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Autore: Adeia Di Elferas    07/04/2015    6 recensioni
Jaime è da poco tornato nella capitale e non riesce a superare la rabbia che prova nei confronti della sua gemella e dei tradimenti da lei perpetrati durante la sua assenza. Ovviamente alcune riflessioni e alcuni paragoni cominciano a farsi strada nella mente di Jaime, portandolo a chiedersi cosa sia davvero quello che prova per la regina reggente.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Nei Sette Regni e al di là del Mare'
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~~ Jaime la guardò a lungo, prima di riuscire a spostare gli occhi su qualcosa di diverso. In altri tempi avrebbe osservato così intensamente la sua gemella solo per vederne le belle forme o per chiedersi quando avrebbero potuto stare di nuovo insieme, lontani da quell'ubriacone che si faceva chiamare re.
 Mentre ora tutto quello che vedeva era una donna che non conosceva più e che non riusciva più a capire come un tempo.
 A volte, era come guardare il Re Folle. Era come rivedere lo stesso bagliore negli occhi, lo stesso spettro di pazzia, la stessa ombra di perdizione...
 Eppure era la stessa donna che lui aveva amato più di se stesso. Era la stessa con cui giocava da bambino, la stessa che aveva consolato alla morte della loro madre, la stessa...
 Strinse il morso e il pugno sinistro. Era la stessa che l'aveva tradito con Lancel, con ser Osmund Kattleblack e per quanto ne sapeva anche con il guitto di corte. Era la stessa che gli aveva mentito ogni volta, con ogni sorriso, con ogni sguardo. Era la stessa che l'aveva desiderato davanti al corpo morto del loro mostruoso figlio...
 “Di questo parleremo dopo.” le sentì dire a Qyburn, che se ne andò praticamente subito, dopo aver fatto un breve inchino servizievole.
 “Cosa gli hai ordinato questa volta?” chiese Jaime, ruvido, quando Cersei gli si avvicinò.
 Le labbra della sua gemella erano ancora quelle che aveva baciato la prima volta eppure ora che le guardava meglio vedeva solo labbra che avevano baciato anche altri. Lancel, Kattleblack...
 La sola idea lo faceva impazzire. Strinse un momento gli occhi e attese che lei rispondesse alla sua domanda, ma Cersei ricambiò chiedendo: “Ti fa male la mano?”
 La sua voce appariva molto preoccupata, ma Jaime vedeva nei suoi occhi un profondo disinteresse. Stava mentendo. Ancora. L'avrebbe sempre fatto...
 “Sì.” disse in fretta Jaime, ripagandola con la stessa moneta.
 “Anzi – aggiunse – scusami, ma adesso tocca a me parlare con Qyburn. Chissà mai che abbia qualcosa da darmi che faccia passare il dolore.”
 Cersei non lo trattenne. Anzi, lo invitò ad affrettarsi, prima che Qyburn si mettesse a lavorare su altro.
 Jaime quasi uscì di corsa dalla stanza e, ovviamente, si recò dalla parte opposta rispetto a quella in cui era andato poco prima il mezzo maestro.
 Quando fu certo di essere solo, appoggiò la schiena al muro di pietra del corridoio e alzò la mano d'oro.
 Ecco cosa gli era costato cerare di tornare da lei. Una mano. L'onore. Anzi, no, quello l'aveva perso tempo prima.
 Aveva ucciso della gente, aveva mentito, aveva cercato in ogni istante una via di fuga per poter tornare da lei e lei, nel frattempo, che faceva?
 Si faceva montare come un animale da Lancel, da ser Osmund Kattleblack e dal guitto di corte, per quello che ne sapeva lui.
 Era sempre stata falsa e senza sentimenti, se ne rendeva conto solo ora... L'aveva considerata per una vita la sua metà, l'unica che potesse capirlo. Invece non erano più due parti della stessa mela.
 Jaime non sapeva cosa gli era accaduto, non era nemmeno in grado di dire se il suo cambiamento fosse solo apparente o meno, fatto restava che non era più lo stesso uomo che era partito da Approdo del Re all'inizio della guerra.
 Per un fugace istante si chiese cosa sarebbe accaduto se non avesse buttato il piccolo Stark giù dalla torre...
 “Le cose che ho fatto per amore...” sussurrò da solo, con la voce che si spezzava sul finale.
 Non riusciva a credere a quello che aveva fatto per amore. Per quello che credeva essere amore...
 Gli faceva male, pensarci. Erano cicatrici peggiori di quelle che lasciava una spada. Era come finire nell'Altofuoco e bruciare per sempre.
 Aveva fatto tutto per Cersei e lei in cambio aveva passato il suo tempo a passare da un uomo all'altro, come se non potesse starsene da sola nemmeno un giorno.
 L'innocenza, ecco cosa le mancava. Una dote che Jaime aveva sempre sottovalutato, prima di quella lunga prigionia.
 Da quando aveva visto l'innocenza nel fondo degli occhi di Brienne di Tarth, qualcosa in lui era cambiato per sempre.
 Quando era tornato nella capitale, non aveva più potuto ignorare questa rivoluzione che lo aveva travolto. Aveva provato a vedere l'innocenza anche negli occhi della sua bella gemella, ma tutto quello che aveva trovato erano state menzogne e rimproveri, tradimenti e follia.
 'Un giorno ci farà bruciare tutti' pensò, con l'immagine di una Cersei preda delle risate incontrallate che avevano scosso più di una volta anche il Re Folle.
 Mentre nella sua testa una figura inattesa, quella sgraziata e sproporzionata di Brienne, si sovrapponeva sempre di più a quella suadente ed elegante di Cersei, Jaime ebbe uno scatto d'ira incontrallabile.
 Sferrò un colpo al muro, con la mano d'oro. Tutto quello che ne ottenne fu un rumore sordo e un dolore atroce al moncherino celato sotto il prezioso metallo.
 Perchè aveva dovuto perdere tutto per poter ritrovare la sua anima?
 E tutto quello che aveva fatto per amore...
 No, non riusciva a credere a quello che aveva fatto per amore...
   
 
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