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Autore: Sarabi_ingonyama    06/04/2015    0 recensioni
"Dicono che l'uomo sia l'animale più intelligente e più grande del creato.
Grande?!
Dov'è qui la grandezza dell'uomo? Tutto qui è selvaggio e ostile, molto più potente dell'essere umano!"
Ispirato al racconto di D. Buzzati, rielaborato e reinterpretato.
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Eccomi qui con una piccola chicca per voi :3 Ispirandomi al racconto "La grandezza dell'uomo" dello scrittore bellunese Dino Buzzati, ho deciso di scrivere una piccola one-shot basandomi sul suo incipit, cioè: qual'è la vera grandezza dell'uomo? Quello che ho scritto è solo il mio pensiero a riguardo, se non siete d'accordo...beh, allora fatemi sapere cosa ne pensate!

 

 

LA GRANDEZZA DELL'UOMO

 

 

Il vento freddo le fece accapponare la pelle umida, la pioggia continuò a battere sul suo zainetto imperterrita, nonostante il parapendio al suo interno fosse già grondante. Emma si strinse ancora di più nella k-way ormai fradicia, mentre con le mani congelate cominciò a rovistare nelle tasche della sottile giacca da montagna alla ricerca del cellulare. Quando lo trovò, lo estrasse dal suo riparo e digitò il numero della madre, imparato a memoria sotto l'obbligo dei genitori quando aveva solo 11 anni.

Un'improvvisa raffica di vento proveniente da nord le congelò le ossa fin dentro al midollo: le sue mani ebbero uno spasmo e le dita scivolose lasciarono cadere il telefono nel dirupo sottostante.

-NO!- il gridò le morì in gola, il suo eco fu sferzato via dal flusso d'aria intorno a lei -Maledizione...-

Nascose il volto dietro i palmi, facendo grondare l'acqua che le scorreva ai lati del viso lungo l'orlo delle mani. L'urlo del vento le fischiava nelle orecchie e la pioggia incessante l'aveva spossata più di quanto credesse, le cime degli alberi ondeggiavano sotto la furia della tramontana, causa dell'orribile tempesta in cui ora si trovava.

La montagna non era mai stata così ostile ai suoi occhi: le creste dei monti circostanti sembravano più imponenti che mai, le nuvole grigie nascondevano nelle loro pance fulmini accecanti e tuoni, mentre lei rimaneva lì, in piedi, sotto l'impeto del temporale.

Stupida! Stupida! Stupida!

Emma si domandò ancora una volta il motivo della sua azione avventata.

Lo sai che non dovresti essere qui! Sai cosa succede agli stolti che pensano di poter sfidare qualcosa di più grande di loro! Anni di paracadutismo non ti hanno insegnato proprio nulla?!

Si guardò ancora attorno con gli occhi socchiusi nel tentativo di difendersi il più possibile dall'aria gelata. Tutto ciò che la circondava era così immenso e lei così...piccola.

Dicono che l'uomo sia l'animale più intelligente e più grande del creato.

Grande?!

Dov'è qui la grandezza dell'uomo? Tutto qui è selvaggio e ostile, molto più potente dell'essere umano!

Emma si sentì frustrata, minuscola e indifesa davanti a tanto potere, a tanta forza.

Si affacciò sul burrone scosceso che faceva da pendio alla montagna e guardò in basso: massi pesanti sostavano in precario equilibrio su speroni di roccia appuntiti. Nel cielo scuro guizzò un lampo, seguito dal rumore profondo e incessante di un tuono. Lo zainetto le pesava sulle spalle, carico del paracadute e dell'acqua che lo bagnava.

Ad un tratto, un'idea le balzò in mente e un sorriso le nacque spontaneo sulle labbra.

Prese il sacco dietro la schiena e lo liberò del suo contenuto, stendendo il telo bianco sul terreno bagnato.

L'uomo non è il più forte.

Si allacciò il caschetto blu sotto il mento, lottando contro i lunghi capelli scuri aggrovigliati attorno ai ganci.

Né il più intelligente.

Afferrò con entrambe le mani i fili laterali del paracadute e guardò un'ultima volta il panorama terrificante sotto di lei, in attesa che un colpo d'aria gonfiasse la vela del parapendio.

Non è il più astuto, né il più saggio degli animali.

Il vento soffiò e alzò il telo dal terreno, facendolo librare in aria. Emma sentì lo zainetto strattonato dalla corrente e strinse i lacci che lo legavano a sé. Si posizionò sulla punta dello sperone di pietra che la separava dallo strapiombo sottostante.

Ma sa vedere fin dove può arrivare, conosce i suoi limiti.

I piedi spinsero il terreno fangoso e si staccarono dalla terra.

Ma soprattutto...li sa rompere.

   
 
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