07/04/2015
0 recensioniMi ritrovo qui, a litigare con mia madre che mi vuole costringere a sposare Mr. Collins. " Mr Collins"; solo pronunciare il suo nome mi procura un certo ribrezzo, una sensazione disgustevole che mi prende lo stomaco, facendomi venite un conato di vomito.
"Madre, non potete obbligarmi!" Esclamo a gran voce.
Nei suoi occhi c'è la delusione più totale. "Certo che lo farai! Potrai salvare le tue sorelle dalla fame!" Mi urla contro con la voce quasi rotta dal pianto.
Non ho alcuna intenzione di sposare quel viscido uomo, passare la mia vita con lui in una chiesa ad ascoltare parole di pentimento. Vorrei correre via, camminare per ore ed invece sono qui con mia madre che mi urla contro cercando di farmi cambiare idea. Non ci riuscirà mai. Ho bisogno di andarmene, camminare così a lungo da sentire anche dolore ai piedi, pur di non incrociare ancora una volta lo sguardo freddo, disperato e di odio di mia madre.
Mentre continua a piangere io mi sposto e le passo accanto, senza neanche guardarla mi avvio verso l uscita del cancello, nella speranza che si calmi e mi lasci libera. Ho bisogno di pace. Il silenzio della strada sterrata mi da un senso di serenità, la mia mente è libera e non rimbombano le parole offensive e sicuramente poco amorevoli che mia madre mi ha urlato contro poco fa. "Non ti guarderò più in faccia se non sposi quell'uomo!!"
Preferirei rimanere zitella a vita piuttosto che sposare Mr. Collins.
Mentre un brivido di disgusto mi sfiora la schiena per il solo ricordo della proposta appena rifiutata, mi accorgo che sono di fronte al cancello di Netherfield Park.
Il panico mi assale. Perché sono qui? Perché la mia mentre mi ha condotto qui? Mr. Darcy. La mia voce trema mentre pronuncio lentamente il suo nome è un brivido corre lungo la mia schiena. Anche se incredula, mi rendo conto che nella mia mente per tutto il tempo passato a camminare e a cercare di liberare la mente dalle parole di mia madre, i miei occhi visualizzavano solo un volto, il Suo volto. Così delicato, così pacato e forse un po' strafottente, con quella aria di superiorità che odio di lui; "ma se lo odio allora perché sono qui?" - mi dico mentre sono ancora davanti al cancello.
La mia mente è confusa, frastornata. Vorrei vedere Mr. Darcy, incrociare i suoi occhi, e guardar le sue labbra. Quelle labbra che tanto mi piacciono.
"Ma che stai dicendo, Lizzy? Hai perso il senno?" - mi ammonisco ancora incredula della piega che hanno preso i miei pensieri.
Il vento mi accarezza il viso e la lieve frescura mi aiuta a tornare in me, mi rendo conto che rimanendo imbambolata li, davanti al cancello qualcuno potrebbe vedermi, Lui potrebbe vedermi. "Devo andare via di qui!" - mi ordino mentre mi incammino sulla via del ritorno.
Non è ancora tempo di tornare a casa. Non sono pronta. Ciò che la mia mente mi ha "confidato" mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta, mi ha scioccato, sconvolto. Non ho mai provato prima d'ora dei sentimenti del genere. Cosa ha Lui da attrarmi così tanto. Sorrido scettica mentre elaboro i miei pensieri. "È così maleducato! Troppo sicuro di se, troppo riservato. Non ha voluto nemmeno ballare con me! Mi ha definito passabile."
Il panico mi assale, un ricordo improvviso mi passa nella testa, mi fa venire una fitta dolorosa in grado di togliermi il fiato.
"Devo calmarmi!" - mi dico nella vana speranza che la mia mente ubbidisca; poi ripenso ai suoi occhi, a quelle labbra così crudeli e dolci nello stesso momento. Non posso continuare a rimanere davanti al cancello, così faccio forza contro tutto il mio corpo e la mia mente e mi impongo di tornare a casa. Devo tornare a casa.