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Autore: Nemesis_8    07/04/2015    1 recensioni
"Non dovrebbe sentirsi così spaventato, per una scena del genere.
“Sono solo labbra”, gli hanno detto.
Non sono solo labbra, quelle.
Sono boccioli di rosa cui anela da mesi.
Sono morbide curve di dolcezza, che vuole saggiare, e veder diventare rosse sotto la tortura dei suoi morsi.
Sono il paradiso che gli era stato promesso. E l’inferno che stava vivendo."
(CrissColfer)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A Paola, perché è un piccolo angelo.
A lei che non sa ancora di avere due ali bellissime.
A lei che crede di non saper volare.
A lei che invece, può fare qualsiasi cosa.

 

A lei, che può prenderti per mano e portarti lontano dai cinici di questa città.

 

Buon compleanno, piccolina. <3

 


 

 

 


Quella mattina si è detto che deve avere coraggio.
Dopotutto sarebbe solo un bacio. Cosa mai avrebbe mai potuto cambiare un semplice, innocuo bacio a fior di labbra?
Nulla. Ecco.
Tutto sta a farlo capire a quel cavallo scalpitante che si ritrova in mezzo al petto, a posto del cuore.
Basta solo respirare, no?
I suoi polmoni sono fisiologicamente predisposti a fare entrare e uscire aria. Non è necessario nemmeno pensarci.
Deve solo…essere.

Non dovrebbe sentirsi così spaventato, per una scena del genere.
“Sono solo labbra”, gli hanno detto.
Non sono solo labbra, quelle.
Sono boccioli di rosa cui anela da mesi.
Sono morbide curve di dolcezza, che vuole saggiare, e veder diventare rosse sotto la tortura dei suoi morsi.
Sono il paradiso che gli era stato promesso. E l’inferno che stava vivendo.

E appartengono al suo migliore amico.
Piccolo, insormontabile ostacolo.
Sarebbe imbarazzante per lui sapere che il suo migliore amico gli muore letteralmente dietro, no?
Sarebbe imbarazzante sapere che il suo migliore amico etero-non-più-di-tanto-etero ha una cotta per lui, no?
Ma chi non perderebbe la testa per Chris Colfer?
Solo un pazzo.
E solo un idiota come lui, se lo farebbe scivolare dalle mani.


 

*



Vorrebbe sapere a cosa pensa ogni volta che lo coglie con lo sguardo assente, una mano a sorreggere il viso, e l’altra in grembo.
Forse per proteggersi da quel mondo che è solo nei suoi occhi.
Da quei mostri, che lo hanno perseguitato, e che ora non lo possono più ferire.
Ma che scavano dentro ogni volta. Graffiano pelle, lacerano carni.
E se ne vanno, lasciando dietro di sé, sfilacci di cuore e sentieri di rabbia.

 

E gli occhi da mare in tempesta, tornano limpidi, con quel velo di una tristezza antica.
Si gira, lo guarda e sorride.
E il cuore lentamente si scalda.
Perché forse pensava a lui.

Forse il suo pensiero è l’unica cosa che lo fa tenere aggrappato alla realtà.

 

Vorrebbe dirglielo.
Che lui, è la sua ancora.
Che è il pensiero che lo sveglia al mattino, e quello che gli dà la buonanotte.
E quegli occhi sono gli stessi che incontra, una volta scivolato nel mondo dei sogni. Come se lo stesse aspettando. Come se volesse stargli accanto. Come se non volesse più lasciarlo andare.
E odia svegliarsi sempre quando sta per prenderlo e stringerlo fra le braccia.
Gli scivola inesorabilmente dalle mani. Un corpo evanescente. Effimero. Celeste.
E lui rimane con le braccia vuote, che stringono granelli di polvere.

E semplicemente…cade.

 

E si sveglia, con le lacrime agli occhi, e il petto ansante. E si dice che è solo un sogno.
Un sogno bellissimo. Amaro.
E il cuore vorrebbe solo acquistare una briciola di coraggio.
Perché quel sogno che ogni mattina finisce, vuole continuarlo sulle labbra dell’altro.





*



 

Le braccia intorno alle spalle, per stringerselo contro.
La punta delle dita a disegnargli arabeschi sul collo.
Le labbra morbide a suggergli la lingua, in una danza vorticosa che solo due amanti possono intraprendere.
Si sente inebriato dal profumo – dal sapore – di Chris.
Ha appena bevuto la sua amata Diet Coke.

Ma sotto quel retrogusto, c’è il suo sapore.
Dolce, intenso.
Sfuggente, come è tutta la sua persona.


Vorrebbe nasconderselo dentro.
Farlo rimanere un segreto.
Perché quel piccolo tesoro non gli venga portato via.
Perché quando il mondo scoprirà quanto possa essere prezioso, tutti lo vorranno.
E lui non potrà che rimanere indietro.
Arrancando. Correndo senza fiato.
Incapace di stare dietro a quel piccolo angelo, che sembra di brillare di luce propria.

E capisce allora che non può nasconderlo, non può imprigionarlo a causa delle sue paure.

Perché gli anfratti bui di quel mondo che stanno vivendo hanno bisogno di più luce.
Hanno bisogno di lui.
 

Lui, in confronto, non è nulla.

È solo un uomo innamorato.
E non sa dove metterli, quei sentimenti.

Che sono granelli di sabbia fra le dita, che inevitabilmente scorrono via, come minuti di un tempo che non si ferma.





*



 

Labbra che iniziano a muoversi in sincrono, sulle note della stessa melodia.
Incontrate a metà strada, sul sentiero fra l’amore e l’amicizia.
Perché loro non sono mai stati solo amici.


Le loro anime sono come gemelle.
Si sono cercate smaniose, insoddisfatte, correvano da un angolo all’altro, sperdute, private di quella parte mancante che non sapevano di avere.
E si sono trovate.
Per caso, quasi.
E allo stesso modo, si sono amate.

In silenzio, vergognandosi quasi, di quell’amore che era già grande, e non sapevano perché.
Si sono raccolte, riprendendo quella danza che avevano interrotto.
Ricucendo quel pentagramma di parole, che avevano custodito nel cuore.
Riallacciando corde. Riaccordando tasti neri, e innamorandosi, fra uno spazio bianco e l’altro.



Quando si allontanano, sembrano essere un punto fermo, fra milioni di note.
E non importa quanto possa essere bella la loro musica.
L’essenziale, ora, è quel punto.
Una frazione di spazio. Infinita, e piccolissima.
Un buco nero di parole, cui non si può chiedere di restituire ciò che ha rubato.
Quelle parole che non sono mai mancate fra loro.
Quei silenzi, che silenzi non sono mai stati, ma dialoghi sospesi.
Labili, nell’aria densa di un rapporto che confini non ha.
E spezzare quel silenzio, mai.

Un dialogo continuo.
Fatto di sguardi e di gesti.
Di dita che si sfiorano, e di corpi che si cercano.
Inconsapevoli.
Perché l’amore è una lingua strana.
 

E ora, quel silenzio, non vorrebbe spezzarlo, ancora una volta.

Ma deve sapere -sapere- che va bene.

Deve sapere che anche l’altro c’è.

Che anche Chris ha sentito quella scintilla.
Quell’eccitazione profonda, di quando arrivi a destinazione.
Di quando capisci di aver trovato quello che cercavi da una vita, pur non sapendo cosa fosse.
Deve sapere che anche per l’altro è così.
Deve sapere se ogni fibra del suo essere ricorda l’altro, riconosce l’altro.
Deve sapere se anche per l’altro quel bacio, è un ritorno a casa.
Deve sapere se anche per Chris, le loro labbra si sono salutate per la prima volta, come se fosse l’ultima.


E gli basta un attimo, per capire che ha fatto la scelta giusta.
Perché quegli occhi liquidi, sono quelli che gli rimangono dentro ogni volta che si sveglia la mattina.
Quelle catene indissolubili, fatte di gote rosse e ciglia lunghissime, sono quelle che aspettava.


E vorrebbe solo fermare il tempo.

E godere di quel sentimento, come se i secondi fossero infinitesimalmente profondi.

Dilatati, da quell’amore che non ha confini.



Amami di un solo amore.
Amami come se avessi mille cuori.
E stringimi, come se non fosse già domani.

- Lasciami, solo.

-essere.



 

- Lascia che sia il tuo ultimo primo bacio.

 


E quei sentimenti, e quegli occhi, a chiudere i buchi,
di uno specchio, che non sa riflettere che amore.






 

 

 


*Angolino della tizia che scrive cose*

Beh. Nulla o poco da dire.
Il titolo è da “Last First Kiss” degli One Direction.
Canzone dolcissima, una delle mie preferite.

E.
Spero vi piaccia.

Ancora, buon compleanno dolcezza.



 

Nemesis*.

  
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