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Autore: sourgoat_who    07/04/2015    2 recensioni
Essere innamorati vuol dire essere felice per la persona che si ama,anche se sai che questo significa allontanarla da te. Questa “regola” Stiles la conosce benissimo e sa anche che allontanarsi da Derek è la cosa migliore per tutti,soprattutto per se stesso.
--presa dal testo--
(...) Ebbe l'impulso di correre da lui e abbracciarlo,ma il suo buon senso lo fece restare immobile a tirare un grosso sospiro di sollievo.
I loro sguardi si incontrarono per una frazione di secondo,provocando nell'umano una strana reazione: una bellissima e nuova sensazione che riuscì,anche se solo per un secondo,a pienare quel vuoto che lo aveva assalito negli ultimi giorni.
[Accenni STEREK,MARRISH e SCIRA. Nuovo pairing con un personaggio inventato da me.]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Premessa:
Diciamo che questa è la mia prima fan fiction che pubblico su un sito e diciamo pure che è nata sui banchi di scuola,durante l'ora di arte.
E due cose già me le sono tolte di mezzo. Inoltre volevo scusarmi in anticipo per le molte volte che farò diventare i personaggi della serie OOC (anche se ho messo l'avvertimento.)
Siate gentili e coccolosi (?) e spero che vi piaccia.


Capitolo 1.

È Stiles. Che ti aspettavi?” la voce di Derek sembrava così dura nei suoi confronti come se tutto quello che era successo fosse colpa sua.

Quella domanda risuonava nella sua testa,quella persona si era totalmente impadronita e appropriata di lui e del suo benessere.

 

“Stilinski!” il coach,nonché insegnante di economia,richiamò la sua attenzione e gli fece notare che era in piedi davanti alla lavagna e aveva da completare un esercizio che aveva dettato il professore. “Vuoi completare quell'esercizio?Sono venti minuti che fissi la lavagna senza muovere un muscolo.” disse nuovamente con tono quasi offensivo nei suoi confronti.

Fissò Lydia per qualche secondo e poi si occupò del problema che provò a non sbagliare,sebbene la sua calligrafia fosse quasi incomprensibile.

“Scott” sussurrò la banshee,cercando di attirare la sua attenzione “Ha bisogno di distrarsi.” disse con lo stesso tono di voce che aveva utilizzato per chiamare l'amico che era seduto al banco davanti al suo.

“Hai ragione” rispose,voltandosi contemporaneamente a Kira “Solo che io non ho molto tempo per farlo. Devo aiutare Derek e ho gli allenamenti di lacrosse quasi tutti i giorni. Tu hai la possibilità di passare un po' di tempo con lui?”

La domanda non era una novità per Lydia. Ultimamente aveva fatto residenza nella camera di Stiles e,spesso,lo aveva visto piangere. Sempre per lo stesso motivo: Derek Hale.

“Sì,ho tempo.” rispose fredda. “Ma dovresti essere più presente. Sei il suo migliore amico,ma non ti stai comportando da tale.” Ora la risposta era quasi un rimprovero,anzi lo era decisamente.

“Lo so,ma sono l'alfa. Non ho neanche il tempo per passare una giornata con mia madre.” il tono che aveva usato il licantropo risultava decisamente fastidioso alle orecchie della banshee.

Il diciottenne si avvicinò al suo banco e si sedette,appoggiando la testa sul legno lavorato che sembrava più plastica.

Il contatto con la superficie fredda lo fece scuotere un po'. Si sentiva decisamente meglio,sebbene volesse uscire da quell'edificio e,quindi,andarsene a casa per passare del tempo in solitudine,anche se avrebbe accettato di buon grado una visita da parte del suo migliore amico.

La campanella suonò,facendo risollevare il giovane che,in teoria,avrebbe dovuto tenere l'allenamento di lacrosse e facendolo dirigere verso la sua jeep.

Lydia lo seguì,gli era stata sempre accanto e non lo voleva lasciare lasciare ad affrontare quella situazione di merda che si era presentata negli ultimi giorni.

“Stiles,ti va se studiamo insieme oggi?” la ragazza dai capelli biondo-fragola lo fece voltare e lei lo vide giù di morale e ne sapeva anche il perché: lui non voleva stare con lei,in quel determinato momento,aveva bisogno del suo migliore amico,quello che lui definiva come suo fratello. “Lo so che vorresti passare del tempo con Scott,ma è impegnato con Derek e con la lacrosse.” non sapeva perché stava cercando di giustificare l'alfa,era come si sentisse in dovere di farlo ricevendo un'occhiataccia da parte del ragazzo,ma poi,quest'ultimo,fece un sorriso piuttosto forzato e annuì.

“Ti aspetto tra un'oretta e mezzo a casa mia?” le chiese prima di salire sulla sua auto.

Fece un cenno positivo con il capo,trattenendosi di andare al campo e picchiare McCall. Salì sulla sua Toyota per dirigersi inizialmente da Jordan e,successivamente, dagli Stilinski,

Il vice-sceriffo la accolse con un bacio sulla labbra e con un sorriso,mentre lo sceriffo li osservava dal suo ufficio.

“Mi scusi solo un momento?” chiese la giovane al suo fidanzato,dirigendosi verso la porta che conduceva dallo sceriffo Stilinski.

“Lydia. Grazie di essere venuta. Ho bisogno di sapere che cosa sta succedendo a Stiles. Tu sai qualcosa,per caso?” la voce dell'autorità la mise un po' a disagio,di sicuro non avrebbe potuto dirgli che suo figlio si era innamorato di un ragazzo di circa dieci anni più grande di lui.

Prima di rispondere,esitò per poi raccontargli qualcosa omettendo il nocciolo del problema.

“Stagli accanto,Lydia. Tu puoi aiutarlo.” le disse prima di tornare al suo lavoro.

Annuì. Sapeva che doveva farlo e,a proposito di ciò,controllò l'orologio,congedandosi con il suo uomo per poi risalire sulla sua macchina.

Percorse la strada che la portò alla casa degli Stilinski. All'esterno,a pochi passi dalla porta di ingresso,vi era il diciottenne che la stava attendendo.

“Stiles,come stai? Meglio di prima?” gli chiese,sedendosi accanto a lui sul secondo scalino.

Lui la guardò facendo un sorriso molto ristretto e annuendo. Sapeva esattamente come si sentiva: aveva passato del tempo a soffrire per Jackson che aveva iniziato ad odiarla senz'alcun motivo ben preciso e Stiles era stato l'unico a starle accanto per sostenerla e ora stava,in un certo senso,ricambiando il favore.

“Andiamo a studiare?” chiese il ragazzo,facendole strada comportandosi da perfetto gentiluomo.

Conosceva perfettamente quell'abitazione: negli ultimi giorni aveva passato gran parte del suo tempo libero lì,soprattutto nella stanza del suo migliore amico.

“Hai parlato con Derek?” gli chiese Lydia,facendo pochi giri di parole ed essendo molto diretta,provocando nell'altro un'espressione non molto felice,infatti Stiles dovette abbassare lo sguardo per evitare di avere l'incontro dei propri occhi con quelli della sua migliore amica.

L'umano non voleva parlarne,ma lei era così essenziale che si sentì in dovere di farlo.

“No. Veramente...Ehm...Non ne ho avuto il coraggio.” affermò,sospirando.

La banshee si sentì un po' in imbarazzo,ma si strinse a lui,facendogli da supporto morale. Non doveva abbandonare il suo migliore amico e quell'abbraccio,ora,era una promessa che la vedeva protagonista.

“Da quando è arrivata lei... È cambiato tutto,capisci?” riprese lui,cercando di mascherare il tono rotto dal pianto.

Stiles non era solito a mostrare la sua debolezza,infatti quella fu la prima volta che la ragazza vide il suo migliore amico lottare per celare quelle lacrime che scorrevano imperterrite sulle gote arrossate.

“Tesoro,te lo dovevi aspettare. Braeden,per Derek,è stata il raggio di sole dopo la tempesta. Quella luce che gli ha illuminato le giornate e lo fa tuttora. Ha ritrovato il sorriso e tu dovresti essere contento per lui” replicò Lydia,avvolgendo attorno all'indice e al medio lo spago di colore rosso che aveva trovato sul letto del giovane.

Il ragazzo annuì,asciugandosi le lacrime con la manica bordeaux della felpa.

“E lo sono. Davvero Lydia,credimi. Sono davvero felice per lui e la sua serenità,ma nello stesso tempo ci soffro parecchio. Mi sono innamorato di lui,e il fatto che lui mi odi...Mi fa stare davvero male.” disse lui,alternando lo sguardo tra lei e le coperte del letto su cui erano appoggiati.

“Temo che tu sappia ciò che sto per dirti. Stiles,tu hai bisogno di trovare qualcuno che ti possa dare ciò che tu vuoi da Derek.- affermò,dandogli un colpetto sulla spalla destra.

“Non posso. Lydia,non voglio prendere per il culo una persona per togliermi dalla testa Derek. Non sono così,preferisco aspettare che questo sentimento si diradi da solo.” rispose con un tono decisamente più tranquillo.

La banshee gli sorrise,comprendendo il problema dell'umano.

“Lo so,ma non puoi soffrire così tanto per lui. Pensa anche un po' a te stesso. Stiles,non credi di aver aspettato a lungo qualcuno?” gli chiese,mettendosi seduta con le gambe incrociate.

“Sì,ma che ci posso fare? Voglio essere chiaro con tutti,soprattutto con me stesso. Ora,però,dovremmo studiare,non credi?” rispose,prendendo il libro di chimica e poggiandolo sulla coperta chiara.

Studiarono tutto il restante pomeriggio alternando allo studio un momento di relax,dove parlavano di cose inutili come,per esempio,il cinema o la lovestory di Kira e Scott,evitando totalmente l'argomento riguardante Derek Hale.

La sera calò in fretta,Lydia si congedò poco prima di cena. Durante di essa se ne stette in silenzio,evitando il padre che,intanto,cercava di capire cosa stesse pensando,in realtà,il figlio.

Dopo aver mangiato,Stiles si mise a lavare i piatti lasciando che il suo genitore si rilassasse sulla poltrona di casa sua.

Erano le dieci della sera,quando qualcuno suonò al portone di casa sua. Lo sceriffo aprì la porta,pronunciando il nome del suo migliore amico.

“Quale onore! Ti sei ricordato di avere un migliore amico,per caso?” la voce del diciottenne era quasi avvelenata e Scott sapeva che il suo amico aveva perfettamente ragione: lo aveva trascurato molto nell'ultima settimana,dopo che Derek aveva esplicitato il fatto che non si fidasse di Stiles.

“Lo so,sono stato una testa di cazzo.” disse lui per discolparsi.

Stiles avrebbe voluto dirgli “Bravo ci sei arrivato”,ma si trattenne.

Entrarono nella sua stanza e iniziarono a parlare di tutto ciò che stava accadendo in quel momento.

“E quindi al perfetto Derek Hale serve il mio aiuto?” chiese un po' infastidito,cercando di nascondere quel poco risentimento che aveva nei confronti dell'alfa.

“Decisamente Stiles. Siamo tutti più contenti se ritorni a far parte del branco.” disse con tono più tranquillo Scott,facendo sorridere l'umano che si fece spiegare nei dettagli la situazione che si era venuta a creare.

“Allora? Ci aiuterai?” gli chiese dopo aver puntualizzato ogni circostanza.

“A una condizione. Né Derek né Braeden avranno voce in capitolo nei miei piani.” rispose Stiles,mostrando una soddisfazione finta.

L'alfa annuì,abbracciandolo per poi andarsene e lasciarlo nella stanza vuota.

Il ragazzo non dormì molto quella notte e ciò era causato dai mille pensieri che si erano impadroniti della sua testa. Pensava a ciò che avrebbe potuto proporre a tutto il branco.

La mattina seguente si svegliò con gli occhi gonfi,con un forte mal di testa e con il computer che si alzava e si abbassava a seconda del movimento della cassa toracica.

“Stiles,è ora di andare a scuola.” la voce del padre proveniva dal fondo delle scale,il che gli fece ricordare che quel giorno c'era l'incontro genitori-insegnanti.

Si alzò in fretta e furia,rischiando di far cadere il Mac per terra. Mise i libri nel suo zaino e,dopo essersi preparato,approfittò del padre per scroccargli un passaggio per la scuola: non era in grado di guidare quella mattina.

Ad attenderlo sulle scalinate esterne alla struttura scolastica c'era la banshee dai capelli biondo-fragola. Gli sorrideva e,quando fu accanto a lei,si incamminarono verso l'aula di economia. Presero i soliti posti e ascoltarono molto attentamente il coach.

Il ragazzo constatò che la lezione,dopo il periodo 'no',non era facile da comprendere e,una volta finita l'ora,chiese a Lydia di aiutarlo a recuperare ciò che aveva perso.

“Stai bene oggi,eh?” gli chiese sarcastica,dandogli un buffetto sulla spalla sinistra.

“Ho parlato con Scott ieri. Mi ha detto che Mister Perfezione ha bisogno dei piani geniali.” rispose lui,rivolgendole un sorriso.

“Da quando lo chiami Mister Perfezione? E,poi,i tuoi piani non sono geniali. Sono un'altra modalità per definire il suicidio.”

Lydia si stava sistemando la treccia che le aveva fatto la madre,quando si presentarono davanti a loro lo sceriffo Stilinski e Parrish.
“Papà.” fece un cenno con il capo,in modo che accompagnasse la voce,poi gli rivolse lo sguardo e notò che aveva dipinta in volto l'espressione di chi avesse una brutta notizia. “Che succede?” la domanda arrivò da sola.
“Stiles,Lydia...Il loft di Derek è stato soggetto di una piccola esplosione,forse una fuga di gas,ma resta comunque il fatto che c'è una vittima.” disse lui.
L'umano e la banshee non lo fecero neanche finire di parlare che si ritrovarono sulla jeep azzurra,pronti per indirizzarsi all'edificio di proprietà del licantropo.
“Non possono essere né Derek né Braeden,né nessun altro del branco. Avrei sicuramente percepito qualcosa.” quell'affermazione da parte della sua migliore amica lo tranquillizzò un po',ma finché non se ne fosse accertato,aveva quel terrore di aver perso,per l'ennesima volta,una persona a cui teneva.

Arrivarono al parcheggio,Stiles scese dalla macchina con estrema velocità,fece qualche passo e poi vide Derek in piedi che stava discutendo a riguardo del danno che l' 'esplosione' aveva causato.
Ebbe l'impulso di correre da lui e abbracciarlo,ma il suo buon senso lo fece restare immobile a tirare un grosso sospiro di sollievo.
I loro sguardi si incontrarono per una frazione di secondo,provocando nell'umano una strana reazione: una bellissima e nuova sensazione che riuscì,anche se solo per un secondo,a pienare quel vuoto che lo aveva assalito negli ultimi giorni,
Lo stoico licantropo si avvicinò a loro,chiedendo con tono abbastanza scontroso e poco simpatico cosa ci facessero lì,una domanda a cui Stiles non riuscì a rispondere.

   
 
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