Dove sono
finita?
Ginny scese
dal letto lasciando cadere in terra il cuscino sul quale aveva
riversato tutte
le sue lacrime. Odiava quando le succedeva, odiava non mostrarsi forte
ma non
poteva controllarsi, non di notte almeno.
Si
infilò
nella doccia attenta a non essere vista da nessuno e accese
l’acqua calda. Ci
si infilò sotto incurante delle chiazze rosse che
comparivano sulla sua pelle.
Ogni piccola cosa le scivolava addosso insignificante da quando era
successo.
Era passato
un anno. L’anno più brutto della sua vita.
Erano tutti radunati in sala grande per piangere i morti.
Il corpo di
suo fratello giaceva inerme sul freddo pavimento circondato da volti
sconvolti
e pallidi. Anche Lupin e Tonks erano distesi, come tutte le altre
vittime della
guerra.
Era arrabbiata e
sconvolta quando
l’aveva visto passare, per questo non l’aveva
chiamato.
Fu la scelta
più sbagliata di tutta la
sua vita.
Magari se
l’avesse chiamato, se gli
avesse fatto capire che nessuno ce l’aveva con lui adesso
Harry sarebbe stato
lì con lei, l’avrebbe confortata durante
l’anniversario di quell’orribile
guerra.
Ma non
l’aveva fatto. Non si era
alzata per parlargli, non aveva pensato a come dovesse sentirsi lui,
avrebbe
dovuto immaginare che Harry si sentiva in colpa per tutti quei morti,
avrebbe
dovuto immaginare che anche lui soffriva, forse più di lei.
Lui che si portava
sulle spalle già troppe morti.
L’aveva
visto sparire dietro il contorno della
porta ed era stata l’ultima visione che aveva avuto di lui.
Se lo sarebbe
ricordato per sempre come una figura solitaria che passa tra il dolore
altrui
cercando di non farsi vedere, di passare inosservato tra i parenti
delle
persone che sono morte per lui.
Sentì
bussare
alla porta, ma non provò neanche ad uscire dalla doccia. Il
visitatore,
chiunque fosse, se ne andò.
Scese solo
quando fu sicura di aver trovato un certo contegno.
Tutte le
facce si voltarono verso di lei preoccupate; anche se tutti soffrivano
in quel
triste anniversario della loro liberazione sapevano che il suo dolore
era più
grande, forte ed indistruttibile proprio come l’amore che
provava per Harry
quando era ancora vivo, amore che non aveva certo smesso di infiammarla
e di
sgretolarla ogni singolo istante dopo quell’orribile perdita.
Improvvisamente
si sentì soffocare. Corse fuori e si gettò in
terra. Non piangeva. Stava
immobile con il volto verso il vento. Si accorse che Ron
l’aveva seguita solo
quando le posò una mano sulla spalla.
- Ce la
farai…ce la faremo insieme-
- No. Tu non
capisci, io non posso….lui era la mi ancora di salvezza,
combattevo perché
dall’altra parte c’era il nostro futuro. Adesso non
ha più senso….non voglio
che niente abbia un senso!-
- Non dire
così Gin, sai che lui non vorrebbe…-
- Io non so
niente, non so chi sono ne perché esisto. Quello che mi
resta è il ricordo di
cosa ero. Di cosa eravamo io e lui insieme…-
- Ti prego
reagisci. Non vanificare i suoi sforzi
così…quello che ha fatto l’ha fatto
anche per te!-
- Non posso
Ron! Non ce la faccio…- Si alzò e corse via con
il suo dolore come unico
compagno…
Spazio
autore:
Allora
prima che
inizino a volare critiche so già che ho cambiato leggermente
i fatti descritti
dalla Rowling. Harry non muore e quando passa per andare da Voldemort
ha il
mantello dell’invisibilità.
Mi
sono presa delle
piccole libertà ma spero che non
mi vogliate uccidere per questo e che la storia vi sia piaciuta
comunque…
Fatemi
sapere!