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Autore: Classicboy    06/04/2015    4 recensioni
Percy Jackson: studente del quinto anno, Griffondoro, capitano e cacciatore della squadra di Quidditch con una media con cui riesce a stare a malapena a galla.
Annabeth Chase: coetanea di Percy, Corvonero, prefetto, ha la media più alta della scuola.
Case diverse, interessi diversi, persone diverse. Oppure non così diverse come gli altri li vedono?
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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            CONSIGLI DI SPORT DA UNA NON APPASSIONATA

 

 

Percy si svegliò lentamente nel dormitorio del Grifondoro. Assaporò un attimo gli ultimi istanti di sonno. Si alzò e si stiracchiò. Quella notte aveva dormito particolarmente bene.

Aprì completamente gli occhi e trovò il suo compagno di stanza, Jason Grace, che lo fissava con impazienza.

“Era ora che ti svegliassi” esordì con tono brusco.

Percy lo guardò con aria interrogativa. Perché se la prendeva tanto? Del resto erano solo le...

Non appena il suo sguardo si posò sull'orologio si sentì strozzare.

“Le sette e cinquanta?! Jason, perché non mi hai svegliato? Abbiamo lezione tra dieci minuti!” urlò il ragazzo.

“Pensi che non ci abbia provato?” sbuffò il biondo mentre lo osservava prendere con foga i vari abiti e metterseli addosso “Ti ho chiamato cinque volte per scendere a fare colazione, poi, visto che non ti svegliavi, sono sceso pensando che mi avresti raggiunto entro pochi minuti. Invece salgo e ti trovo ancora immerso nel mondo dei sogni. Insomma, che cosa ti è successo ieri per farti dormire così bene?”

“Non lo so” disse nel panico, mentre cercava di allacciarsi la cravatta “Ricordo che ero uscito dalla sala comune per andare in biblioteca, poi, però, svoltato un angolo sono finito adosso a...” le parole gli morirono in gola, mentre il viso gli si tingeve di una tonalità scarlatta simile a quella della cravatta. Ricordava tutto, e la cosa lo imbarazzava.

Il prefetto lo guardò un attimo con fare interrogativo, poi le sue labbra si incurvarono in un sorriso canzonatorio: “Oh, adesso capisco?”

“Ah si? E, sentiamo un po, che cosa capisci?”

“Capisco che la persona che hai incontrato è una ragazza, appartenente a Corvonero, prefetto, della nostra età, ed è una delle studentesse più geniali della scuola” lo guardò divertito “Hai incontrato Annabeth Chase, vero?”

Il rossore sul viso del moro confermò i suoi sospetti.

Sospirò: “Percy, quando le dirai ciò che provi?”

“Mai, perché io non provo assolutamente nulla per quella cervellona!” spostò lo sguardo imbarazzato “Ad ogni modo c'é un problema peggiore di questo. Mancano cinque minuti ed io non sono ancora andato a fare colazione. Che cosa posso fare?”

Jaosn sorrise per il comportamento dell'amico. Tirò fuori un tovagliolo, nel quale erano adagiati due toast, una mela ed una salsiccia: “Tieni ti ho preso questi”

Il volto dell'altro si illuminò: “Grazie, Jason, sei il migliore” e si avventò sul cibo senza fare troppi complimenti.

 

Nel frattempo Annabeth stava finendo di preparare il materiale per l'odierna lezione di incantesimi.

<< Allora >> si appuntò mentalmente mentre posava in maniera meticolosa i vari libri sul banco << Libro di incantesimi c'é, rotolo di papiro c'é, rotolo di papiro extra nel caso in cui il primo rotolo di papiro finisse c'é, penna c'é, bocceta d'inchiostro c'é, nuova boccetta di inchiostro casomai succedesse qualcosa alla prima c'é, bacchetta di ulivo c'é >> finì di controllare guardando orgogliosa il modo in cui il tutto era disposto in maniera perfettamente simmetrica ed aspettò che la professoressa entrasse.

D'un tratto un ragazzo dalla pelle scura ed i capelli neri le si sedette accanto: “Ciao, Annabeth”

“Ehi Carter” rispose lei al compagno di casa.

“Allora, ti sei preparata per l'interrogazione sugli incantesimi non verbali?”

Quella domanda l'aveva fatta per semplice formalità. Era impensabile che il prefetto di Corvonero non si fosse preparata per un interrogazione. Però gli rispose il silenzio, e quando lui alzò la testa in cerca di risposta, vide sul suo volto un'espressione di panico puro.

“Non hai studiato?” chiese sbalordito.

“No, mi è passata completamente di testa!” esclamò la ragazza, prima di prendere il libro e fare un disperato ripasso dell'ultimo minuto, mandando a farsi benedire le sistemazioni meticolose.

Carter sbuffò: “Insomma, da un paio di mesi non sembri più tu. Cioé, capisco che tu ti sia presa una cotta per Perc...”

“Carten Kane, osa pronunciare ancora UNA sola parola e giuro che, in qualità di prefetto, tolgo venti punti a Corvonero!”

“Annabeth, puoi continuare a negarlo quanto vuoi, ma Percy Jackson ti piace. Non fare la bambina e diglielo”

Lo squadrò: “Oh, io non dovrei fare la bambina? Sentiamo un po, chi è che da tre anni ha una cotta non poi così segreta per la campionessa di incantesimi di Grifondoro Ziah Rashid?”

Il ragazzo, completamente rosso, decise saggiamente di starsene zitto.

Ma in fondo la bionda sapeva che aveva ragione. In seguito all'incontro dell'altro giorno con il capitano della squadra di Quidditch del Grifondoro, ogni singola cosa le era passata dalla testa. Ma lei? Avere una cotta per uno la cui media era una sufficienza tirata per le orecchie? Questo mai.

Si costrinse a tornare al mondo reale quando la profesoressa Ecate entrò.

Come andò l'interrogazione? 10 spaccato, ovviamente.

 

Era sabato pomeriggio ed Annabeth se ne stava, come suo solito, in biblioteca a studiare.

Ma quel giorno era diverso.

Per quanto la ragazza si concentrasse, non riusciva ad andare avanti nella scrittura o nel leggere. I suoi pensieri continuavano a vagare e la sua mente finiva ripetutamente su di lui, sui suoi capelli neri e spettinati, sugli occhi verde mare che si accendevano di una luce così particolare quando sorrideva...

<< Basta, concentrati! >>

Ma non ci riusciva, o almeno, non ci riusciva.

Sbuffando prese le sue cose e si diresse fuori dalla biblioteca. Ma dove andare a studiare?

In sala comune, neanche a pensarci; in aula studio c'era più casino che altro; aule vuote non ce ne erano da nessuna parte.

Senza pensarci si ritrovò all'esterno. Era una tiepida giornata di fine Marzo e il sole stava dispensando i suoi raggi per i prati.

Il suo sguardo finì con il posarsi sullo stadio di Quidditch.

<< Beh >> pensò << Non ci sono partite importanti in vista, nessuna squadra si sta allenando, è una bella giornata che non si può sprecare al chiuso... Perché no? >> e si diresse verso la costruzione.

Una volta arrivata si arrampicò lungo le scale fino ad arrivare agli spalti. Non è che il Quidditch la entusiasmasse più di tanto, però lo stadio le piaceva, e così le lezioni di volo prese durante il primo anno.

Si mise a ripassare, contenta che non ci fosse nulla a distrarla.

Pasarono cinque minuti fino a che non sentì dei rumori. Alzò lo sguardo e, sorpresa, vide un ragazzo con una divisa rossa sfrecciare lungo il campo con una sfera, la pluffa, sotto al braccio.

Continuava ad andare su e giù mirando agli anelli. Era bravo, ma ogni volta le sembrava di scorgere sul suo viso un espressione insoddisfatta.

Poi successe. Il ragazzo fece una virata ad una velocità troppo elevata e finì con lo scontrarsi con le tribune.

Subito lei corse giù per raggiungerlo. Una volta arrivata gli si mise accanto. Le dava la schiena, la scopa era a pochi metri da lui.

“Stai bene?!” chiese allarmata.

“Si si” rispose una voce fin troppo familiare “Va tutto...” il ragazzo alzò lo sguardo e le parole gli morirono in gola.

“Annabeth!”

“Percy!”
I due distolsero lo sguardo imbarazzati.

“Grazie per la premura” esordì il ragazzo “Ma...” trasalì.

La Corvonero guardò e vide che lungo il braccio c'era una ferita.

“Stai fermo” ordinò tirando fuori la bacchetta.

“Sul serio non c'è ne bisogno io...”

“Ho detto stai fermo” lo zittì la ragazza. Mise la punta sulla ferita e mormorò qualcosa. All'istante il sangue si fermò e rifluì nella ferita che prese a rimarginarsi.

“Uao!” esclamò il ragazzo “Molto utile. Me lo insegni?”

Lei gli sorrise: “È un incantesimo che si impara al sesto anno. Quindi devi soltanto pazientare un po”

Fischiò: “Però, sei proprio una sapientona”

“Come tutti i Corvonero del resto” lo guardò “Senti, ma che cosa stavi facendo?”

“Mi stavo allenando?”

Alzò gli occhi al cielo: “Ovvio, però non ho mai visto qualcuno allenarsi da solo. Che cosa stai architettando?”

Percy guardò imbarazzato il terreno: “Beh, ecco, come probabilmente saprai tra due settimane abbiamo la partita con Serpeverde”

“Ne ho sentito parlare” disse, rimanendo sul vago.

“Ebbene, si tratta di una squadra molto forte, specialmente il loro cercatore, Nico di Angelo”

“Lo conosco. Tipo tetro, ma in fondo è un bravo ragazzo”

“Ad ogni modo” disse Percy, stanco delle continue interruzioni “Per quanto anche Jason sia un bravo cercatore, è estremamante improbabile che lo batta. Pertanto sarà compito dei cacciatori come me darsi da fare per ottenere più punti possibile per vincere”

“Ed ecco perché ti stavi allenando, cerchi di migliorare i tuoi tiri”

Rimase un attimo colpito: “Esatto, ma purtroppo non riesco a fare progressi” terminò avvilito.

Annabeth lo osservò, poi guardò il campo. Si alzò: “Prova di nuovo”

“Come?” chiese con aria interrogativa.

L'altra roteò gli occhi: “Ti ho detto di provare di nuovo. Forse so come aiutarti”

Il Grifondoro, rimanendo comunque all'erta, salì e continuò il suo allenamento personale.

Fece il giro del campo un paio di volte, prima che Annabeth lo richiamasse coi piedi per terra.

“Opponi troppo resistenza all'aria” disse semplicemente.

“Come?”

“La statura elevata e la posizione eccessivamente eretta che detieni quando sei a cavallo fanno si che si crei un attrito tale con l'aria che i tuoi movimenti risultino frenati. Inoltre dovresti accostar le braccia al corpo in modo tale da creare un angolo che ti permetta di avere controllo sulla pallla e però di non essere bloccato dall'atrito” alzò il sopracciglio “Sono stata chiara?”

Percy la guardò con aria persa: “Eh?”

Sbuffando la ragazza gli si accostò, gli prese le braccia e le posizionò: “Rimani attaccato al manico e tieni le braccia così quando tiri”

“Aaaah” e si rialzò in volo.

Constatò che aveva ragione! Non solo era più veloce, ma i suoi tiri si erano fatti anche più precisi.

“È fantastico Annabeth! Grazie, io...” ma quando si voltò a guardare la ragazza era già scomparsa.

 

Le due settimane passarono in fretta e ben presto arrivò il giorno della partita tra Grifondoro e Serpeverde.

“Allora Annabeth? Mi senti?” la ragazza si svegliò un attimo ed osservò la sua compagna di stanza, Reyna.

Scosse la testa: “Scusami, mi ero un attimo distratta. Che cosa stavi dicendo?”

“Ti stavo chiedendo chi, secondo te, ha più probabilità di vincere la partita di oggi”

Al contrario di lei, la portoricana era una vera e propria appassionata di Quidditch, nonché capitano della squadra di Corvonero.

Annabeth si prese qualche istante per rispondere, assaporando per un attimo il sole caldo sulla pelle. Si stavano dirigendo con gli altri verso lo stadio.

“Non saprei” disse alla fine “Sai che non sono una particolarmente attratta dallo sport”

La squadrò con sospetto: “Già, però stai venendo comunque a vedere la partita. Perché? Che cosa mi nascondi?”

La ragazza fu salvata da una voce che le chiamò: “Reyna! Annabeth!”

Le due si videro venire incontro due ragazzi, una ragazzina con la pelle scura e dei capelli crespi con un cappotto rosso-oro ed un ragazzone coi lineamenti asiatici ed un taglio di capelli militare con una sciarpa giallo-nera. Entrambi recavano degli stendardi del Grifondoro.

Annabeth sfruttò quel momento per scampare dall'interogatorio dell'amica: “Hazel, Frank! Come state?”

La ragazza sorrise incoraggiante: “Ottimamente! Oggi la partita la vinciamo noi, ne sono certa!” e sollevò trionfante lo striscione.

“Non ti sembra di esagerare?” replicò la bruna sorridendo “E poi tuo fratello non è il cercatore di Serpeverde? Non si offenderà se tifi così tanto contro di lui?”

“Ma no, Nico sa che il mio dovere è innanzitutto verso la mia casa. Esattamente come lo sa Frank, qundo tifo contro di lui nelle partite Grifondoro-Tassorosso”

Il ragazzo parve arrossire lievemente: “In fondo si tratta solo di un gioco”

“Un gioco che oggi vinceremo noi!” aggiunse una voce allegra alle loro spalle.

Un ragazzo ispanico con i lineamenti da folletto li si avvicinò. Teneva in mano una trombetta da stadio verde-argento.

Frank lo guardò in cagnesco: “Non ne sarei così sicuro Valdez. I Grifondoro si sono allenati duramente per questa partita. Percy ha preteso da loro il massimo”

Leo sogghignò: “Ma il massimo potrebbe non bastare”

“Basta!” li fermò Annabeth, che sapeva che i due sarebbero potuti andare avanti tutto il giorno a bisticciare “Sarà il campo a decidere”

Leo puntò la sua attenzione su di lei: “Vero. Però c'è una cosa che non mi spiego: che ci fai tu qui? Pensavo che le partite di Quidditch non ti piacessero”

La bionda pensò prontamente una risposta: “Ho sentito che si trattava di una partita importante, e così, incuriosita, sono venuta” e, prima che gli altri potessero continuare, la ragazza sfrecciò su per le tribune, per cercare posto.

La verità era che era venuta a vedere come se la cavava Percy, e se i suoi consigli avessero fatto effetto.

Presto gli spalti si riempirono e la partita incominciò.

All'inizio Annabeth era agitata, ma dopo cinque minuti l'ansia se ne andò. I Serpeverde erano bravi, ma la squadra di Percy lo era di più. Il portiere intercettava tutte le palle, i tiri dei battitori erano precisi al millesimo di centimetro, i cacciatori erano perfetti. Ma soprattutto lui era perfetto.

Seguendo i suoi consigli stava facendo punti su punti. Si era abituato alle modifiche talmente tanto che il suo andare aveva un che di ipnotico.

Ad un certo punto sentì il fischio di fine partita. Alzò lo sguardo e vide Nico con il Boccino d'oro in mano a pochi metri da Jason. L'aveva preso. Spaventata guardò il tabellone dei punti e vide che...

“Non ci credo!” esclamò Reyna “220 a 260 per i Grifondoro!” sorrise. Quelle erano il genere di partite che più le piacevano. Le partite col finale inaspettato.

Tutta la corsia rosso-oro esultò. Vide Hazel abbracciare Frank per poi baciarlo di impeto, notò vari ragazzi Serpeverde, tra cui il suo amico Luke, capitano della squadra verde-argento, sbuffare indispettiti, mentre altri, tra cui Talia e Leo, sorridere ed applaudire educatamente riconoscendo sportivamente la sconfitta.

E lei? Lei era a dir poco euforica. Stava cercando di contenersi, contenta com'era del fatto che erano stati i suoi insegnamenti a portare quella conclusione in una partita così mozzafiato.

Lasciò Reyna andare in camera, dicendo che lei aveva da fare una cosa, e si posizionò al di fuori degli spogliatoi del Grifondoro.

Alla fine, dopo un'ora buona, vide Percy uscire, gli si accostò e lo salutò: “Ehi, complimenti per la vittoria”

Il ragazzo sobbalzò, ma quando la vide il suo viso si aprì in un sorriso a trentadue denti: “Grazie. Visto che fenomeno? Tutto però grazie ai tuoi insegnamenti” pareva leggermente imbarazzato.

La ragazza scosse la testa: “No, sei stato tu bravo ad applicarli in maniera così egregia”

“Grazie” parve esitare “Senti, il prossimo fine settimana c'è una gita ad Hogsmade...”

Il cuore le batteva forte << Non penserà mica di... >> “Si...” disse cercando di rimanere più calma possibile.

“Ed io non ho nessun genere di impegno...”

<< O-mio-Dio! Non ci credo! >> “Beh, neanch'io”

“Davvero? Fantastico! Cioè, intendo dire, quello che sto provando a chiederti è...” respirò con forza “Ti piacerebbe passare la giornata con me?”

Ad Annabeth parve che qualcuno le avesse tolto l'aria dai polmoni: “Certo, più che volentieri!” le brillavano gli occhi.

Anche Percy sorrise: “Fantastico. Per che ora ci troviamo?”

“Non so. Facciamo per le dieci e mezza circa?”

“Perfetto”

E se ne andarono verso il castello. Ad un certo punto Percy le prese la mano e lei non protestò, assaporando quel momento.

<< Però >> pensò << Forse il Quidditch non è poi così male >>

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

Ta-daah! Eccomi con una nuova One Shot! Si tratta della mia prima Hogwarts!AU, quindi per favore siate gentili nel giudicarmi.

(si sentono delle risate e qualcuno che dice “povero ingenuo”)

Cooomunque, le case le ho buttate un po lì lì, non sapevo bene dove mettere Hazel e Leo, ed anche per Talia è stato difficile.

Lo so, il titolo fa schifo, ma non sapevo cos'alro mettere.

Per favore, non uccidetemi, spero abbiate voglia di lasciarmi un commentino.

   
 
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