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Autore: Il_Capitano    07/04/2015    0 recensioni
Baker Street, canzone del 1978 di Gerry Rafferty.
Ho conosciuto questa canzone in una maniera "stupida", guardando i Simpson.
Mi ha ispirato e ho scritto questa breve storia, la storia di Christopher, a cui la vita a tolto molto ma dalla quale si è preso una grande rivincita grazie al suo sassofono e alla sua passione per la musica.
Genere: Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella canzone riempiva la sala di note magiche, le quali pareva danzassero dinnanzi a tutti i presenti.
Sul palco il giovane Christopher cantava a pieni polmoni alternando alla propria voce il suono del suo sassofono.
Classe ’58 aveva appena venti anni, un fratello morto in quel grande mattatoio che era stato il Vietnam e un sogno da seguire; la musica.
In quel momento stava suonando “Baker Street”, il pezzo che in assoluto preferiva del cantante e artista Gerry Rafferty, e nulla sembrava distrarlo dal suo intento. Le persone ascoltavano a bocca aperta e in assoluto silenzio quella prestazione magistrale, perfino i suoi amici credevano a stento alle loro orecchie.
Tutti in paese sapevano delle grandi doti canore del giovane Christopher, ma nessuno si immaginava che potessero giungere fino a quella portata e tanto meno ad un tale coinvolgimento delle loro menti. Quello era l’ultimo pezzo per quella serata, poi l’esibizione sarebbe finita, così Chris caricò i polmoni di tutta l’energia che gli era rimasta per l’assolo finale di Sassofono…
Iniziò a soffiare e sembrava quasi che il locale sarebbe venuto giù tanto era imponente il suono che fuoriusciva dallo strumento, i vetri tremavano e i bicchieri tentennavano scontrandosi con l’onda sonora che si propagava dal palco.
Quando ebbe finito cadde nella sala un silenzio tombale, simile a quello presente nelle chiese quando sono vuote, a quel punto Chris alzò lentamente la testa, rosso in volto e con il fiatone per l’eccessivo impegno, e attese che succedesse qualcosa.
Fu un attimo, una scintilla avrebbe impiegato più tempo per spengersi rispetto a quanto non ci misero tutti i presenti a scoppiare in un fragoroso applauso.
Tutti coloro che erano all’interno del pub battevano le mani entusiasti e fuori dal locale si era venuta a formare una folla di curiosi che, giunta in tempo per l’assolo finale di Christopher, non aveva potuto far altro che unirsi ai presenti nel fragoroso applauso.
Il giovane non ebbe il tempo di scendere dal palco che una dozzina di ragazzi suoi coetanei, tra i quali riconobbe Joe, il suo migliore amico, lo sollevò da terrà insieme al sassofono e lo portò in trionfo fuori dal pub per fare un bel giro trionfale tra le strade del paese.
I vecchi e gli uomini d’affari rimasero dentro al locale a commentare quella stupenda performance mentre i ragazzi e le ragazze uscivano entusiasti, un entusiasmo nato dal nulla, da delle note su di un pentagramma, da dei  segni neri sulla carta bianca che però, attraverso quel giovane ragazzo, erano diventati la melodia di un intero paese.
In un angolo della sala, nascosta dagli occhi di Christopher, era rimasta seduta tutto il tempo Jessy, la madre del giovane.
Perduto il primo figlio in guerra ed il marito pochi mesi dopo a causa di un infarto ormai non le rimaneva che Chirs…
Sapeva quanto potesse essere dura la vita di un artista, suo marito lo era stato di ritorno dai teatri europei durante la Seconda Guerra Mondiale e non si può negare che questa scelta dell’uomo sia stata la principale causa dei loro problemi economici.
Richard, il primo figlio, sognava di diventare un bravo medico ma purtroppo il Fato aveva in serbo altri piani per lui, così lo fece richiamare per quella maledetta guerra e gli fece trovare la morte in una foresta il cui nome a stento si riesce a pronunciare.
Per la povera madre fu uno shock la perdita di quelle due importanti figure e  così cercò un modo per farsi forza da sola, farsi forza cercando di dare a Christopher, l’unico figlio rimasto, il migliore dei futuri.
Lui però non voleva saperne di quelle cose, non era interessato alle ragazze, a trovarsi un lavoro normale, no…
Lui voleva la musica, essa era la sua amata, la sua passione e la sua ragione di vita.
Sogni adolescenziali in una mente ancora troppo giovane per capire le difficoltà della vita però cosa ci poteva fare, solo una cosa riusciva a calmarlo quando era arrabbiato; suonare.
Quindi va Christopher, suona il tuo sassofono, fatti portare dove la musica vuole che tu vada e se anche le cose dovessero mettersi male ricorda: - Con sette note e cinque righe puoi trasmettere a chiunque ciò che vuoi.-. 
   
 
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