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Autore: An13Uta    07/04/2015    0 recensioni
In un manicomio,i soggetti sono molto vari. I pazzi che lo abitano sono killer,persone per bene o strani personaggi misteriosi.
A volte,esperimenti gettati da un laboratorio.
Ma non sono pazzi.
Sono chi sono.
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Utaite Vari
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Non aveva voglia di alzarsi.

Non si sentiva pronta a sentire gli urli dei carcerieri che le dicevano di muoversi.

Non si sentiva pronta di attirare tutti gli sguardi e di udire i bisbigli su di lei e sulla sua provenienza.

Non si sentiva pronta a vedere quelli come lei che le mostravano chi era negli specchi dei loro occhi deformati.

Non si sentiva pronta a chiudersi da qualche parte e piangere come ogni giorno.

Non si sentiva pronta a essere sé stessa.

Un uomo robusto la afferrò per il braccio e la trascinò fuori dalla cella.

Le strappò i vestiti con un colpo secco e la spinse nell'acqua gelida.

Kuro detestava l'acqua.

Con un balzo dettato dall'istinto felino scappò,fino a rifugiarsi in un luogo che la conosceva fin troppo bene.

In quell'angolo del cortile,appena riparata all'interno di una rientranza del muro,nuda e infreddolita,Kuro nascose il viso tra le braccia che cingevano le gambe e pianse.

Nel pianto,sentì qualcuno avvicinarsi.

-Cosa ti succede?-quella voce gentile non l'aveva mai sentita. Le accarezzò le orecchie come un panno di velluto.

Alzò lo sguardo,gli occhi rossi incontrarono due pezzi di cielo intrappolati in un viso morbido e roseo.

Aveva un'espressione gentile.

Nessuno aveva un'espressione gentile con lei.

Sentì le lacrime alzarsi da dentro e sgorgare copiose.

Il ragazzo gliele asciugò con una mano.

Nessuno la toccava.

Kuro tirò su col naso,senza sapere cosa fare. Chiunque fosse chi le stava davanti,era migliore di tutti quelli che aveva conosciuto fino ad allora.

Il ragazzo si tolse la maglia e gliela mise addosso.

-Sei nuda. Prenderai freddo.-.

-Sono Kuro.-balbettò. Forse credeva avesse sbagliato nome o persona.

-Io Tenchou.-rispose. Il sorriso illuminò Kuro,che si ritrasse spaventata e timida.

-Ehi,non ti preoccupare.-sussurrò lui.

Accarezzandole i capelli,mormorò una canzone dolce,fino a che Kuro non chiuse gli occhi e si sentì serena.

Non si era mai sentita così.


Kuro e Tenchou si tenevano compagnia a vicenda.

Capitava che Kuro sparisse dalla sua cella solo per arrivare prima a quella del ragazzo.

E anche che Tenchou facesse lo sciopero della fame se la ragazza non veniva a mensa.

Kuro si meravigliò nel sapere che il suo ibridismo non riscuoteva nessun ribrezzo in Tenchou. Quando domandò perché,un sorriso increspò le labbra di lui.

-Tu sei tu,perfetta come sei. Chi altro potresti essere?-.

Tenchou non sembrava pazzo.

Kuro era solo metà gatta.

Il mistero del perché fossero in quel manicomio era un enigma senza risposta.


Un giorno,i carcerieri afferrarono Tenchou per le braccia.

Kuro lo guardò terrorizzata. Lui le rivolse un sorriso.

-Andrà tutto bene.-disse mentre era trascinato via.

Kuro li seguì di nascosto. Entrarono in una sala strana.

C'era una lastra di metallo con delle manette. Sopra,quel che sembrava un bisturi a forma di chiodo che pendeva da un braccio metallico.

Kuro,nascosta nell'ombra,rabbrividì.

Tenchou venne legato alla lastra. Il bisturi si abbassò, incidendo appena la pelle del ragazzo sullo sterno.

E lui si irrigidì. Un sorriso orrendo e deformato comparve sul suo volto,con la testa inarcata all'indietro.

Cominciò a ridere,mentre sangue gli usciva dalla bocca e dalla ferita sul petto. Gli occhi ruotarono verso l'alto, lasciando a vedere solo il bianco.

Kuro sentì una stretta allo stomaco. Faceva paura.

Il bisturi incise più profondamente,e Tenchou rise più forte, mentre le iridi diventavano rosse e i capelli blu,mentre il sangue creava un piccolo fiume sul pavimento.

Kuro si lanciò contro la macchina di quella tortura infernale e malata,rompendola.

I carcerieri le furono subito attorno,lei soffiò per difendersi.

All'improvviso,uno cadde. Una pozza di sangue si espanse dalla sua testa.

Tenchou,col sorriso orribile e deforme e la ferita del bisturi, lo staccò dal suo cranio e guardò verso gli altri. La lama da laboratorio brillava come gli occhi dell'ibrida.

Tenchou la puntò contro di loro:-Lasciatela in pace.-ordinò -Non credo che vi piacerebbe morire per colpa del vostro bel giocattolo.-.

Kuro si rifugiò dietro di lui che indietreggiava verso la porta. Una volta fuori,Tenchou la chiuse a chiave.

Kuro lo guardò.


Non era pazzo.


Non erano pazzi.


Lei era una ragazza il cui DNA era stato mischiato con quello di un gatto.


Lui era un ragazzo costretto a cambiare senza volerlo e ridere nel dolore.


Loro erano due esperimenti falliti dello stesso laboratorio.


Kuro appoggiò la mano sulla sua guancia:-Tu sei Tenchou.-.

Tenchou le sorrise dolcemente:-E chi altro dovrei essere?-.





-...mio marito.-.

-E tu mia moglie.-.

Koge prese Shiro in braccio e si diresse verso l'uscita.

-Non apparteniamo a questo posto.-mormorò lei.

-Come i due che sono usciti cinque anni fa.-aggiunse lui.

Shiro appoggiò la manina sulle sue labbra.

-Siamo Shiro e Koge.-.

-Due esperimenti falliti dello stesso laboratorio.-.













...Wow. Criptico.
ORDUNQUE...siamo in un manicomio. Kuro e Tenchou,anche se non sono pazzi,ci sono stati rinchiusi e sono due scarti di cavie da laboratorio. Cioè esperimenti falliti.
Tenchou non è spaventato o schifato dal fatto che Kuro sia ibrida,perché sa cosa le è successo,e idem Kuro col problema di Tenchou.
*MAGICO BALZO NEL TEMPO DI 5 ANNI DOPO* e la storia si ripete,solo che sta volta è Koge l'ibrido e Shiro l'altro esperimento (non so che TIPO di esperimento,ve lo lascio decidere a voi).
SALUTI e ananas
                          An13Uta

   
 
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