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Autore: Lucy_1398    06/04/2015    0 recensioni
Ogni volta che si guardava nello specchio Chelsea si sentiva nauseata dall' immagine che lo specchio le rimandava. 
Era una diciassettenne bassa per la sua età, camminava tenendo lo sguardo basso e i pugni chiusi come se si dovesse difendere da qualcosa, aveva due grandi occhi di un verde scuro e capelli biondo cenere, ricci. Non era particolarmente bella né popolare, al contrario era una ragazza timida e insicura. L'unica amica che aveva era sua madre, afflitta da una malattia terminale. Suo padre le  aveva abbandonate appena aveva scoperto che la madre di Chelsea, Margaret,  era incinta. Chelsea non era un adolescente come le altre: aveva solo 17 anni eppure si sentiva come se tutto il peso del mondo le gravasse addosso. A volte desiderava solo di non essere mai nata e si rannicchiava in un angolo della sua stanza singhiozzando silenziosamente, tenendo la fronte appoggiata sulle sue ginocchia sperando che qualcuno la venisse a salvare, ma non veniva mai nessuno a salvarla. Era sola. Sola ad occuparsi della madre malata e sola nell'affrontare tutti i giorni le cattiverie dei suoi compagni di classe.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ogni volta che si guardava nello specchio Chelsea si sentiva nauseata dall' immagine che lo specchio le rimandava.

Era una diciassettenne bassa per la sua età, camminava tenendo lo sguardo basso e i pugni chiusi come se si dovesse difendere da qualcosa, aveva due grandi occhi di un verde scuro e capelli biondo cenere, ricci. Non era particolarmente bella né popolare, al contrario era una ragazza timida e insicura.

L'unica amica che aveva era sua madre, afflitta da una malattia terminale. Suo padre le aveva abbandonate appena aveva scoperto che la madre di Chelsea, Margaret, era incinta.

Chelsea non era un adolescente come le altre: aveva solo 17 anni eppure si sentiva come se tutto il peso del mondo le gravasse addosso. A volte desiderava solo di non essere mai nata e si rannicchiava in un angolo della sua stanza singhiozzando silenziosamente, tenendo la fronte appoggiata sulle sue ginocchia sperando che qualcuno la venisse a salvare, ma non veniva mai nessuno a salvarla. Era sola. Sola ad occuparsi della madre malata e sola nell'affrontare tutti i giorni le cattiverie dei suoi compagni di classe.

 

 

 

Erano le 8.30 circa di un grigio lunedì; mattina.

C'era la lezione di nuoto, lezione che Chelsea odiava con tutta se stessa.

"Ma che hai da guardare stramba?".

Era la voce di Chloe, forse la ragazza più cattiva dell'intero liceo, che al momento la fissava sghignazzando con un suo gruppo di amiche. Tra di loro c'era anche Annah, un tempo era stata amica di Chelsea, più; precisamente negli anni della scuola materna ma poi si erano perse di vista e ora lei la derideva, come tutte le altre del resto. Chelsea degluti' e si guardo' i piedi scalzi.

"Nulla" farfuglio'.

Chloe controllò; che non ci fosse il professore di ginnastica poi si avvicinò; a Chelsea e la prese non molto delicatamente per la nuca, costringendola a guardarla negli occhi.

"Non ho sentito bene. Puoi ripetere?" Le ringhio'.

"Nulla" Disse Chelsea guardandola con gli occhi sgranati dal terrore.

"Ma che faccia di merda che hai" disse Chloe cercando a stento di trattenere una risata.

In quel momento entrò il professore che gridò "forza ragazzi tutti in acqua! Si gioca a pallanuoto".

Chelsea si mise in un angolo della piscina evitando accuratamente ogni possibile contatto con la palla, ma il suo tentativo fu inutile infatti le arrivò; una pallonata dritta in testa da Chloe, che venne ripresa dal professore. Chloe cercava di giustificarsi dicendo di non voler affatto colpire Chelsea, ma il professore non se la bevve.

Alla fine della lezione Chloe si avvicinò; a Chelsea sussurrandole nell"orecchio "questa me la paghi". Chloe non si era accorta però che il professore aveva assistito alla scena.

Passò; così; l'ora di ginnastica e una volta finita, Chelsea sgattoiolò nelle docce per darsi una sciacquata e cambiarsi. Lasciò; che il getto d'acqua bollente la colpì;, poi prese una saponetta e incominciò; a strofinarsi forte il corpo, quasi volesse che la vergogna che provava quando era a scuola le scivolasse via di dosso. Una volta vestita uscì; dallo spogliatoio e raggiunse gli altri in corridoio. Avevano tutti gli occhi fissi su di lei. Evidentemente la stavano aspettando da chissà; quanti minuti, cosa che la fece sentire molto a disagio.

"Chelsea ce l'hai fatta finalmente. Tutto apposto? " chiese il professore sorridendole.

Chelsea fece un debole cenno di assenso con la testa e un sorriso di rimando e subito dopo si fissò; la punta delle scarpe.

"Su, incamminiamoci verso scuola o faremo tardi " Disse il professore.

I ragazzi incominciarono a muoversi quando Chloe fece lo sgambetto a Chelsea, che cadde pesantemente e sbatte' il mento che le si chiuse con uno scatto facendole vibrare tutti i denti. Il professore se ne accorse e sgridò; Chloe che cercava di scusarsi dicendo che non l'aveva fatto apposta, poi prese un braccio a Chelsea e l'aiutò; a rialzarsi.

"Di questo ne parleremo dopo dal preside" Replicò; severamente il professore a Chloe.

Chelsea non l'aveva mai visto così; arrabbiato e in un certo senso le faceva piacere perchè; voleva dire che teneva molto a lei. Una volta tornati a scuola il professore aspettò; che tutti entrassero in aula e poi trattenne per il braccio Chelsea fuori dalla porta. Chelsea lo guardò; con aria interrogativa.

"Senti Chelsea domani mattina 10 minuti prima dell'inizio delle lezioni potresti venire nell'aula 4? Dovrei parlarti in privato..." Chelsea annuii nuovamente.

"Bene. A domani allora" e le diede una pacca amichevole sulla schiena.

Una volta terminate le lezioni Chelsea si avviò; verso casa, dove c'era sua madre che cominciava a manifestare i primi sintomi della sua grave malattia.

"Ciao tesoro, tutto apposto a scuola?" Disse sua madre sorridendole amorevolmente.

"Sì;. Tutto fantastico" e cosi' dicendo Chelsea la guardò; negli occhi fingendo un sorriso falso.

"Sono contenta. Il pranzo è; nel forno. Ora credo che andrò; a letto, mi sento talmente stanca questi giorni"

"Sì; mamma, riposati. Domani ti accompagno dal dottore." annunciò; Chelsea con aria preoccupata.

Margaret la ringraziò; e le diede bacio.

   
 
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