Era appena calato
il sole nel Villaggio della Foglia quando due figure si stagliavano in
lontananza: un uomo sulla cinquantina e un ragazzo. Non appena i due individui
varcarono la soglia del villaggio, vennero salutati da un immenso numero di
persone, compresa la giovane Hinata Hyuga. I due stranieri altri non erano che
Naruto Uzumaki e il suo maestro, nonché uno dei tre ninja leggendari: Jiraia.
I due erano
ripartiti alla volta di un Paese sconosciuto alla fine delle avventure. Era
passato più di un anno.
“Oddio! Che emozione! Naruto è tornato, chissà se
gli piacerà la festa che abbiamo organizzato per lui ??????”questo
pensiero rimbombava nella testa di Hinata che non vide Naruto avvicinarsi e se
lo trovò di fronte all’improvviso, correndo il rischio di svenire. Il rossore
si impadronì della ragazza e l’imbarazzo le impediva di parlare. Naruto non
sembrava essersi accorto di niente, mormorando un “ciao” allungò la testa e
stampò un bacio sulla fronte della ragazza. Se Hinata avesse avuto le ali si
sarebbe alzata in volo e avrebbe toccato il cielo per la felicità, il suo viso
aveva raggiunto un rosso acceso simile a quello della salsa. Il giovane prese
la mano di Hinata e la invitò a seguirlo, arrivati davanti al chiosco del ramen i due si fermarono.
La maggior parte della folla si era dispersa e
quelle poche persone che erano rimaste si strinsero intorno a Jiraia per
saperne di più sul viaggio. Tra questi vi era anche Sakura Haruno, aveva atteso
molto questo momento: sperava che Jiraia avesse notizie di Sasuke. Ma quando
glielo chiese e il ninja le rispose che non aveva più visto Sasuke da quando
aveva lasciato il Villaggio della Foglia.
Naruto e Hinata si
insinuarono tra le tende del locale, il proprietario riconobbe subito quello
che prima di partire era stato il suo miglior cliente. I due ragazzi sederono
davanti al bancone, ordinarono e mentre aspettavano si misero a chiacchierare.
- Come vanno le
cose da queste parti?- chiese inaspettatamente Naruto, facendo sobbalzare
Hinata, avvolta nei suoi pensieri.
- Niente di che –
disse Hinata parlando per la prima volta da quando erano entrati.
- Come, non mi
dire che in un anno non è successo niente?- a quella domanda Hinata alzò lo
sguardo e fissò Naruto. Quanto era cambiato dall’ultima volta che l’aveva
visto! Il viso si era smagrito, aveva abbandonato i tratti fanciulleschi per
passare a tratti più adulti. I capelli erano più lunghi di quanto ricordasse,
ma sempre di quel biondo che le faceva ricordare un pulcino appena nato. Gli
occhi un tempo sbruffoni e innocenti, ora sembravano
essere coscienti di ciò che accadeva, erano degli occhi magnifici del colore
del cielo in cui Hinata avrebbe volentieri voluto perdersi.
L’arrivo del ramen la riportò alla realtà.
Una volta Naruto
avrebbe detto “pancia mia fatti capanna”, ma disse
solo – Era da talmente tanto tempo che non mangio il ramen
che quasi mi sono dimenticato il suo sapore.-
Hinata non potè
fare a meno di notare quanto fosse cambiato Naruto.
Avevano da poco
finito di mangiare quando Naruto prese per mano Hinata e la trascinò fuori in
strada. Il sole era definitivamente tramontato e il cielo rosso-arancione di
quando erano arrivati si era trasformato in un blu profondo costellato di
puntini luminosi. A quella vista il cuore di Naruto fece un atroce salto nel
passato: quante volte aveva visto quelle stelle con quello che credeva il suo
migliore amico, il fratello che non aveva mai avuto. La sua mano si strinse
intorno a quella di Hinata .
Cogliendola di
nuovo di sorpresa Naruto portò Hinata in un boschetto vicino ad una cascata,
simile a quello dove quattro anni prima Naruto, andato in missione con Scino
Kiba e Hinata, aveva visto una ragazza che danzava sull’acqua; quando aveva
raccontato della scoperta a Kiba e a Scino loro non gli avevano dato retta dicendogli che aveva
sognato mentre Hinata era diventata tutta rossa.
Da quella missione
in poi Naruto aveva cominciato a guardare Hinata con occhi diversi: non con gli
occhi di un ninja, ma quelli di un ragazzo che non vede solo allenamenti e
missioni.
Nemmeno Naruto sapeva
perché tra tutti i boschi del Villaggio avesse scelto proprio quello, lui come
molti suoi coetanei ignorava la storia che avesse quel bosco. Lì suo padre (il
quarto hokage) aveva compiuto l’estremo sacrificio,
lì aveva sigillato lo spirito della Volpe a Nove Code dentro suo figlio appena
nato, e lì era stato trovato dai ninja della squadra AMBU.
Con la luna che si
rifletteva nell’acqua limpida del ruscello i due ragazzi si sdraiarono a terra,
a fissare il cielo che era stato testimone della perdita di molte vite, ma anche
dello sbocciare di tanti amori e a insaputa dei giovani protagonisti in destino
ne stava intessendo un’altra, forse la più contorta che avesse mai tessuto.
E in quella calma
Naruto e Hinata si addormentarono uno stretto all’altra .