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Autore: Alexys_Tenshi    06/04/2015    3 recensioni
[SasoDei - AU]
Deidara osserva Il bacio di Klimt da due interi minuti. Le cuffie bianche nelle orecchie, la tracolla nera piena di scritte e disegni appoggiata sulla spalla destra, la maglia bianca e i jeans strappati, ai piedi un paio di anfibi neri. Ecco come si presenta Deidara quando Sasori lo nota per la prima volta nella sua vita.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akasuna no Sasori, Deidara | Coppie: Sasori/Deidara
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Note. Sono tornata con una SasoDei. Dopo anni che non scrivevo su di loro mi son detta "devo rimediare". Quando  kuma_cla mi ha inviato questo prompt--> "I went to a museum to get some inspiration to draw and then I saw you staring at one of the paintings in awe so I drew you and then you saw my picture and I am dying of embarrassment!AU", non ho potuto davvero resistere, e sono uscite fuori queste 1.530 parole.
Ah, piccola informazione. "Il Bacio" di Klimt, come ben saprete, si trova a Vienna. Quindi ho ambientato la storia lì, anche se non mi sono soffermata molto sulla città e dovete perdonarmi.
I personaggi potranno sembrare leggermente OOC. Perdonatemi per questo ma in questa AU non potevo farne a meno.

{Dedicata a Sil
Ormai scrivo solo per te.
We need to invent more words to describe beloved things.
 
The sun goes down
The stars come out
And all that counts
Is here and now
My universe will never be the same
I’m glad you came
(Glad you came – The Wanted)
 
Deidara osserva Il bacio di Klimt da due interi minuti. Le cuffie bianche nelle orecchie, la tracolla nera piena di scritte e disegni appoggiata sulla spalla destra, la maglia bianca e i jeans strappati, ai piedi un paio di anfibi neri. Ecco come si presenta Deidara quando Sasori lo nota per la prima volta nella sua vita.

È a circa quindici metri da lui, Sasori, seduto su una delle panche in mezzo alla stanza. Il blocco di disegni poggiato sulle ginocchia e la matita nella mano destra. Traccia linee delicate sulla pagina bianca, i suoi occhi corrono veloci dal bozzetto alla figura che ha catturato con tanta prepotenza la sua attenzione.

Non saprebbe spiegare perché, come se fosse stato attraversato da una scarica elettrica, si sia voltato verso quel ragazzo dai capelli biondi e lunghi. Forse è la pelle chiara, oppure il suo sguardo che si sposta su ogni dettaglio della tela. Potrebbe essere il mordersi piano il labbro inferiore, la mano che stringe la tracolla, i suoi occhi azzurri.

Sasori non lo sa, eppure ha appena imprigionato la bellezza di quel ragazzo sulla pagina bianca.

Deidara si volta lentamente, cambiando canzone sul suo mp3. Percorre qualche metro in direzione del prossimo quadro, pensando a dove si sia cacciato Hidan. L’ultima volta l’ha visto inseguire un bambino nella sezione delle sculture.

Si accorge di Sasori quando, accidentalmente, una ragazzina gli fa cadere la tracolla. Lei non perde tempo neanche per chiedere scusa e Deidara riprende velocemente la borsa, raccogliendo i quaderni da terra. Il suo sguardo si posa sulla figura dai capelli rossicci mentre si rialza. Non crede di aver mai visto uno sguardo più concentrato e bello di quello. Ed è come se il tempo rallentasse, il respiro che diventa leggermente accelerato ed uno strano calore riscalda le guance di entrambi.

Sasori traccia le ultime linee sul foglio prima di posare tutto l’occorrente nella sua borsa blu e lanciare un’ultima e sfuggente occhiata a Deidara. Si alza dalla panca e si avvia verso l’uscita della sala. Il ragazzo dai lunghi capelli biondi cerca di rincorrerlo, ma viene fermato con uno strattone e tirato indietro.

“Deidara, ti stavo cercando da mezz’ora!”

La voce alta di Hidan gli rimbomba nella testa ed il ragazzo si volta verso l’uscita. Ormai non c’è più nulla da fare.

“Guarda che sei tu quello che è sparito per rincorrere un moccioso” risponde il biondino lanciando un’occhiataccia al suo migliore amico. Quest’ultimo alza le spalle e “sembrava perfetto per Jashin-sama!” risponde semplicemente.

Deidara scuote la testa e sospira rumorosamente. “Andiamocene, dai” dice passando un braccio attorno la spalla di Hidan.
 

La sera decidono di passarla in un pub non molto lontano dal loro albergo. Il locale è piccolo, con pochi tavoli e molte sedie al bancone. Le luci sono soffuse e la musica esce dalle casse posizionate agli angoli della sala.

Hidan ordina una terza birra, stavolta rossa, e ruba una patatina fritta dal piatto di Deidara. Si aggiusta i capelli chiari e mostra una foto che Itachi gli ha inviato pochi minuti prima. Deidara ride mentre osserva Itachi e Kisame mentre cucinano la cena. In realtà Kisame sta facendo bruciare il pollo.
Sono solo le 23:30, la notte è ancora giovane, e i due ragazzi escono per le vie affollate di Vienna. Decidono di andare alla piccola spiaggia in Hermann Park. La spiaggia è illuminata da piccoli lampioni e dalle luci del bar, pieno di giovani che richiedono drink e birre.

Deidara si siede su una delle sdraio mentre Hidan gli urla che sta andando a prendere un’altra birra. Rimasto solo, caccia una sigaretta dal pacchetto che ha sempre nella tasca destra della giacca di jeans. Si tasta i pantaloni, in cerca dell’accendino, ma sente solo la forma del cellulare e del portafogli.

“Dannazione” mormora togliendo la sigaretta dalle labbra.

Un ragazzo gli passa accanto proprio in quel momento e Deidara non se lo fa ripetere due volte per chiedergli “amico hai da accendere?”.

Quando si volta e gli risponde di sì, gli occhi di Deidara sembrano farsi più grandi e brillanti. Resta fermo, con la bocca schiusa e “sei tu” gli dice.

Anche Sasori si meraviglia. Perché quante probabilità ci sono di incontrare lo stesso ragazzo, in una città come quella, due volte nello stesso giorno?

La mano di Sasori fruga nella tasca del suo pantalone e ne caccia un clipper rosso. Allunga la mano e le sue dita si sfiorano per una frazione di secondo con quelle di Deidara. Finalmente la sigaretta è accesa e Deidara sembra essersi calmato. Il ragazzo dai capelli rossi è ancora lì e sembra essere leggermente indeciso su cosa fare.

“Vuoi sederti?” chiede Deidara mentre gli indica la sdraio accanto alla sua. Sasori prende posto accanto a Deidara, posando la borsa semi aperta sulla sabbia e prendere l’occorrente per disegnare.

I minuti trascorrono in rigoroso silenzio, con Deidara che termina di fumare e Sasori che è intento a disegnare uno scorcio di Vienna. Quando la sigaretta viene lanciata tra la sabbia, Deidara si gira verso il bar dove intravede Hidan alzare le braccia e urlare un potente “Jashin vi ama tutti!”, per poi bere da una bottiglia di vodka. Naturalmente doveva passare a qualcosa di più pesante. Torna a guardare Sasori ed è in quel momento, quando i suoi occhi si posano sul suo blocco, che si riconosce.

“Aspetta un attimo” gli dice prima di allungarsi e riuscire a prendere il blocco dalle sue gambe. Sasori cerca di riprenderselo ma inutilmente. Ormai Deidara sta già osservando il disegno – il disegno di lui mentre osserva il quadro di Klimt. Si morde le labbra per il nervoso e lo guarda di sottecchi.

“Non avrei dovuto farlo” sussurra Sasori.

Deidara segue il contorno del suo profilo sul foglio, la bocca schiusa e gli occhi brillanti. Non credeva di essere così. Lui non può essere così. Quel disegno è davvero meraviglioso, pensa.

“Ero al museo per cercare ispirazione.” Comincia a spiegare Sasori passandosi una mano tra i capelli ed aggiustandosi la felpa grigia. “Ti ho visto mentre guardavi i quadri e non ho resistito. Dovevo disegnarti. Era quello che cercavo. Sei quello che cercavo”.

Un aereo attraversa il cielo, Sasori alza la testa per guardarlo. Deidara lo imita e si morde le labbra.

“Solo che ora lo hai visto ed è davvero una situazione imbarazzante”.

Deidara non può non ridere quando sente quella confessione. Ride di gusto, con le lacrime agli angoli degli occhi. Sasori lo guarda interdetto, allora il biondo cerca di calmarsi. Respira profondamente per calmarsi, poi lancia il blocco da disegno a Sasori, che lo prende al volo.

“Io credo, invece, che sia davvero bello. Nessuno mi aveva mai ritratto, sai?” sul viso di Deidara spunta un sorriso soddisfatto. Gioca con uno degli anelli che ha alle dita della  mano destra e all’improvviso batte le mani. “Facciamo una scommessa” annuncia.

“Una scommessa?” chiede Sasori alzando un sopracciglio.

Deidara prende dalla tasca un gettone. Sì, un gettone delle giostre.

“Se esce la parte con una sola linea mi regali il disegno, ok?”

Sasori sembra esitare per un attimo, stingendo maggiormente la presa sul suo amato blocco. “E se non esce?” chiede.

Deidara ci pensa per una decina di secondi. Al posto di rispondere lancia in alto il gettone. Entrambi seguono la sua caduta nella mano di Deidara. Quando la mano si chiude a pugno Sasori trattiene il respiro. la riapre lentamente, Deidara, e quando guarda il gettone che ha la parte con due linee in bella mostra si avvicina pericolosamente a Sasori.

Il bacio lo coglie impreparato, le labbra di Deidara sono secche e screpolate. Non chiudono neanche gli occhi ed è tutto così veloce. Quando si staccano si guardano semplicemente negli occhi.

“Il tuo nome” mormora Deidara accennando un sorriso. “E’ uscito questo lato” continua indicando il gettone.

“Sasori” risponde e punta l’indice destro verso il ragazzo.

“Deidara” si presenta imitando un inchino. Continuano a sorridere, leggermente in imbarazzo.

“Eih!  Deidara!” un urlo fa girare il diretto interessato, che trova Hidan mentre barcolla verso di lui. Al suo fianco tiene per mano una ragazza. “Secondo te lei è perfetta per Jashin-sama?” chiede prima di scoppiare a ridere e staccarsi dalla ragazza per mantenersi la pancia.

Deidara corre a sorreggere il suo amico, notando che la ragazza sta scappando via il più in fretta possibile. Lo prende sottobraccio e lo porta verso la sdraio.

“Cosa fai tutto solo?” chiede Hidan cercando di camminare senza cadere rovinosamente a terra.

“Non sono solo, c’è Sasori” risponde sbuffando ed  indicando il ragazzo dai capelli rossi.

“Chi? Io non vedo nessuno. E sono ubriaco, lo so”.

Deidara alza un sopracciglio e si volta dove Sasori è seduto. Non c’è più.

Aumentano il passo, quasi butta Hidan sulla sdraio mentre si guarda attorno. Sasori è sparito. Volatilizzato.

“Cos’è questo?” biascica Hidan alzando un foglio di carta. Deidara quasi lo strappa dalle sue mani e sorride, notando che è il suo ritratto. “Dietro c’è scritto qualcosa ma non riesco a leggere bene” mugugna l’altro socchiudendo gli occhi.

Deidara gira il foglio. Con una calligrafia piccola ed ordinata c’è scritto “Sasori” ed il suo numero di telefono. Sotto una dedica.
“la mia casa dimora nei tuoi occhi”.
 
   
 
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