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Autore: EmaBixx    06/04/2015    3 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
"Dal momento in cui avevo rimesso piede nella campo base di Konoha,dopo aver affidato Sasuke alle cure dei ninja medico ed essermi scrostato la polvere residua di dosso, tutti i miei amici e addirittura i 5 kage mi hanno battuto almeno una volta una vigorosa pacca sulla spalla, congratulandosi con me per il mio coraggio e per aver salvato l’intero mondo ninjia. In realtà, penso volessero soltanto lavarsi la coscienza per avermi dato del pazzo furioso nel mia estenuazione nel salvare Sasuke e nel avventurarmi senza aspettare nessuno all’attacco di Madara e Obito con il rischio, secondo le normali probabilità di sopravvivenza, di essere spacciato.
[Naruto Centric] [NaruSaku] [NaruHina] [SasuSaku]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kurama, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Naruto/Sakura, Sasuke/Sakura
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Ciò che accade è quello che era più probabile accadesse







When I see your smile, tears roll down my face. I can't replace.
And now that I'm strong, I have figured out,
 
How this world turns cold and it breaks through my soul.
 
And I know, I'll find, deep inside me, I can be the one.

(Your Guardian Angel)





Dal momento in cui avevo rimesso piede nella campo base di Konoha, malconcio e senza un braccio,dopo aver affidato Sasuke alle cure dei ninja medico ed essermi scrostato la polvere residua di dosso, tutti i miei amici e addirittura i 5 kage mi hanno battuto almeno una volta una vigorosa pacca sulla spalla, congratulandosi con me per il mio coraggio e per aver salvato l’intero mondo ninjia. In realtà, penso volessero soltanto lavarsi la coscienza per avermi dato del pazzo furioso nel mia estenuazione nel salvare Sasuke e nel avventurarmi senza aspettare nessuno all’attacco di Madara e Obito con il rischio, secondo le normali probabilità di sopravvivenza, di essere spacciato.

Solo lei non ha osato sfiorarmi con un dito.

Non una stretta di mano, un colpetto sull’avambraccio, un lieve dolce pugno sullo stomaco, soltanto uno sguardo muto e tagliente, le labbra strette, serrate in una linea sottile, un muscolo lievemente contratto sulla tempia. Mi è sembrato che avesse gli occhi lucidi, ma sono quasi sicuro di essermi sbagliato. Sakura-chan sembrava incazzata e certamente non voleva apparire debole ora che il suo amato Sasuke-kun era di nuovo a casa. Tutto ciò che le è uscito di bocca è stato un grazie pronunciato con un filo di voce; successivamente, lasciando il tempo a Kurama di farsi una bella risata , è corsa via dietro la barella di Sasuke, camminandogli a fianco mentre gli accarezza i capelli e gli sussurava parole d’amore nell’orecchio. Io, rimasi impalato lì, ritirato nell’ombra a guardare la scena, mentre Kurama dentro di me cominciava a parlare dell’amore e dei giovani d’oggi che non sono più come un tempo, disgustato e amaregato, non ho fatto altro che sbuffare stupidamente che avrei voluto essere a posto di Sasuke per ricevere le amorevoli cure di Sakura, salutare Iruka cercando di evitare lo strangolamento e andare a chiudermi nella mia tenda.

Ho trascorso lì circa un' ora senza quasi muovere un muscolo, fissando il vuoto, evitando di ascoltare le prese in giro di Kurama nel tentativo di non pensare a niente. Dire che mi aspettavo un bacio da film, dove l'eroe torna a casa e la bella lo sta aspettando, è forse troppo, ma almeno un segno d'affetto, una frase gentile, un grazie più euforico, non le sarebbero costati così tanto.

Ho cominciato a chiedermi per quale motivo ho fatto di tutto per mantenere quella promessa. Perché volevo davvero salvare Sasuke dall'oscurità, o perché mi aspettavo di essere idolatrato da lei per il mio atto di coraggio?

Tutti qui, dopo la battaglia contro Pain, hanno preso a trattarmi da tempo come uno di loro, uno di quelli che agisce per il bene universale in nome di un innato coraggio intriso di altruismo, ma la verità era che quello che davvero mi interessava era sentirmi per una volta oggetto della sua ammirazione.

Non perchè io abbia bisogni di ricevere la sua approvazione per ogni mio gesto.No, è che semplicemente avrei voluto ricevere un indizio del fatto che lei nutra un qualche tipo di patetico sentimento nei miei confronti, che vada oltre l'amicizia, dato che per me da quando sono piccolo è così: l'amavo, da quel lontano tre aprile di tanti anni fa quando avevo visto per la prima volta il suo delicatissimo sorrio e la sua bellissima fronte, l'amavo cosi tanto che mi vergognavo perfino ad ammetterlo con i miei amici.

Ad ogni modo, avrei gradito da parte sua un minimo di gratitudine, per le mie ridicole pene di renderla felice.

E invece, niente di niente.
È corsa da Sasuke, dopo avermi a malapena degnato di uno sguardo e di una parola a mezza voce. Nonostante ci fossi anch’io a rischiare di morire contro Madara, va bene che il chakra di Kurama mi ha curato subito le ferite, ma, evidentemente, il sottoscritto è totalmente indegno di ricevere le sue cure preziose.

Sono talmente irritato che potrei rischiare di prendere a calci la mia stessa tenda, motivo per cui decido di allontanarmi e di andare a vedere come sta il Teme. So bene che probabilmente la troverò lì al suo capezzale ad osservarlo con le lacrime agli occhi, ma ormai il mio autolesionismo ha raggiunto limiti tali che questa è solo una bazzecola al confronto. Magari potrò anche divertirmi a bersagliarla con battutine per farle notare quanto sia stata impietosamente ingrata nei miei riguardi, così poi la farò irritare e finirò con una guancia gonfia come d’abitudine. Ma almeno la smetterà di stare col fiato sul collo a Sasuke.
Mi avviai
all’area medica, in silenzio. Sento Kurama che mi sta tenendo d’occhio con insistenza perché percepisce la mia evidente frustrazione, ma non ho voglia di parlarne e lui lo sa. Ha notato che ormai da un po’ di tempo sono strano, che da quando l'oggetto delle mie attenzioni mi ha dichiarato i suoi falsi sentimenti, sono diventato irrequeto, che tutte le volte che Sakura mi passa davanti io mi irrigidisco e assumo un’espressione cupa. Ma non ha senso abbandonarsi a confidenze sconsolate, sopratutto con Kurama, non risolverebbe assolutamente niente: io continuerei ad avere una pericoloso demone dentro di me, e lei a non ricambiare i miei sentimenti.

Mi faccio indicare seccamente il luogo in cui hanno portato Sasuke, e pochi attimi dopo faccio il mio ingresso trionfale in una tenda enorme in cui il mio amico dormiva privo di coscienza in un letto, un respiratore che lo tiene in vita, un ninjia medico che assiste all’intera operazione producendo occasionali brontolii e una serie di Guardie ad osservare la situazione per evitare che il Teme scappi di nuovo. Sakura è lì, come previsto. Non emette un suono né muove un solo muscolo, fino a quando non le rendo manifesta la mia presenza camminando verso di lei, mentre tento inutilmente di ostentare un'aria da eroe. Getto prima un’occhiata fugace a Sasuke, rabbrividendo per lui poi faccio un altro paio di passi e mi affianco a Sakura, tenendo le mani incrociate dietro la schiena, domandandomi quale potrebbe essere l’argomento più adatto con cui dare avvio alla conversazione. Le condizioni di Sasuke? Scontato. La sua freddezza nei miei confronti? Suicidio. I miei sentimenti per lei? No, non posso davvero pensare di dirglielo, suonerei assurdo alle mie stesse orecchie.

Come sta?” ho optato per l’ipotesi scontata, considerata la potenziale pericolosità delle altre due: una mi avrebbe portato a dolori fisici e una seria di insulti, l’altra a polverizzare in un solo istante tutta la dignità che ancora posso vantarmi di possedere.
È fuori pericolo, per fortuna,” mi risponde, con un insolito calore.
Magnifico.” 
Un pizzico di gelosia mi sfugge. Non era proprio mia intenzione – o forse sì. Al diavolo. Purtroppo non sono in grado di correggere il tiro.

Tu stai… bene?”

Distolgo lo sguardo dal corpo di Sasuke che dorme inerte nel letto, fissando Sakura dritto negli occhi con un’espressione apertamente stupita.

Mi reggo in piedi senza problemi, non lo vedi?” rispondo, calcando intenzionalmente il sarcasmo nel mio tono di voce, e muovendo irriveramente il braccio sano. Lei storce la bocca in un’espressione di rabbia, distogliendo lo sguardo da me.
“Hai ragione, non so proprio perché ho perso tempo a domandartelo.”
Già, è la stessa cosa che mi chiedo anch’io. Non sono così stupido da illudermi che le importi veramente qualcosa della mia salute, quando fino ad ora non si è staccata un momento dal capezzale di Sasuke.  

Ti ringrazio comunque per il sincero interessamento,” borbotto a denti stretti, anche se probabilmente avrei fatto meglio a trattenermi.

Cosa pretendevi, di essere lodato e riverito?”

Oh, è riuscita a cogliere l’ironia della mia affermazione. Magnifico.

Perché ritenevo che per aver salvato la vita al tuo amato Sasuke-Kun meritassi qualcosa di più dei tuoi freddi ringraziamenti.”
Devo riconoscerlo, non sono mai stato particolarmente furbo nell’intuire quando è il momento più opportuno per lasciar cadere una discussione e ritirarmi in un dignitoso silenzio, soprattutto nei casi in cui il mio interlocutore è una ragazza testarda e manesca che risponde ad ogni mia provocazione con scoppi di rabbia assolutamente dolorosi e particolarmente dannosi per il sottoscritto, soprattutto nei momenti in cui intervengo a forzare la mano mentre lei è evidentemente sotto pressione. La vedo stringere le labbra e fissarmi con uno sguardo infuocato.
“Non mi sembra né il luogo né il momento adatto per le tue discussioni infantili, Naruto” mi dice. Sarò anche un caso senza speranze, ma adoro vederla arrabbiata. Forse perché è l’unico tipo di occasione in cui giunge pericolosamente vicina a perdere il controllo e essere veramente se stessa.

Per te non esistono mai un luogo e un momento adatti,” rispondo, a denti stretti. Non ho più voglia di discutere. Il ricordo della falsa dichiarazione di qualche settimana prima ha risvegliato in me una serie di sensazioni spiacevoli che non desideravo rivivere proprio ora, in un momento in cui mi sarebbe fondamentalmente necessario mantenere la mia superiorità distaccata.
“Senti, ti siamo tutti estremamente grati per quello che hai fatto, hai salvato Sakuke e sconfitto Madara, ma ogni tanto limitare le tue manie di protagonismo ti farebbe soltanto bene…”
“Allora perché se tu mi sei grata per la promessa,non me lo dici chiaramente?”
“L’ho già fatto, ma evidentemente deve esserti sfuggito,” replica lei, inarcando un sopracciglio. Io mi pianto saldamente sulle gambe, affrontandola a viso aperto.
“Ed è il massimo di cui sei capace?”
“Non riesco a capire che pretese tu abbia!”
“Perché evidentemente le tue capacità affettive si esauriscono del tutto nei confronti del Teme.”
Questo non avrei dovuto dirlo, nella maniera più assoluta. Magnifico, Naruto. Le hai espressamente detto che sei geloso marcio di Sasuke, complimenti davvero.
“Ti comporti come un bambino,” sentenzia lei, in tono tagliente. Io mi stringo nelle spalle.
“Dovresti provare ad ascoltarti, sei… un vero idiota.”
Si mette sempre d’impegno quando si tratta di insultarmi.
“Perfetto, la prossima volta mi metterò da parte e lascerò che sia qualcun altro a mantenere quella assurda promessa anche a costo della vita.”
In questo momento, la parte più nera della mia coscienza mi sta sibilando all’orecchio che forse davvero l’ho fatto soltanto perché speravo nella sua calorosa riconoscenza.
“Mi sembra di averti detto che per me non era più fondamentale la promessa.”
Si sta infervorando sul serio, e io non riesco a fare che dare sfogo a tutte le mie esigenze di impulsività.
“Hai ragione, ma d’ora in poi mi chiamo fuori. La parte del principe azzuro sfigato non mi soddisfa nemmeno un po’,” sentenzio.
“Sicuramente ti si addice molto meno rispetto a quella del buffone di corte.”
“Ammettilo, è proprio questo che ti piace di me.”
“Ora basta, Naruto, sparisci!”
Con le guance imporporate di un rossore violento, Sakura mi spinge verso l’uscita in preda ad una furia incontrollata. Io assecondo i suoi gesti, troppo sorpreso e inebetito per opporre una qualche resistenza.
Mi volto di scatto, fermo in piedi davanti a lei, proprio davanti all'uscita, mentre mi sforzo di ergermi in tutta la mia altezza per sovrastarla, in realtà riuscendo soltanto a sentirmi avvampare per la pericolosa vicinanza che ho involontariamente instaurato tra me e lei.
Ed è in quell’attimo che realizzo l’entità del mio impellente desiderio di baciarla. Istintivamente terrorizzato dalla prospettiva di compiere un gesto così fuori controllo, spingo la testa all’indietro imbarazzato come per allontanarmi quel tanto che basta da raggiungere una distanza di sicurezza dalle sue labbra. Lei mi restituisce uno sguardo a metà fra il velenoso e l’imbarazzato.
Improvvisamente la porta della tenda mi si chiude in faccia.

Rimango a fissarla a labbra strette per qualche secondo, nel disperato tentativo di scacciare dalla mia testa tutte quelle fastidiose voci interiori che continuano a darmi dello stupido. Trascorso questo breve lasso di tempo, Kurama mi parla cogliendomi nella mia perfetta immobilità, e solo allora riesco a riscuotermi e a ridarmi un contegno.
“Ok, amico, andiamocene via,” gli dico, senza attendere conferma. Mentre mi incammino per i corridoi semivuoti, il rauco parlare del mio compagno peloso mi risuona dentro con insistenza. Sospirando, mi blocco su due piedi e gli rispondo.
“No, non ho esagerato. È lei che non si può permettere di trattarmi così.”
Lo sguardo che Kurama mi riserba non è proprio così concorde e sostenitore come mi aspettavo. In risposta ricevo un risata irriverente.
Riflettendoci in silenzio, giungo alla conclusione che forse la mia osservazione non è poi così campata in aria, dopotutto. Magari se me lo ripeto un paio di volte di seguito finirà per sembrarmi un’argomentazione convincente, e riuscirò a riacquistare un briciolo di sicurezza in me stesso.







   
 
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