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Autore: Rosa_Hagane    07/04/2015    1 recensioni
Zalve gente, eccomi con una seconda storia sul Maresciallo e Vectra~
Se vi piace lasciate una piiiicccola recensione~
DAL TESTO: "Avrebbe voluto perdersi nelle lande fiorite... Col Maresciallo?!"
ricordate... Schrödinger is life~
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Schrödinger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole era alto nel cielo, il vento soffiava piano e la natura sembrava rinata: si, era finalmente primavera e Vectra ne era felice! L'immortale camminava per i corridoi del Deus Ex Machina, i capelli color castano scuro erano raccolti in una lunga treccia e la frangia non era stata tirata indietro, gli occhi felini color caffè striati di Terra di Siena scorrevano sulle porte delle varie stanze che conteneva il grande dirigibile del Millennium.
 
Non erano ancora arretrati, il che le dava fastidio e non poco, voleva godersi la natura, la sua amata natura. Non aspettava altro, voleva perdersi nelle lande fiorite... Col Maresciallo?!
Si chiese perché il suo pensiero fosse rivolto a lui, il soggetto della sua curiosità. Chiuse gli occhi e pensò ancora a lui: i suoi occhi viola che la fissavano languidamente, i suoi capelli maledettamente belli e biondi, le orecchie da gatto... Si sentì le gote in fiamme, aprì di scatto gli occhi per non perdersi in quella meravigliosa illusione e balzò indietro, trovandosi Schrödinger davanti.
 
<< Rosa, che hai? Ti senti bene? >> le chiese, preoccupato
 
Solo a lui permetteva di chiamarla per nome, gli sorrise e scosse la testa << Sto bene, non si preoccupi >>
 
<< Ma insomma... Quante altre volte dovrò dirti di darmi del tu? >>
 
Le si avvicinò, facendola inciampare goffamente, e rise Ci fu uno scossone, il portellone del dirigibile si aprì ,la voce del Maggiore risuonò dagli altoparlanti << Membri del Werewolf, a partire da oggi fino a sette giorni sarete in ferie, Auf wiedersen! >>
 
I due si voltarono verso il portellone, poi si guardarono. Sui loro volti si formarono due larghi sorrisi e uscirono all'esterno.
Davanti ai loro occhi si presentò una vasta e meravigliosa radura, piena di fiori colorati, alberi, c'era anche un laghetto con due anatre e i loro dolci anatroccoli.
La castana era intenerita da tale scena, sulle labbra si increspò un sorriso, un piccolo e dolce sorriso che per il Maresciallo le dava una nota dolce, quella nota di dolcezza che gli serviva per arrossire impercettibilmente. Solo ora si accorse del suo outfit: una camicia color tiffany larga di maniche, una gonna nera e ballerine del medesimo colore con un piccolo tacco, quella treccia le dava un tocco di classe.
Vectra si svegliò da quell'incanto e si girò a guardarlo; neanche lui indossava la divisa, bensì una felpa nera, jeans e anfibi. Stava davvero bene!
Le prese la mano e la guardò, lei sentì il cuore scoppiare, lui si avvicinò cautamente e la guardò negli occhi
 
<< Andiamo in città? >>
 
Vectra aprì leggermente la bocca come per parlare, poi la richiuse ed annuì, arrendendosi alla falsa convinzione di un amore non corrisposto. Le sorrise e in men che non si dica si trovarono in un luogo lussuoso... un albergo?
 
<< A dire il vero sono stato io a suggerire al Maggiore di darci questa settimana di libertà >> confessò lui, provocando il dolce sorriso della ragazza
 
Si avviò al bancone, solo ora si era accorta che lui aveva abbassato le orecchie per farle sembrare parte integrante dei capelli, scosse la testa non accorgendosi che tornava.
Lui le avvolse un braccio attorno alla vita e la strinse al suo fianco, costringendola a seguirlo, presero l'ascensore per andare all'ultimo piano, nella loro suite, ma lei ancora non lo sapeva.
Lui aprì la porta e la fece accomodare << Bella la sua suite, Maresciallo >> si permise di commentare La stanza era enorme, le portefinestre erano enormi e adornate di lunghe tende bianche, un divano, un letto matrimoniale... D'un tratto si scoprì gelosa, di sicuro avrebbe soggiornato con qualcuno, ne era certa.
Ma con chi? Rip? No... Zorin? No di certo.
 
<< Vorrai dire la nostra suite, Rosa >>
 
Intanto lei si tormentava, i suoi pensieri furono bruscamente interrotti << N-NOSTRA?! >>
 
<< Ovvio! >> le rispose lui.
 
D'un tratto gli venne un'idea. << Vuoi venire con me? >> Lei annuì, tre secondi dopo erano in una cupola di vetro, nello spazio.
 
Rosa era meravigliata da quelle stelle, regine incontrastate di quella landa oscura e allo stesso tempo attraente. Si attaccò al vetro, gli occhi le si illuminarono, che meraviglia!
 
Schrödinger la abbracciò da dietro, con delicatezza, come se fosse un oggetto di vetro, da dover maneggiare con cura, le poggiò la testa sulla spalla, le strinse leggermente la vita, quasi come se volesse proteggerla.
 
<< Venere... che bello! >> sussurrò lei
 
Si mise a sedere in un angolo della cupola, spezzando quel contatto creatosi fra loro.
Le si parò davanti e avvicinò il volto a quello dell'altra, le alzò il viso facendo pressione all'insù sul mento con due dita
 
<< Posso? >> le chiese, stranamente serio
 
Lei sbatté le ciglia varie volte e socchiuse le labbra, era sorpresa. Ci furono vari secondi di silenzio, interminabili per i due
 
<< Insomma, mi credi se ti dico che mi piaci? In due anni che ci conosciamo ti ho mai mentito? >>
Lei scosse la testa << Mai >> rispose
<< Allora, posso? >>
 
Vectra annuì piano, lui le diede un casto bacio sulle labbra, un bacio che si fece appassionato e colmo d'amore. Quando si staccarono lui le sussurrò due parole
 
<< Ti amo >>
<< Io non di meno, Schrö >>
   
 
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