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Autore: _Giuls17_    07/04/2015    0 recensioni
E' il compleanno di Clary, ma tutto ciò che noi conosciamo tramite City of Bones, verrà sovvertito dall'arrivo di Valentine Morgenstern a casa di lei, proponendole una dolce e allettante proposta: conoscere il Mondo Invisibile, conoscere suo fratello, conoscere se stessa.
Cosa deciderà di fare Clary? Proseguire sulla retta via o deragliare assieme al padre?
C2: Lei mi ha mentito per tutta la mia vita, non mi ha mai raccontato la verità, né su mio padre né su mio fratello.
C3:Clary, tu sei mia sorella e io non ti posso solo volere bene, a modo mio io ti amo...
C10:-Clarissa!- Jonathan si girò e urlò il nome verso il lago, come se lei potesse sentirla e solo allora Jace decise di agire e con la spada colpì quel punto sulla schiena
C12: Si girò di lato ed osservò il suo Marchio del parabatai sbiadito, proprio vicino all’orecchio.
C14:-Io…Ho paura, c’è questo rumore, c’è qualcosa dentro la mia testa.-
C18:-Eri morta? Clary come hai potuto tenermelo nascosto ! E tu Jace, che hai da dire?- *
La verità è che mi manchi.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Jonathan, Valentine Morgenstern
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Sono ancora qui
 
Izzy era stata a casa di Magnus con Simon e Alec per raccontare della sua avventura alla Città di Diamante, ma in realtà aveva raccontato il suo fallimento.
Come aveva detto Magnus le Sorelle di Ferro avevano confermato la sua teoria sul Rito di Gemellaggio ma neanche loro avevano idea di quale arma potesse essere usata per fermare Jonathan senza uccidere Clary e così era tornata a casa a mani vuote.
In quel momento aveva appena varcato le porte dell’Istituto assieme al fratello, nessuno dei due aveva proferito parola da quando avevano lasciato Brooklyn ed in fondo non se la prese: se lei era in pensiero per la rossa e per il suo futuro con Simon, Alec stava pensando al suo parabatai.
Lei che ancora non lo aveva trovato non poteva capire cosa volesse dire separarsi ma quando aveva visto Clary piangere non solo per la morte del fratello ma anche per la morte del suo parabatai, aveva sentito il freddo insinuarsi nel suo cuore e le aveva fatto temere quel sentimento.
 
-Siete tornati.-
Maryse li accolse una volta fuori dall’ascensore e da quel tono di voce, Iz capì che non li avrebbe lasciati andare tanto facilmente.
-Venite con me in Biblioteca.- si voltò per dargli le spalle e i ragazzi la seguirono, mantenendo il loro silenzio, ma seppero che una volta dentro avrebbero dovuto parlare.
 
-Jace… Jace non è più tornato, è andato da Clary, non è vero?- domandò, guardando negli occhi i suoi figli.
-Sì.- rispose Alec, guardandola.
-Io l’ho cresciuto come se fosse mio figlio, gli ho dato tutto ma lui…-
-Lui è sempre stato diverso, lui non è come noi.-
-Jonathan l’ha chiamato Herondale, perché? Come può essere imparentato con Imogen?-
-Mamma, sei sicura di voler sapere tutta la verità?-
-Cosa intendete con tutta la verità?- Maryse portò le mani ai fianchi ed attese, sapeva che i sui figli avevano dei segreti ma in fondo non ne poteva immagine la portata.
 
-La sera della battaglia contro Valentine, Jace stava lottando contro Jonathan quando con un sotterfugio è riuscito a colpirlo alle spalle ed a ucciderlo; poco dopo si è diretto alle sponde del Lago Lyn, Clary l’aveva visto ed ha cambiato le rune del cerchio del padre, così che lui, che Jace risultasse il padrone e non Valentine.-
-Ma… Non si possono creare delle rune dal nulla, le nostre rune sono quelle del Libro Grigio…-
-Facci finire.- intervenne Isabelle, continuando a posto del fratello.
-Nonostante tutto però Jace non è arrivato in tempo, Valentine aveva già ucciso Clary e convocato Raziel, è stato l’Angelo a chiamarlo col suo nome, ed è stato l’Angelo ad uccidere Valentine e a riportare in vita, dietro desiderio di Jace, Clary.-
-Clarissa è morta?- Maryse crollò sulla sedia della scrivania, il colorito leggermente più bianco, non riuscendo a credere a quella notizia.
-Sì, Raziel l’ha salvata e crediamo, ne siamo convinti che proprio per questo motivo Jonathan sia tornato in vita, Lilith ha usato Clary e Jace come contrappeso per riaverlo e ha usato il sangue di Simon.-
-Simon? Perché?-
-Lui non è un vampiro comune… Lui cammina alla luce del sole.- sussurrò Izzy, abbassando gli occhi di fronte a quella verità.
-Lilith si è servita del suo legame con Clary per radunarli tutti assieme e quando lei ha provato a reciderlo, ha usato la manipolazione tramite Jonathan, sapendo del legame di sangue con la sorella.- continuò Alec, facendo un passo avanti.
-Ma… Jace perché non ha parlato con me?-
-Non poteva rivelare questo segreto, non poteva dire dell’Angelo.-
 
Un leggero bussare alla porta li fece zittire tutti e si voltarono per osservare la figura dell’Inquisitrice, non poco distante da loro.
-Credevo che mi avresti avvertito in caso di novità, Maryse.-
-I miei figli mi stavano solo dicendo…-
-Non sappiamo dove sia Jace, neanche dove sia Clary, non abbiamo nessun modo di comunicare con loro.- rispose prontamente Alec, senza distogliere lo sguardo da quella che sarebbe stata la nonna di Jace.
-La vostra amica Clarissa Morgenstern è ricercata assieme al fratello, credo che sareste in obbligo a dirci dove sia, in caso lo sappiate.-
-Non lo sappiamo.- riconfermò Isabelle, stringendo la mano destra a pugno.
-Bene, avvertirò il Consiglio di questo.-
 
Maryse era rimasta in silenzio per tutto il tempo, non era ancora riuscita ad assimilare le informazioni che aveva avuto dai suoi figli.
Jace, lo stesso bambino che aveva accolto all’età di dieci anni nella sua famiglia era un Herondale, figlio di Stephen probabilmente, strappato dalla madre alla nascita, strappato dal dolore di quella famiglia, ma nonostante ciò non sarebbe riuscita a mantenere il segreto per sempre.
Imogen, per quanto non l’apprezzasse in pieno, aveva il diritto di sapere, aveva il diritto di sapere che l’ultimo membro della sua famiglia era ancora in vita e non se lo sarebbe mai perdonato se non l’avesse fatto.
-Inquisitrice le devo parlare.- disse, senza avere il tempo di mettere assieme un vero piano.
-Di cosa?-
-Ragazzi potete uscire?-
-Mamma…-
Notò lo sguardo preoccupato di Isabelle ma la rassicurò guardandola, sapeva quanto era costato a loro rivelarle quel segreto ma sapeva altrettanto bene che Jace aveva una voglia a forma di stella sulla spalla e adesso che i pezzi del puzzle erano stati messi a loro posto, sapeva che quella voglia l’avrebbe avuta anche Imogen, poiché era il simbolo della loro famiglia.
-Andate.- sussurrò.
Alec e Isabelle lasciarono la stanza e lei si concentrò sulla figura anziana che le stava di fronte, sorrise anche se brevemente e buttò fuori l’aria, pronta per raccontare almeno una parte della verità.
 
***
 
Clary asciugò il sudore dalla fronte con l’asciugamano che si era scesa dalla sua camera e si appoggiò con la schiena alla parete.
Quella mattina si era svegliata presto per riprendere i suoi allenamenti, negli ultimi giorni Jonathan si era molto concentrato su quell’aspetto ma lei aveva deciso di stupirlo migliorando ancora di più, anche senza di lui.
Aveva affrontato una serie di esercizi con differenti tipologie di armi e si era allenata anche nel corpo a corpo con un fantoccio, adesso il fiato era corto ma sentì la sua anima appagata da quella situazione.
Alzò lo sguardo e per la prima volta notò un nuovo particolare, vicino alla porta d’ingresso della sala d’addestramento.
Lasciò il muro e si avvicinò lentamente, sorprendendosi di non essersene accorta prima, alzò lo sguardo e lesse a bassa voce:
 
-D’ora in poi rendo obbedienza incondizionata al Circolo e ai suoi principi. Sarò pronto a rischiare la vita in ogni momento per il Circolo, allo scopo di preservare la purezza del lignaggio di Idris e per il mondo mortale della cui salvezza siamo responsabili.
 
             ~Giuramento di Fedeltà al Circolo.-
 
Clary scattò all’indietro e sentì qualcosa nella sua mente deragliare, come se una rotella fosse saltata dal meccanismo mandando in panne la produzione.
Portò le mani alla testa cercando di scacciare il dolore ma improvvisamente una serie di immagini le occuparono il campo visivo: suo padre nell’appartamento a New York; Jonathan e gli allenamenti a Idris; la conquista della Coppa e della Spada Mortale; la lotta violenta al Lago Lyn e la sua morte.
 
Urlò senza rendersene conto, anche se sapeva che in quella sala nessuno l’avrebbe potuta sentire, poiché era situata nella parte più profonda della casa, lontana da qualsiasi zona abitata.
Chiuse gli occhi, cercando di calmare il battito del suo cuore, ma sentì le ginocchia cederle e si ritrovò a terra senza volerlo.
Stava cercando di afferrare qui ricordi, sapendo che li avrebbe dimenticati presto, sapendo che qualcosa le avrebbe impedito di essere di nuovo se stessa.
 
-Sorellina.-
Jonathan si abbassò al suo livello, le mise una mano dietro la schiena e la sollevò, la sua presa si fece leggermente serrata e avvicinò il suo volto a quello di lei, riuscì quasi a percepire il suo alito sul collo, fresco eppure sapeva che trasudava di malvagità.
Clary scosse velocemente la testa cercando di mantenere il controllo, lo stesso controllo che la runa di Lilith le aveva tolto, dovuto successivamente al legame instaurato con suo fratello, cercando di tornare se stesa, cosa le risultava difficile, sempre più difficile.
-Stai bene?-
Osservò i suoi occhi neri e percepì il sudore scenderle lungo la schiena, tremò leggermente e lui la strinse tra le sue braccia, come avrebbe dovuto fare Jace.
 
“Clary devi riprendere il controllo, non possiamo permettere a Jonathan di usarci per i suoi piani.”
Io… Sto perdendo, la runa è troppo forte per me, non posso…
 
-Clarissa.- sussurrò, avvicinando la sua bocca al collo e depositando un breve bacio sotto la mandibola.
Lei si allontanò, nonostante sentisse una parte di se opporsi, nonostante quella parte di sé volesse quel contatto, s’impose di lasciarlo perdere.
-Io… Sono ancora qua dentro, fratellino.- sussurrò a denti stretti.
Il colorito pallido di Jonathan s’incrinò, perdendo qualche altra gradazione, lo vide stringere le mani a pugno e chiudere le labbra in una linea sottile.
Clary lo fissò per poco tempo e decise di correre fuori da quella stanza adesso che aveva il minimo controllo, di andare via adesso che poteva permetterselo, perché lo sapeva bene sarebbe durato poco, troppo poco e sapeva altrettanto bene che lui avrebbe ripreso il controllo su di lei.
Era solo questione di minuti.
 
***
 
Jace scese velocemente le scale che lo condussero alla cucina, con un’unica domanda nella mente: Clary stava bene?
Quella mattina non aveva ancora avuto modo di vederla e per quanto la sapesse capace e pronta alle evenienze, non sapeva come avrebbe reagito quella nuova Clary, rendendosi conto di trovarsi davanti a una ragazza completamente diversa da quella che aveva conosciuta e che aveva imparato ad amare.
 
-Buongiorno.- esordì, vacando la porta e trovando Jonathan seduto a mangiare e Clary vicino ai fornelli a preparare delle uova.
-Ciao Jace, finalmente ti sei svegliato.- disse, sorridendogli poco dopo.
Il ragazzo si sedette ma non poté evitare di osservarla, quella ragazza era in splendida forma, felice, allegra, spensierata e maledettamente legata a suo fratello, le piaceva ma non l’amava, amava la ragazza combattente, quella stessa ragazza che aveva mollato il padre e il fratello quando aveva scoperto il piano contro Idris, la ragazza che avrebbe lottato.
-Dove siamo?- domandò, prendendo il piatto di uova che le aveva appena passato.
-Praga. Io e Clary usciremo per una commissione.-
-Potrebbe venire anche lui con noi, però sei tu che devi decidere.- sussurrò la rossa, sorseggiando il suo caffè.
Jonathan posò la forchetta vicino al piatto e lo osservò.
-Voglio avere una possibilità.- rispose Jace, cercando di essere convincente.
-E noi vogliamo che tu ti fidi di noi, non abbiamo niente da nascondere, per ciò va bene. Puoi venire con noi.-
-Ottimo, avremo bisogno della tenuta?-
-Non credo sarà necessaria.- rispose, mangiando l’ultimo boccone di uova.
 
Clary sorrise e si sedette sul tavolo per osservarli.
-Clarissa ti dispiacerebbe farmi una runa della forza?- domandò il fratello, alzando lo sguardo verso di lei.
-Certo che no.- esordì, posando la tazza di caffè sul tavolo ed estraendo lo stilo dalla tasca.
Jace mangiò lentamente il boccone che aveva in bocca per osservare la scena che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi.
Jonathan aveva sbottonato la camicia molto lentamente e si era avvicinato a lei, sfiorando le sue gambe con la parte inferiore del bacino, sorrise guardandola negli occhi e non smise fino a quando lei non completò la sua opera.
-Jace andiamo a prendere delle armi.- asserì, senza dargli il tempo di rispondere.
Il ragazzo posò la forchetta e si alzò, guardò Clary per un ultima volta e poi sparì dietro la porta.
 
Questa situazione mi piace sempre meno.
 
*
 
-Chi sono loro?-
Jonathan guardò il Demone Vetis negli occhi e si voltò per guardare Clary e Jace alle sue spalle, scrollò quest’ultime.
-Mio fratello e mia sorella, Mirek, sono assolutamente fidati.-
-Non erano questi i patti.- sussurrò.
-Ma ti piacerà questo.- disse, posando sul tavolo la sacca con le monetine che il demone aveva chiesto come pagamento.
Mirek afferrò il prima possibile il pagamento, lo guardò e con un semplice gesto della mano fece apparire la merce richiesta da Jonathan.
-Mi piace molto ma non basta, l’Adams, questo è impagabile.-
-Ma ci siamo accordati sul prezzo.- sussurrò il giovane a denti stretti, sentendo la rabbia circolargli nel corpo e scorrergli nelle vene per aumentare la sua forza.
-Anche sul fatto che saresti venuto da solo, potresti darmi una ciocca dei capelli di tua sorella, per compensare il pagamento.-
-Va ben…-
 
Jace strinse forte la lama angelica e si preparò ad intervenire poiché conosceva molto bene le intenzione dei Demoni Vetis e non avrebbe permesso a nessuno di loro di toccarla quando la voce di Jonathan lo paralizzò.
-Assolutamente no. Non ti permetterò di toccare un solo capello di mia sorella.-
-Altrimenti cosa? Cosa farai giovane Morgenstern?-
-Dumah.- sussurrò Jonathan attivando una lama angelica, -Se non posso avere la tua fedeltà, avrò la tua paura.- si proiettò in avanti con essa ma il demone indietreggiò.
Jace provò a chiamare Clary per allontanarla il più velocemente dallo scontro ma tutto accadde troppo velocemente, vide una delle mille cianfrusaglie del negozio finirle addosso, in poco tempo cadde a terra e Mirek si trasformò.




∞Angolo dell'Autrice: Ciao a tutti, bè I'm back ^^ Oddio, sono così pentita ma avevo decisamente perso la mia ispirazione per la storia, nonostante sapessi il punto di arrivo, il camminno era diventato lacunoso, impraticabile e ho deciso di concentrarmi su altro.
Ho da poco finito TID, il Codice e la mia voglia di scrivere su di loro è decisamente rinata, quindi ecco il nuovo capitolo che avrei voluto pubblicare un pò di tempo fa e spero che vi piaccia.
Vorrei cheidere scusa a tutti voi che ho lasciato in sospeso, spero di non deludervi più ^^

 
   
 
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