Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: SabrinaSala    06/04/2015    5 recensioni
-Heatchliff! – gridò, soffocando la voce nel petto dell’uomo ancora avvolto dalla penombra. Affondò tra le sue braccia, annaspando nel suo profumo...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima, Yu Sakurakoji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Maya si precipitò giù per le scale e, a qualche gradino dalla fine,  gli gettò le braccia al collo.
-Heatchliff! – gridò, soffocando la voce nel petto dell’uomo ancora avvolto dalla penombra. Affondò tra le sue braccia, annaspando nel suo profumo.
 “Non è Sakurakoji” pensò “Come posso concludere le prove se Sakurakoji non fa la sua parte!”
Arrabbiata e indispettita da quel pensiero, aveva trascurato l’identità dell’uomo che la stringeva tra le braccia. Certo, aveva riconosciuto il suo profumo…  Aveva riconosciuto il battito forte del suo cuore...  Aveva riconosciuto la tempra dei suoi muscoli…
Masumi avvertì un fremito attraversare il corpo di Maya e il peso di quella ragazzina allentarsi leggermente mentre si staccava da lui. Quanto poteva pesare quello scricciolo? Sorrise. La conosceva abbastanza bene da sapere che tutto quello slancio le aveva impedito di capire che lui, Masumi, aveva varcato la soglia del teatro e non  Sakurakoji.  
Povero Sakurakoji.  Avevano avuto l’ennesimo scontro...
Ma non ci voleva pensare, non adesso. Non in quel momento. Non con Maya tra le braccia. Una Maya tremante, in delirio, disperata. Una Maya che si era calata tanto profondamente e perfettamente  nei panni di Catherine Earnshaw da lasciarlo senza fiato, da sorprenderlo ancora.
Heathcliff! Cosa avrebbe fatto Heathcliff…  il taciturno e impulsivo Heathcliff?
L’abbracciò. Stringendola a sé con tutta la passione che da anni gli bruciava dentro, consumandolo, intenzionato a non lasciarla sfuggire. Non ancora. 
I loro corpi aderirono perfettamente: un fascio di muscoli lui, una morbida tentazione lei…
-Catherine…- le mormorò tra i capelli, aspirandone il profumo di more selvatiche. Quanto tempo era passati dalla prima volta che l’aveva stretta a sé, così forte da temere di farle male?
“Cosa sta succedendo…? Cosa sta facendo…?!?” Maya, gli occhi sbarrati, rimase immobile, sprofondata in quell’abbraccio inatteso, sopraffatta dal timbro profondo di quella voce che le sfiorava l’orecchio provocandole brividi di piacere inconfessabile.
No, non doveva uscire dal personaggio! Non poteva permettersi di uscire da un ruolo che stava così faticosamente cercando di fare suo. Una nuova interpretazione di Catherine che avrebbe dato all’ennesima replica di “Cime Tempestose” qualcosa che valesse la pena di vedere ancora e ancora…
“Non uscire dal tuo personaggio! Tu sei Catherine… Catherine… E lui è Heathcliff…" si impose  "Le prove devono continuare, devono continuare… Io sono Catherine!”
E Catherine amava Heatcliff...

Avvertendo il suo rilassamento, Masumi la sollevò tra le braccia. L'avrebbe portata in cima alle scale e da lì in camera da letto. E come Heathcliff l'avrebbe amata. Come Heathcliff non avrebbe più taciuto il proprio amore. D'altronde, attaccata al suo collo, Maya non mostrava segni di ribellione ma di resa. Che anche lei aspettasse quel momento? Nonostante il suo silenzio, ne era certo!
Il letto, sfatto, mostrava i chiari segni del suo testardo tentativo di interpretare Catherine e la sua malattia, la sua agonia. Accanto al letto, una bacinella di ferro smaltato e uno straccio inzuppato. Masumi adagiò la ragazza sul letto e solo allora si rese conto di com'era vestita. Una vestaglia bianca ricca di pizzo e merletti non riusciva a nascondere le morbide curve di quel corpo minuto e perfetto. I capelli scuri, sparsi sul cuscino, contrastavano con il pallore del volto e delle lenzuola bianche di seta. Con il dorso della mano, le sfiorò il volto accaldato. Fissò lo sguardo nei suoi enormi occhi blu.  Cosa gli dicevano quegli occhi? Quale messaggio gli stava lanciando quella ragazza bruna abbandonata su quel letto invitante, tranquilla come se in quella stanza,  di fronte a lei, non ci fosse un uomo maturo a tu per tu con tutte le proprie pulsioni e i propri desideri? O forse era proprio la consapevolezza femminile di quei desideri a far sì che il suo sguardo fosse così tranquillo e seducente.
-Sapevo che saresti venuto... – mormorò lei, con voce ferma, sollevandosi dal letto e fermandosi  di fronte a lui - Sapevo che saresti venuto da me.. – ripeté accarezzandogli il volto, scivolando sulla mascella perfettamente sbarbata, forte.  
Masumi avvertì una vampata di calore. Era davvero consapevole di quello che sarebbe potuto succedere? Di quello  che sarebbe inevitabilmente  successo?
-Sssssttt!- le sue dita sulle labbra gli impedirono di emettere qualunque suono.
Le afferrò la mano. Lei lo voleva, perché trattenersi ancora.
-Tu sei mia... lo sai... Sei solo mia... -
Lo sguardo di Maya sostenne il suo. Nessuna esitazione, nemmeno un battito di ciglia.
La sospinse nuovamente sul letto.
Con  mani sapienti, in un gesto rapido e sicuro, sciolse i nodi che trattenevano la vestaglia sulle spalle e questa scivolò un poco fermandosi sui seni. Lei ebbe un sussulto, un brivido di freddo e i piccoli seni si sollevarono sotto la stoffa leggera lasciando ben poco all'immaginazione. Masumi avvertì uno spasimo e ne fu certo.  Ora non sarebbe più riuscito a fermarsi.  Lentamente,  fece passare i bottoni attraverso le asole dei polsini. Si liberò della cravatta, poi della camicia senza distogliere mai lo sguardo dalla ragazza seduta di fronte a lui. 
Sorrise di se stesso.
L'aveva fatto altre volte. Tante altre volte.  Aveva avuto  donne bellissime ogni volta che le aveva volute. Ma la sola idea di quel giovane corpo dalle forme perfette lo disorientava. Lo emozionava come fosse un bambino. Lo eccitava. L'aveva sognato, agognato, voluto, rifiutato, odiato. Lo aveva amato ogni volta, cercandolo nel corpo e nell'anima delle compagne di una notte.  Lo aveva immaginato…  esorcizzato...
Si piegò su di lei, senza più alcuna remora o freno. Bramoso come una fiera sulla carne fresca della sua  preda.
-Solo mia... – ripeté.
Con un guizzo improvviso le imprigionò il volto tra le mani e la sua bocca, audace e affamata, si riversò sulle labbra delicate di lei. Il gemito che ne seguì ebbe il solo potere di aumentare il suo desiderio.
-Sdraiati...- la sua voce era roca, sapeva che ormai non si sarebbe potuto fermare, ma quello sguardo invitante sembrava non avere alcuna intenzione di interrompere un gioco che si stava facendo pericolosamente audace.
Nei minuti che seguirono, Masumi manifestò tutto il proprio amore, tutta la propria passione, così come il desiderio e la frustrazione durati anni. Baci ardenti bruciarono la pelle, marchiando ogni centimetro di quel corpo giovane e vibrante. Mani sapienti accarezzarono, strinsero e guidarono. La sua esperienza condusse un gioco sensuale, estenuante e profondamente piacevole. Poi, i due corpi sudati ma appagati si abbandonarono l’uno di fianco all'altro, sfiniti...
Improvvisamente, Maya sfiorò le spalle dell'uomo che le giaceva accanto.
-Heathcliff...- mormorò in un sorriso.
Masumi si contrasse, ogni suo muscolo si contrasse. Le dava le spalle e non si voltò.
Il dubbio gli attraversò la mente, grottesco.  Possibile che Maya avesse recitato per tutto il tempo? Possibile che non fosse mai uscita dalla parte, indossando la maschera di Catherine Ernshaw durante tutto il rapporto? Si sollevò dal letto, nudo e bellissimo. Lei si mise a sedere.
-E' stata un'ottima idea uscire dagli schemi, dal copione, e optare per l'improvvisazione... Solo vivendo e provando i sentimenti di Catherine potevo carpirne l' essenza... E ora ho capito! Sono entrata finalmente in contatto con lei, con Heathcliff e con la forza del loro amore... Io, ora,  sono Catherine! -
Il volto di Maya era trasfigurato dall'emozione. I suoi occhi resi folli dal sacro fuoco della passione. La passione per il teatro.
Le labbra di Masumi si stirarono in un sorriso cinico e disgustato. Possibile che fosse così stolta?
Socchiuse le palpebre. Lui stesso aveva contribuito a farne un animale da palcoscenico, una perfetta macchina da guerra. Poteva lamentarsi? I suoi spettacoli riempivano i teatri,  garantendo un ottimo introito alle casse della società.
Si accese una sigaretta, concedendosi una risata. Aveva dato il proprio contributo al mondo dell'arte e, perché no, non era stato nemmeno così spiacevole.
-Questa è la vera Catherine, la Catherine che dovrebbe venire fuori...  - ancora in preda all'ispirazione, Maya non si era accorta di nulla.
-Domattina faccio cambiare il copione. - affermò lui recuperando i vestiti.
-Cosa?- avvolta nel lenzuolo di seta, Maya si precipitò di fronte a Masumi. - Non possiamo cambiare la piece...- disse
Lui la guardò. Era eccitata come una ragazzina e, in fondo,  era proprio quello...Solo una ragazzina.
Masumi le concesse un sorriso sprezzante.
-Io posso fare quello che voglio, ricordalo ragazzina!- la scostò, sollevò la zip dei pantaloni e allacciò la cintura.
Maya lavorava di fantasia.
-Se cambia il copione, posso azzardare la mia personale interpretazione... Devo parlarne con Sakurakoji... Devo...-
Masumi non sentì la fine di quel delirio. Aveva già sceso le scale, spalancato la porta e aperto lo sportello della sua bella macchina rossa fiammante. Allontanandosi dal teatro, incrociò Saurakoji... Gli sorrise, provando per la prima volta simpatia per quel ragazzo sensibile, innamorato e fedele. Povero Sakurakoji...
O forse, si compatì, povero Masumi...

 
   
 
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