli buttò le braccia al
collo: - Ti amo anche io - e lo ribaciò.
Fu
in quel momento che Scorpius si promise di
non lasciarla andare ora che era sua e di fare qualsiasi cosa per
renderla
felice, fu in quell’istante che Lily si promise di non farsi
fermare più dalla
maschera che portava Scorpius e di amarlo, di combattere per lui, fu
durante
quegli interminabili minuti che si promisero di amarsi per sempre.