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Autore: FrancyFox    06/04/2015    1 recensioni
“Dove mi porti?” chiese Furaha.
“In un posto bello. I grandi lo chiamano il Cimitero degli Elefanti!”
Furaha fece un verso impaurito e sorpreso.
“Ma lì ci sono le carcasse degli elefanti! I teschi enormi e le…iene!” disse con disgusto Furaha.
“Con le zanne si formano tanti scivoli lì!” disse Taka cercando di convincere l’amica.
“E le iene? Se ci attaccano?” chiese ancora non convinta.
“Tranquilla sono mie amiche!” disse sicuro Taka.
“Tue amiche?” chiese ancor meno che convinta. “Portiamo Jua e gli altri insieme, per sicurezza ecco.” Concluse infine Furaha, ma Taka le mise una zampa sulla spalla.
“Gli altri non mi seguono mai e ci lasciano sempre da soli. Andiamo noi due solamente.” Disse fermo e a un po’ a malincuore.
“Okay ma ritorniamo subito..” acconsentì l’amica.
Taka non riuscì a trattenere un “Sì!” di vittoria e così scapparono via.
Ed è così, che alla Rupe dei Re Taka divenne un leone odiato da tutti. Solo una leonessa però non lo abbandonò mai: Furaha.
Furaha, "la leonessa del Sole", sarà la sua amica per sempre e non lo abbandonerà mai, sotto gli occhi stupiti di tutti.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1. Nuove amicizie
Era l’alba: il sole si alzava e con i suoi raggi caldi abbracciava la Rupe dei Re, il luogo dove regnavano ora Ahadi ed Uru,  sovrani saliti al trono dopo il regno di Mohatu ed Aura.
Era una calda mattinata e Mufasa e Taka erano già svegli.
“Papà,papà!!” urlò Mufasa mordicchiando l’orecchio di Ahadi che, ancora assonnato, sbadigliava e cercava di alzarsi senza svegliare Uru.
“Usciamo fuori, Mufasa!” disse Taka uscendo alla svelta fuori dalla caverna.
Mufasa raggiunse velocemente il fratellino fuori. I due si misero a correre e a prendersi ridacchiando e svegliando dal sonno tutte le leonesse.
Ormai il sole era alto e per Ahadi incominciava una delle sue giornate faticose, girando per la Savana per il solito giro di ronda.
Mufasa s’aggappò alla zampa del padre: “Papà,papà! Portami con te!” chiese con quegli occhioni rossi.
“No, Mufasa. Ma un giorno verrai con me. Dovrai imparare tutto sul nostro regno e sul nostro popolo.” Disse dolce Ahadi abbassando il suo muso vicino a quello di Mufasa.
Taka ascoltava in silenzio senza proferir parole. Puntava i suoi occhioni verdi fra il padre e il fratello. Però scuoté la testa chiamando Mufasa: “Dai, andiamo ci aspettano i nostri amici!”
Così si voltò e incominciò a correre dalla parte opposta verso la caverna per andare loro incontro. Mufasa lo seguì subito.
Ed eccole i loro amici: Sarafina, Sarabi, Jua, Jani e Furaha.
“Ciao Mufasa!” urlarono in coro gli amici.
Taka rispose al posto del fratello: “Ciao amici!” Mufasa rispose con un sorriso gigante.
Sarabi s’avcvicinò subito a Mufasa (stavano quasi sempre insieme loro due) mentre Sarafina, Jani e Jua li circondavano ridendo.
Sarafina e Sarabi erano due leoncine molto affettuose dal pelo marroncino chiaro. L’unica cos ain cui si differenziavano erano gli occhi: Sarafina aveva gli occhi celestini mentre
Sarabi marroni.
Jua e Jani erano due fratelli, uno dal pelo grigio scuro con gli occhi blu e l’altro dal pelo grigio chiaro dagli occhi verde scuro.
Jua era il leoncino più grande nella combriccola e quindi era una sorta di guida.
Taka non era mai circondato in quel modo: eppure lui sapeva che gli volevano bene.
Solo Furaha si avvicinò a lui.
Furaha era una leoncina dal pelo marrone rossiccio, proprio come Uru, aveva però due occhi gialli come il sole a mezzogiorno. Quegli occhi illuminavano la sera.
“Ciao Taka!” disse con un sorriso la leoncina.
“Oh ciao Furaha!” Taka si avvicinò a lei abbracciandola.
“Andiamo a vedere il branco degli Gnu che bevono l’acqua!” propose la leoncina saltando e circondando con la coda uno dei principini.
“Ehi amici!” urlò Taka attirando l’attenzione di tutti. “Furaha ha avuto una bellissima idea! Andiamo al lago a vedere gli Gnu!!” disse entusiasta.
“Ottima idea!” disse Sarafina con entusiasmo.
“No, io vorrei andare nella Radura lì ci possiamo rincorrere!” disse Sarabi.
“Sì, sì!” disse Mufasa seguendo l’amica che già si stava avviando seguita da Jani e Jua che avevano annuito.
Taka rimase fermo sul posto ad osservare gli altri che se ne andavano.
“Dai, Taka seguiamoli!Sarà per un’altra volta!” disse Furaha trotterellando poi dietro gli amici.
Taka trotterellò vicino all’amica sorridendo: “Presto quando diventerò re, sarò io a prendere le decisioni!” disse chiudendo gli occhi sicuro di sé.
“Oh, mio re ci sarà Furaha a mettere i bastoni fra le ruote!” disse anche lei sicura chiudendo gli occhi.
Arrivarono in un batter d’occhio nella Radura. Mufasa e Sarabi si misero subito a rincorrersi alzando nuvoloni di polvere. Jani e Sarafina fecero lo stesso. Jua si mise a solo seduto sotto un albero d’ Acacia a pensare.
Furaha gli si avvicinò: “E tu? Non vieni a giocare?”
“Oh, io sono grande ormai per questi giochi.” Disse sorridendo alla piccola.
“Oh,sicuro.” Disse Furaha guardando altrove.
Jua la guardò con u sorriso quasi malizioso. Furaha non perse tempo e con una zampata alla terra sollevo la polvere che andò negli occhi del leone giovane e si mise a correre ridendo verso gli altri. Jua si mise a rincorrerla: ala fine aveva ceduto e così dopo aver corso parecchio dietro alla cucciola la prese bloccandola di schiena a terra. Taka che era rimasto a guardare la scena subito si alnciò contro il leone atterrandolo e ruggì come poteva come per scherzo.
Furaha si alzò di scatto e bloccò Jua dal muso.
“Wow che coordinazione ragazzi!!” disse Mufasa andando vicino al fratello.
“Oh sì, senza dubbio una coppia perfetta!” dissero in coro ridacchiando Sarafina e Sarabi.
Taka e Furaha si guardarono per un momento complici e risero forte.
Jani era un leone di poche parole e si limitò a sorridere.
Passarono molto tempo a giocare tutti insieme i leoncini e si fece mezzogiorno.
“Presto tutti a casa per il pranzo!” urlò sbattendo le ali velocemente Zozo, la bucero consigliera si Uru ed Ahadi, seguita dal suo piccolo Zazu che si divertiva con i piccoli leoni.
Tutti poi si ritirarono a casa e trovarono due belle zebre.
“Evviva, zebre!” esclamò Furaha avvicinandosi correndo ad Uru.
Furaha era orfana, quindi viveva praticamente con la famiglia reale, circondata dalle tante leonesse anziane e giovani.
“Oh Furaha!” disse Uru abbracciandola. Le due erano praticamente uguali s enon fosse per gli occhi gialli e furbi di Furaha a confronto con i rossi e dolci di Uru, della Regina. Era chiaro: per Uru era come una terza figlia.
Tutti i leoni si misero a mangiare. Dopo che ebbero finito ci voleva il riposino.
Taka e Furaha si misero vicini a dormire. Poi nel silenzio Taka aprì un occhio e con la zampa toccò Furaha: “Ehy, Furaha svegliati…devi venire con me in un posto bellissimo!” disse sottovoce all’amica.
“Eh..cos..” era ancora rintontita e stava aprendo lentamente gli occhietti vispi.
Taka si alzò e fece attenzione a non pestare nessuna coda o zampa.
Furaha lo seguì facendo attenzione.
“E’ primo pomeriggio…” disse sbadigliando Furaha ma Taka le mise una zampa nella bocca.
“Vuoi farti scoprire?” disse Taka sottovoce mentre i suoi occhi verde smeraldo fissavano quelli oro dell’amica.
“Okay, okay.” Disse Furaha camminando lentamente intorno a Taka che si era seduto e si guardava intorno.
“Dove mi porti?” chiese poi.
“In un posto bello. I grandi lo chiamano il Cimitero degli Elefanti!”
Furaha fece un verso impaurito e sorpreso.
“Ma lì ci sono le carcasse degli elefanti! I teschi enormi e le…iene!” disse con disgusto Furaha.
“Con le zanne si formano tanti scivoli lì!” disse Taka cercando di convincere l’amica.
“E le iene? Se ci attaccano?” chiese ancora non convinta.
“Tranquilla sono mie amiche!” disse sicuro Taka.
“Tue amiche?” chiese ancor meno che convinta. “Portiamo Jua e gli altri insieme, per sicurezza ecco.” Concluse infine Furaha, ma Taka le mise una zampa sulla spalla.
“Gli altri non mi seguono mai e ci lasciano sempre da soli. Andiamo noi due solamente.” Disse fermo e a un po’ a malincuore.
“Okay ma ritorniamo subito..” acconsentì l’amica.
Taka non riuscì a trattenere un “Sì!” di vittoria e così scapparono via.
Varcarono il confine e Furaha non era convinta.
“No, Taka non vengo.” Disse indietreggiando.
“Ma dai! Abbiamo fatto tutta la strada e ora vuoi ritirarti? Staremo pochissimo! Devo farti conoscere i miei amici!” disse avvicina dosi a  lei.
“Poco, Taka.” Disse ferma Furaha e avanzò nel territorio arido e  circospetto guardandosi attorno: tutto il territorio era arido e secco e giacevano resti di elefanti dappertutto.
Taka si diresse verso un teschio gigante e Furaha lo seguì insicura.
“Ho paura Taka…stammi vicino!” disse Furaha raggiungendo l’amico.
“Tranquilla ci sono i miei amici! Ed, Banzai, Shenzi!” urlò poi verso il teschio sorridendo.
Non ci fu risposta all’inizio poi sei occhi gialli si aprirono contemporaneamente e sbucarono fuori le tre piccole iene.
“Ciao Taka!” disse Shenzi abbracciando l’amico.
“Ciao amici! Questa è Furaha!” disse indicandola con la zampa e presto Ed le girò intorno ridendo come faceva al solito.
Furaha ritrasse una zampa disgustata vedendo la iena che sbavava a terra.
“Oh la famosa Furaha!” esclamò Banzai girandole attorno.
“Famosa?” chiese Furaha guardando le tre iene con sospetto.
“Sì, Taka ci racconta spesso di te e selle tue avventure con lui!” disse Shenzi avvicinandosi anche lei.
Furaha guardò Taka interrogativa. Da quanto tempo le conosceva? Ahadi ne era al corrente? Quando veniva a trovarle?
Taka si guardò indietro.
“E’ tardi io e Furaha dobbiamo andare!” disse affrettandosi.
“Saranno preoccupatissimi glia altri!” Esclamò correndo verso il confine Furaha.
All’improvviso una sagoma nera le si parò avanti facendola indietreggiare.
“Sorpresa bocconcino!” urlò la iena sfoggiando un sorriso storto.
Furaha urlò e Taka le si mise davanti. Fece per ruggire e.. ruggì davvero!
Ma all’improvviso una figura nera dietro al iena tolse di mezzo la iena con una zampata. Doveva essere adirato l’essere. Poi si fece avanti e i cuccioli lo riconobbero: Ahadi!
Ahadi subito mise dietro di se i piccoli e parlò alla iena:
“Come osi toccare i miei cuccioli, stupido animale!?” urlò adirato contro la iena.
“S-Sire, sono venuti loro qui, nel nostro territorio.” Replicò la iena quasi in lacrime.
“E’ la verità?” chiese ai piccoli calmandosi leggermente.
Taka fu il primo a rispondere: “Sì, papà. E’ colpa mia.”
“Filate a casa!” urlò poi Ahadi e Taka si mise a correre verso la Rupe sei Re.
“E voi non la passerete liscia la prossima volta!” urlò poi Ahadi rigirandosi verso le iene che intimorite tornarono nella loro tana. Furaha vide Taka scappare e non sapeva cosa fare: restare vicino ad Ahadi e sentirsi la sua predica o correre con Taka via per evitare che urli ancora?
Alla fine decise di restare con Ahadi: “Quello stupido…perché gli sei andata dietro?”
Chiese ancora arrabbiato a Furaha.
“Me lo aveva chiesto gentilmente perché c’erano..” Furaha si bloccò: non poteva certo dire che Taka aveva come amici delle iene!
“Cosa? Cosa c’erano?!” chiese infastidendosi di più.
“…gli scivoli!! Si può scivolare sulle zanne degli elefanti!” rispose poi Furaha. Ahadi non sembrò tanto convinto della risposta: infondo Furaha aveva ragione c’erano veramente gli scivoli.
Il ritorno verso casa era stato veloce e nessuno dei due spiccava parola.
Taka invece era scomparso. Non si vedeva da nessuna parte. Ahadi raccontò tutto ad Uru che non sembrò contenta e le altre leonessa guardavano male Furaha.
“Furaha dobbiamo parlare.” Disse la regina entrando nella caverna fresca.
Furaha passò a testa bassa fra i suoi amici che la guardavano strano. Entrò nella caverna e andò vicino ad Uru.
“Da te non me la sarei aspettata questa.” Disse guardando la parete Uru.
“N-Neanche io, mi scusi tanto..” disse tremolante Furaha guardando il terreno.
“Tranquilla, Furaha. Hai sbagliato e lo hai ammesso. E’ questo l’importante. E poi non è stata proprio colpa tua. Ti ha trascinato quel furbacchione di Taka.” Disse sorridendo.
Furaha amava la regina: lei era giusta ma anche buona.
Furaha volse un sorriso alla regina poi girò lo sguardo verso l’uscita. Ma dov’era Taka?
“Furaha, dov’ è Taka?” chiese poi Uru dolce, accarezzandole la testolina.
“Non lo so, è scappato quando ha visto Ahadi.” Disse innocente volgendo uno sguardo preoccupato.
“Uhm..attenderò il suo ritorno per parlare con lui. Ora vai a giocare i tuoi amici. Ti stanno aspettando fuori.”
“Grazie, Uru.” Disse annuendo ma quando la leonessa si fu girata si nascose dietro uno dei massi nella caverna e prese una scorciatoia che portava dietro al Rupe.
“Taka, ma dove sei. Così farai arrabbiare tuo padre…” disse Furaha pensando preoccupata ad alta voce.
“Psss, sono qui!” disse una voce dietro un masso.
Furaha felice si diresse e s’aqquattò dietro il masso.
“Taka tuo padre è arrabbiatissimo!” replicò arrabbiata Furaha.
“Lo so, lo so..” disse sbuffando Taka e continuò “Mica hai detto che sono amico delle iene!?” si spaventò Taka.
“No,sarei pazza!” disse sicura Furaha.
“Okay ora vado.” Disse alzandosi Taka e dirigendosi verso la scorciatoia fra le roccie.
“Ma dove vai!? Così scopriranno il nostro segreto!” Replicò Furaha mettendosi una mano sul muso.
“Ah, che scemo!” disse indietreggiando per scendere dalla Rupe per poi passare dalla solita via.
“Ah..” disse poi raggiungendo di nuovo l’amica. “Grazie…” le leccò la guancia.
Furaha arrossì e ricambiò con un abbraccio.
“Taka, stai attento!” disse rimanendo ancora dietro la roccia Furaha.
“Certo, ci vediamo dopo.
Furaha vide scendere l’amico giù dalla Rupe e sospirò poi ricoprì la scorciatoia con un masso abbastanza leggero e rimase a guardare il sole che ormai era calato.
Il cielo era di un arancione acceso con sfumature rosee e rosse e al centro c’era il sole, una mezza palla infuocata che stava “andando a dormire” come diceva Furaha.
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Okay, dovevo togliermi questo capriccio. Lo so, lo so sto pubblicando molte storie.
Don't kill me plz :3 
Scusatemi ma era da tempo che volevo farlo. Comunque per chi non sapesse chi è Taka: Taka è il nome con cui hanno battezzato Ahadi ed Uru
 il loro secondo genito, quello che noi chiamiamo Scar.
Scar poi si fece chiamre in seguito così per via della cicatrice procuratosi spaventando Boma, un bufalo. Adesso qui sotto vi scrivo i vari significati dei nomi dei personaggi de "Il re leone":
Ahadi (padre di Mufasa e Scar)= Promessa in Swahili. 
Taka (Scar= Cicatrice in Inglese)= Spazzatura in Swahili.
Mufasa= Re in Swahili o meglio ancora Re dei gatti.
Sarabi= Miraggio in Swahili.
Sarafina= Stella splendente in Swahili.
Nala= Dono in Swahili.
Simba= Leone in Swahili o Persona coraggiosa o Giovane in buona salute (sempre in Swahili).
Zazu= Movimento in ebreo.
Timon= Squadra in Swahili o anche Degno in Greco.
Pumbaa= Sciocco in Swahili o ache Spensierato o Ottuso (sempre in Swahili).
Rafiki= Amico in Swahili.
Kovu= Cicatrice in Swahili.
Vitani= Nulla. Il suo nome in origine doveva essere Shetani, ossia Diavolo in Swahili.
Nuka= Puzza in Swahili.
Zira= Odio in Swahili.
Shenzi= Goffo, incivile in Swahili.
Banzai= Scansafatiche in Swahili.
Ecco ora che vi ho spiegato questo posto lasciarvi in pace.
Ah, un'ultima cosa: gradirei anche un recensioncina negativa o positiva che sia.
                                                     Grazie di cuore <3,
                                                                                                FrancyFox
  
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